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Claudio Trezzani
www.juzaphoto.com/p/ClaudioTrezzani



Recensioni di fotocamere, obiettivi, treppiedi, teste e altri accessori pubblicate da Claudio Trezzani


canon_ef600_f4is_iiiCanon EF 600mm f/4 L IS III USM

Pro: Nitidezza

Contro: Bokeh

Opinione: Quanto segue rappresenta meramente una prima presa di contatto, essendo imperniata su di una sola sessione di cinquecentotrentasei scatti. L'obiettivo risulta relativamente leggero, considerando focale, diaframma e schema ottico. È possibile l'uso a mano libera, benché - rispetto per esempio ad un prolungato brandeggio con un 300 2,8 - ho sentito l'esigenza di alternare la posizione di scatto con quella di puro sorreggimento. Per ciò che attiene lo stabilizzatore, il tempo più lungo in assenza di mosso notoriamente dipende dalle capacità individuali. Personalmente, e ritengo che molti porranno fare di meglio, sono sceso sino ad un ottantesimo di secondo, ma con risultati alterni. La nitidezza è eccellente sin dalla massima apertura. Il contrasto tonale, invece, non si situa agli stessi elevati livelli. Va però considerato che era impostata in fotocamera l'esposizione valutativa con priorità ambientale, il che dava luogo ad una leggera tendenza sovraespostiva, che certo non ha contribuito a determinare neri fondi. Il bokeh è sufficientemente morbido, ma in talune situazioni permangono indizi di una indesiderata nervosità. Per ciò che attiene la reattività del motore autofocus sospendo il giudizio: essendo l'obiettivo abbinato ad una 5D Mark IV, non si era certo nella condizione di un dialogo serrato con il modulo dell'autofocus: per quello sarebbe occorso provare un abbinamento con una serie 1D.

inviato il 17 Settembre 2019


nikon_80-400vrNikon AF 80-400mm f/4.5-5.6 D ED VR

Pro: Escursione focale, costruzione.

Contro: Nitidezza alla massima apertura

Opinione: Semplificando: Canon il tema dell' 80 - 400 f4,5 - 5,6 stabilizzato lo risolse al primo colpo (più nitido alla massima focale e minore distanza minima di messa a fuoco), Nikon no. Detto questo, la prima versione nikoniana di questa declinazione non è priva di interesse, e lo affermo non disgiuntamente dal basso prezzo a cui lo si può reperire oggi usata. Ad una cifra relativamente contenuta si ottiene un obiettivo ben costruito, dall'escursione focale molto versatile, dalla buona nitidezza generale. Come preannunciato, il suo tallone d'Achille è il calo di nitidezza alla massima focale. Tuttavia, il pregio consiste nel fatto che il massimo valore MTF a 400 mm è raggiunto al centro già alla massima apertura, per risultati sul campo accettabili. Così, alla prova dei fatti si ottengono risultati convincenti in una ampia varietà di situazioni. Vi è anche da considerare che il mio esemplare è di matricola con primo numero 4, e come spiega qui un altro recensore a partire da questa serie sono stati apportati miglioramenti. Quanto al bokeh, ci sono premesse negative e positive. Le negative: è uno zoom ad ampia escursione focale. Le positive: le lamelle del diaframma sono nove ed arrotondate. Sul campo la conseguenza è: una base morbida per così dire "ricoperta" da una patina strutturata. Un risultato non del tutto piacevole ma nemmeno dei peggiori. L'autofocus -che funziona solo se comandato dal motore della fotocamera, laddove è previsto un accoppiamento meccanico - è lento, ma meno di quanto si potrebbe pensare se abbinato a moduli a partire dalla serie D800/D4. Il mio giudizio è dunque positivo se rapportato alla quotazione odierna: per quanto lo si paga, elargisce molto, e con una molteplicità di impieghi.

inviato il 10 Settembre 2019


sigma_120-300Sigma 120-300mm f/2.8 EX DG HSM

Pro: Versatilità, costruzione, nitidezza

Contro: Staffa arretrata

Opinione: Acquistato usato oggi, ha molto da dire, considerato il rapporto prezzo / prestazioni / versatilità. Versatilità, ed unicità nel panorama mondiale, con la sua apertura massima costante di f2,8 nell'intervallo di focali 120 - 300. Esaminata la sua nitidezza alla focale massima, intuibilmente non può più competere con le migliori realizzazioni fisse Nikon e Canon, ma ciò non vuol dire che non si situi su valori soddisfacenti. Partiamo proprio dai 300 mm, attingendo alle rilevazioni che fece il mensile TuttiFotografi: a tutta apertura il valore medio (che tiene conto di ogni porzione dell'immagine) supera di poco il fattore 7, ma al centro "tiene" già uno smagliante 8. Il picco di resa si ottiene a f7,1, e tale comportamento è rispecchiato pressoché a tutte le focali. Con una avvertenza, però: sino a 150 mm si registra una piccola flessione ai diaframmi f3,2 ed f3,5 (così, ci si può mnemonicamente dotare del motto: " fino a metà dell'escursione focale aprire; poi, diaframmare"). In sintesi, comunque, sempre parlando di nitidezza è una lente di cui si può dire che non è mai meno di buona a qualsiasi diaframma, focale è porzione d'immagine, e ciò non è poco. La staffa per il treppiede, amovibile, è molto arretrata, il che non giova. Manca di cassetto portafiltri, e il suo generosissimo diametro/lente fa si che in Nikon la luce continua dell'illuminatore ausiliario risulti parzialmente oscurato. Ottima costruzione, gradevole bokeh, discreto contrasto. Per ciò che attiene la postproduzione, il modulo Adobe Camera Raw di Photoshop contiene un profilo di correzione per questo obiettivo, mentre Capture di Phase One ne ha sviluppato uno solo per la più recente versione stabilizzata.

inviato il 26 Febbraio 2018


dji_phantom4DJI Phantom 4

Pro: stabilità ed "intelligenza" di volo

Contro: flusso video non raw

Opinione: Questa recensione si riferisce al modello Pro: quando verrà pubblicata la relativa scheda, trasferirò lì il testo. Tutti i quadricotteri Dji della serie Phantom sono eccellenti dispositivi di volo. Stabili, intelligenti, ben concepiti e realizzati. Per avere un modello in grado di assicurare prestazioni fotografiche non inferiori a minimi requisiti di qualità si è invece dovuto attendere il 4 Pro (seguito poi dal 4 Advanced). Tutti gli altri, prima, lasciavano a desiderare sotto questo profilo. Il motivo è semplice: il 4 Pro monta un sensore da un pollice, ben più grande del predecessore da due terzi di pollici. Quest'ultimo avevo già visto sulle action camera Sony: eccelleva nel suo comparto, anche considerando il bit rate (alla massima risoluzione) di 100 mbs, alto in questa categoria, e benefico per il flusso video. Ma per fare foto di qualità ci voleva qualcosa di più. Quel qualcosa è arrivato con il 4 Pro, appunto. Se con il sensore dei Phantom 3 e 4 non Pro erano ravvisabili a schermo artefatti anche alla sensibilità minima, con il 4 Pro questo inconveniente è meno evidentemente percepibile. Inoltre, l'obiettivo. La focale passa da un equivalente a 20 mm nel formato Leica ad un equivalente a 24 mm. Che porta in dote l'importante novità dell'otturatore meccanico. Così, si scongiura il fastidioso fenomeno del rolling shutter nelle riprese. Esso è attivo sino al tempo più breve di 1/2000, mentre l'otturatore elettronico può spingersi a 1/8000. E per la prima volta il diaframma può essere regolato manualmente sino a f11, mentre in precedenza era fisso alla massima apertura. Occuperei qui troppo spazio se mi soffermassi sulle funzioni video, ma una caratteristica è bene qui menzionarla: il dispositivo di evitamento automatico degli ostacoli. Qui è presente con ben 12 sensori, tra visivi, ultrasonici ed a infrarossi. Il 4 Pro è stato il primo Phantom a montarli. Prima la soglia d'accesso per prezzo a questo dispositivo era costituita dal Mavic, che però monta ancora un sensore da due terzi di pollici (ed ora alcuni sensori di evitamento vi sono anche sull'economico Spark, ma sempre con il sensore minore). Perchè questo ausilio risulti attivo occorre - oltre a un livello di luminosità ambiente non inferiore a 10 lux e non superiore a 300 - che lo switch sul controller sia posizionato su P, ma non temete se vi accorgete di averlo inavvertitamente spostato: per discostarvi davvero dalla modalità P dovete accedere a una impostazione remota del software di volo da abbinare. Che si chiama Dji Go 4, e vi fornisce modo di considerare farabutti i fabbricanti di smartphone e tablet che in ambiente Android non consentono aggiornamenti al sistema operativo: se il vostro dispositivo è anteriore alla versione 4.4, e non volete cambiare modello, dovrete rassegnarvi ad acquistare un Phantom 3 ed abbinarlo alla versione Dj Go non 4. Nella famiglia Apple, invece, potrete accoppiarlo anche a un modello meno recente, purchè aggiornabile a IOS 9. Risolto il problema dell'abbinamento - ma attenzione: un modello aggiornato come sistema operativo ma poco "potente" non vi consentirà un refresh in tempo reale dello streaming video - occorre però essere cauti: personalmente non ho osato scagliare il quadricottero contro i fili più sottili dei cavi di servizi, per tema che la loro esigua sezione non sia riconoscibile. Anche l'acqua dovrebbe essere riconosciuta come ostacolo, pur con l'avvertenza appena espressa. Un altro fattore di sicurezza è costituito dalla possibilità di optare per due frequenze: non solo 2,4 gH, ma anche la meno "affollata" 5,8. Inoltre questo modello Phantom di alta gamma consente il dialogo con i satelliti russi, oltre che statunitensi. Si punta dunque ad un concetto di ridondanza, come nel caso dei sensori, per rafforzare la sicurezza di volo. A proposito del quale vi raccomando di leggere attentamente la normativa Enac, aggiornata all'emendamento del 22 dicembre 2016. Essa - per droni di peso totale inferiore ai due chilogrammi, e il P4 si ferma a 1388 grammi - esenta dal conseguimento della patente a condizione che sussistano i seguenti requisiti: non superare i 200 metri longitudinalmente e i 70 metri in altezza; utilizzare il drone per uso ludico o ricreativo, senza scopo di lucro; non sorvolare zone popolate (del resto anche chi consegue la patente non può farlo, a meno di non disporre delle liberatorie dei passanti). A stretto rigore di termine ai non patentati dovrebbe essere inibito l'uso del visore, poichè la condizione che non permette la classificazione del drone come semplice aeromodello, anzichè aeromobile (si percepisce qui l'originaria intonazione della normativa cucita addosso agli elicotterini da aviosuperficie, senza videocamera), è appunto l'assenza di dispositivi visivi di ausilio alla guida, ma in realtà la possibilità di utilizzare un tablet per la visione è un fattore di sicurezza. In ogni caso, sappiate che il controller consente una piena governabilità in autonomia, anche se essa trova il pesante limite di essere circoscritta alla zona entro il quale il drone può essere scorto a occhio nudo: molto limitata in altezza, invero. Controller la cui staffa per l'alloggiamento del tablet accoglie modelli sino ad 8 pollici (mentre il Phantom 3 standard e il Mavic si fermano a 5,5 pollici). I due joystik sono regolabili in altezza e hanno una reattività che varia in base al programma di guida installato. Una funzione di grande importanza (il cui comando è presente, come altri, sia sul controller che nel software "esterno") è RTH (Return To Home): pigiando un pulsante o tappando sul tablet il drone effettuerà un ritorno alla base sfruttando la memoria del percorso già effettuato (è consigliabile preimpostare una adeguata altezza di ritorno nel software, prima di utilizzare la funzione). Vi sono poi molte altre funzioni di guida "intelligente", che però comporterebbero molte pagine in aggiunta a questa recensione, se le trattassi. Accennato al fatto che la qualità fotografica - gli scatti sono anche disponibili nel formato raw "universale" DNG, mentre ovviamente se scatterete foto durante un filmato, esse saranno tratte dal flusso compresso del video (otterrete sino a 8,8 MP se stavate girando in 4K), con una resa nettamente minore (è comunque possibile, previa cessazione del filmato, commutare in volo verso la modalità fotografica) - è ora accettabile dal punto di vista fotografico, ci si può lagnare del fatto che il video non può essere anch'esso lavorato in raw, cosa invece possibile al modello superiore Dji Inspire (la cosa è utile non solo per la maggiore lavorabilità del formato grezzo, ma anche per la pulizia del segnale che un formato del genere comporta). Il modulo ACR di Adobe non ha ancora un profilo di correzione dell'obiettivo montato su questo modello (si ferma alla versione non Pro, inutilizzabile perchè di diversa focale). Continuando sul versante del trattamento postproduzionale, accenno al fatto che per situazioni in cui serva avere un profilo piatto, esiste la possibilità di contare su un Dlog in macchina, ma ciò è maggiormente utile per il comparto video, che non può essere registrato non compresso. Sempre a riguardo del flusso video, segnalo infine che l'eccellente programma Da Vinci Resolve rende disponibili alcuni LUT dedicati. Detto questo, per converso ho evidenziato uno dei maggiori pregi del 4 Pro: massima espressione della serie Phantom quanto a qualità d'immagine, rappresenta anche il limite superiore di normale portabilità: esistono zaini dedicati che permettono di portare sulle spalle assai agevolmente il 4P e tutti i suoi accessori, mentre l'Inspire presenta ingombri sensibilmente maggiori. Meglio ancora sarebbe portare in volo la propria reflex professionale, ma non Vi menziono costi e complicazioni, per non impressionarVi...

inviato il 29 Giugno 2017


dji_phantom4DJI Phantom 4

Pro: stabilità ed "intelligenza" di volo

Contro: flusso video non raw

Opinione: Questa recensione si riferisce al modello Pro: quando verrà pubblicatala relativa scheda, trasferirò lì il testo. Tutti i quadricotteri Dji della serie Phantom sono eccellenti dispositivi di volo. Stabili, intelligenti, ben concepiti e realizzati. Per avere un modello in grado di assicurare prestazioni fotografiche non inferiori a minimi requisiti di qualità si è invece dovuto attendere il 4 Pro (seguito poi dal 4 Advanced). Tutti gli altri, prima, lasciavano a desiderare sotto questo profilo. Il motivo è semplice: il 4 Pro monta un sensore da un pollice, ben più grande del predecessore da due terzi di pollici. Quest'ultimo avevo già visto sulle action camera Sony: eccelleva nel suo comparto, anche considerando il bit rate (alla massima risoluzione) di 100 mbs, alto in questa categoria, e benefico per il flusso video. Ma per fare foto di qualità ci voleva qualcosa di più. Quel qualcosa è arrivato con il 4 Pro, appunto. Se con il sensore dei Phantom 3 e 4 non Pro erano ravvisabili a schermo artefatti anche alla sensibilità minima, con il 4 Pro questo inconveniente è meno evidentemente percepibile. Inoltre, l'obiettivo. La focale passa da un equivalente a 20 mm nel formato Leica ad un equivalente a 24 mm. Che porta in dote l'importante novità dell'otturatore meccanico. Così, si scongiura il fastidioso fenomeno del rolling shutter nelle riprese. Esso è attivo sino al tempo più breve di 1/2000, mentre l'otturatore elettronico può spingersi a 1/8000. E per la prima volta il diaframma può essere regolato manualmente sino a f11, mentre in precedenza era fisso alla massima apertura. Occuperei qui troppo spazio se mi soffermassi sulle funzioni video, ma una caratteristica è bene qui menzionarla: il dispositivo di evitamento automatico degli ostacoli. Qui è presente con ben 12 sensori, tra visivi, ultrasonici ed a infrarossi. Il 4 Pro è stato il primo Phantom a montarli. Prima la soglia d'accesso per prezzo a questo dispositivo era costituita dal Mavic, che però monta ancora un sensore da due terzi di pollici (ed ora alcuni sensori di evitamento vi sono anche sull'economico Spark, ma sempre con il sensore minore). Perchè questo ausilio risulti attivo occorre - oltre a un livello di luminosità ambiente non inferiore a 10 lux e non superiore a 300 - che lo switch sul controller sia posizionato su P, ma non temete se vi accorgete di averlo inavvertitamente spostato: per discostarvi davvero dalla modalità P dovete accedere a una impostazione remota del software di volo da abbinare. Che si chiama Dji Go 4, e vi fornisce modo di considerare farabutti i fabbricanti di smartphone e tablet che in ambiente Android non consentono aggiornamenti al sistema operativo: se il vostro dispositivo è anteriore alla versione 4.4, e non volete cambiare modello, dovrete rassegnarvi ad acquistare un Phantom 3 ed abbinarlo alla versione Dj Go non 4. Nella famiglia Apple, invece, potrete accoppiarlo anche a un modello meno recente, purchè aggiornabile a IOS 9. Risolto il problema dell'abbinamento - ma attenzione: un modello aggiornato come sistema operativo ma poco "potente" non vi consentirà un refresh in tempo reale dello streaming video - occorre però essere cauti: personalmente non ho osato scagliare il quadricottero contro i fili più sottili dei cavi di servizi, per tema che la loro esigua sezione non sia riconoscibile. Anche l'acqua dovrebbe essere riconosciuta come ostacolo, pur con l'avvertenza appena espressa. Un altro fattore di sicurezza è costituito dalla possibilità di optare per due frequenze: non solo 2,4 gH, ma anche la meno "affollata" 5,8. Inoltre questo modello Phantom di alta gamma consente il dialogo con i satelliti russi, oltre che statunitensi. Si punta dunque ad un concetto di ridondanza, come nel caso dei sensori, per rafforzare la sicurezza di volo. A proposito del quale vi raccomando di leggere attentamente la normativa Enac, aggiornata all'emendamento del 22 dicembre 2016. Essa - per droni di peso totale inferiore ai due chilogrammi, e il P4 si ferma a 1388 grammi - esenta dal conseguimento della patente a condizione che sussistano i seguenti requisiti: non superare i 200 metri longitudinalmente e i 70 metri in altezza; utilizzare il drone per uso ludico o ricreativo, senza scopo di lucro; non sorvolare zone popolate (del resto anche chi consegue la patente non può farlo, a meno di non disporre delle liberatorie dei passanti). A stretto rigore di termine ai non patentati dovrebbe essere inibito l'uso del visore, poichè la condizione che non permette la classificazione del drone come semplice aeromodello, anzichè aeromobile (si percepisce qui l'originaria intonazione della normativa cucita addosso agli elicotterini da aviosuperficie, senza videocamera), è appunto l'assenza di dispositivi visivi di ausilio alla guida, ma in realtà la possibilità di utilizzare un tablet per la visione è un fattore di sicurezza. In ogni caso, sappiate che il controller consente una piena governabilità in autonomia, anche se essa trova il pesante limite di essere circoscritta alla zona entro il quale il drone può essere scorto a occhio nudo: molto limitata in altezza, invero. Controller la cui staffa per l'alloggiamento del tablet accoglie modelli sino ad 8 pollici (mentre il Phantom 3 standard e il Mavic si fermano a 5,5 pollici). I due joystik sono regolabili in altezza e hanno una reattività che varia in base al programma di guida installato. Una funzione di grande importanza (il cui comando è presente, come altri, sia sul controller che nel software "esterno") è RTH (Return To Home): pigiando un pulsante o tappando sul tablet il drone effettuerà un ritorno alla base sfruttando la memoria del percorso già effettuato (è consigliabile preimpostare una adeguata altezza di ritorno nel software, prima di utilizzare la funzione). Vi sono poi molte altre funzioni di guida "intelligente", che però comporterebbero molte pagine in aggiunta a questa recensione, se le trattassi. Accennato al fatto che la qualità fotografica - gli scatti sono anche disponibili nel formato raw "universale" DNG, mentre ovviamente se scatterete foto durante un filmato, esse saranno tratte dal flusso compresso del video (otterrete sino a 8,8 MP se stavate girando in 4K), con una resa nettamente minore (è comunque possibile, previa cessazione del filmato, commutare in volo verso la modalità fotografica) - è ora accettabile dal punto di vista fotografico, ci si può lagnare del fatto che il video non può essere anch'esso lavorato in raw, cosa invece possibile al modello superiore Dji Inspire (la cosa è utile non solo per la maggiore lavorabilità del formato grezzo, ma anche per la pulizia del segnale che un formato del genere comporta). Il modulo ACR di Adobe non ha ancora un profilo di correzione dell'obiettivo montato su questo modello (si ferma alla versione non Pro, inutilizzabile perchè di diversa focale). Continuando sul versante del trattamento postproduzionale, accenno al fatto che per situazioni in cui serva avere un profilo piatto, esiste la possibilità di contare su un Dlog in macchina, ma ciò è maggiormente utile per il comparto video, che non può essere registrato non compresso. Sempre a riguardo del flusso video, segnalo infine che l'eccellente programma Da Vinci Resolve rende disponibili alcuni LUT dedicati. Detto questo, per converso ho evidenziato uno dei maggiori pregi del 4 Pro: massima espressione della serie Phantom quanto a qualità d'immagine, rappresenta anche il limite superiore di normale portabilità: esistono zaini dedicati che permettono di portare sulle spalle assai agevolmente il 4P e tutti i suoi accessori, mentre l'Inspire presenta ingombri sensibilmente maggiori. Meglio ancora sarebbe portare in volo la propria reflex professionale, ma non Vi menziono costi e complicazioni, per non impressionarVi...

inviato il 29 Giugno 2017


nikon_180_f2-8dNikon AF 180mm f/2.8 D ED IF

Pro: nitidezza, timbro tonale

Contro: AF, purple fringing

Opinione: Quando si esaminano le rilevazioni MTF - ad ogni diaframma e focale - effettuate sui vari zoom 70 / 80 - 200 mm di generosa apertura non di rado si registra una perdita di nitidezza alla massima focale. A questo riguardo ho i miei parametri minimi. Ebbene: questo Nikon 200 mm 2,8 li soddisfa. A tutta apertura fa già registrare valori leggermente superiori alla maggior parte degli zoom in commercio, e tra f4 e f 5,6 i risultati sono stellari. Se dunque acquistereste uno zoom per usarlo principalmente alla massima focale, questo eccellente fisso è una valida alternativa. Perde sì in versatilità, ma non scende a patti con la qualità, con il valore aggiunto di una estrema portabilità (ho usato a lungo il 300 mm 2,8 a mano libera...). La nitidezza che esprime non si traduce in una percezione di incisione da obiettivo "moderno", nel senso di una enfasi verso il microcontrasto, ma la risolvenza - i numeri non mentono - c'è. Il boken è piacevolmente cremoso, mentre è molto evidente il purple e green fringing (specialmente ques'ultimo, dietro l'area focheggiata), difetto peraltro comune ai migliori obiettivi di questa classe. Il timbro tonale è luminoso ed arioso, di una leggerezza che va nella direzione di quello palesato su alcuni obiettivi Leica. L'autofocus è leggermente sotto la media rispetto ai Nikkor non dotati di motore interno, il che non è certo una buona cosa. Tuttavia, potendo farlo dialogare con i migliori moduli autofocus delle più recenti digitali la sua funzionalità non gli preclude alcuna occasione che non sia d'ambito esasperatamente sportivo. Concludo segnalando la nota robustezza e la praticità del paraluce ad estrazione.

inviato il 19 Marzo 2017


nikon_d600Nikon D600

Pro: sensore

Contro: limitazione funzioni

Opinione: Uno dei più sottovalutati e migliori sensori full frame di Nikon. Sottovalutati, perchè dopo lo scivolone dell'olio, Nikon seppur tardivamente effettua la sostituzione dell'otturatore a titolo gratuito. Migliori, perchè - anche a causa dell'equilibrata densità - è tutt'ora uno dei migliori, con sfumature nel rapporto segnale/disturbo poco percettibilmente inferiori rispetto a quello della D750. Per tutto il resto, sono d'accordo con i miei colleghi qui: l'unico vero difetto è la minor sensibilità dell'autofocus rispetto ad altre realizzazioni Nikon. Ma anche qui, occorre intendersi: è molto meno sensibile di quello della D800, per esempio. Tuttavia tale limite emerge solo in condizione di luminosità marcatamente bassa, mentre in tutte le altre situazioni si mostra veloce ed accurato. Poi c'è la questione della concentrazione dei punti di messa a fuoco al centro: nella paesaggistica puà essere un problema, in altri ambiti no. Il corpo. Il gioco è noto: metti dei gran contenuti in un corpo inferiore ad altri della stessa marca, poi peggiori alcune caratteristiche per scongiurare il rischio di cannibalizzazione commerciale. Così non abbiamo l' 1/8000, l'alloggiamento per le più veloci schede CF, la presa syncro per flash e l'attacco per telecomando a filo. Personalmente trovo fastidiosa l'assenza di un pulsante AF On dedicato: è possibile dire alla macchina di assegnare questa funzione al tasto AE-L / AF-L (oppure al più scomodamente posizionato tasto Fn), ma in tal caso si perde la possibilità di focheggiare a mezza corsa con il pulsante di scatto.

inviato il 25 Dicembre 2016


canon_5dCanon 5D

Pro: fece storia, e non a caso.

Contro: mancanze tollerabili all'epoca: live view e funzione video

Opinione: Siete fotografi paesaggisti o ritrattisti? Acquistatela, oggi. Sul cavalletto e con un buon 17 40 mm f 4, attingendo al mercato dell'usato avrete risultati sublimi a meno di mille euro, a patto di non ritagliare. E se ritrattisti, dei soggetti restituirete ammaliante plasticità se la abbinerete ad ottiche dalla generosa apertura relativa.

inviato il 22 Novembre 2016


canon_350dCanon 350D

Pro: funzionalità generali, display monocromatico sulla calotta (abbandonato a partire dalla 400d)

Contro: nessuno, considerata età e collocazione

Opinione: Risolse i pochi problemi della 300D. Fornì lo stesso - ottimo - sensore della coeva 30D. E fu l'ultima - nella categoria - con il display monocromatico sulla calotta, poi abbandonato dalla 400D . Acquistata oggi, è per principianti che siano precocemente intenditori. Perchè s'avvederanno di quanto vale, sul campo, una saggezza progettuale.

inviato il 22 Novembre 2016


nikon_70-210dNikon AF 70-210mm f/4-5.6 D

Pro: contrasto, velocità AF, portabilità, prezzo

Contro: leggero calo di resa alla focale massima, apertura massima

Opinione: Concordo con quanto detto dai miei colleghi: è un obiettivo che presenta un rapporto qualità / prezzo strepitoso. L'ho acquistato usato, in perfette condizioni, a 100 euro, e per quella cifra si ha un obbiettivo dall'ottimo contrasto tonale, dalla nitidezza rimarchevole (solo un leggero calo alla massima focale e massima apertura). L'AF è incredibilmente veloce, per essere un obiettivo privo di motore interno. Occorre ovviamente fare i conti con l'apertura massima non generosa (è comunque insolitamente spostata verso il basso, nel senso che il chiudersi del diaframma al progredire delle focali avviene mantenendo l'apertura maggiore più avanti di quanto è solito sperimentare su questo tipo di obiettivi). Del resto, limitando l'escursione dello zoom a un fattore 3X e non offrendo diaframmi aperti, i progettisti Nikon hanno avuto una buona base su cui lavorare, ed hanno assolto il compito al meglio. Da notare che in macro la minima distanza di messa a fuoco si riduce a 1,2 metri. Lo sfocato presenta la tipica configurazione a occhio di gatto dei punti luminosi, ma lo sfondo è reso con una gradevole morbidezza.

inviato il 10 Novembre 2016


tamron_70-300vcTamron SP 70-300mm f/4-5.6 Di VC USD

Pro: Contrasto tonale anche alla massima focale. Microcontrasto notevole sino a circa 175mm. Rapporto qualità/prezzo nella categoria ineguagliabile.

Contro: I limiti "costituzionali" di progetto.

Opinione: Ho avuto in temporanea prova questo obiettivo per un lasso di tempo non sufficiente per una valutazione esaustiva, e tuttavia bastevole per l'individuazione di alcune caratteristiche salienti. Il responso è: ha esattamente i pregi che gli attribuiscono, con limiti temperati dal prezzo. Nello specifico: rimarchevole risoluzione sino alla focale di 175mm. Oltre, la risoluzione cala sino a valori non tollerabili per un utilizzo professionale, ma il contrasto tonale si mantiene su valori inconsuetamente positivi per la categoria.

inviato il 27 Settembre 2016


nikon_300vr_f2-8Nikon AF-S 300mm f/2.8 G ED VR

Pro: Tutti quelli già descritti dai colleghi.

Contro: VR migliorabile

Opinione: Nella sezione apposita ho descritto la mia esperienza con la versione precedente AFS non VR. Qui scrivo alcune note della versione VR, che ho poi avuto. Nella pagina dell'AFS non VR mi sono diffuso sulla risoluzione a tutta apertura al centro leggermente superiore della vecchia versione, a fronte di un contrasto equivalente. Ho poi scritto che questa versione VR pesa poco di meno della non VR, ma è molto meglio brandeggiabile a mano libera sia per la diversa conformazione della staffa per stativo, sia per la distribuzione dei pesi meno sbilanciata verso l'estremità. Quanto ai pregi generali, non posso che aderire ai giudizi dei colleghi: nitidezza notevole, intrigante bokeh, superba costruzione e tropicalizzazione. La presenza del trattamento ai nanocristalli (uno strato di cristalli d'argento spesso un milionesimo di millimetro) la avverto in un contrasto tonale leggermente maggiore in situazioni anche di non controluce totale, ma comunque "difficili". Circa l'efficacia del VR prima maniera, situo il mio limite personale di sicurezza attorno ad 1/100 di secondo, con punte di 1/50. Certo altri faranno meglio, ma Nikon dichiara che la versione VR II è migliorata sotto questo aspetto (e ora si attiene alle misurazioni CIPA, per ciò dichiarando, per il VR II, 3 stop di guadagno).

inviato il 10 Settembre 2016


nikon_300f2-8_afsNikon AF-S 300mm f/2.8 D IF-ED

Pro: Incisione e contrasto anche a tutta apertura. Costruzione. Qualità del bokeh.

Contro: ergonomia e distribuzione del peso

Opinione: Ho avuto questa lente per pochi giorni (sufficienti purtuttavia ad eseguire circa cinquemila scatti), avendola poi restituita per un problema all'autofocus, e contestualmente acquistando la versione seguente VR. Parto quindi da questa recensione dell'AFS non VR per poi approdare - nella seziona apposita - a note sulla versione VR. Scontato - e accettato - il peso elevato, devo dire che ho potuto comunque sostenere sessioni a mano libera di oltre mille scatti senza accusare indolenzimenti agli arti superiori (ma ponendo attenzione alla schiena: per esempio non ho mai lasciato l'obiettivo appeso al collo, pena una indesiderata frustata alla spina dorsale...). Passando poi alla versione VR (di cui, come ho scritto, dirò nella pagina ad essa dedicata) ho potuto però riscontrare che la nuova versione pesa poco di meno ma è molto meglio brandeggiabile, sia per la diversa conformazione della staffa per stativo, sia perchè i pesi sono meno sbilanciati verso l'estremità. Alcuni dicono che questa versione non VR ha una maggiore incisione a tutta apertura rispetto alle versioni VR seguenti. I grafici MTF pubblicati dalla stessa Nikon danno loro ragione: alla frequenza spaziale di 30 linee per millimetro questo non VR è leggermente superiore al centro del VR, per poi equivalere ai bordi. Dunque in queste condizioni presenta una risoluzione leggermente più elevata, mentre il contrasto (misurato alla risoluzione spaziale di 10 linee per millimetro) è pressochè identico alla versione VR. Occorre però sottolineare che nell'uso sul campo stiamo parlando di livelli molto alti (prendendo in considerazione un'altra scala di valori MTF, quella elaborata dal mensile TuttiFotografi, la cui rilevazione è mediana, il valore è prossimo al fattore 9), in ambedue i casi in grado di generare piacere all'occhio.

inviato il 10 Settembre 2016


nikon_d800Nikon D800

Pro: Risoluzione. Costruzione. Sensibilità AF

Contro: Autofocus a rilevazione di contrasto in modalità video

Opinione: All'inizio fui scettico: paventavo che il prezzo da pagare per l'inedita (in ambito 24 X 36 mm) densità di pixels fosse un rumore eccessivo. Non è stato così, anche considerando il confronto a parità di dimensioni di stampa con altre fotocamere. E i 36 MP giovano meravigliosamente, per esempio nella fotografia di strada eseguita utilizzando teleobiettivi, per riconsiderare ritagli, effettuare esplorazioni nell'immagine alla ricerca di nuove letture. Un altro considerevole vantaggio - anche rapportato all'eccellente predecessore D700 - è la notevole sensibilità dell'autofocus, accompagnata da una altrettanto rimarchevole rapidità. Quanto al comparto video, assai pregevole la possibilità di produrre video non compressi utilizzando registratori esterni connessi con cavo HDMI. Tuttavia, una notevole debolezza - ma comune, all'epoca in cui questa fotocamera fu concepita - è rappresentata dalla messa a fuoco a rilvazione di contrasto, in ambito video: pressochè inutilizzabile, per lentezza, indecisione, instabilità.

inviato il 08 Agosto 2016


nikon_300f4_if-edNikon 300mm f/4 AF-IF ED

Pro: Qualità ottica. Godibilissimo sfocato. Eccellente costruzione.

Contro: sprovvisto di motore interno di messa a fuoco, come altri obiettivi della sua generazione

Opinione: La cremosità. Solo per questa, andrebbe acquistato. Un bokeh di stampo pittorico, un fuori fuoco pulito, rotondo, luminoso. Ha molte altre doti, questo obiettivo. La nitidezza, anche. Non fosse che dalla Nikon D800 in poi quest'ultima caratteristica è un po' messa in crisi dal dialogo col risoluto sensore, anche qui l'eccellenza sarebbe serbata senza operare distinguo. Altra tenue debolezza, ma comune ai coevi obiettivi: non ha il motore interno di messa a fuoco, tocca affidarsi a quello della macchina (purchè non sia una entry level, che non ha la presa di forza nei pressi del bocchettone per poterlo fare). Risultato: l'AF non è così rapido come obiettivi che il motorino interno ce l'hanno. Ma occorre passare di qui. E' un obiettivo splendido, serve a far capire cosa significhi pastosità non disgiunta da incisione.

inviato il 05 Agosto 2016


nikon_af28-105dNikon AF 28-105mm f/3.5-4.5 D

Pro: nitidezza, costruzione, focheggiatura ravvicinata

Contro: apertura massima

Opinione: E' una serie fortunata, anche prima delle versioni autofocus, quella degli zoom standard dilatati verso il tele (85; 105) e di apertura intermedia (3,5 / 4,5) di Nikon: la casa ne ha prodotto un notevole numero di varianti, e tra esse questo 28 105 AFD spicca. Ben costruito, nitido, di buona resa anche in funzione macro (scomoda però la sua selezione) che raggiunge il rapporto 1.2 alla focale massima. AF non fulmineo ma più che accettabile quando si confronta con i moduli più performanti in macchina. Un plus le nove lamelle del diaframma. Tra l'altro, figura tra i modelli non più in produzione inseriti nel database di correzione di Capture One, mentre Photoshop non ha applicato una specifica regolazione per questa riuscita lente (tuttavia, fornisce regolazioni per un maggior numero di obiettivi limitrofi e coevi, rispetto all'eccellente Capture One).

inviato il 06 Dicembre 2015


nikon_35_f2dNikon AF 35mm f/2 D

Pro: incisione, contrasto, compattezza, minima distanza di messa a fuoco

Contro: vignettatura, bokeh

Opinione: Non a caso è l'obiettivo (sostituito dal 35 1,8 DX per l'APS - C) che tuttora il periodico TuttiFotografi utilizza per i rilevi in laboratorio delle fotocamere Nikon. Certo, essere a focale fissa e avere uno schema ottico piuttosto semplice aiuta ad ottenere nitidezza, ma il microcontrasto che ho trovato su questo obiettivo supera ogni mia più ottimistica previsione. E' un microcontrasto "duro", ha il sapore di quello di una lente macro, e a me piace molto, da possessore di Rolleiflex T con il Tessar. Anche il contrasto tonale è croccante, solo più soffuso alle più ampie aperture. Il bokeh (le lamelle sono sette e non arrotondate) è un po' nervoso ma non fastidiosamente strutturato. La vignettatura è pronunciata sul formato 24 X 36, con l'ovvia riduzione su DX. Formato ridotto dove si sente meno anche la caduta di nitidezza ai bordi, sapendo che il cerchio di copertura ridotto non ci fa vedere quegli estremi. Ma come dice Ryuichi Watanabe l'MTF non dice tutto di un obiettivo: siamo in presenza di una lente la cui incisione la situa in un altro mondo, superiore, rispetto alla prestazione di tanti zoom, e la vignettatura è un fenomeno che si può usare a fini artistici, senza contare che diaframmando a f 8/11 per un paesaggio anche questi limiti vengono convincentemente superati. Un obiettivo dallo strepitoso rapporto qualità/prezzo e dalla focale assai versatile per una molteplicità di situazioni.

inviato il 08 Ottobre 2015


nikon_d300Nikon D300

Pro: corpo, comandi, funzioni, autofocus

Contro: controversi esiti sul rumore

Opinione: Era il riferimento tra le APS - C. Il corpo è quello che poi - allungato - fu della D700, e rispetto ad essa pare più larga, perchè il display monocromatico sulla calotta qui non deve fare i conti con l'alloggiamento maggiorato del pentaprisma. Della D700 anticipa pure l'efficiente modulo autofocus (coevo alla D3), con il vantaggio che i 51 punti lambiscono più da vicino i margini dell'inquadratura. La raffica è notevole, ma subisce un drastico peggioramento se si scatta in RAW a 14 bit. Possibilità di personalizzazione ed accesso fisico al loro comando di professionale livello. Quanto al rumore, occorre distinguere: esso appare sorprendentemente contenuto alle alte sensibilità, ma ricordo che il periodico TuttiFotografi evidenziò in laboratorio l'insorgenza di un filtro ineludibile a partire dagli 800 ISO (anche in RAW, seppur di minore intensità) che addirittura permise di misurare coefficienti inferiori rispetto alla sensibilità di 400 ISO. Dunque, la pulizia è ottenuta a discapito del dettaglio fine. Porporzionalmente più marcato - seppur di grana secca, con poco accentuata componente cromatica - il disturbo alle sensibilità medio e basse. Rilevo altresì - come può accadere seppur di rado, non sono il primo ad evidenziarlo - che l'implementazione di sensibilità frazionali, non corrispondenti ai multipli di quella nativa, può dare luogo a qualche sbavatura. Tralasciando i terzi di ISO, ho per esempio riscontrato a 220 ISO (sensibilità che può venir scelta in automatismo di questo parametro abbinata a manualità o priorità d'esposizione) un rumore di intensità non correlata ai valori limitrofi di amplificazione del segnale. Naturalmente, essa è stata riscontrata sul file raw impostato su di un picture style conservativo e con i valori dei parametri mantenuti al default.

inviato il 14 Settembre 2015


nikon_14d_f2-8Nikon AF 14mm f/2.8 D ED

Pro: nitidezza al centro, anche a tutta apertura

Contro: ghosting

Opinione: Nikon ha fatto una scelta. Ed è stata questa, la scelta: nel caso del 14 millimetri, non rispondere alla contromossa di Canon. Nel senso che: non c'è stata una seconda versione per questo grandangolare, come invece ha fatto Canon per il suo. Risultato? Il 14 mm f2,8 Canon è particolarmente appetibile, il pari focale e diaframma Nikon, meno. Questo è successo perchè nel frattempo Nikon ha preferito sfornare il 14 24 2,8. Che è un obiettivo riuscitissimo, quanto a nitidezza. Ma attenzione: alla focale minima distorce troppo. Il che comporta: alla focale minima, dopo le correzioni, non è più un 14mm, e non è più così nitido. Il 14mm f,28 fisso - l'obiettivo qui recensito - distorce meno del citato zoom, ma non meno quanto il concorrente Canon. Ed inoltre, soffre di un ghosting in controluce che non è stato sufficientemente, ritengo, evidenziato. Per questo motivo l'ho venduto, il 14 mm f2,8 Nikon. Da nikonista quale ora sono, tra questo Nikon e il 14 24, sceglierei ...lo Zeiss 15 mm f3,5.

inviato il 07 Dicembre 2014


canon_100_macroCanon EF 100mm f/2.8 Macro USM

Pro: nitidezza

Contro: assenza stabilizzazione

Opinione: Non si estende focheggiando, e questo è già molto. Perchè è difficile reperire un obiettivo macro che non sia nitido, tra i vari modelli dei costruttori. Ma godere del vantaggio di non allungarsi, non è da tutti. Poi, è un macro moderno. Nel senso che se la cava egregiamente anche all'infinito. Lo usavo per ritratti, talvolta per paesaggi, oltre l'ovvio impiego a distanza ravvicinata. Particolarmente corretto quanto a distorsione e caduta di luce ai bordi, è un piacere aprire un programma di fotoritocco, selezionare la correzione dedicata, e riscontrare che all'anteprima dell'immagine non succede granchè. Non ha la stabilizzazione, come il modello che l'ha seguito. Ma il prezzo, aiuta a consolarsi.

inviato il 07 Dicembre 2014


canon_200_f2-8Canon EF 200mm f/2.8 L II USM

Pro: qualità ottica, costruzione

Contro: versatilità

Opinione: E' una specie in via d'estinzione. Immeritatamente, in parte. Mi riferisco ai teleobiettivi fissi non esasperati. Tipicamente, un 200 mm. Certo, non potendo zoomare alcune occasioni si perdono, irrimediabilmente. Ma i vantaggi sono: relativa leggerezza e qualità. E' il caso di questo obiettivo. Leggero, vista la focale e l'apertura relativa. E la qualità c'è tutta. Buona nitidezza anche a tutta apertura, e stellare dall' f4,5 in su. Costruzione curata e convincente resa dei colori completano il quadro. Per chi non intende scendere ad alcuno compomesso con la qualità pur non disponendo di un budget illimitato.

inviato il 07 Dicembre 2014


canon_28-135Canon EF 28-135mm f/3.5-5.6 IS USM

Pro: versatilità, solidità

Contro: estremi di focale meno performanti, stabilizzatore di prima generazione

Opinione: E' la storia di molti. Un range di focali ottimale e ben utilizzabile, contornato da estremi forzatamente appiccicati. Il 28 135 da 50 a 70 mm rende come un'ottima focale fissa. In quest'ambito, tanto di cappello. Estendendo sino a 100 mm, la resa si mantiene ancora ad ottimo livello. Verso i 135 mm, l'MTF subisce una pronunciata flessione. Sul versante opposto, la resa è buona a 35 mm, ma la distorsione a 28 mm è superiore alla media. La resa dei colori è soddisfacente, così come il contrasto tonale. Costruzione solida e stabilizzatore (anche se di prima generazione, meno efficace di quanto verrà realizzato in seguito) completano il quadro di un obiettivo che oggi si presenta sul mercato dell'usato con quotazioni assai interessanti.

inviato il 05 Dicembre 2014


canon_50_f1-8_v2Canon EF 50mm f/1.8 II

Pro: qualità ottica, prezzo

Contro: costruzione, boken

Opinione: Essere o avere? L'aspetto non è dei più invitanti: in plastica persino l'attacco a baionetta, nessuna finestrella o scala delle distanze, ghiera di messa a fuoco quasi inesistente. Eppure i numeri non mentono: ai diaframmi di maggior resa realizza picchi MTF da fare invidia ai campioni della specialità. E senza nessun complesso di inferiorità - dai 2,8 in poi - neppure con il fratello maggiore f1,4. Scotto da pagare a tanta esuberanza è un boken un po' troppo nervoso e strutturato. Ma si pensi solo a questo: fino a pochi anni fa l'obiettivo in kit con le reflex entry level a pellicola era questo, e a tal proposito evidenzio un particolare che trovo illuminante: i manuali Canon riportano ancora la foto di una scacchiera con un'unica pedina a fuoco, ad illustrare la possibilità di ridurre la profondità di campo in priorità di diaframma. Ebbene: con gli zoom oggi in kit questa operazione è semplicemente impossibile. Basterebbe questo ad indurre a dotarsene, anche visto il prezzo irrisorio rispetto alla grande qualità ottica.

inviato il 04 Dicembre 2014


nikon_80-200_f2-8dNikon AF 80-200 f/2.8 ED D

Pro: qualità ottica

Contro: compatibilità autofocus

Opinione: Pastosità, incisione. O del compromesso tra le due istanze. Questo è l'80 200 Bighiera. Leggermente meno inciso dell'attuale 70 200, ma caratterizzato da una gradevole cremosità di resa. Alcuni professionisti ancora lo prediligono, per questo. Quanto alla reattività nella focheggiatura assistita, posso dire - avendo avuto in precedenza un esemplare del modello a pompa - che è a partire dal Bighiera che sotto questo aspetto il comportamento può comiunciare a definirsi soddisfacente (anche se una risposta ottimale verrà solo dalle versioni che lo seguiranno). Un articolo molto appetibile nel mercato dell'usato, per le quotazioni che attualmente si registrano. Con l'unica conosciuta avvertenza: abbinato alle reflex digitali Nikon prettamente amatoriali, non può funzionare in modalità AF.

inviato il 03 Dicembre 2014


nikon_24-85vrNikon AF-S 24-85mm f/3.5-4.5 G ED VR

Pro: omogeneità di resa, prezzo

Contro: distorsione alla minima focale, apertura massima

Opinione: Obiettivo sottovalutato? Ritengo di sì, come m'accingo spiegare. Collocato nella categoria seminfamante degli "zoomini in kit", Nikon lo propone in abbinamento ad alcune reflex digitali a pieno formato, sorte che condivide con il più costoso 24 120 ad apertura costante f4. Rispetto a quest'ultimo, non ho esitazioni: fatta salva la maggior qualità costruttiva e la maggior apertura massima in configurazione tele, il 24 85 presenta il raro vantaggio - che non può vantare nemmeno il blasonato 24 70 f2,8 - di non accusare cali di resa alla massima focale, laddove il 24 120 cede miseramente, risultando poco usabile avvicinandosi ai 100mm. Se poi optiamo per la versione non stabilizzata, il rapporto qualità prezzo si fa ancora più interessante. Rinunciando costituzionalmente alla plasticità di un obiettivo dalla generosa apertura focale, il paesaggista si gioverà di piacevoli sorprese intorno ad f8. Difetti? La distorsione a 24 mm: Photozone ha misurato un valore di 3,78%. Purtuttavia, i concorrenti non sono molto meglio, sotto questo profilo.

inviato il 03 Dicembre 2014


sigma_12-24_v2Sigma 12-24mm f/4.5-5.6 II DG HSM

Pro: resa dai 14 mm in poi

Contro: variabilità di messa a punto tra esemplari

Opinione: Perchè acquistare un Sigma 12 24mm? Per avere un ottimo 14 mm. Non scherzo del tutto: se le prestazioni alla focale minore sono affette da una considerevole caduta di nitidezza ai bordi e da una pronuciata distorsione, già a 14 mm le cose migliorano notevolmente, e non dimentichiamo che, per esempio, il celeberrimo Nikon 14 24 mm è sì nitido ai bordi anche alla minima focale, ma presenta una distorsione imbarazzante, ben superiore a quella del fisso della stessa Casa. Inoltre, già a 12mm il Sigma è molto nitido al centro, prestandosi dunque a determinati effetti. Il picco di resa sta tra i 17 e i 21 mm, dove le prestazioni si situano in un alveo di eccellenza. Dunque, siamo di fronte ad un obiettivo dal rapporto qualità/prezzo molto interessante. A essere fortunati, però. Ciò in quanto anche nella seconda versione qualche difetto di allineamento era riscontrabile in alcuni esemplari. Nel mio caso ho registrato, anche se a livelli non drammatici, un disallineamento che portava ad un visibile calo di definizione nella parte sinistra del fotogramma.

inviato il 30 Novembre 2014


canon_17-40Canon EF 17-40mm f/4.0 L USM

Pro: contrasto tonale, tropicalizzazione

Contro: distorsione, calo nitidezza alla focale massima

Opinione: Quando possedevo un corredo Canon questa lente era la mia preferita sotto un preciso aspetto, che menzionerò alla fine di questa rapida recensione. Limiti? Quello costituzionale: una apertura massima che non va al di là di f 4 non costituisce tanto un problema per i tempi di otturazione, visti i progressi odierni di contenimento del rumore elettronico alla progressiva amplificazione del segnale, quanto perchè va a detrimento della plasticità dell'immagine, anche considerando che la buona distanza minima di messa a fuoco permetterebbe di giocare sui piani prospettici anche alla focale grandangolare. Focale grandangolare che soffre di una distorsione evidente, ma non maggiore di altre realizzazioni non fisse .La nitidezza è ottima ma soffre di un evidente calo alla focale massima. La tropicalizzazione è un aspetto che si fa via via più importante, tenendo conto che la tropicalizzazione dei corpi si va diffondendo anche in fotocamere di non alto livello, caratteristica che viene parzialmente vanificata dall'abbinamento con ottiche non protette. Il preciso aspetto di cui dicevo all'inizio? Eccolo: il contrasto tonale. Questo obiettivo ha un contrasto tonale ben definito, quale raramente ho riscontrato in altri obiettivi, al punto che in taluni casi non ho ritenuto di apportare la ben che minima regolazione delle curve in postproduzione.

inviato il 30 Novembre 2014


nikon_d5300Nikon D5300

Pro: sensore, autofocus, monitor articolabile

Contro: autofocus non con tutti gli AF, dislocazione pulsanti, limite "costituzionale" del formato APS - C

Opinione: Questa fotocamera è l'ammiraglia delle amatoriali pure della Casa, e con queste condivide il notevole limite di non poter comandare l'autofocus in obiettivi sprovvisti di motore interno, il che esclude purtroppo un buon numero di lenti anche recenti, in contraddizione con il fatto che chi compra queste macchine vorrebbe risparmiare, attingendo al mercato dell'usato per gli obiettivi. Detto questo, presenta purtuttavia una pletora di caratteristiche molto interessanti nel suo segmento di mercato. I raw possono essere a 14 bit (possibilità negata alla D3300), ma non se ne può scegliere la compressione (come invece nella D7100). I punti di messa a fuoco sono 39, un record in questa fascia di prezzo. Il monitor articolabile rappresenta un benefit di grande utilità in svariate situazioni. Quanto al sensore, la sua resa è addirittura migliore di quello della D7100, poichè è interfacciato a un processore di generazione successiva, i cui algoritmi consentono di "limare" qualcosa sul rumore elettronico. Nota dolente, che tradisce la sua origine economica, è la posizione alquanto defilata del pulsante dell'autoscatto, posizionato in basso accanto all'innesto dell'ottica. Per finire, la risoluzione: occorre sempre ricordare che l'elevata densità in pixels e l'assenza del filtro antialiasing nulla può rispetto all'oggettivo concetto di risoluzione spaziale: gli stessi obiettivi che possiamo impiegare nel pieno formato lavorano su frequenze più elevate, determinando un inevitabile decadimento della resa MTF.

inviato il 30 Novembre 2014


samsung_nx1000Samsung NX1000

Pro: completezza funzioni, rapporto qualità / prezzo

Contro: processore lento

Opinione: L'ho acquistata con l'obiettivo 20 50 mm. Consiglio questo abbinamento per due ragioni: è collassabile, così sposando l'esigenza di compattezza connaturata in una mirrorless, ed ha un'ottima resa, considerando la categoria d'appartenenza. Pagato dazio all'escursione focale limitata in grandangolo, si ottiene una lente nitida ed equilibrata. la fotocamera è ricca di funzioni, e particolarmente apprezzo la presenza di una livella a bolla su due assi, che può essere mantenuta a monitor con un non invasivo pittogramma in basso. Un fastidioso inconveniente è rappresentato dalla lentezza di acquisizione dei files, operazione durante la quale - a differenza di altre macchine - non è possibile attivare la funzione play.

inviato il 30 Novembre 2014




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