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Gerry888800
www.juzaphoto.com/p/Gerry888800



avatarL'Infanzia Rubata dalla 'Ndrangheta – Luigi Bonaventura Racconta
in Blog il 23 Febbraio 2025, 18:15


La 'ndrangheta non è solo affari, droga e politica. È un sistema che spezza vite fin dall'infanzia, trasformando i bambini in strumenti del crimine. Un fenomeno noto, ma troppo spesso sottovalutato.

A raccontarlo è Luigi Bonaventura , ex boss e oggi uno dei più importanti collaboratori di giustizia, testimone chiave per 16 procure, italiane e internazionali. La sua storia è quella di un uomo cresciuto dentro il sistema mafioso, che ha scelto di uscirne per svelarne i meccanismi più nascosti.

In questa intervista, Bonaventura denuncia senza filtri come la 'ndrangheta arruoli i più giovani, li plasmi e li trasformi in pedine di un gioco più grande, tra violenza, droga e legami con il potere.





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avatarOggi è la Giornata Mondiale dei Bambini Soldato.
in Blog il 12 Febbraio 2025, 18:58


Oggi è la Giornata Mondiale dei Bambini Soldato.

Migliaia di bambini vengono strappati all'infanzia, costretti a imbracciare un fucile invece di un quaderno, a combattere guerre che non hanno scelto. Vite spezzate, sogni cancellati, innocenza distrutta.

Non sono numeri, sono nomi, volti, storie. Ho visto i loro occhi, ho ascoltato le loro voci. Ahimana Shukuru aveva 16 anni quando è stato ucciso in battaglia. Era un bambino, ma il mondo l'aveva già condannato a morire da soldato.

Dobbiamo parlare di loro. Dobbiamo raccontare. Perché il silenzio è complicità.




9 commenti, 349 visite - Leggi/Rispondi


avatarAddio con rammarico
in Blog il 08 Febbraio 2025, 19:42


Cari tutti,
lascerò questo sito con grande dispiacere.

Ieri ho pubblicato un mio lavoro che, come altri in passato, è stato bloccato perché ritenuto non conforme alle regole. Mi è ormai chiaro che qui si preferiscono solo foto di gattini e canarini, accompagnate da commenti di circostanza come "Oh, che bella foto!" o "Complimenti!". Poi magari nessuno pagherebbe mai per una fotografia, ma lasciamo stare.

Credevo che in questo forum si potessero aprire dibattiti, confrontarsi con persone adulte, scambiare idee. All'inizio, questa possibilità mi rincuorava, soprattutto per il mio progetto sulla plastica. Ma a quanto pare, mi sbagliavo.

Stasera volevo rispondere a tutti, ma il mio post è stato chiuso. Va bene, fa niente. Dopo tutto, non sono nessuno . Mi rattrista, però, vedere che il dialogo viene soffocato. Viviamo in un'epoca di censura dilagante, in cui si citano Gandhi o Tiziano Terzani per qualche like in più, salvo poi comportarsi all'opposto di ciò che si predica.

Questo forum era per me una boccata d'aria fresca : uno spazio in cui condividere il mio lavoro, raccontare storie, fare qualcosa di più. Mi dispiace smettere, ma ho deciso di pubblicare altrove, su piattaforme francesi o in altri spazi più aperti al confronto.

È stato un piacere conoscere chi ha saputo ascoltare e dialogare.

Un saluto.


116 commenti, 4236 visite - Leggi/Rispondi


avatarUcciso a 16 Anni - Le Ultime Parole di un Bambino Soldato.
in Blog il 07 Febbraio 2025, 18:26


Sedici anni appena. Sedici anni e già la guerra nel sangue . Non per scelta, non per vocazione, ma perché un destino crudele e implacabile lo ha gettato in una battaglia che non avrebbe mai dovuto essere la sua. Combatteva contro l'M23 , quei ribelli di cui forse sentite parlare oggi, ma che infestano il Congo da decenni. Un gruppo armato sostenuto dal Ruanda per servire interessi esterni nella corsa ai minerali preziosi.

Il Ruanda, sotto il pugno di ferro di Paul Kagame , stringe d'assedio il Kivu. Non per la pace, non per la libertà, ma per ciò che si cela sotto quella terra: risorse minerarie di inestimabile valore. E sopra quella terra, si sparge il sangue di chi non ha mai avuto una possibilità.

Quel ragazzo non c'è più. È stato ucciso poche settimane dopo la mia intervista, trafitto dalle stesse armi che l'Occidente fornisce in nome della stabilità. Non è stato un errore, né un incidente: è il meccanismo ben oliato del potere che si ripete. Perché l'Africa è questo, agli occhi del mondo: un supermercato da cui attingere ricchezze e un cimitero da ignorare.

Si parla di aiutare l'Africa, come se fosse un mendicante perennemente in attesa di elemosina. Ma l'Africa non ha bisogno della nostra carità. Ha bisogno di essere lasciata in pace. Perché nessuno ci mostra immagini di cinesi denutriti? Eppure, di poveri in Cina ce ne sono miliardi. Ma non vediamo UNICEF , né Save the Children , né le pubblicità strappalacrime. Perché l'Africa deve sempre essere raccontata solo nella sua miseria?

Secondo l'UNICEF, si stima che nel 2011 circa 30.000 bambini fossero ancora coinvolti in gruppi armati nella Repubblica Democratica del Congo . Tra il 1º gennaio 2012 e il 31 agosto 2013, la Missione delle Nazioni Unite nella RDC ha verificato fino a 1.000 casi di reclutamento di bambini da parte di gruppi armati, descrivendo il fenomeno come "endemico".

Vi chiedo cinque minuti. Cinque minuti per ascoltare la storia di questo ragazzo, che non ha mai potuto giocare, che non ha mai avuto un'infanzia. Cinque minuti per capire che la fortuna più grande che abbiamo avuto non è stata nascere migliori, ma semplicemente nascere altrove.




29 commenti, 1119 visite - Leggi/Rispondi


avatarB&W Street Macadam Award 2025
in Blog il 25 Gennaio 2025, 14:28


Questo scatto è stato realizzato a novembre 2024, durante la mia ultima spedizione nella Repubblica Democratica del Congo . Questa sera ho ricevuto una notizia inaspettata ma incredibilmente gratificante: la fotografia è tra le finaliste del B&W Street Macadam Award 2025 , uno dei premi più prestigiosi per il reportage e la street photography, con la partecipazione di alcuni tra i più importanti fotografi del settore. Non me lo aspettavo, ed è per questo che la sorpresa è ancora più speciale. Felice e grato per questo riconoscimento!

www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=4929908


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avatarLa Chiesa in Crisi: la Prospettiva di un Missionario | Padre Alex Zanotelli
in Blog il 24 Gennaio 2025, 18:30


La Chiesa in Crisi: la Prospettiva di un Missionario | Padre Alex Zanotelli

Abbiamo fatto più male che bene? In questo video stimolante, Padre Alex Zanotelli approfondisce le sfide e le contraddizioni del lavoro missionario in Africa.

Dall'imposizione delle strutture ecclesiastiche occidentali alle comunità povere all'ignorare le grida degli emarginati, Zanotelli offre una critica feroce di un sistema che ha spesso perpetuato la disuguaglianza.




25 commenti, 1007 visite - Leggi/Rispondi


avatarIl Prezzo della Verità
in Blog il 13 Gennaio 2025, 21:01


Chi mi conosce un po' sa della mia inquietudine, di quel fuoco che non si spegne mai, di quella necessità costante di dedicarmi anima e corpo a qualcosa che valga la pena, qualcosa di vero. Da quando ho iniziato a scrivere, a raccontare storie, a fotografare vite e luoghi lontani, il mio cammino è stato tutt'altro che semplice. Non ho mai cercato il consenso, perché il consenso è il terreno fertile delle illusioni, delle narrazioni costruite per piacere. No, io ho scelto di battermi per la verità, una verità nuda, senza filtri, perché i filtri ci hanno rubato l'autenticità. Ci hanno mostrato volti finti, fatti travisati, paesaggi violentati ma rivestiti di una pietà che serve solo a compiacere il nostro sguardo.

E allora mi chiedo: quanto costa la nostra dignità? Una dignità che tutti invocano, ma che pochi sono disposti a guadagnarsi. Ci raccontiamo paladini di un mondo che crediamo nostro, ma il mondo non ci appartiene. Siamo solo custodi di un lascito che troppo spesso calpestiamo. Ereditiamo un pianeta ferito, ma invece di guarirlo, lo mettiamo in vetrina, lo imbellettiamo per renderlo vendibile.

Ho scritto un libro, con fatica, con sacrificio. E sapere che qualcuno lo ha apprezzato mi consola, ma sapete cosa vende davvero, oggi? La mediocrità. La mediocrità che accarezza senza graffiare, che denuncia senza fare nomi. Siamo grandi nell'essere piccoli. E forse anch'io lo sono stato. C'è stato un tempo in cui avevo fondato una casa editrice, YelloW. Era un sogno, un progetto ambizioso, nato con il mio migliore amico. Ma i sogni, quando si infrangono, lasciano macerie. Ho perso 40.000 euro e anche un legame importante. Eppure, non mi sono fermato. Ho preso quel vecchio tesserino da giornalista, il simbolo di una lotta che non ho mai smesso di combattere, e sono ripartito.

Ho costruito, ho imparato, ho lavorato. Ho creato siti per decine di aziende, ma dentro di me c'era sempre quella voce, quel richiamo a tornare a scrivere, a fotografare, a raccontare. Dopo anni passati in Africa, negli Stati Uniti, in India, non potevo smettere. Così è nato il mio progetto più caro: Raw Facts. Perché la verità ha bisogno di spazio, ha bisogno di essere raccontata senza fronzoli. Non per me, non per la gloria, ma per chi verrà. Voglio che i miei figli nascano in un mondo migliore, che sappiano che c'è chi ha lottato per la giustizia, chi ha pagato con la vita per far sì che la verità non fosse sepolta.

Ma la verità, amici, è scomoda. Non si può edulcorare, non si può ingoiare con un bicchiere d'acqua. La verità è amara, è cruda, e spesso preferiamo evitarla. Ci piace metterci in posa, scattare un selfie davanti a un bambino affamato e sentirci migliori per un istante. Ma quella sofferenza, quella reale, la lasciamo lì, intatta, perché forse, in fondo, ci fa comodo.
Raw Facts è nato per cambiare questo. Per scuotere le coscienze. Per mostrare il mondo per quello che è, senza maschere. E oggi vi chiedo di esserci. Di seguirmi, di darmi i vostri feedback, le vostre critiche, le vostre considerazioni. Non cerco applausi. Ho mangiato ostriche e pane e mortadella, e la mia felicità non dipende da questo. Ma se credete che la verità meriti di essere raccontata, sostenete questo progetto. Da solo non posso fare tutto, ma insieme possiamo fare molto.

La strada è lunga, ma se c'è una cosa che ho imparato è che vale sempre la pena percorrerla. Per migliorare, anche solo un po', il mondo che lasceremo a chi verrà.



www.youtube.com/@RawFacts-yt


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avatarunicef e unhcr sotto accusa: chi guadagna dall'africa?
in Blog il 10 Gennaio 2025, 22:46


C'è un rumore assordante che avvolge le nostre vite: è il suono delle verità taciute. Mentre scorriamo notizie frenetiche sui nostri smartphone – troppo spesso costruiti con minerali che grondano dolore – l'Africa riceve miliardi di dollari in aiuti, eppure la povertà non arretra . Anzi, avanza di un undici per cento. C'è un paradosso in questo continente tanto ricco di materie prime e cultura millenaria, quanto devastato da guerre, fame e ingiustizie. Un continente dove si gioca una partita crudele, fatta di interessi nascosti e false promesse .

Viene spontaneo chiedersi come sia possibile che, nonostante l'enorme flusso di denaro internazionale, i volti dei più deboli continuino a essere segnati dalla miseria. Forse – e fa male persino scriverlo – la sofferenza è diventata merce di scambio, un brand di cui molti si vantano senza preoccuparsi delle reali conseguenze. E così si vende Plumpy'Nut, il cibo terapeutico dell' UNICEF , nei mercati clandestini della Repubblica Democratica del Congo . Un gesto che uccide due volte: la prima, perché priva i bambini malnutriti di una chance di sopravvivenza; la seconda, perché alimenta la rassegnazione di chi non crede più che un domani diverso sia possibile.

Poi arriva l'affermazione più agghiacciante di tutte, pronunciata o scritta dietro le quinte di un'organizzazione umanitaria: “ I bambini sono troppi, fateli morire. ” Una frase da brividi, che pesa sul cuore come una condanna a morte per l'umanità intera. Come se la nostra specie si fosse arresa di fronte a una statistica, relegando i più piccoli al ruolo di sacrificabili.

In questo scenario, s'inserisce la morte dell'ambasciatore Luca Attanasio . Molti sostengono – e solo il futuro potrà confermare o smentire – che dietro quell'omicidio si nascondano giochi di potere, intrighi tanto enormi da non poter essere svelati alla luce del sole. E intanto, noi che viviamo dall'altra parte del mondo, ci sediamo a tavola, accendiamo la televisione, passiamo all'ennesima notizia senza nemmeno ricordare i nomi delle vittime, di chi è rimasto, di chi lotta.

Tutto questo fa sorgere una domanda: siamo davvero disposti a guardare negli occhi la sofferenza e a chiederci a chi giova? Chi trae vantaggio da un sistema che sfrutta il marketing delle lacrime? Se siamo umani, e non solo spettatori, abbiamo il dovere di mettere in discussione i nostri privilegi. Abbiamo il dovere di non credere a qualsiasi comunicato, di non voltare le spalle alle contraddizioni che emergono tra le dichiarazioni ufficiali e la realtà sul campo.

Forse il più grande insegnamento, come diceva Terzani , è non smettere mai di cercare la verità. E soprattutto non dobbiamo dimenticare che, dietro i numeri e gli scandali, esistono volti, nomi e speranze di chi continua a vivere o a morire. Non sono lontani abitanti di un pianeta sconosciuto: sono i nostri compagni di viaggio, esseri umani che meritano rispetto, ascolto e giustizia. E finché ci sarà anche un solo bambino che soffre perché “è di troppo”, sarà dovere di ciascuno di noi alzarsi in piedi e dire: “Basta.”



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avatarIl mondo in frantumi: conflitti, disinformazione e la lotta per la verità
in Blog il 04 Gennaio 2025, 22:51


Torno da un viaggio in quella fetta di mondo dove il rumore degli spari è il coro costante del quotidiano, dove i bambini vengono addestrati a impugnare un fucile prima ancora di imparare a leggere. È la Repubblica Democratica del Congo , ma potrebbe essere uno qualsiasi dei tanti Paesi dove la guerra e la miseria sono tutt'uno. Apro il giornale, consulto le testate online, mi aspetto titoli altisonanti e approfondimenti essenziali: trovo, invece, retorica, disinformazione e l'ennesima grande svista sul dolore del mondo.

Eppure, in quest'era di sovrabbondanza mediatica, sembra assurdo che l'orrore resti invisibile. Siamo bombardati da notizie, da continue breaking news che si perdono in un vortice di immagini spettacolari e parole gridate. Ci vantiamo di avere tutte le informazioni a portata di mano e, paradossalmente, non sappiamo più nulla: la verità si disperde, la nostra empatia si anestetizza. Così, mentre in Etiopia infuria una crisi umanitaria (solo nel conflitto del Tigray , secondo stime accreditate dell'International Crisis Group, sarebbero morte fino a 500.000 persone tra il 2020 e il 2022), in Ucraina e Russia l'eco dei bombardamenti si ripete ogni giorno, e in Congo milioni di sfollati vagano senza meta, pronti a diventare ombre ancora più sottili.

Ho camminato in villaggi sommersi dalla polvere rossa del Sud Kivu , dove ogni sorriso porta i segni della fatica e del terrore. Bambini di dieci anni assoldati da milizie ribelli come l' M23 o costretti a combattere dai gruppi Mai-Mai “Wazalendo”. Nel conflitto congolese, solo dal 1998 a oggi, si stima siano morte oltre 5 milioni di persone, rendendolo – dati alla mano dell' International Rescue Committee – uno dei conflitti più letali dopo la Seconda Guerra Mondiale . I racconti dei sopravvissuti si perdono in un silenzio che stride con la loro voglia di gridare. Ma l'assurdo è che, tornando a casa, ci si imbatte in una società che consuma notizie con la stessa voracità con cui si trangugiano merendine. Tutto scorre in fretta, tutto si brucia in un istante, e la realtà – quella vera – resta nascosta dietro un titolo accattivante ma vuoto.

Nel frattempo, il conflitto tra Israele e Palestina miete vittime ogni giorno. Secondo i dati delle Nazioni Unite, a Gaza e in Cisgiordania il 2023 è stato uno degli anni più sanguinosi dell'ultimo decennio. Ma l'attenzione mediatica s'incendia a intermittenza, cavalcando l'onda emotiva di un bombardamento più feroce del solito o di un attacco suicida più eclatante, per poi spegnersi nel giro di poche ore. Simili dinamiche si ripetono in Costa d'Avorio e in Sud Sudan , dove l'instabilità politica e i conflitti interni non hanno mai permesso alla pace di attecchire.

In questo caos, arriva la notizia dell'arresto di una reporter italiana, Cecilia Sala. Una storia che, se fosse riconosciuta come tale, servirebbe per riflettere sulla sorte dei tanti giornalisti e attivisti che ogni giorno rischiano la vita per raccontare ciò che il mondo non vuole vedere. Secondo il Committee to Protect Journalists (CPJ) , nel 2022 erano ben 363 i cronisti imprigionati nel mondo; un dato destinato a crescere, se consideriamo che la repressione della libertà di stampa è in aumento in diverse regioni del pianeta. Ma cosa ne emerge dai grandi mezzi di comunicazione? Disinformazione, versioni imprecise, editoriali polemici che si scontrano in un'arena di opinioni spesso sterili. Le femministe gridano al sessismo, i vegani attaccano le multinazionali, gli ambientalisti denunciano i combustibili fossili, i religiosi predicano la morale. È una babele di voci dove la verità smarrisce i contorni.

L'ho toccato con mano in Congo , ma l'ho visto anche in altre zone del pianeta: la miseria non è soltanto materiale, è culturale, è morale. È la stessa miseria che spinge un parlamento – come quello iracheno, stando a voci di corridoio sulle ultime proposte di legge – ad abbassare l'età delle spose a 9 anni, una forma di pedofilia legalizzata. È la stessa miseria che fa sì che a Damasco o a Tripoli si parli di “liberazione” per mano di milizie jihadiste, che poi instaurano regimi di terrore in cui le donne scompaiono dai radar dei diritti, e gli oppositori vengono brutalmente repressi.

Sui giornali si leggeva che “Damasco è libera”, si esultava per una notizia falsa e fuorviante. I cronisti che puntavano il dito sulla reale natura di certe milizie venivano tacciati di allarmismo, quando invece stavano semplicemente facendo il loro dovere: informare. Ma oggi conta di più un titolo capace di creare “clic” e polemiche social che non una verità scomoda che faccia riflettere. La rivoluzione, diceva Padre Alex Zanotelli nella conversazione che ebbi con lui a Napoli, deve venire dal basso, dal popolo. Eppure, mi domando, come potremo costruire una rivoluzione vera se, noi per primi, siamo schiavi della superficialità, disposti a vendere la verità per un pugno di retweet?

Secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), alla metà del 2023 si contavano oltre 110 milioni di persone in fuga da guerre, persecuzioni e carestie. Bambini che dormono a cielo aperto, uomini e donne che percorrono migliaia di chilometri con i pochi averi che hanno. E noi, qui, a discutere di titoli sensazionalistici e post sui social. Nel frattempo, in un ospedale da qualche parte nel mondo, 46 persone muoiono senza che nessuno se ne accorga; in una scuola esplosa, 150 bambini non avranno mai la possibilità di diventare adulti; e, nel silenzio di una notte gelata, 6 neonati esalano l'ultimo respiro coperti da stracci.

Leggere i rapporti di Medici Senza Frontiere (MSF) o di Human Rights Watch significa confrontarsi con epidemie di colera, malaria e malnutrizione. Si tocca con mano un mondo in cui i vaccini sono un lusso, il cibo un miraggio. Eppure, le cronache quotidiane preferiscono stordirci con dibattiti che, in fondo, producono solo chiacchiere. È questo il destino dell'informazione, diventare parte di un sistema che, per rimanere in piedi, si nutre del nostro stesso cinismo?

La verità, forse, è che abbiamo perso il senso di umanità. Abbiamo barattato l'empatia per un like, la compassione per un hashtag, e la dignità per un titolone che urli più forte di tutti gli altri. Chi ci guadagna? Certamente non quella “brava gente” che ogni giorno rischia la vita su un fronte dimenticato, in un quartiere degradato o in una cella stretta di un carcere segreto. Di fronte a queste verità, viene da chiedersi che senso abbia ancora denunciare, scrivere, documentare. Eppure, come insegnava Terzani , e come anche Padre Zanotelli ha ribadito con forza, il cambiamento non verrà da una qualche istituzione illuminata, ma da noi. Dal basso, dalla nostra volontà di rimettere al centro la dignità umana e di farlo con gesti concreti, con parole che pesino sul serio.

Ci accorgiamo di quanto tutto questo sembri impossibile? Certo. Ma forse è proprio di fronte a questa sensazione di impotenza che si nasconde la nostra possibilità di riscatto. Il mondo è impazzito, è vero. Ma non per questo dobbiamo rassegnarci all'idea che non si possa far nulla. Raccontare, denunciare, pretendere un'informazione seria e onesta, smascherare i giochi di potere: sono i piccoli gesti da cui potrebbe germogliare una rivoluzione morale, prima ancora che politica.

Finché continueremo a confondere la verità con lo slogan, la sofferenza con la propaganda, e la giustizia con il nostro tornaconto, avremo perso in partenza. Ma se anche uno solo di noi, di quelli che sanno e che vedono, decidesse di non tacere più, se anche uno solo di noi iniziasse a denunciare la menzogna e a condividere i fatti reali, con tutti i loro numeri, allora saremmo già un passo oltre il baratro. E, chissà, magari un giorno potremmo persino diventare davvero una comunità umana che merita di chiamarsi tale.

www.youtube.com/@RawFacts-yt


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avatarMafia Nigeriana: La Verità Dietro una Rete Criminale Globale
in Blog il 03 Gennaio 2025, 23:27


La criminalità organizzata non conosce confini, e la mafia nigeriana è una delle dimostrazioni più crude di questo fenomeno. Attraverso un viaggio esclusivo, racconto su RAW FACTS , il mio canale, esploro il cuore oscuro di una rete che intreccia traffico di droga, tratta di esseri umani e alleanze con organizzazioni mafiose italiane come la Camorra. Questo lavoro non è solo un documentario, ma un invito a riflettere, discutere e agire.

Con oltre 7 tonnellate di cocaina sequestrate nel 2023 e più di 800 morti causati da overdose, emerge il volto spietato di un sistema che manipola vite umane per arricchirsi. Grazie alla testimonianza esclusiva di un ex membro, ho scoperto i meccanismi di controllo e il potere occulto della mafia nigeriana. La sua testimonianza non è solo un atto di coraggio, ma un monito: c'è bisogno di maggiore consapevolezza e di un impegno collettivo per fermare questo ciclo di morte.

Il racconto si addentra anche nell'oscuro intreccio tra la mafia nigeriana e le realtà locali italiane. La tratta di esseri umani assume connotazioni drammatiche: donne costrette alla prostituzione, alleanze con la Camorra per il controllo del territorio e rituali cannibalistici utilizzati per incutere paura e mantenere il controllo. Questi aspetti rivelano i legami tra culture diverse, unite solo dalla violenza e dal potere.

Il viaggio si conclude con un'analisi dettagliata della struttura interna della mafia nigeriana. Dalle gerarchie ai riti voodoo (ju-ju) , dai metodi di sfruttamento sessuale e lavorativo al controllo psicologico delle vittime, emerge un quadro agghiacciante. Inoltre, l'episodio finale si sofferma sul traffico di organi umani , una delle attività più macabre di questa organizzazione, che coinvolge talvolta medici italiani corrotti. Questo aspetto sottolinea ulteriormente l'estrema gravità del fenomeno e la necessità di interventi globali e sistematici per contrastarlo.

Un momento chiave di questo racconto è il riferimento all' Oba di Benin, Ewuare II , e al suo editto del 2018 che ha revocato i riti di giuramento legati alla tratta di esseri umani. Questo gesto simbolico ha rappresentato un primo passo verso il cambiamento, ma il cammino è ancora lungo.

Episodio 3

Episodio 2

Episodio 1

Cara comunità di JuzaPhoto,

so che per molti di voi potrebbe sembrare un piccolo gesto, ma per me significa davvero tantissimo. Iscrivendovi al mio canale, ovviamente solo se trovate i contenuti interessanti, non solo dimostrate il vostro apprezzamento, ma mi aiutate concretamente a sostenere questo progetto. Ogni iscrizione è un passo in avanti per continuare a raccontare storie che meritano di essere ascoltate. Grazie di cuore per il vostro supporto!


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avatarLa Realtà Senza Filtri - Scopri il Lato Nascosto del Mondo | Raw Facts
in Blog il 27 Dicembre 2024, 18:39


Raw Facts: La Realtà Senza Filtri - Scopri il Lato Nascosto del Mondo

Benvenuti su Raw Facts , il mio progetto che non teme di guardare il mondo dritto negli occhi. Qui non troverete confortanti illusioni o storie edulcorate. Attraverso immagini potenti e narrazioni crude, porterò alla luce ciò che viene taciuto, le verità che il mondo cerca di sfocare.

Ogni scatto è una denuncia. Ogni racconto è una sfida. Dal cuore dei conflitti alle crisi umanitarie dimenticate, il nostro obiettivo è semplice: rivelare la realtà, pura e diretta, senza filtri né compromessi.

Cosa troverai su questo canale:

?? Storie di resistenza, umanità e ingiustizia.
?? Documentari esclusivi su temi che il mondo preferisce ignorare.
?? Scatti fotografici unici, capaci di scuotere le coscienze.
?? Interviste a chi vive sulla propria pelle le tragedie globali.

Perché seguirmi? Perché il cambiamento inizia dalla consapevolezza. Se cerchi verità dure e un racconto senza maschere, Raw Facts è il tuo punto di riferimento.

? Iscriviti al canale e attiva le notifiche per non perdere i contenuti. Porta con te una visione chiara, non distorta, del mondo. La verità non può aspettare.




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avatarNatale di Riflessione: Il Mio Racconto tra Discariche, Rifugiati e Umanità
in Blog il 23 Dicembre 2024, 14:14


Cari amici,

Natale di Riflessione : scrivo queste righe con il cuore colmo di gratitudine e di pensieri che non smettono di accompagnarmi, giorno dopo giorno. Sono anni che tento di dare voce al mondo con la mia penna e la mia fotografia . Anni in cui ho attraversato discariche, prigioni, miniere, campi di rifugiati. Anni in cui ho incontrato il volto nudo della disperazione, dell'ingiustizia, e della forza umana. Anni in cui ho visto, toccato, respirato un mondo che, troppo spesso, ci ostiniamo a ignorare.

Porto negli occhi le immagini di quelle baracche fatte di ferraglia e stracci, che chiamano casa. Sento ancora l'odore acre delle discariche a cielo aperto, dove uomini e bambini si contendono i resti della nostra indifferenza. Rivedo quella chiesa, lì sopra, costruita su un cumulo di rifiuti. Fragile e sporca, fatta di lamiere e fango, eppure colma di una speranza disarmante, come una luce accesa nel buio più profondo.

Ripenso a quel bambino soldato che ho intervistato, con il suo fucile troppo grande, troppo pesante, per le sue mani piccole. Poche settimane dopo, mi hanno detto che era stato ucciso. Il suo volto mi tormenta, come tanti altri. Anime incontrate nei campi di Goma, tra milioni di sfollati, dove ogni sguardo sembrava chiedermi: “E tu? Cosa farai per noi?”. Ho sempre cercato di rispondere a quella domanda con il mio lavoro, con le mie foto, con il mio impegno, ma mi chiedo spesso: è abbastanza? Le mie parole, le mie immagini, serviranno a qualcosa? Saranno in grado di scuotere coscienze, di cambiare anche solo un frammento di questo mondo spezzato?

Porto dentro di me quei volti, quelle storie, quelle vite che, forse, oggi non esistono più. E mi chiedo se sarei potuto essere più forte, più incisivo, più umano. Ma oggi non voglio tediarvi con i miei dubbi. Voglio augurarvi un buon Natale.

Un Natale che vi permetta di stringere chi amate, di ringraziare chi vi ha creduto, chi vi ha sostenuto. Guardatevi intorno: tutto ciò che avete, tutto ciò che siete, è un dono. E non dimenticate che siamo nati nel lato fortunato del mondo. Certo, anche noi portiamo con noi i nostri demoni, le nostre lotte, ma abbiamo il privilegio di affrontarli da un terreno più saldo, meno spietato.

Vi invito a fermarvi un istante in queste feste, a respirare. Guardate con occhi nuovi ciò che vi circonda: gli affetti, la vita, il calore di un tetto, il sorriso di chi vi ama. Riflettiamo insieme sulla nostra umanità, sul nostro essere fragili, imperfetti, eppure capaci di compassione. Siamo umani prima di tutto. E in questa umanità risiede la nostra vera forza.

Siate grati, non solo al Natale, ma a voi stessi. Siate grati per ogni passo, per ogni caduta, per ogni piccola luce che avete saputo accendere in questo cammino. E fatene tesoro. Perché è solo nella consapevolezza di ciò che siamo e di ciò che abbiamo che possiamo costruire qualcosa di più grande.

Vi auguro feste piene di significato, di riflessione, di amore autentico. E vi ringrazio per aver camminato, in qualche modo, accanto a me.

Con affetto, buon Natale

Gerardo Fortino

www.youtube.com/@RawFacts-yt/videos


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Attrezzatura: Canon 1DX Mark II, Canon 5D, Fujifilm X100VI, Canon EF 70-200mm f/2.8 L IS III USM, Canon EF 17-40mm f/4.0 L USM, Canon EF 100-400mm f/4.5-5.6 L IS USM II, Canon EF 50mm f/1.2 L USM, Canon EF 24-70mm f/2.8 L USM II, Canon EF 1.4x III (Per vedere le statistiche di fotocamere, obiettivi e ISO più utilizzati da Gerry888800, clicca qui)

Occupazione: Reporter e Giornalista

Interessi: Fotografia, Lettura, Collezione libri rari, Teatro, Cinema, scrittura creativa e Jazz

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Sono Gerardo Fortino, fotoreporter di cronaca con l'obiettivo di dare voce a chi vive ai margini. Il mio lavoro è uno sguardo crudo e autentico sulle realtà dimenticate, dalle crisi umanitarie ai conflitti che consumano vite innocenti. Con la macchina fotografica, cerco di catturare non solo l'immagine, ma anche l'essenza e la dignità di ogni persona che incontro.

Le mie fotografie, ispirate al potente stile narrativo di Sebastião Salgado, esplorano la sofferenza, la resistenza e la speranza di chi affronta l'oscurità. Dalla Repubblica Democratica del Congo, dove racconto il dramma dei bambini soldato e documenti in bianco e nero la vita nei campi profughi, alla discarica di Dandora, dove umani, animali e macchine convivono in un ciclo surreale di degrado e sopravvivenza, il mio viaggio è una testimonianza contro l'indifferenza.

Ogni scatto è una storia, un invito a guardare senza filtri, perché credo che solo affrontando la verità si possa comprendere realmente il mondo.


Registrato su JuzaPhoto il 04 Gennaio 2024


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