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Ho scoperto da pochissimo questo aspetto della post produzione perché mi è stato fatto notare che molte delle mie foto in galleria soffrono di distorsione e linee cadenti perché sono state scattate con grandangoli e notoriamente le focali grandangolari soffrono di questa cosa.
Purtroppo fino ad ora ho sempre pensato che bastasse applicare il profilo obiettivo in fase di post per correggere la distorsione oltre che la vignettattura. Ho imparato ora invece che si può intervenire manualmente sulla prospettiva.
A questo punto, per non incorrere più in questo errore, mi domando come e in che limiti bisogna intervenire. C'è una regola base? Si può modificare la prospettiva in modo da riportare le line verticali in parallelo, o bisogna intervenire fino ad un certo limite per non causare distorsioni sulla parte centrale dell'immagine? Quanti e quali artefatti causa questa regolazione? Insomma, come vi regolate voi esperti quando sviluppate questo aspetto?
Regole particolari non ne conosco, secondo me si fa prima a fare un pò di prove, ad esempio usando lo strumento keystones di C1, a due e quattro punti. Se la deformazione prospettica è eccessiva e si esagera il risultato può essere pessimo, si schiaccia una parte dei piani e l'impressione è che sia un assemblaggio di pezzi.
Strano che pur scattando da un pò non ti sei mai accorto che la deformazione prospettica e la distorsione obiettivo sono due cose diverse.
Premesso che non sono un esperto, va detto che le linee cadenti sono un naturale effetto prospettico, non è qualcosa di cui soffrono gli obiettivi. Se si vuole evitarle (perché così stabiliscono le convenzioni, come per esempio in molta fotografia di architettura, o per qualsiasi altro motivo) bisogna tenere la macchina in bolla e se occorre utilizzare un obiettivo decentrabile per poter ottenere l'inquadratura voluta, oppure appunto intervenire successivamente modificando l'immagine. In entrambi i casi, come ha già scritto Sierra, se si esagera l'effetto può apparire molto artificioso o dare l'impressione che gli edifici si allarghino verso l'alto. Avevo letto di qualcuno che per questo a volte preferiva fare in modo che le linee sembrassero verticali "a occhio" piuttosto che geometricamente verticali.
“ per questo a volte preferiva fare in modo che le linee sembrassero verticali "a occhio" piuttosto che geometricamente verticali „
Si questo si, la cosa migliore è vedere il risultato ad "occhio", magari un compromesso, e lasciare stare le geometrie precise. Almeno nel mio caso è sempre stato così (parlo di pp, ottiche decentrate mai usate).
Certamente l'obiettivo decentrabile resta lo strumento principe per le foto di architettura, perché con quello previsualizzi già nel mirino o nel display il risultato finale e sfrutti per intero la superficie del sensore. * Ma anche con un grandangolo non decentrabile si possono ottenere risultati, a mio parere, soddisfacenti; con l'identica configurazione geometrica che avresti con un decentrabile (che poi è la stessa che avresti con un rigoroso disegno prospettico, sia che lo effettui a mano che con il CAD). Però devi effettuare dei tagli e non sfrutti per intero la superficie del sensore.
Per tenere le verticali "a piombo", con un NON decentrabile, ci sono due metodi:
1° (che per me è il migliore se hai un obiettivo con una angolo di campo sufficientemente ampio): tieni la macchina "in bolla", ovvero con l'asse ottico parallelo al terreno (e quindi il sensore perpendicolare al medesimo e con la linea d'orizzonte corrispondente alla mediana orizzontale dell'inquadratura), poi eventualmente tagli, in genere sotto ma a volte anche sopra. Con un grandangolo spinto spesso è utile tenere a tal fine la macchina in verticale. Con questo sistema hai il vantaggio di una facile previsualizzazione (vedi come verrà, semplcemente sottraendo le parti che saranno tagliate) e di una resa più omogenea. In tal modo ho fatto questa foto. Nel dialogo sottostante c'è il JPEG (scatto in JPEG + RAW) come è uscito dalla macchina: www.juzaphoto.com/galleria.php?t=2164901&l=it Questa la conversione in B&W: www.juzaphoto.com/galleria.php?t=2164902&l=it
2°: Fotografi con le linee inclinate e successivamente le raddrizzi in PP. Ma oltre a raddrizzare devi stirare verso l'alto, altrimenti l'immagine risulta schiacciata. CameraRaw e Dxo ViewPoint hanno delle procedure automatiche con cui queste operazioni vengono effettuate. La controindicazione consiste nel fatto che la previsualizzazione è meno agevole e hai minore uniformità nella definizione, in quanto l'immagine viene maggiormente ingrandita su di un lato piuttosto che sull'altro. Però, se le linee non sono eccessivamente inclinate, si possono ottenere risultati, a mio parere, accettabili. Lo stesso palazzo di di prima. Volevo un'immagine più "contestualizzata", in cui si intavvedessero anche gli edifici contigui. Anche qui c'è il JPEG originale nel dialogo sottostante: www.juzaphoto.com/galleria.php?t=2148460&l=it Versione monocromatica: www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3245916&l=it
Questa l'ho fatta con il Sony 10-18/4, che è un'ottica per APS-C, ma è usabile anche su FF tra 12 e 16mm. Come l'ho ottenuta è scritto nella didascalia: www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=2552593
Siccome la deformazione marginale sulla sommità del campanile mi sembrava ecessiva, ho fatto questa correzione con la procedura descritta anche qui nella didascalia: www.juzaphoto.com/galleria.php?t=2605030&l=it
La controindicazione consiste nel fatto che nelle ultime due la prospettiva non è più rigorosamente rettilineare; infatti come ho scritto "i puristi storceranno il naso", tra questi "puristi" diversi mie colleghi architetti; forse per il fatto che la prima delle tre foto è appunto la configurazione che otterresti con un rigoroso disegno prospettico, sia che lo effettui a mano che con il CAD. Ma la terza foto è quella che io preferisco.
Per contro, le foto della serie "Ca' Brutta - X", presenti in questa galleria www.juzaphoto.com/me.php?pg=307820&l=it le ho prese con L'A7II e il Sony 12-24/4 G (a parte una col 24-105/4 G); tenendo la macchina in verticale e "in bolla", il più delle volte a 12mm. In seguito ho ritagliato sotto e talvolta anche sopra.
Per quest'altra, all'interno della chiesa di Sant'Alessandro in Zebedia, ho usato, con l'A7II, il Venus Laowa 9mm f/5.6 (il grandangolo più spinto attualmente disponibile per FF). Anche qui ho ho tenuto la macchina in bolla e in verticale; poi ho tagliato sia la parte in basso che quella in alto, ottenendo una configurazione equivalente a un 13.5mm decentrabile tenuto in orizzontale, con l'unione di un paio di fotografie effettuate decentrando gradualmente l'obiettivo verso l'alto (nella discussione, sotto ai video di Philippe Daverio, c'è la foto prima del ritaglio): www.juzaphoto.com/galleria.php?t=4063988&l=it e subito dopo motivo le ragioni di quel trattamento: www.juzaphoto.com/galleria.php?t=4063988&l=it#23903507
Qui invece, tenendo in verticale e in bolla la macchina con il Laowa 9mm non ruiscivo a prendere per intero i due palazzi simmetrici porticati; quidi ho fotografato con la macchina in orizzontale e le verticali inclinate, poi le ho messe a piombo con DxO ViewPoint 3.1 (il file prima del "raddrizzamento" è visibile nel dialogo sottostante): www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=4031081 Questa è una delle mie poche foto recenti in cui ho messo a piombo le verticali in PP. Da quando ho il Sony 12-24/4 e il Laowa 9/5.6 in genere adotto quello che qui sopra ho definito il 1° metodo, ovvero con la macchina in bolla e successivo ritaglio.
In questa, sempre con l'A7rIII e il 12-24 G a 12mm, ho corretto sia le linee cadenti che la deformazione marginale ai lati tramite il software DxO ViewPoint 3.1: www.juzaphoto.com/galleria.php?t=4305541&l=it
Mentre in quest'altra, con la medesima attrezzatura e alla stessa focale, ho tenuto la macchina in veritcale e "in bolla" (quindi con le verticali "a piombo"); poi, in post produzione, ho tagliato una porzione superiore e una inferiore: www.juzaphoto.com/galleria.php?t=4198743&l=it
Ecco, gli esempi sopra delle foto del campanile sono quello che intendevo per valutazione "ad occhio". La prima ha un evidente problema sulla sommità, la seconda, appiattita quell'area, conserva un problema,a mio avviso notevole, nella deformazione dell'albero e anche nel campanile stesso.
Il problema nasce quando si "raddrizzano" oggetti di proporzioni e dimensioni note, o facili da indovinare a colpo d'occhio, quindi dove è evidente che c'è una deformazione (persone, ma anche oggetti presenti in più parti diversamente "stirate", ad esempio le foglie). Lì conviene trovare il compromesso meno impattante visivamente. In base a questo, anche in base a quanto occorre "tagliare" della foto per raddrizzare, mi capita anche di lasciare la foto così com'è.
“ Strano che pur scattando da un pò non ti sei mai accorto che la deformazione prospettica e la distorsione obiettivo sono due cose diverse. „
I contro dello studio da autodidatta tra tutti i milioni di tutorial su lightroom o sul landscape in generale che ho seguito, nessuno che mi abbia mai menzionato la prospettiva e come curarla in PP
@Roberto P ti ringrazio ancora per gli esempi ed anche per avermi fatto leggere cosa dice Feininger sulla stessa
Intendo curare molto questo aspetto da ora in poi, fermo restando che in un determinato tipo di composizioni in architettura mi piace l'effetto delle verticali convergenti (la prospettiva reale di cui parla Feininger). Ad esempio ho in testa grattacieli moderni dal basso verso l'alto che convergono .
Per il resto invece, mi pare di capire che il raddrizzamento delle verticali va visto un po volta per volta ad occhio, per cercare di non snaturare troppo la foto, partendo magari già da un buono scatto alla base. Ok, vediamo cosa tirerò fuori, sto aspettando il mio grandangolo e poi vedo se riuscirò a tirarci fuori quello che per ora ho solo in testa
“ ... fermo restando che in un determinato tipo di composizioni in architettura mi piace l'effetto delle verticali convergenti (la prospettiva reale di cui parla Feininger). Ad esempio ho in testa grattacieli moderni dal basso verso l'alto che convergono . „
La prospettiva "rettilinea reale", ovvero con le vericali convergenti verso un punto di fuga, è la norma quando la linea d'orizzonte NON rientra nell'inquadratura.
Figuarati... Per me è un piacere trattare questi argomenti che mi apassionano da sempre.
“ Il problema nasce quando si "raddrizzano" oggetti di proporzioni e dimensioni note, o facili da indovinare a colpo d'occhio, quindi dove è evidente che c'è una deformazione (persone, ma anche oggetti presenti in più parti diversamente "stirate", ad esempio le foglie). Lì conviene trovare il compromesso meno impattante visivamente. In base a questo, anche in base a quanto occorre "tagliare" della foto per raddrizzare, mi capita anche di lasciare la foto così com'è. „
Le deformazioni marginali sono inevitabili quando, con un obiettivo rettilineare, ci si allontana dall'asse ottico, cosa che accade quando si usano grandangoli spinti oppure dei decentrabili appunto decentrati al massimo; a meno che non si inquadri solo ciò che e collocato parallelamente al sensore su estrambi gli assi X e Y, come un'ipotetica facciata di un edificio piatta con finestre perfettamente a filo del muro esterno. Qui ho posto questo esempio: www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&show=4&t=2021307#9787996
Un altro esempio: per la deformazione marginale appare di forma elittica la base e la sommità di queste colonne del Mudec di Milano:
Lo stesso Gabriele Basilico, in questa celebre foto nel suo Ritratti di fabbriche del 1980:
ha accettato il fatto che la sommità delle ciminiere apparisse di forma ellittica.
A volte l'unica consiste nel rinunciare a rappresentare il soggetto con una sola foto.
Ad esempio qui ho tentato di prendere in un'immagine l'abside e il campanile della chiesa romanica di S. Donato di Sesto Calende. All'epoca non disponevo di niente di più ampio del Samyang 12mm f/2 su Aps-C, e l'ho risolta unendo queste due foto
ma prevedevo già l'esito e l'ho fatta proprio per mostrare le problematiche di operazioni di questo genere:
(da non fare caso alle striature nel cielo dovute al modo frettoloso con cui ho fatto l'unione tramite Photoshop) Il campanile sarà alto un 30 e io ero a un 15-20 metri circa. Non era possibile allontanarsi a causa di un muro. Nel tentativo di far entrare nell'inquadratura una costruzione così alta da un PdR così ravvicinato e con una prospettiva "rettilinea accademica", è inevitabile che la deformazione marginale faccia sembrare la sommità del campanile a pianta rettangolare, mentre in realtà è quadrata. Quindi abbiamo una contraddizione: uso questo tipo di prospettiva con finalità documentarie, per comunicare la reale configurazione dell'edificio, ma finisco per trasmettere un dato errato sulla pianta del campanile. Io a questo punto non vedo altra alternativa che rinunciare all'idea di risolvere tutto in una sola foto.
Infatti l'ho risolto con due foto. Nella prima ho preso l'abside con un grandangolo e quella che Feininger chiama "Propettiva rettilinea accademica" (ovvero con le linee verticali a piombo):
Poi, in questa ho adottato una "Propettiva cilindrica". Come l'ho ottenuta è nella didascalia. Prendetela come un esperimento o un divertimento (ovviamente in una monografia sulla suddetta chiesa nessun editore me la accetterebbe, tuttavia mostra efficacemente la "location" in cui la foto è stata fatta, con però l'effetto collaterale di dilatare lo spazio antistante che in realtà è angusto):
non la userei come tavola in un saggio sul Fondaco dei Tedeschi, non fosse altro che per il fatto che gli archi a tutto sesto presso gli angoli in basso appaiono a sesto ribassato.
P.S.: Oltre a ciò, il cortile sembra rettangolare mentre in realtà è quadrato. Quindi ho realizzato questa versione tagliando la parte in basso:
Poi c'è il problema a cui è già stata fatta menzione, che appunto "se si esagera l'effetto può apparire molto artificioso o dare l'impressione che gli edifici si allarghino verso l'alto."
A volta basta lasciare una pendenza appena percettibile, anche inferiore a un grado, per neutralizzare questo effetto.
E' un fenomeno che conosco da tempo. In questa che ho scattato 30 anni fa con un Nikon 28mm decentrabile, credo con cavalletto e bolla, ho appunto lasciato una leggerissima pendenza. La diapositiva è stata digitalizzata con il sistema barbarico di fotografare lo schermo su cui era proiettata, tale e quale (ho lasciato una cornicetta nera per segnalarlo):
www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1105057 In questa elaborazione in bianco e nero ho fatto un leggero crop per togliere l'edifico che fa capolino sulla sinistra (da cui la scomparsa della cornicetta) ma ho lasciato la pendenza inalterata:
In questa avevo tenuto la macchina in bolla, ma con il risultato che la chiesa sembrava allargarsi verso l'alto. A tale effetto contribuiva anche la "spanciatura" delle case circostanti (a Venezia nessun muro è veramente a piombo). Quindi in PP ho indotto una leggera inclinazione.
Un esempio ben più significativo e autorevole delle mie fotine lo posso trovare in Gabriele Basilico. In genere con il suo banco ottico teneva a piombo le linee cadenti, ma qualche rara volta lasciava una leggerissima inclinazione:
Se si guarda atentamente, lo spigolo destro dell'edificio diverge di una frazione di grado dal bordo destro della foto.
In questa della palazzina "Il Girasole" di Luigi Moretti ha fotto l'opposto e, trasgredendo le regole canoniche, ha fatto divergere leggermente le linee verso l'alto:
Ha anche messo l'attacco a terra appena sotto il bordo inferiore; probabilmente voleva dare un senso di "incombenza" alla facciata.
Questa è una foto di Basilico decisamente anomala:
Linee cadenti non corrette, inclinata, con figure umane (sia pure evanescenti - ma di solito le evitava); penso che non abbia usato il suo solito banco ottico ma una probabilmente una 24x36.
Evidentemente voleva dare un senso di foto presa al volo.
L'opzione "Filtro > Grandangolo adattato" di Photoshop la uso per fare il de-fishing di foto con il Samyang 8mm f/2.8 e ottenere una prospettiva cilindrica da quella sferica generata dal fisheye:
Gialuca8675 ci sono tanti utensili per raddrizzare la prospettiva con PS, LR, ecc....ma secondo me il piu efficace è un sw studiato proprio per questo DxO ViewPoint che non solo raddrizza la prospettiva ma anche l'anamorfosi (deformazione dei bordi dell'immagine che "distrorce" le proporzioni) basandosi sulla l'ottica e la focale utilizzata marcata nei dati exif, puoi scegliere fra una correzione automatica ma d'intensità regolabile per % o manuale....non conosco migliore sw per effettuare questo tipo di correzioni, anche se i principali fra questi utensili sono gia integrati a DxO PhotoLab che in piu assicura uni sviluppo dei raw di grande qualità. Pero ti consiglio di "andarci piano" con questo tipo di correzioni, una correzione totale puo diventare eccesiva e artificiale ed è spesso meglio correggerla solo parzialmente per conservare un'aspetto piu naturale.
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