Recensioni pubblicate da Roberto92 | JuzaPhoto
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Roberto92
www.juzaphoto.com/p/Roberto92



Recensioni di fotocamere, obiettivi, treppiedi, teste e altri accessori pubblicate da Roberto92


nikon_z6iiNikon Z6 II

Pro: Costruzione, ergonomia, resa finale, doppio slot, EVF e LCD, reattività

Contro: AF ancora da migliorare

Opinione: Ho usato la Z6 per un anno e da un mese ho fatto il passaggio alla Z 6II. Non ripeterò le stesse cose che ho detto nella recensione della Z6, in quanto i vantaggi "generali" sono gli stessi. Parlerò solo delle migliorie. Una rivoluzione? No. È un upgrade interessante che "corregge" le mancanze più evidenti della prima generazione (in primis il doppio slot e il grip opzionale "serio" e non un banale battery pack, ah sì e il banding in condizioni "limite") e ne migliora alcuni aspetti (maggior reattività, modalità eye-focus in wide-area e video ecc., alcune ulteriori "comodità" nel menu). Con le lenti non pensate per la velocità (14-30Z, 35Z, 85Z) non noto grandi differenze nell'AF, ma sul 70-200 FL la differenza si nota eccome: tracking nettamente migliorato e lag ridotto. Certo, in base al soggetto bisogna sempre agire sui parametri (a volte conviene la AF-C auto, altre volte le modalità ad area). Inoltre, con il nuovo buffer siamo su un altro pianeta e non guasta neanche la raffica leggermente migliorata. Se la Z6 "se la cava" con qualche situazione di fotografia sportiva, direi che la Z6 II ne esce (quasi) a testa alta (a patto di studiarsi bene la situazione e le impostazioni), pur non eccellendo: il lag e il black screen non mi convincono ancora del tutto. Indubbiamente, i due Expeed 6 aprono la strada a ulteriori possibilità di miglioramento, non dimentichiamoci il salto non indifferente che fece la Z6 con il firmware 3.0. Alla fine è solo questione di algoritmi e direi che la potenza di calcolo a prova di futuro non manca. A livello di compatibilità con i prodotti di terze parti, ho problemi con i flash della Godox, i miei TT685 e V860II sottoespongono di circa 2/3 STOP e il 350N solo grazie a un firmware recentissimo è tornato operativo (seppur con la stessa sottoesposizione), quindi bisognerà aspettare per i firmware ad hoc per la Z 6II. Con l'SB-700 ovviamente nessun problema. Con le lenti di terze parti, non penso ci siano problemi ulteriori rispetto a quelli già noti con la Z6 (soprattutto con certi Tamron/Tokina), personalmente la sto usando con l'ottimo Sigma 105 macro OS e funziona perfettamente, focus stacking compreso. In ogni caso, onde evitare brutte sorprese, verificate se avete lenti/accessori potenzialmente incompatibili. A livello di qualità di immagine e tenuta ISO non noto differenze rispetto alla Z6, anche se c'è chi dice che il doppio processore offre un certo vantaggio. Dei video non vi so dire nulla, non ne faccio, ma sicuramente l'eye focus in tale modalità è una novità gradita per i videomaker. Viene con l'EN-EL15C che presenta una maggiore capacità rispetto alla B, e lo si nota (io avevo già comprato una C per la Z6). La ricarica in camera, anche durante il funzionamento, è sicuramente una funzione interessante, ma io non la uso perché è uno "stress" a cui non voglio sottoporre l'elettronica della fotocamera (sarò un po' paranoico). In conclusione, penso che la Z 6II rappresenti un buon upgrade rispetto alla prima generazione. I principali "problemi" sono stati risolti e il gap su certi aspetti (AF in primis) rispetto alla concorrenza si è ridotto, ma bisognerà ancora aspettare per la piena maturità delle mirrorless Z. A chi consiglio la Z 6II? Indubbiamente ai nikonisti che vogliono fare il salto alle mirrorless, per me è la ML Nikon attualmente più versatile. Chi ha già un Z6 si deve chiedere onestamente se si sente "limitato" dalle mancanze rispetto alla II, se la risposta è negativa, a mio modesto parere non serve l'upgrade. In ogni caso, la II è una macchina che non delude, soprattutto se abbinata all'ottimo parco ottiche Z (ancora carente, ma promettente). Voto 10-.

inviato il 06 Luglio 2021


tamron_17-35osdTamron 17-35mm f/2.8-4 Di OSD

Pro: Nitidezza, resa, bokeh, luminosità, prezzo, peso, aggiornabile, filtri 77mm

Contro: AF, mancanza scala distanze

Opinione: Ottimo obiettivo che rispecchia a pieno gli ottimi standard raggiunti dalle nuove linee della Tamron. Bella l'estetica "business style" (tranne per la vernice opaca troppo soggetta ai graffi), molto buona la qualità costruttiva in rapporto al peso ridotto: non mi trasmette affatto un senso di fragilità, i movimenti dell'elicoide sono fluidi e precisi e l'ottica è ben bilanciata. Monta i diffusissimi filtri da 77 mm. Unico neo è l'AF di vecchia concezione, non è presente il "full-time manual focus" (o MF override), come ormai possibile su quasi tutti gli obiettivi moderni, per cui tra MF/AF c'è proprio un innesco fisico ghiera-motore, pertanto NON si deve focheggiare manualmente se in modalità AF. La velocità di messa a fuoco è buona ma non eccelsa, tipica dei motori non a ultrasuoni. Otticamente, invece, è un gioiello: nitidissimo già a TA (è un F2.8 fino a 20mm compresi e un F4 oltre), soprattutto al centro del fotogramma, ma i bordi sono comunque ottimi; la resa cromatica è fedele e il contrasto molto buono; ottima la resistenza al flare; buono il controllo della distorsione e soprattutto la possibilità di correzione in post-produzione (pur distorcendo, soprattutto nel range 17-20, non ha distorsioni "selvagge"); la minima distanza di messa a fuoco di soli 28 cm ne consente un uso creativo (con un bokeh molto piacevole), mantiene un'ottima qualità all'estremo superiore della focale (l'ho confrontato a 35mm F4 con il mio 35 Z e regge bene il confronto). Coma molto ben controllata, il che, unito al 2.8 dei primi 3mm, lo rendo anche un ottimo candidato per l'astrofotografia. Inoltre, è compatibile con la tap-in console e può essere aggiornato e regolato. Lo uso con l'ultimo firmware suo (2) sulla mia Z6, e funziona perfettamente, con il vantaggio dell'IBIS. I Nikonisti devono solo stare attenti alle incompatibilità con i corpi più datati: ha il diaframma elettromagnetico per cui valgono le stesse limitazioni degli obbiettivi Nikkor "E". Conoscendo sia l'AF-S 18-35 Nikon che il 17-40 Canon, sono certo di poter affermare che questo sia superiore a entrambi. Infine, eccellente il prezzo, soprattutto se import. Voto 10-.

inviato il 15 Maggio 2021


nikon_70-200_f4vrNikon AF-S 70-200mm f/4 G ED VR

Pro: qualità costruttiva, resa, AF, VR, tropicalizzazione, peso

Contro: collare, forse un po' anacronistico nel design, leggera tendenza al BF a 200mm alla MDF

Opinione: Premetto di essere un amante dei 70-200, avendo in passato usato tutta la gamma Canon. Da Nikonista convertito ho avuto modo di usare: il 2.8 Z, FL e VR 2, il 2.8 G2 della Tamron e il 70-210 F4 della Tamron. Ho sostituito da poco quest'ultimo con il 70-200 F4 VR, oggetto di questa recensione. Pur considerando il nuovo Tamron un ottimo obiettivo, ho trovato il Nikon nettamente superiore, nonostante sia più vecchio di 6 anni (2012 vs 2018). La qualità costruttiva e meccanica è eccelsa: seppur non in metallo, il barilotto in policarbonato trasmette una sensazione "premium" e non è soggetto a facili graffi/segni; le ghiere sono fluide e precise e la distribuzione dei pesi e ottimamente bilanciata. La tropicalizzazione è fatta a regola d'arte, a differenza del 2.8 VR II che è un aspirapolvere: il mio è pulitissimo nonostante i 3 anni di vita. L'AF è uno dei suoi punti di forza (di gran lunga superiore a quello del Tamron F4): fulmineo e molto preciso (salvo una leggera tendenza al BF alla minima distanza di MAF e a 200mm, cosa ribadita su numerosi siti e presente anche sulle mirrorless, per quanto "strano"). Il limitatore di escursione AF aiuta ulteriormente a migliorare la velocità quando non serve scattare a meno di 3m dal soggetto. La qualità di immagine è già ottima a F4, con un leggerissimo calo sulle focali più lunghe a distanze ravvicinate, ma da F5.6 è nitidissimo. Eccellente la resa dei colori e il microcontrasto. Il bokeh, per un 70-200, è molto buono: ha una certa "cremosità", meglio del Tamron che è un po' troppo nerovoso. La differenza rispetto ai 2.8 non è abissale, anzi. Si può quindi usare anche per qualche ritratto, pur non essendo paragonabile a un medio-tele fisso luminoso. Il rapporto di ingrandimento, pur non essendo quello del Tamron F4 (0,32 vs 0,27), è comunque molto elevato, avendo delle buone capacità macro. Lo stabilizzatore è eccelso, nettamente superiore al Tamron, siamo quasi ai livelli del 200-500, si scatta anche a 1/30imo a 200mm. Lo ritengo superiore a tutti i 70-200 per Nikon, F2.8 o F4, tranne l'FL e la versione Z (più nitidi e pro, ma dal bokeh più nervoso nel caso della versione Z, seppur più accentuato per via dello stop in +). Un 70-200 davvero eccezionale, a cui do un 10 e lode. Uniche "critiche": il collare non è incluso e l'originale costa una follia, ma si trovano degli ottimi compatibili in giro; il design è un po' anacronistico (ma forse sono abituato io ai nuovi "Z" e all'odierno design più "business style"). PS. Lo uso con grande soddisfazione sulla Z6 + FTZ, in attesa dell'F4 Z.

inviato il 09 Maggio 2021


nikon_z35_f1-8sNikon Z 35mm f/1.8 S

Pro: Nitidezza, velocità MAF, MFD, bokeh, tridimensionalità e microcontrasto, versatilità

Contro: prezzo

Opinione: Ho fatto il passaggio dal 50 S al 35 S, in quanto volevo ritornare alla mia focale "tuttofare" fissa preferita. Ero un po' titubante visto che il cinquantino è ormai universalmente ritenuto uno dei migliori S-line, mentre del 35 si sente anche qualche critica. Mi sono però dovuto ricredere, certamente i 35mm sono una focale otticamente più "problematica" e lo si nota: a TA è leggermente meno nitido del 50 S, non manca qualche (lieve) aberrazione longitudinale e (disattivando le correzioni in-camera) distorce un po', ma ciò non toglie che sia una lente eccezionale. L'AF è (quasi) fulmineo e silenzioso e il disegno ottico a gruppi flottanti consente un'eccellente qualità d'immagine anche negli scatti ravvicinati, infatti mi ha lasciato a bocca aperta il rapporto di ingrandimento che raggiunge alla MFD di soli 0,25 m (poi se volete renderlo un macro, basta il tubo Meike da 11mm). Nota: i due motori AF si sentono "diversamente" se siete abituati al 50 S a motore singolo, almeno nei primi tempi avrete la sensazione che ci sia qualcosa di "strano", ma è tutto normale. Le immagini che sforna sono splendide, ha un bokeh piacevolissimo e abbastanza morbido anche con sfondi difficili (rami, foglie) - mi piace più di quello del 50 S, una resa dei colori ottima e, cosa che meno mi aspettavo, ha un microcontrasto e una conseguente tridimensionalità che mi ricorda il mio amato Zeiss Distagon 35 (meglio del 50 S che, a mio avviso, ha dei passaggi tonali più piatti). La nitidezza centrale a TA è eccellente e quella periferica è comunque ottima, lasciate perdere i confronti pixel per pixel al 200% di zoom, vi garantisco che si può usare a F/1.8 con risultati superbi. È uguale al 50 S come dimensioni e simile come peso, per cui abbastanza grande per un 1.8, ma la filosofia della linea Z è completamente diversa (e lo si vede anche dai prezzi, purtroppo): l'1.8 non è più l'alternativa economica, ma un prodotto di fascia professionale, dal disegno ottico complesso e dalla resa ottica eccellente. La qualità costruttiva è quella tipica S-line: design minimal, quasi "business" (a me piace molto), ben protetto da polvere e umidità. La MAF manuale non mi convince molto: è comandata elettronicamente come su tutti i nuovi Nikkor Z (tranne il costoso Noct, tra l'altro manuale) e non ha, a mio avviso, la precisione e il feeling della ghiera "meccanica". In posizione di MAF automatica, alla ghiera si possono assegnare altre funzioni (diaframma, compensazione esposizione, ISO), ma secondo me la risposta è troppo sensibile. In conclusione, un Nikkor Z eccellente che offre agli amanti dei fissi luminosi la soluzione "tuttofare" definitiva. Voto 10.

inviato il 16 Marzo 2021


tamron_70-210_f4vcTamron 70-210mm f/4 Di VC USD

Pro: prezzo, nitidezza, escursione, MFD, versatilità, bokeh, VC

Contro: configurazioni VC, mancanza collare, prestazioni a 210 mm e minima MFD, mancanza limitatore AF

Opinione: Ce l'ho da due settimane e l'ho testato pressoché quotidianamente sulla Z6 + FTZ. Prima del passaggio a ML, ho avuto il fratello 2.8 G2, di cui sono stato molto contento. Ora, ho deciso di avere un 70-200 (pardon, 210) leggero, sacrificando uno stop di luminosità. La costruzione, seppur plasticosa, è molto buona. A differenza del fratello maggiore, il barilotto non è metallico, ma di policarbonato nero opaco (bello esteticamente, ma facilmente soggetto a graffi e segni), la ghiera dello zoom si trova sempre in posizione “esterna”, per cui più scomoda rispetto alla versione Nikon/Canon. Le due ghiere (MAF e ZOOM) sono precise e fluide. La “tropicalizzazione” è più light rispetto al fratello maggiore, in base alle specifiche Tamron, ma sono presenti guarnizioni in tutti i punti critici. Il collare non è incluso e quello originale costa una follia. L'AF non è affatto male, soprattutto quando la luce e/o il soggetto lo “aiutano”, ma la mancanza del limitatore si sente, a maggior ragione in condizioni più difficili in cui è “costretto” a farsi il giro completo. Provato sulla D500 di un amico è comunque migliorato non di poco, ovviamente conta molto anche l'AF della fotocamera. I 10 mm in più si notano, ma si sente ancor di più l'ottima minima distanza di MAF (MFD), raggiungendo un rapporto di ingrandimento di gran lunga superiore al G2, notevole direi. Il problema sta nel fatto che a 210mm e alla minima distanza di MAF è un po' morbido, ma chiudendo a F8 la situazione migliora assai. Fuori da questi usi “estremi”, è molto nitido già a TA, e ha un bokeh piacevole soprattutto a brevi distanze, per cui è adatto anche ai ritratti in mancanza di un fisso luminoso. Altrimenti, il bokeh è comunque gradevole, seppur un po' nervoso con certi sfondi, ma in linea con gli altri 70-200 che ho avuto (2.8 compresi). La resa generale è ottima, salvo per la resistenza al flare che non è il massimo (come su quasi tutti gli zoom tele). Il VC è buono, ma è poco personalizzabile: non ha una funzione panning e la priorità mirino/scatto si deve assegnare via tap-in console. Assegnando la priorità al mirino, si nota un miglioramento notevole appunto nel “mirino”, ma secondo Tamron è meno efficiente per lo scatto effettivo. Personalmente, non ho notato questo calo di “efficienza”, ma ho deciso comunque di lasciarlo su “standard”. Per soggetti in rapido movimento, almeno nei miei modesti “test”, è meglio disattivarlo. Si tratta chiaramente di uno stabilizzatore non ottimizzato per una “modalità sport”, e lo si nota anche dalla effettiva mancanza di un modo panning. Tutto sommato, considerato il prezzo e le caratteristiche, lo considero una validissima alternativa ai 70-200 F4 delle case madri, un'altra lente che fa onore alla nuova linea Tamron. Voto 9+. (aggiornerò la recensione, se necessario).

inviato il 11 Marzo 2021


samyang_mf14_f2-8zSamyang MF 14mm f/2.8 RF/Z

Pro: Nitidezza, costruzione, prezzo

Contro: Peso, mancanza elettronica, distorsione

Opinione: Ho sempre usato con soddisfazione il vecchio Samyang 14 2.8, però purtroppo su FTZ dava problemi (esposimetro e diaframmi in tilt). C'era la soluzione di coprire il primo pin o di prendere un adattatore F-Z privo di elettronica, ma ho preferito la nuova versione nativa Z-mount per questioni di comodità. Trattasi otticamente del famoso Samyang 14 UMS Apsherical, ma in un corpo metallico decisamente più "premium" (e anche più pesante) e - come da descrizione sul sito ufficiale - tropicalizzato. Ghiera MAF fluida, la gomma ha un buon feeling ma stranamente sembra leggermente più larga (di poco) di quanto dovrebbe essere, la ghiera dei diaframmi ha lo scatto "deciso" come sugli Zeiss. La scala metrica sul barilotto mi sembra precisa, a differenza del modello per reflex che spesso, oltre all'incongruenza della scala, necessità anche della calibrazione del barilotto. Non consente filtri circolari frontali (ma ci sono in giro i famosi filtri a lastra), posteriormente presenta invece l'attacco per gli appositi filtri, ma non so se sono di una misura standard o se fanno ritagliati o presi ad hoc. Ottima la nitidezza centrale già a TA, buona quella ai bordi chiudendo un po'. La distorsione è decisamente marcata e alquanto "strana", per cui va utilizzato con le accortezze prospettiche necessarie a ridurne il più possibile gli effetti. Gli algoritmi di correzione integrati nei software famosi funzionano comunque molto bene. La resistenza al flare è molto buona (salvo che per luci dirette e molto intense che producono un fastidioso effetto circolare), decisamente meglio del Tokina 16-28 o del disastroso Sigma 12-24 (quello vecchio EX DG, non l'Art!). La resa cromatica è fedele e ha la saturazione che piace a me, forse gradirei un po' di microcontrasto in più. È completamente manuale, non viene comunicato alcun dato EXIF (la fotocamera riporterà solo l'apertura massima impostata per gli obiettivi senza CPU) e si lavora in stop-down, l'esposimetro della Z6 funziona comunque bene anche se il "ricalcolo" non è immediato (la macchina non è aiutata da alcuna informazione elettronica, per cui ci sta). Lente che consiglio per paesaggi, astrofotografia, foto di interni (posizionandosi in modo da limitare al massimo la distorsione), foto creative. Sconsigliata per architettura e tutti gli ambiti in cui una distorsione marcata è un limite serio. Non è sicuramente lo splendido 15 mm Zeiss, ma visto il prezzo, le prestazioni e il fatto che è un 14mm full-frame, direi che si merita un 8.5.

inviato il 09 Dicembre 2020


nikon_sb500afNikon SB-500

Pro: Piccolo, leggero, LED, CLS

Contro: mancanza controlli manuali, prezzo un po' alto per un GN24

Opinione: Ho preso l'SB-500 per la Z6 e trovo l'abbinata davvero ottima. Sono già in possesso di un Nikon SB-910, un Godox TT685N e un Metz 52 AF-1; flash potenti e di fascia "pro", ma sbilanciati sui corpi Z. Ho escluso l'SB-300 per vari motivi (pile AAA al posto di AA, GN18 al posto di 24, niente CLS ecc.) e ho deciso di prendere l'SB-500 in quanto lo ritengo un giusto compromesso tra dimensioni e funzioni. Trattasi di un flash a parabola fissa (24mm) e un GN24 misurato ovviamente a tale copertura (l'SB-700 è GN23 a 24mm..), a mio avviso sufficientemente potente per buona parte delle situazioni "ordinarie" in cui serve un flash. Inoltre, al posto della luce tradizionale AF-assist (che sulle mirrorless non funziona), vi sono 3 led della stessa temperatura della luce del flash, impostabili su 3 livelli di potenza (max 100 lx, nulla di straordinario, ma sicuramente utili in alcune situazioni). Usato con due pile AA Eneloop Pro, i tempi di ricarica sono velocissimi (per lampi a piena potenza - circa 3 sec) e l'autonomia notevole. Inoltre, è pienamente compatibile con il sistema CLS in modalità TTL o manuale a trasmissione ottica, per cui può fungere sia da commander wireless, sia da slave (assegnabile al gruppo A o B del terzo canale). L'ho provato in combinazione con gli altri due flash in mio possesso e funziona perfettamente. L'unica nota negativa è la mancanza dei comandi manuali sul corpo del flash, per cui a parte l'impostazione come FLASH / LED / WIRELESS SLAVE, tutto il resto va impostato dalla fotocamera (modo TTL o manuale, modo commander, compensazione ecc.). Trovo che l'SB-500 sia il flash perfetto per le mirrorless e che riesca a coprire una buona parte degli scenari d'utilizzo di un lampeggiatore. È sicuramente il miglior compromesso tra pesi, ingombri e prestazioni e l'ideale sarebbe affiancarlo a un modello più potente (magari di terze parti: Godox, Nissin, Metz ...). L'SB-700 è l'unica alternativa di casa Nikon per chi cerca un prodotto più evoluto, ma comunque meno ingombrante dei modelli grossi. La decisione spetta a voi, io mi dichiaro pienamente soddisfatto dell'SB-500 e penso che, considerandone i pregi e i difetti, si meriti un 9.5.

inviato il 27 Novembre 2020


nikon_z50_f1-8sNikon Z 50mm f/1.8 S

Pro: Nitidezza, tropicalizzazione, ergonomia, AF, feeling

Contro: nulla di rilevante

Opinione: L'ho preso perché volevo un'ottica luminosa Z da affiancare all'ottimo 24-70 F4 S. Come già scritto nella recensione del 24-70, sono molto contento della qualità costruttiva di questi Nikkor Z: design minimal, feeling "premium" (questo 50ino trasmette un senso di solidità decisamente superiore allo zoom summenzionato), tropicalizzazione eccellente. Oltre a ciò, la qualità ottica è notevole: nitidezza mostruosa già a TA e sull'intero fotogramma, assenza di aberrazioni, resa cromatica, resistenza al flare. C'è anche il rovescio della medaglia: un disegno ottico talmente complesso si ripercuote sul bokeh, sui passaggi tonali e sul microcontrasto. Rispetto alle ottiche Zeiss che continuo ad adorare (soprattutto quelle della linea Classic/Milvus, basate sui vecchi disegni Planar, Distagon ecc.), è decisamente più risoluto e privo di aberrazioni, MA ha un bokeh più nervoso e una tridimensionalità nella resa inferiore. Ciò nonostante, trovo il bokeh comunque piacevole e superiore al 50 art (che trovo troppo duro), e in ogni caso i risultati finali sono fantastici. È un'ottica Z nativa e lo si nota ... l'IBIS funziona a pieno regime (fino a 5 stop), l'AF è fulmineo, l'integrazione con il corpo macchina è assoluta. Non mi piace la MAF manuale comandata elettronicamente, ma tranne il costosissimo Noct (tra l'altro privo di AF), tutte le ottiche Z sono così. Alla ghiera (in metallo, a differenza del 24-70 che è gomma) ho assegnato la compensazione dell'esposizione, ma a mio avviso la risposta è troppo sensibile. Secondo me, è la lente ideale da abbinare al 24-70 F4 (ed eventualmente al 14-30), perché trattasi si un fisso luminoso estremamente versatile. Io, in futuro, punto al trio Z 20 - 35 - 85, ma per ora mi dichiaro pienamente soddisfatto dalle due lenti Z in mio possesso. In conclusione, darei un 9.5 a questo 50 1.8 S, sicuramente non vi deluderà.

inviato il 26 Novembre 2020


nikon_z24-70_f4sNikon Z 24-70mm f/4 S

Pro: compatto, nitidissimo, resa generale, tropicalizzato, AF, distanza minima MAF

Contro: prezzo retail, escursione, vignettatura a 24mm

Opinione: Un tuttofare che rende onore alla serie Z. Leggero e dal design "sobrio" e minimal (a me piace molto). Nonostante la costruzione abbastanza "plasticosa", il feeling generale è di un prodotto "premium" (secondo gli standard odierni). La tropicalizzazione è ottima come su tutte le lenti Z: le guarnizioni proteggono molto bene dalla polvere e dall'umidità. Non amo particolarmente il design retrattile che richiede l'estensione per l'uso, ma ciò aiuta a ridurre gli ingombri durante il trasporto. Otticamente è fantastico: nitidissimo già a TA sull'intera escursione e su tutto il fotogramma, ma chiudendo di uno stop si è a livelli veramente eccelsi per uno zoom. Ottimo il contrasto e la resa cromatica, aberrazioni pressoché inesistenti e un'eccellente resistenza al flare. D'altro canto, a 24mm la vignettatura è forte, ma facilmente correggibile. Il bokeh, per un F4, è molto gradevole. Pur non incorporando il VR, sfrutta appieno l'IBIS e i 5 stop di cui parla la Nikon mi sembrano veritieri (si nota eccome la differenza rispetto alle lenti non stabilizzate su FTZ!). La MAF comandata elettronicamente non mi piace, io ho assegnato alla relativa ghiera la funzione di compensazione esposizione (troppo sensibile però). L'AF è invece fulmineo e (ovviamente) preciso. La ridotta minima distanza di messa a fuoco e il rapporto di riproduzione 0,3X, nonché l'eccelsa nitidezza, lo rendono anche un buon "semi" macro. Essendo un F4, avrei preferito un'escursione più spinta (120 o almeno 105mm, tra l'altro quest'ultimo in arrivo secondo la timeline di Nikon) e il prezzo Nital retail è proibitivo (per cui ve lo consiglio in kit o usato). Penso che l'F4 vada bene per la maggior parte degli utilizzi (abbinato magari a qualche fisso luminoso, anche su FTZ). Sconsiglio l'FTZ + AF-S 24-70 2.8 (VR o non VR): oltre agli ingombri insostenibili, la resa ottica è inferiore (almeno quella del non VR, l'ho provato sulla mia Z6). Chi vuole a tutti i costi un tuttofare luminoso per le ML Nikon, vada per il fantastico (e costoso) 24-70 2.8 Z (io però, per quella cifra, mi prenderei questi tre fissi Z: 20, 35, 85). Ritornando al 24-70 F4 S, considerandone i pregi (tanti) e i difetti (pochi), nonché la versatilità, si merita un 9,5: su molte Nikon Z resterà perennemente "incollato".

inviato il 15 Novembre 2020


nikon_z6Nikon Z6

Pro: Costruzione, ergonomia, sensore (ISO, gamma dinamica), EVF e schermo LCD, IBIS, menu, compatibilità lenti (Z, FTZ e tiraggio), peso

Contro: 1 x XQD, grip senza comandi, talvolta WB e luminosità automatica del mirino, non innovativa rispetto alla concorrenza

Opinione: Parto dalla qualità costruttiva, il teardown di lensrentals parla chiaro: robusta, guarnizioni ovunque, una ML progettata come si deve (aggiungerei io: tranne per le gomme esterne, che purtroppo tendono a rovinarsi troppo facilmente). L'ergonomia è molto buona, la profonda impugnatura rende salda la presa, ma per chi ha mani medio-grandi, migliora se usata con una piastra arca-swiss con la “prolunga” dell'impugnatura o con il grip (che purtroppo non replica alcun pulsante, a differenza del grip per le Z6/7 II). Lo slot unico XQD/CFExpress è un a mio avviso un potenziale impedimento per l'uso professionale, per quanto tali schede siano affidabilissime (e anche velocissime … e costosissime). L'interfaccia USB C e la possibilità di ricaricare in-camera le EN-EL15B/C (purtroppo solo sulla serie II è possibile la ricarica mentre in uso), nonché la connettività WI-FI/BLUETOOTH, sono sicuramente un valore aggiunto. L'EVF, verso il quale nutrivo enormi pregiudizi, si è dimostrato invece un grande amico: ora ritengo che i vantaggi rispetto al mirino ottico ne superino di gran lunga gli svantaggi. Il sensore è eccezionale, sforna file meravigliosi, dalla tenuta ad alti iso e gamma dinamica impressionanti. L'otturatore meccanico è molto silenzioso, ma c'è anche la possibilità di usarlo in modalità completamente elettronica, il che può tornare utile in molte occasioni (ricordandosi però del rischio banding con alcune sorgenti di luce). Funziona benissimo con l'FTZ e le ottiche F-mount (Nikkor e quelle recenti di terze parti, purtroppo alcune lenti non Nikon più vecchie danno problemi) aggiungendo non solo la stabilizzazione a tutte quante, ma anche la massima precisione nella MAF, ottiche manuali comprese (io ho assegnato lo zoom al 200% il che torna molto utile quando si lavora a grandi aperture, poi c'è ovviamente anche l'utile ma non perfetto focus peaking).Nota: la conferma di messa a fuoco non funziona con tutte le lenti manuali, ad esempio gli Zeiss ZF.2 implementano i "protocolli" AI-P e non comunicano la distanza, per cui non avrete l'indicatore <O>. La MAF in condizioni di luce scarsa non mi convince molto, ma abilitando l'apposita opzione, la situazione migliora (pur subendo un rallentamento alquanto marcato). L'eye detection funziona bene, ma non ai livelli delle Sony. Avrei gradito un eye detection anche in modalità MF, sarebbe molto utile con le ottiche manuali, in quanto consentirebbe di zoomare direttamente sull'occhio del soggetto e mettere a fuoco (evitando di farsi il giro di tutti i punti di MAF). L'AF-C in modalità auto funziona sorprendentemente bene, testata sia con il 70-200 2.8 G2 Tamron che con il 200-500 (che non brilla per AF ed è un F5.6), mi ha regalato soddisfazioni (chiaro, non siamo ai livelli di una ammiraglia o di una D500.. e poi c'è il lag EVF). Le ottiche Z mi hanno positivamente sorpreso: ho gli ottimi 24-70 F4 S e 50 1.8 S e presto ci aggiungerò il 14-30 e l'85. Ricordiamoci anche che l'era delle lenti “Z Mount” è appena iniziata. Oltre a ciò, il tiraggio di soli 16 mm rende la serie Z ideale per divertirsi con le ottiche vintage (rendendole stabilizzate e avendo modo di mettere a fuoco con la massima precisione). La mancanza di alcuni pulsanti a cui mi ero abituato sulla serie D8XX, è compensata dal menu altamente personalizzabile: tasto “i” e la possibilità di richiamare ben 12 funzioni, tasto “REC” personalizzabile in modalità “foto” ecc. Dicono che sia fantastica anche per il reparto video, ma non è il mio campo e non ho le competenze per esprimermi. La batteria, se usata con “criterio” (prediligendo l'uso in “priorità mirino”), ha una durata a mio avviso molto buona per una ML (la EN-EL15C che ho preso a parte migliora ulteriormente l'autonomia, i ca. 400 mah in più si sentono). Tutto sommato ritengo la Z6 una ML molto riuscita e capace di regalare grandi soddisfazioni. Voto 9+.

inviato il 03 Novembre 2020


nikon_ftzNikon FTZ

Pro: Qualità costruttiva, attacco treppiede, funzionalità, aggiornabilità

Contro: no motore AF, prezzo di listino inaccettabile

Opinione: Adattatore costruito in modo impeccabile, tolleranze costruttive di assoluta precisione (non vi è alcun gioco) e ottimi materiali (vi sono in rete anche teardown che ne dimostrano la robustezza). Molto gradita l'integrazione dell'attacco treppiede che consente una miglior distribuzione dei pesi, evitando così lo stress sulla baionetta della fotocamera e/o l'attacco treppiede della stessa - ciò nonostante, le ottiche pesanti vanno sempre usate con l'apposito collare, onde evitare pressioni eccessive sulla baionetta F dell'FTZ. Trattasi essenzialmente di un adattatore che trasmette e gestisce i segnali elettronici e allunga il tiraggio delle ML serie Z alla lunghezza prevista per le reflex Nikon, in modo da poter usare le lenti F-MOUNT secondo i parametri costruttivi originali. Non vi sono quindi elementi ottici e non vi è perdita di luminosità. È ovviamente presente anche l'attuatore dei diaframmi che agisce sull'apposita levetta meccanica degli obiettivi Nikkor F-Mount e compatibili, ma ovviamente funziona anche con gli obiettivi dotati di diaframma elettronico (E). Non è però presente il motore di messa a fuoco che, nelle reflex serie D7XXX e superiore, comanda l'autofocus sugli obiettivi "AF" (privi di motore interno). Probabilmente l'inserimento dello stesso avrebbe aumentano notevolmente i pesi e la dimensione dell'FTZ, nonché i consumi energetici, ma ciò non toglie che la sua mancanza resti un minus degno di nota. Si ha quindi piena funzionalità con le ottiche AF-S, AF-P e AI-P e sulle altre manca l'autofocus. Su lenti equivalenti AI-P (come gli Zeiss, ZF.2 o Milvus), non funziona il telemetro, ma io ho risolto con una zoomata 200X assegnata a uno dei tasti FN, su lenti invece equivalenti AF e AF-D, è presente anche il telemetro con le indicazioni sulla messa a fuoco (<> e pallino di conferma). Le lenti senza CHIP o con CHIP che danno problemi (per quest'ultima situazione c'è chi copre il pin dell'alimentazione, io però consiglierei un adattatore economico Z-F privo di contatti, onde evitare di far danni), vanno impostate e poi richiamate nell'apposita sezione del menù: sarà comunque disponibile la misurazione esposimetrica e la stabilizzazione. Montando lenti DX, non sarà possibile forzare la modalità FX (a differenza della DSLR Nikon), salvo eventuali escamotage "fisici" o futuri aggiornamenti che sbloccheranno questa funzione. L'FTZ al pari delle ottiche native Z funziona in stop down (diaframma chiuso al valore impostato anche in fase di visione) fino a F5.6, per cui sarà subito valutabile la PDC (salvo valori inferiori a F5.6, per cui si dovrà richiamare la funzione di previsualizzazione). Personalmente ritengo che questo funzionamento in stop down sia benefico per il diaframma, sia esso meccanico o elettromagnetico, in quanto sottoposto a minori "sforzi" rispetto al sistema DSLR. Infine, l'FTZ è dotato di firmware aggiornabile, il che è una nota di pregio. La versione 1.10 ha introdotto la possibilità di aggiornare le ottiche F-MOUNT (Nikkor ovviamente), cosa sicuramente positiva per eventuali correzioni che si renderanno in futuro necessarie per migliorare il funzionamento dei Nikkor F sulle nuove Z. L'unica vera nota negativa (tralasciando la mancanza del motore AF): manca il rilevatore d'apertura e NON regola i diaframmi su ottiche senza CHIP, per cui con tutte le ottiche AI-S e pure quelle recenti senza chip (come le Zeiss ZF ...) si lavora in stop down e i dati exif salvati riporteranno solo il valore di massima apertura (impostato nella sezione "obiettivi senza CPU"). Tutto sommato si merita un 9.

inviato il 04 Ottobre 2020


tamron_70-200_f2-8vc_g2Tamron SP 70-200mm f/2.8 Di VC USD G2

Pro: Colori, bokeh, nitidezza già a TA su tutto il frame, VC stratosferico, autofocus, compatibilità console, prestazioni con gli extender

Contro: Paraluce, verniciatura barilotto, disposizione tasti

Opinione: Ai tempi in cui facevo il fotografo per professione, gli unici 70-200 degni di nota erano quelli delle case madri. Ho lavorato molto con il 2.8 IS II, il famoso biancone della Canon, ma conoscevo bene anche l'omologo Nikon (tra l'altro, ora mi sono fatto un corredo Nikon.. ). Lenti stratosferiche e fino a poco fa irraggiungibili dai produttori terzi. Ebbene sì, quei tempi sono finiti. Questo Tamron 70-200 2.8 G2, che ho posseduto ben due volte, è un sogno diventato realtà. Partiamo dalla qualità costruttiva: corpo tropicalizzato, in metallo, relativamente leggero, ghiere fluide e precise (anche se, a onor del vero, quelle dei Nikon/Canon sono ancor più fluide), collarino in lega di magnesio rimovibile e compatibile arca swiss. Gli unici punti negativi riguardano solo gli aspetti costruttivi e in particolare: il paraluce orrendo (di cui giustamente si lamentano tutti), la verniciatura del barilotto (troppo sensibile ai graffi) e la posizione dei tasti di selezione nonché la loro sporgenza (nel momento in cui l'obiettivo è in posizione “pendente” sulla tracolla, al contatto con il corpo del fotografo la posizione dei tasti tende a modificarsi inavvertitamente). A parte ciò, la lente eccelle in tutti gli altri parametri: autofocus fulmineo e silenziosissimo dotato di limitatore la cui distanza minima è di default 3m ma può essere modificata con la console; VC eccellente dotato di 3 posizioni: normale, panning e stabilizzazione solo in fase di scatto: la terza modalità consente di raggiungere fino a 5 stop, ma nel mirino l'immagine non verrà stabilizzata. In termini di nitidezza è una lama già a F2.8, anche ai bordi, ma per chi vuole il massimo basta chiudere di uno stop e fino a F11 la qualità è superba. La vignettatura è presente solo verso le focali più spinte a 2.8, ma chiudendo di uno stop il problema è risolto. La resa dei colori è meravigliosa e le aberrazioni pressoché inesistenti. Fantastico anche il bokeh, anche chiudendo (ha un diaframma a 9 lamelle circolari; nota interessante: è a controllo elettromagnetico pure su Nikon, per cui valgono le limitazioni per le lenti di tipo “E”). Nonostante la focale e il progetto ottico complesso, molto buona la resistenza al flare. Duplicato con l'extender Tamron TC-X20 si comporta benissimo (autofocus veloce, perdita di nitidezza minima e visibile solo a focali spinte a TA), molto ma molto meglio rispetto all'ottimo 150-600 G2 il quale andrebbe utilizzato solo con il 1.4X. Consiglio assolutamente la console TAP-IN, oltre a potervi aggiornare il firmware (le ML Nikon Z richiedono la versione 2.0) è possibile tararlo con precisione e purtroppo tale intervento è necessario per le DSLR. Se lo usate con il duplicatore, è possibile (e anche doveroso) tararlo ad hoc. In conclusione, un signor 70-200 che fa onore alla Tamron. Voto 10.

inviato il 21 Agosto 2020


nikon_50_f1-8gNikon AF-S 50mm f/1.8 G

Pro: Nitidezza, leggerezza, prezzo, resa cromatica, bokeh, eccezionale anche su serie Z

Contro: nulla, considerato il prezzo

Opinione: Esistono lenti per la cui costruzione sono richiesti costi elevatissimi e/o appartengono a una nicchia tale da imporre prezzi stratosferici, e lenti che garantiscono risultati meravigliosi per un esborso minimo. I cinquantini appartengono fortunatamente a quest'ultima categoria: sono otticamente facili da costruire, diffusissimi e coprono una focale che su FF li rende quasi "l'unico obiettivo da avere assolutamente" (anche se personalmente, se dovessi scegliere una sola focale e nient'altro, probabilmente andrei sui 35 mm). Su DX, il cinquantino perde il suo carattere da fisso "universale", ma diventa un buon obiettivo da ritratti e la porta d'ingresso verso i fissi luminosi. Dopo aver provato e posseduto tanti cinquantini (Canon, Nikon, Zeiss), sia di vecchia che di nuova generazione, posso affermare che l'AF-S 50 1.8G sia uno dei migliori non solo in termini di qualità-prezzo, ma anche in termini assoluti. Obiettivo costruito interamente in policarbonato (non è la "plastica" dei giocattoli cinesi per intenderci), leggerissimo e ben progettato, nulla sporge e se si installa un buon filtro da 58mm, il gruppo ottico in movimento viene completamente sigillato, anche perché posteriormente, la baionetta (fortunatamente in metallo...) è dotata della guarnizione. Ovviamente, il barilotto non è tropicalizzato, ma per un obiettivo così economico, la qualità progettuale è eccellente: se trattato con un minimo di cura, difficilmente subirà danni e le lenti rimarranno pulite. Trovo l'autofocus veloce e generalmente preciso, però la microregolazione potrebbe essere necessaria se scattate a TA; spesso però credo che chi si lamenta della sua "inconsistenza" si dimentica che a 1.8, basta un piccolo movimento della testa o un minimo spostamento del corpo (della macchina o del fotografo) dopo la MAF, che si va fuori fuoco. Ciò nonostante no nego che, su 4 modelli provati su cavalletto e con test di messa a fuoco, generalmente una taratura fine variabile da +3 a +6 mi è servita per raggiungere la massima precisione (i test li ho fatti sulla mia D800 che è molto precisa, visto che l'ho sottoposta a un accurato intervento di taratura su tutti i punti da parte della Nikon, e inoltre ho ottenuto risultati simili con la D7200). Ciò premesso, a taratura perfetta, lo ritengo molto buono già a TA, ma a F/2.8 è assolutamente magnifico. Da F/4.0 a F/8.0, è ai livelli delle migliori ottiche in termini di nitidezza, ma in generale tutti i cinquantini brillano in quella fascia. Nonostante le sole 7 lamelle, il bokeh è una vera goduria, solo un po' più "nervoso" rispetto a quello del fratellino maggiore dotato di 9 lamelle circolari, ma pur sempre molto piacevole. Rispetto al 50 1.4, è più nitido ad aperture elevate e ugualmente nitido nella fascia F/4-F/8. In termini di resa dei colori e di contrasto non penso si possa chiedere di più, ma, rispetto al fratello maggiore, mostra qualche limite in termini aberrazioni e flare (nulla di abissale però). Ho posseduto simultaneamente sia l'1.8G che l'1.4G, e ho optato per il primo. I pregi del 1.4 non giustificano, a mio avviso, la differenza di prezzo, ma NON contesto chi afferma il contrario. Su FF è un must, su DX non è una lente "versatile" (in tal caso consiglio il 35 DX, altra lente magnifica in rapporto al prezzo), ma va benissimo per i ritratti. In conclusione, riteniamoci fortunati: un cinquantino è uno di quei pochi obiettivi per cui non bisogna spendere una fortuna per avere una qualità elevatissima. Certo, se prendiamo i 50 "stratosferici" (ho posseduto il 50 1.2L Canon ...), ci sono degli aspetti che li rendono unici (nitidezza eccelsa a TA e tridimensionalità in primis), ma se torniamo con i piedi sulla terra e abbandoniamo l'idea che "questo è un obiettivo fantastico perché ci ho venduto un rene per comprarlo", possiamo dire con tranquillità che il 50 1.8G sia uno dei migliori investimenti che possiamo fare. AGGIORNAMENTO: Sulla Z6 (con l'FTZ) è ancora meglio: MAF sempre perfetta a TA e IBIS!

inviato il 08 Luglio 2020


nikon_d800Nikon D800

Pro: Sensore meraviglioso, costruzione, ergonomia, flash integrato, USB 3.0, doppia scheda (sd+cf)

Contro: raffica, WB, rumorosa, micromosso, su primi modelli problemi AF

Opinione: Un corpo macchina difficile da domare, ma senz'ombra di dubbio una delle DSLR più emblematiche mai prodotte. Concordo pienamente con chi afferma che il suo sensore resti uno dei migliori in assoluto, anche nel confronto con le recentissime dslr e mirrorless: eccelle in tutto (colori, gamma dinamica, contrasto, definizione), tranne che per la tenuta ad alti ISO, ma non dimentichiamoci che è un corpo lanciato nel 2012. Personalmente la ritengo stratosferica fino a 800 ISO, ottima fino a 1600, buona fino a 3200 e accettabile a 6400, oltre è solo marketing. Va detto però, che se la luce lo consente, sforna file molto buoni anche a 6400. I file RAW sono pesanti, ovviamente, ma caratterizzati da una lavorabilità straordinaria (in termini di gamma dinamica non ho visto nulla di simile in casa Canon). La qualità costruttiva è superlativa, un corpo robusto, tropicalizzato, realizzato integralmente in lega di magnesio, dotato di un'ottima ergonomia (salvo per la disposizione poco intuitiva di alcuni pulsanti, come quello ISO), io la uso col grip originale MB-D12 (anch'esso tropicalizzato e in magnesio) e il feeling è quello di un carro armato. Il sistema AF a 51 punti è buono, ma avrei gradito una estensione maggiore sull'inquadratura. In termini di raffica, è una macchina abbastanza lenta, ma con il grip e la batteria della D4 e/o in modalità crop, si possono raggiungere prestazioni buone anche per la fotografia sportiva, ma la D800 resta una macchina pensata per la risoluzione, non per la velocità (per quello ci sono le ammiraglie). Sul discorso "esige solo lenti di alto livello" sono parzialmente d'accordo: da una parte è vero che per le lenti più vecchie (progetti che hanno più di 10 anni) dà il meglio di sé con i modelli consacrati per la loro qualità, ma se parliamo delle lenti più recenti, a me sembra che anche quelle di fascia medio-bassa abbiano una capacità risolutiva più che sufficiente per "accontentare" la D800 e i sensori pretenziosi in generale. In relazione al problema micromosso, sulla mia pensavo non ci fosse, ma in realtà facendo le dovute prove lo si nota, non a caso la D810 ha risolto il problema, ciò non toglie che lo si possa "combattere" con i giusti accorgimenti (tempi, ritardo scatto ecc.). Sul problema della sistema AF a fase, lo confermo, mi sono accorto che la mia aveva il famoso problema che riguarda sopratutto i punti sinistri. Mandata in assistenza ufficiale, è tornata perfetta, con una precisione incredibile su ogni singolo punto, e senza alcune improvvisazioni sulla regolazione fine AF: nei primi tempi, la Nikon seguiva una procedura un po' "spartana" per risolvere il problema, poi ha perfezionato i sistemi di calibrazione (ora i centri assistenza sono in grado di ricalibrare le D800 definitivamente e a regola d'arte, pensate che pure sulla conferma di messa a fuoco di una lente manuale, come il mio Zeiss Distagon 35, la precisione è tale che rende superfluo l'uso di un eventuale schermino dedicato). Buona la durata della batteria, usa le ottime EN-EL15 tuttora impiegate nella serie D8XX e nella serie Z). Ottimo il luminoso mirino a pentaprisma e copertura totale, decisamente degno di un corpo macchina professionale. Abbastanza efficiente il sistema di pulizia automatica del sensore, il quale in ogni caso tende a sporcarsi poco, a differenza di molte altre Nikon (e non parlo solo della D600..). Mancano le connettività "moderne" integrate (wi-fi, bluetooth, gps), ma a me non servono. Gli accessori sono cari, come su tutte le DSLR di fascia alta. In conclusione, la D800 resta un punto di riferimento in relazione alla qualità d'immagine e alla robustezza che una reflex seria DEVE avere. Una macchina che, fuori dalla fotografia sportiva (che occasionalmente riesce comunque a gestire) e dalle situazioni in cui serve alzare molto gli ISO, è capace di regalare scatti che non tradiscono minimamente la sua età e che possono competere anche con le reflex/mirrorless recentissime e di fascia alta. Voto 9,5/10.

inviato il 27 Giugno 2020


tamron_70-300vcTamron SP 70-300mm f/4-5.6 Di VC USD

Pro: Prezzo, nitidezza, stabilizzazione, F4 a 70mm

Contro: autofocus, nitidezza dopo i 200mm

Opinione: Abituato ai tempi in cui facevo il fotografo per professione, lavorando con ottiche di alto livello, mi aspettavo un mediocre 70-300 amatoriale. Nulla di ciò, in relazione al prezzo è un obiettivo davvero impressionante, sia su APS-C che su FF. Nel range 70-200 è molto nitido, anche a TA, ma chiudendo di un paio di stop il risultato migliora non poco, anche su sensori molto densi come quello della D800. La nitidezza ai bordi è buona su FF, ma non eccelsa (parliamo di un supertele da 350€ ...). Chiudendo a F8-F9 si ottengono ottimi risultati. Da 200 a 250mm è buono, oltre i 250mm è morbido. È più massiccio dei tipici 70-300 da FF, ma ciò si giustifica anche tramite quel mezzo stop a 70mm (F/4.0 al posto di F/4.5) che può tornare utile. Il bokeh è piacevolissimo (grazie anche al diaframma a 9 lamelle), il che la rende una lente adatta anche per i ritratti, un buon compromesso in mancanza di un fisso luminoso. La messa a fuoco è precisa e la velocità è buona in condizioni ottimali (sia di contrasto che luminosità), ma in termini di resa è inferiore alle controparti sia Nikon che Canon, ed è ovviamente imparagonabile ai motori di ultima generazione (come i fulminei AF-P della Nikon). La stabilizzazione, pur essendo di vecchia generazione (per cui rumorosa e un po' lenta nello "agganciare"), è notevole in termini di compensazione (3-4 stop). La qualità costruttiva è buona e dà un feeling abbastanza robusto (pur essendo in plastica), la ghiera di MAF è precisa, ma la fluidità della ghiera dello zoom non è il massimo (tipico comunque dei supertele plasticosi). Monta filtri da 62mm. In conclusione, un obiettivo imbattibile come rapporto qualità-prezzo, non privo di difetti e limiti (anche dettati dall'età), ma ancora capace di regalare soddisfazioni.

inviato il 07 Giugno 2020


samyang_85_f1-4umcSamyang 85mm f/1.4 AS IF UMC

Pro: Nitidezza, bokeh, feeling, prezzo

Contro: Purple fringing, precisione MAF

Opinione: È una lente migliorata rispetto alla prima versione (quella con l'anello dorato), il cui trattamento UMC fa la differenza. La qualità costruttiva è molto buona, ma con alcuni evidenti difetti: di positivo c'è la costruzione in metallo + messa a fuoco fluida (un po' meno precisa rispetto allo Zeiss che possiedo, ma il feeling è comunque piacevolissimo) + corpo principale in metallo + ghiera diaframmi (almeno x il modello Nikon); di negativo c'è: scala di messa a fuoco non precisa e sopratutto la mancanza di una "ghiera fissa" per impugnare l'obiettivo nel momenti in cui lo si monta/smonta o in cui si monta/smonta il paraluce, svolgendo queste operazioni impugnando la ghiera di messa a fuoco c'è il rischio di mandarla fuori-calibrazione (oltre l'infinito o distanza minima) per lo sforzo richiesto. La stessa rientra nella posizione giusta con facilità, ma a lungo andare questo può creare danni, quindi col paraluce montato "normalmente" tenetelo sempre dalla parte fissa superiore del barilotto, quando invece montate il paraluce in posizione di "riposo", tenetelo dalla parte fissa inferiore della ghiera - quella dov'è c'è scritto "1.4/85", così non mettere a rischio la ghiera di messa a fuoco e/o quella dei diaframmi. La messa a fuoco all'infinito è imbarazzante, si per l'escursione, sia per la poca precisione, ma essendo una lente che nasce per la ritrattistica non è un problema grave (e in ogni caso, con un minimo di manualità il problema si risolve anche per soggetti distanti). Parlando della qualità ottica, invece, sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla nitidezza, anche a F1.4, ovviamente a patto di mettere a fuoco con la massima precisione (il che non è facile...). Bellissimo anche il bokeh, veramente notevole per una lente così economica. Provato sia su D7200 che su D800, si dimostra ottimo anche su FF, e da F2.8 in su la nitidezza ai bordi diventa ottima. Soffre di purple fringing e aberrazioni varie, soprattutto a diaframmi aperti, ma per un 85 1.4 così economico direi che ci sta assolutamente (in PP si corregge comunque). Tra F4 e F8 la resa è notevole. In conclusione, lo ritengo una lente fantastica in relazione al prezzo, difficile da domare ma capace di regalare ottimi risultati anche su macchine FF come la D800 (36 megapixel), a patto di conoscerla. Sinceramente, la preferisco all'85 1.8 Nikon (ma anche a quello della Canon, che conosco bene), ma evidentemente non può competere con gli 1.4 blasonati (che costano 5-6 volte tanto però!).

inviato il 19 Maggio 2020


zeiss_35_f2Zeiss ZE/ZF.2 Distagon T* 35mm f/2

Pro: Costruzione superlativa, feeling, sfocato e tridimensionalità, nitidezza stratosferica, resa cromatica

Contro: purple fringing, vignettatura a TA

Opinione: È la mia lente preferita. Appartiene alla serie oggi chiamata “Classic”, di cui il modello in oggetto è stato sostituito nel 2015 dal Milvus 35 F2 (di cui parlerò più avanti). Come la maggior parte dei grandangolari e normali Zeiss, segue lo schema ottico di tipo Distagon (vi sono numerosi articoli di approfondimento sulla nomenclatura Zeiss che vi invito a leggere), nel caso specifico costituito da 9 lenti in 7 gruppi, con elementi flottanti. La costruzione è completamente in metallo, paraluce compreso (il cui meccanismo di innesto è un capolavoro a sé), e pesa circa 530 g. Il feeling è tipico Zeiss: si ha tra le mani un obbiettivo costruito per durare una vita. Pur non essendo ufficialmente tropicalizzato, è molto ben sigillato: vi sfido a trovarci un granello di polvere dentro anche dopo anni d'uso. La ghiera di messa a fuoco è fluidissima e ha la giusta tensione per una messa a fuoco precisa e comoda allo stesso tempo. Sul modello Nikon è presente anche la ghiera del diaframma e vi sono due modelli: ZF e ZF.2 (quest'ultimo, che possiedo io, con il chip che comunica i dati alla reflex). L'escursione focale è eccellentemente progettata: si ha una lunga e precisa escursione per le distanze ravvicinate (0,3 – 0,5 – 0,7 – 1 – 1,5 – 3) e un'escursione breve (ma precisa) tra i 3 metri e l'infinito. Ciò rende la mancanza dell'autofocus quasi superflua, essendo che per gli scatti “street” e per i paesaggi si raggiunge con facilità la MAF corretta, anche a TA (basta un po' di esercizio, ma fidatevi che una lente solo manuale è tutt'altra cosa rispetto a una lente AF usata in manuale… e poi Zeiss pubblicizzava questo 35 F2 come ideale per i “reporter” …). Parlando delle prestazioni ottiche, i difetti sono due: vignettatura marcata a TA e gradualmente fino a F4 e un po' di purple fringering in situazioni di forte contrasto. I pregi, invece, sono innumerevoli. Su FF nitidezza centrale ottima a F2, eccellente a F2.8, surreale tra F4 e F11 (poi la rifrazione si fa gradualmente sentire); i bordi sono buoni a F2, molto buoni a F2.8 e ottimi da F4 in su. La resa dei colori è eccelsa, ottima la resistenza al flare, fantastico il microcontrasto (lo si apprezza molto in B/N…), meraviglioso il bokeh (ha un diaframma a 9 lamelle circolari) e la risultante tridimensionalità (cosa assai rara per un 35mm). Attenzione ai filtri: l'uso di filtri da 58mm con un cattivo trattamento antiriflesso potrebbe creare problemi (ivi compreso il riflesso della scritta frontale): o ci mettete un filtro serio, o lasciate perdere, tanto l'elemento frontale non sporge, anzi. Provato sia sulla mia D800 che sulla D850 di un mio amico, non si fa problemi a saturare due dei sensori più pretenziosi sul mercato. Avendo una ridotta distanza minima di messa a fuoco e una nitidezza eccelsa, è un “quasi-macro” (eh lo so, suona ridicolo per un 35mm, ma provatelo … fate anche degli crop, e poi ne parliamo). Ho provato per due settimane il 35 Art, bellissimo, più nitido al centro fino a 2.8, ma per me lo Zeiss è superiore in termini di resa finale (colori, qualità del bokeh, tridimensionalità microcontrasto) e qualità costruttiva. È stato sostituito nel 2015 dal Milvus, dotato dello stesso schema ottico e “solo” di un rivestimento anti-riflesso migliorato (oltre al design più moderno). Chi ha avuto moto di provarli entrambi dice che nell'uso “reale” non vi è differenza tra i due, per cui se trovate il “Classic” a un buon prezzo, non fatevelo scappare. Mi unisco e chi ritiene il Distagon 35 F2 uno dei migliori Zeiss di sempre (e pertanto, uno dei migliori obbiettivi di sempre). Personalmente, se dovessi usare un solo obiettivo e null'altro, non avrei dubbi, sarebbe questo. È fantastico anche per i video (mi dicono, io non faccio video…). Concludendo, se volete un obbiettivo superlativo, costruito per durare una vita, capace di saturare qualsiasi sensore digitale presente e futuro e in grado di donarvi un'esperienza fotografica unica, questo Zeiss fa per voi.

inviato il 14 Maggio 2020


canon_135_f2Canon EF 135mm f/2.0 L USM

Pro: TUTTO

Contro: NIENTE

Opinione: È una di quelle poche lenti prive di difetti. Un capolavoro ottico e costruttivo, lo stato dell'arte. La nitidezza a F2 è eccezionale, sarebbe un reato chiudere il diaframma. Lo sfocato è un sogno, sono rarissime le lenti che sul digitale danno un bokeh simile ... anche nel contesto più banale riesce a staccare il soggetto dallo sfondo e a regalare una tridimensionalità senza pari. L'autofocus è fulmineo, e inserendo il limitatore di distanza è ancor più veloce... se la luce è abbastanza buona la messa a fuoco è istantanea. La qualità costruttiva è da SERIE L di vecchia filosofia (infatti è un progetto abbastanza vecchio): robusto, MOLTO BEN FATTO, purtroppo non tropicalizzato. La mancanza dello stabilizzatore la trovo come un pregio: lente meno soggetta a usura e con uno schema ottico più semplice, quindi più qualità e meno obsolescenza.

inviato il 25 Aprile 2015


canon_70-200_f2-8_v2Canon EF 70-200mm f/2.8 L IS II USM

Pro: TUTTO.

Contro: NIENTE.

Opinione: Obiettivo unico, ineguagliabile. Ce lo invidiano TUTTI, è il sogno di ogni fotografo ... Canonista e NON. Dopo aver usato con grandi soddisfazioni il 70-200 2.8 liscio sono passato all'amatissimo IS II. La qualità dell'immagine è un sogno, incredibilmente nitido e bilanciato nella resa. Lo schema ottico è un miracolo dell'ottica moderna, una lente in fluorite e 5 UD ... Qualità costruttiva ai massimi livelli, un vero tank fatto per resistere anche nelle condizioni più impegnative. Autofocus fulmineo, più veloce dell'occhio umano. Stabilizzatore incredibile, a 200 mm scatti a 1/8 e ti porti a casa foto nitide, modalità panning che funziona alla perfezione. È l'unico 70-200 che digerisce davvero bene l'extender 2X III. Difetti non ne ha (a parte il peso, ma non lo possiamo chiamare difetto... parliamo di un 70-200 luminoso e stabilizzato). Con la lente acromatica close-up Canon 500D ha ottime capacità macro ... un obiettivo di cui non vi potrete lamentare.

inviato il 11 Giugno 2014


canon_2x_v3Canon EF 2.0x III

Pro: Nitidezza, autofocus, qualità complessiva dell'immagine.

Contro: Nulla.

Opinione: Rispetto alla versione precedente hanno fatto decisamente una serie di passi importanti, ma le differenze si notano bene solo sui tele molto recenti. Lo uso sul 70-200 2.8 IS II (l'unico dei 70-200 che digerisce bene il 2X) e devo dire che i risultati sono davvero ottimi, NON c'è paragone con l'accoppiata 70-200 2.8 liscio e il 2X II / III. Ottima resa generale, minimo calo di nitidezza. L'autofocus è più lento ma quando la luce è buona non ci sono grossi problemi. Lavora ancora meglio coi fissi (300 2.8, 400 2.8 ... 500 / 600 f4 per chi ha una mark III o una serie 1d e vuole mantenere quindi l'AF). Il prezzo? L'ho pagato 419 euro nuovo, negozio e garanzia italiani. Per raddoppiare la focale del proprio tele serie L mi sembra OK.

inviato il 11 Giugno 2014


canon_100_f2Canon EF 100mm f/2.0 USM

Pro: Nitidezza, colori, dimensioni, rapporto qualità-prezzo, diametro filtri.

Contro: Paraluce...

Opinione: Il Canon EF 100F/2.0 è un obiettivo poco conosciuto, e forse uno dei motivi è il fatto che i possessori di fotocamere APS-C prendono l'85 1.8 la cui focale in formato FF equivale a 136 mm (quindi si avvicina al 135 serie L). È un obiettivo che neanche io conoscevo, ma un giorno un ragazzo mi propose il cambio col mio Extender 1.4 II e spinto dalla curiosità accettai (anche perché l'obiettivo era davvero pari al nuovo). Mi è subito piaciuta l'eccellente qualità costruttiva, da serie L, e le dimensioni davvero ridotte. Prima di iniziare a usarlo, lessi la recensione di Ken Rockwell, il quale lo elogiava dicendo tra l'altro che era tra i più nitidi obiettivi in assoluto. Mi sono quindi detto: "è arrivato il momento di scoprire questo 100 F2" ... Beh, stupefacente ... nitidezza, resa dei colori, bokeh - veramente fantastico già a TA, in poche parole è un ottica che mi ha lasciato a bocca aperta. Canon lo definisce "ottica specialistica per i ritratti" e lo è veramente, in quanto possiede tutte le caratteristiche che rendono un obiettivo adatto alla ritrattistica. È senza dubbio un serie L mascherato.

inviato il 20 Maggio 2014


canon_70-200_f2-8Canon EF 70-200mm f/2.8 L USM

Pro: Nitidezza, bokeh, velocità AF, qualità ottica e costruttiva.

Contro: Peso, mancanza tropicalizzazione.

Opinione: È forse l'obiettivo che più amo, l'ho usato per: ritratti, paesaggi, matrimoni, wildlife, sport outdoor e indoor. Pur essendo un progetto relativamente datato, è ancora validissimo e lo trovo un'ottima alternativa all'ineguagliabile IS II. Durante gli anni si è dimostrato estremamente affidabile e robusto. È un obiettivo molto nitido anche a TA, ma i migliori risultati si ottengono chiudendo di due stop. L'AF è velocissimo e molto preciso, la costruzione rispecchia la miglior filosofia serie L (è un carro armato). Abbinato alla lente close-up Canon 500D regala macro di eccellente qualità, mettendoci un extender si raggiunge anche il rapporto 1:1. Purtroppo è pesante e conviene togliere l'anello del treppiede quando non serve (pesa circa un etto!), o almeno girarlo per migliorare l'ergonomia nell'utilizzo a mano libera.

inviato il 01 Maggio 2014




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