| inviato il 29 Novembre 2023 ore 17:37
Ciao a tutti, sono un appassionato di fotografia analogica (da più di 5 anni scatto con la mia Pentax K1000), ma da un po' di tempo sto meditando di buttarmi anche nel mondo del digitale per avere più libertà espressiva. Sono un interior designer e fotografo spesso spazi interni, urbani e architetture, mentre solo poche volte faccio ritratti. Nelle ultime mie ricerche sto considerando molto due macchine in particolare: la Fujifilm XT3 / XT4 e la Sony alpha 7R II / alpha 7R III. Quale mi consigliereste? Consigliereste altro? E quanto influisce il fatto che Fujifilm non lavori sul Full Frame? Detto questo per me è importante che la foto non abbia una patina estremamente digitale quasi sembrasse un render (non so se mi spiego), quindi tengo conto anche del fatto che una macchina e la sua ottica possano lasciarmi margine di espressività senza essere troppo perfetti. Considerando un budget di € 2200, e considerando che punterei a prendere il corpo macchina usato e l'ottica (o le ottiche) nuova, con cosa mi consigliereste di iniziare? Uno zoom o subito ottica fissa? E che tipo di ottica? Grazie mille! |
| inviato il 29 Novembre 2023 ore 19:17
L'accoppiata A7rII con il Sony 12-24 f/4 G mi sembra valida per foto di architettura. Forse, per avere un corpo usato e l'ottica nuova ti tocca aggiungere un altro paio di centoni. Ma se becchi una buona offerta non è detto. L'A7rII è ormai vecchiotta, ma per foto statiche (o a soggetti che non si muovono rapidamente) può ancora fare egregiamente il suo lavoro grazie all'ottimo sensore. Il 12-24 f/4 G lo trovo un buon obiettivo, anche se non perfetto. Io lo uso soprattutto per foto di architettura e paesaggio urbano con un'A7rIII; e queste sono le mie impressioni d'uso: www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=4172980&show=2#24705286 Il sistema Fuji lo conosco poco e su corpi e obiettivi giusti per le tue esigenze potrà ragguagliarti chi ne ha esperienza. Posso solo dirti che c'è un Fujinon che potrebbe darti un angolo di campo equivalente al 12-24 su FF; ovvero uno zoom 8-16 f/2.8. C'è anhe un fisso 8mm f/3.5. P.S.: Qui discuto con un'utente, interessato all'uso degli zoom grandangolari spinti per la fotografia d'architettura, dell'alternativa costituita da Sony A7rIII + 12-24 f/4 G vs corpo Fuji + Fujinon 8-16 f/2.8: www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=3837672#22147328 |
| inviato il 04 Dicembre 2023 ore 10:07
Grazie mille Roberto per la tua risposta dettagliata! Vediamo se si fa vivo qualche utente del sistema Fuji. Comunque secondo te quanto è essenziale il FF rispetto a quello che vorrei fare io? In ogni caso mi sembra di capire che i mm delle ottiche FF non sono equivalenti alle stesse con sensori ASP-C. Qual è la differenza e il rapporto tra le due? |
| inviato il 04 Dicembre 2023 ore 10:29
“ Comunque secondo te quanto è essenziale il FF rispetto a quello che vorrei fare io? „ Non è essenziale, puoi usare quello che preferisci. “ In ogni caso mi sembra di capire che i mm delle ottiche FF non sono equivalenti alle stesse con sensori ASP-C. Qual è la differenza e il rapporto tra le due? „ Eh. 1,5x Io comunque disapprovo questa consuetudine ARCHITETTURA=IPERGRANDANGOLI. Mi danno l'idea di effetti speciali, di non saper comporre, di dover stupire continuamente, di dissociazione col verosimile. |
| inviato il 04 Dicembre 2023 ore 11:03
Che gli ultragrandangolari presentino delle problematiche è cosa risaputa. www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=1525986&show=3#7004710 Da qui, dove sintetizzo quelli che sono i miei riferimenti per la fotografia d'architettura, www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=3363535&show=2#18870517 faccio un copia incolla: <<- Se lo spazio lo consente, per dare un'idea più chiara di misure e proporzioni reali (e minimizzare i problemi della deformazione anamorfica), l'ideale sarebbe utilizzare un obiettivo normale (che reputo - se mi passate il gioco di parole - l'obiettivo più obiettivo). Lo stesso Feininger, ora non ricordo se ne l' Occhio del fotografo o in Principi di composizione, lo consigliava. Questo per le ragioni che si possono dedurre da questa efficacissima descrizione della focale normale che Pironman dà nel post introduttivo di questo thread: www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=2056934&show=1 Purtroppo però raramente capita di avere lo spazio per allontanarsi abbastanza da prendere un intero edifico con una focale normale, non parliamo poi degli interni, quindi spesso necessita di far uso di grandangoli più o meno spinti, meglio se decentrabili.>> Anche qui ho detto quel che penso sull'argomento: www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&show=1&t=1928151#9274273 |
| inviato il 04 Dicembre 2023 ore 11:43
“ Io comunque disapprovo questa consuetudine ARCHITETTURA=IPERGRANDANGOLI. Mi danno l'idea di effetti speciali, di non saper comporre, di dover stupire continuamente, di dissociazione col verosimile. „ Ci stavo pensando anch'io... Ho sempre paura di una distorsione eccessiva, oltre a un senso di incapacità compositiva. Già con un Soligor 28mm f/2.8 sulla mia Pentax mi sembra di inquadrare abbastanza. Certo, come dice Roberto, ci sono alcune condizioni estreme (bagno piccolo per gli interni, o edificio su una strada stretta per l'architettura) in cui è necessario un obiettivo un po' fuori dal normale. Però sicuramente non ne farei una regola ecco! A giro, per mio modestissimo parere, si vede tantissima roba con inquadrature folli e ottiche ipergrandangolari dove viene incluso tutto, senza alcun tipo di ritaglio compositivo. |
user203495 | inviato il 04 Dicembre 2023 ore 11:48
Vanno usate cum grano salis. Poi per architettura vi sono i decentrabili. |
| inviato il 04 Dicembre 2023 ore 13:20
Io usavo una Nikon D810 con 24mm decentrabile, che all'occorrenza con crop in camera diventa un 36mm. Accoppiata eccezionale…lascia perdere i super grandangoli! |
| inviato il 04 Dicembre 2023 ore 14:32
per quello che pratichi (o che vorresti praticare in con il digitale) la distinzione ML - reflex non ha alcun senso. Maggiore utilità possono invece rivelarsi nelle funzionalità della fotocamera che sono diverse da marchio a marchio e da modello a modello. Avere un monitor ruotabile può essere molto più utile quando ti trovi a scattare in posizioni difficile, o una connessione wifi, o le multiesposizioni in camera, od il pixel shift, un sensore flottante, etc.. Sicuramente più importante è l'ottica se scatti molto in interni a mano libera. Per quanto riguarda la distinzione tra FF e apsc vi sono vantaggi e svantaggi. Diciamo che probabilmente opterei per i vantaggi dell'apsc di avere una maggiore profondità di campo a parità di impostazioni. Se poi ti bastano generalmente i 28 mm su FF direi che non hai particolari problemi di scelta nemmeno con le lenti di qualunque marchio. Generalmente sono gli ultragrandangoli che costano se luminosi e di qualità. Secondo me visto che indichi usato puoi partire anche con un budget molto più limitato. A spendere sei sempre a tempo. Visto che hai una k1000 ti informo che tutte le tue lenti potresti utilizzarle anche sulle reflex digitali pentax senza alcun adattatore e conservando i semiautomatismi a partire dalla serie A. Una k70 con un vecchio 16-50 2.8 (come su usassi sulla k1000 uno zoom da 20-70 mm circa) può esserti ampiamente sufficiente per quello che cerchi, per iniziare ed anche proseguire un bel po, ad un costo di 600-700 euro, oltre naturalmente ad un buon treppiede che immagino tu già possegga. Sarà poi necessario imparare un po tecniche di post per le correzioni prospettiche, stitching, etc.. lo scoprirai piano piano. |
| inviato il 04 Dicembre 2023 ore 15:35
La fotografia di architettura è un genere che comprende i più disparati sotto-generi (se mi si passa il termine) con approci e finalità molto differenti tra di loro. Quel che è fondamentale è avere le iedee chiare su quel che si vuol ottenere. Leggo che sei un interior designer e pratichi da più di 5 anni la fotografia in analogico; quindi deduco che le idee chiare in proposito le hai già. Faccio di nuovo un copia incolla da quel post a cui ho qui sopra messo il link. www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=3363535&show=2#18870517 << Se le finalità sono di tipo "documentario": - Si usa quel che Feininger chiamava "Prospettiva rettilinea accademica", ovvero con le verticali a piombo, quando la linea dall'orizzonte è nell'inquadratura (il che non significa che l'orizzonte deve essere visibile). In genere è bene tenere perfettamente a piombo le linee verticali, tuttavia in certi casi, per evitare che l'edificio sembri allargarsi verso l'alto, si può dar loro una leggera inclinazione. - Si usa la "rettilinea reale", ovvero con le verticali convergenti verso un punto di fuga, quando la linea d'orizzonte non è nell'inqudratura, ma bensì sopra o sotto. - Con le prospettive rettilinee, mano a mano che ci si allontana dall'asse ottico, ovvero allargando l'angolo di campo o accentuando il basculaggio coi decentrabili, si accentuano le deformazioni marginali o anamorfiche, e di questo problema occorre tener conto; e anche della sensazione di dilatazione dello spazio che si ha con i grandangolari estremi, per cui una stanzetta finisce per somigliare a un salone, una piazzetta a una piazza d'armi (infatti nei libri e nelle riviste di architattura raramente si fa uso di focali grandangolari molto spinte). - Se lo spazio lo consente, per dare un'idea più chiara di misure e proporzioni reali (e minimizzare i problemi della deformazione anamorfica), l'ideale sarebbe utilizzare un obiettivo normale (che reputo - se mi passate il gioco di parole - l'obiettivo più obiettivo). Lo stesso Feininger, ora non ricordo se ne l' Occhio del fotografo o in Principi di composizione, lo consigliava. Questo per le ragioni che si possono dedurre da questa efficacissima descrizione della focale normale che Pironman dà nel post introduttivo di questo thread: www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=2056934&show=1 Purtroppo però raramente capita di avere lo spazio per allontanarsi abbastanza da prendere un intero edifico con una focale normale, non parliamo poi degli interni, quindi spesso necessita di far uso di grandangoli più o meno spinti, meglio se decentrabili. Se le finalità non sono di carattere "documentario", ma piuttosto di tipo "espressionistico" o "emozionale", ovvvero il voler comunicare con determinati espedienti la sensazione che un dato spazio architettonico o urbano esercita su di noi; oppure semplicemente realizzare immagini con un forte impatto o voler mostrare punti di vista insoliti (ed eventualmente si hanno anche ambizioni "artistiche"): - Ritengo assolutamente legittimo fare uso della prospettiva "Rettilinea reale" (ovvero con le verticali convergenti verso un punto di fuga) anche con la linea dell'orizzonte nell'inquadratura. Oppure utilizzare la "Prospettiva cilidrica", ottenibile unendo più foto, anche se c'è la controindicazione che le facciate si incurvano. Questa prospettiva, a mio parere, suggerisce la sensazione di quando contempliamo un vasto spazio spostando lo sguardo in orizzontale. Ma è altrettanto giustificato il fare uso della "Propettiva sferica", ottenibile con i fisheye, che reputo particolarmente adatta ad ambienti non caratterizzati da geometrie ortogonali, ma piuttosto da planimetrie "organiche", superfici incurvate e spazi avvolgenti; oppure da linee diagonali, angoli ottusi e acuti e piani variamente inclinati. - Trovo anche legittimo inquadrare, ad esempio, un edificio da vicino con un grandangolo spinto (anche se potremmo allontanarci e usare una focale più moderata), se il nostro intento è di carattere "espressionistico" piuttosto che "documentario"; in quanto in tal modo si accentuano le linee diagonali e gli angoli (rendondoli più acuti o più ottusi) conferendo maggior dinamismo alla composizione. Altrettanto accettabile è l'inquadrare un intero edificio da lontano con un teleobiettivo, per ottenere quell'effetto di apparente "compressione della prospettiva" che può risultare suggestivo.>> Dedurrei (correggimi se sbaglio) che il fine della tua fotografia sia di tipo documentario; per appunto documentare i tuoi progetti e le architetture che ritieni interessanti. Quindi verticali a piombo e uso prevalente di grandangoli, senza però esagerare con le focali dal momento che con gli ultrawide <<si accentuano le deformazioni marginali o anamorfiche, e di questo problema occorre tener conto; e anche della sensazione di dilatazione dello spazio che si ha con i grandangolari estremi, per cui una stanzetta finisce per somigliare a un salone, una piazzetta a una piazza d'armi (infatti nei libri e nelle riviste di architattura raramente si fa uso di focali grandangolari molto spinte).>> Quindi stare entro i 28-24mm, magari avere qualche la possibilità di allargarsi di qualche mm per avere un po' di margine utile per mettere a piombo le verticali. A meno che tu non abbia un decentrabile. Perè questi obiettivi sono costosi e magari prova a vedere se le foto raddrizzate in PP (trovo il Software Dxo ViewPoint molto efficace) ti soddisfano prima di fare l'acquisto. Poi, ti sarai già accorto che fotografando all'interno di normali appartamenti, con un'altezza di 2.70-3 metri, è facile avere già le verticali a piombo e prendere quello che vuoi nella composizione alzando o abbassado un po' la macchina. Ovviamente con una cattedrale gotica è un altro discorso. Poi va da sé che possono far comodo anche focali normali, ad esempio quando in esterni puoi allontanarti abbastanza dell'edificio da prenderlo per intero con un 45-50mm. E anche focali tele, per prendere particolari architettonici a cui non ci si può avvicinare. Nel primo post, avendo chesto di una ML Sony megapixellata, sono partito subito con il consigliarti l'A7rII. Però, considerato che hai già ottiche Pentax, mi sembra saggio il consiglio di Mirko per un primo approccio al digitale con una reflex della stessa marca. In seguito potrai decidere se restare con lo stesso sistema oppure valutare il passaggio a un altro con maggior cognizione di causa. |
| inviato il 04 Dicembre 2023 ore 15:49
“ Però, considerato che hai già ottiche Pentax, mi sembra saggio il consiglio di Mirko per un primo approccio al digitale con una reflex della stessa marca. „ Ad essere sincero l'ho fatto più per dovere di cronaca (e magari di tipo affettivo ) che altro. In tutta onestà quel panagor (che non mi pare una lente brillante di suo) non sarebbe proprio il massimo in entrambi i formati. Se però nel corredo ha qualcos'altro può pensare di utilizzarlo anche solo per divertimento. E' divertente uscire con una camera digitale ed una analogica e scambiarvi le lenti. Per il resto è sicuramente utile quanto scrivi, ed è innegabile l'utilità di lenti basculanti. Tuttavia direi che oggi, a livello amatoriale, esistono tecniche e programmi che consentono di ottenere buoni risultati con molta più semplicità e minori costi. A suo tempo, io che non sono uno smanettone, ho potuto constatare che sia relativamente semplice poter utilizzare alcuni di questi programmi e con un minimo di esperienza i risultati arrivano ad essere più che dignitosi. Ecco perchè ho semplicemente detto che per quello che vuole praticare non partirei a mille, tanto avrà necessità di fare esperienza a 360° e valutare meglio. Una attrezzatura "media" è già abbondante per quasi tutti e lascia modo di trovare la propria strada piano piano. Tanto in fotografia non esistono investimenti, ma solo costi per praticarla. Poi sarei curioso di capire anche da dove parte. Non per fare il San Tommaso ma ho qualche difficoltà a focalizzare i risultati di una k1000 con un 28 mm in interni. Sarei contento di esserne stupito ovviamente se vorrà pubblicare qualcosa. Tutto 'sto pippone per dire che avere un buon budget è meglio, ma l'incremento di utilità anche spendendo molto di più è talvolta marginale per essere apprezzato compiutamente. |
| inviato il 04 Dicembre 2023 ore 16:00
Gli obiettivi decetrabili sono molto utilizzati in architettura per correggere la prospettiva, erano vitali con la pellicola, con il digitale e i sensore iperdensi si è iniziato ad usare anche i supergrandangolari mi spiego: tenendo in bolla un 12 mm su full frame o un 8 mm su aps-c le linee cadenti scompaiono, vista la possibilità di fare crop si elimina la parte che non interessa e si ha un edificio con prospettiva corretta. Occorre considerare che gli obiettivi decentrabili sono manual focus. Su apsc esistono adattatori che permettono di montare ottiche per full frame e di decentrarle. Su fuji ho preso un adattatore Tilt e Shift Nikon, montando un 20 mm ho un ottica pari ad un 30 mm decentrabile, montando il Samyang 14 mm è un 20 mm eqivalente: è macchinoso ma si risparmia un decentrabile costa e poi su Fuji mi sembra che si sia solo il 24 mm Samyang. |
| inviato il 04 Dicembre 2023 ore 16:50
“ ... tenendo in bolla un 12 mm su full frame o un 8 mm su aps-c le linee cadenti scompaiono, vista la possibilità di fare crop si elimina la parte che non interessa e si ha un edificio con prospettiva corretta. „ Con questo metodo ho fatto le foto presenti in questa galleria: www.juzaphoto.com/me.php?pg=307820&l=it Le ho prese con un'A7II (non avevo ancora la rIII) e il Sony 12-24 f/4 G (a parte la prima della serie col 24-105 f/4 G a 27mm); tenendo la macchina in verticale e in bolla, quasi tutte a 12mm (ma ce n'è una a 16mm). In seguito ho ritagliato sotto e talvolta anche sopra. Ho usato i 12mm (angolo di campo in larghezza equivalente a un 18mm avendo tenuto la macchina in verticale) perché le strade intorno all'edificio in questione non sono molto larghe, quindi lo spazio tra il PdR e il palazzo era limitato. Altrimenti, sempre con lo stesso metodo, uso focali più moderate. Anche per questa ho tenuto l'A6000 (corpo macchina Aps-C), con il Sony 10-18 f/4 a 14mm, in verticale e in bolla; poi ho tagliato sia sotto che sopra impaginando in formato quadrato: www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=3712248 |
| inviato il 04 Dicembre 2023 ore 16:57
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