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Il mistero della focale normale


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avatarsenior
inviato il 26 Ottobre 2016 ore 11:15

Volevo fare solo una piccola precisazione sulla focale normale, dal momento che ho visto che si tratta di un argomento abbastanza trattato, ma del quale ho letto molte inesattezze.
Innanzitutto, va detto che ogni oggetto inquadrato ha una certa prospettiva, che dipende solo ed esclusivamente dal punto di ripresa.
Se per esempio voglio fotografare un vaso, metto la fotocamera sul cavalletto e lo fotografo con un 200 mm, poi lascio tutto com'è e metto un 10 mm, la foto avrà esattamente la stessa prospettiva, se faccio un ritaglio della foto fatta col 10 mm (tralasciando la profondità di campo) avrò esattamente la stessa foto che ho fatto col 200.
Il discorso di obiettivo normale deriva dal fatto che, se abbiamo una stampa (o un immagine a monitor), abbiamo la tendenza ad osservarla da una distanza pari al diametro del cerchio che la racchiude, quindi ad una distanza pari alla diagonale. Un foglio in formato A4 lo guarderemo da 35 cm circa di distanza, un cartellone da 2x3 metri lo guarderemo da 3 metri e mezzo.
Questo perchè in condizione di fissazione (quando fissiamo un oggetto) l'angolo coperto dall'occhio umano è di 50-55°. L'angolo totale che copre è molto più ampio, ma quando osserviamo attentamente qualcosa, è quello.

Concludendo, se io prendo una foto e la guardo, è come se stessi guardando la scena riprodotta nella foto attraverso una finestra. Se mi avvicino alla finestra, vedo una scena più ampia, viceversa se mi allontano vedo una porzione più ristretta del "mondo esterno". Quindi se fotografo con un grandangolare, e guardo la foto da più vicino, la scena appare ancora naturale. Ancora, se fotografo con un tele e guardo la foto da più lontano, appare ancora naturale. Quindi se cambio la distanza di osservazione, può essere considerato "normale" anche un grandangolo o un tele.
Mantenendo l'esempio del vaso di prima, se stampo 20x25 la foto prodotta, per considerarli normali dovrei guardare da 1 metro e mezzo la foto scattata col 200, da 75 mm la foto scattata col 10 mm. Ovviamente nessuno fa questo, quindi la visualizzazione appare non più normale se mantengo sempre la stessa distanza di osservazione. A quel punto, ho la sensazione di schiacciamento o "rilassamento" (qual'è il contrario di schiacciamento?) dei piani.
Questo è tutto, nessuna magia strana. è un concetto semplice, che però va elaborato un attimo, e si rischia di fare confusione e leggere di liti fuoribonde nei forum ;)

avatarsenior
inviato il 26 Ottobre 2016 ore 11:40

Anch'io certi giorni ho un sacco di tempo libero:-P

avatarjunior
inviato il 26 Ottobre 2016 ore 11:59

Un obiettivo si dice "normale" quando la lunghezza focale equivale alla diagonale del sensore/pellicola che si usa, e lo si definisce tale solamente per poterlo riconoscere e, quindi scegliere, per ottenere risultati fotografici desiderati. Poi se uno ritiene normale questo o quel obiettivo penso siano affari suoi.

avatarsenior
inviato il 26 Ottobre 2016 ore 12:17

le diatribe e soprattutto le liti, nel passato e nel recente, sono dovute quasi esclusivamente ad un tipo con lo stile sottuttoio e voi dite boyate .
pena poi dirla anche lui qualche inesattezza (io preferisco non essere tracotante con i termini), per esempio disse che la compressione dei piani è causata dall'impiego di lunghe focali. MrGreen ma poi fa il paladino contro le tante boyate, come lui sostiene, che dicono gli altri.
dopo questa osservazione, ovvero dopo avergli ricordato che un tele è solo più idoneo a catturare la compressione dei piani, ma che il fenomeno è dato dalla prospettiva, lui si, mister Cigno, ha pensato di bannarmi, che è un tutto dire...
differentemente ciascuno dice la sua con serenità come richiesto in una community (tra l'altro anche previsto dal regolamento interno www.juzaphoto.com/article.php?l=it&article=terms_service_privacy vedi alla voce Regole di condotta, differente dalla prassi adottata da alcuno).
per il resto Pironman, quanto scrivi potrebbe essere "impugnato" in qualche pelo nell'uovo da qualche purista (che magari è il primo spurioCool) ma mi sembra chiaro, comprensibile e semplice.

avatarjunior
inviato il 26 Ottobre 2016 ore 12:17

Sante le parole sensate di Colser. Uno può, se vuole, definire normale tutto quello che vuole e nessuno lo può contraddire. Per me normale è un supergrandangolare da 15 mm . Mi ci trovo bene, ci sguazzo e se provo un altro obiettivo (qualcuno dice lente e mi fa ridere) divento triste. Questione di gusti, ragazzi. Altrimenti che diverimento sarebbe la fotografia?

avatarsenior
inviato il 26 Ottobre 2016 ore 16:57

ottima spiegazione!
parole giuste con paragoni semplici!
complimenti ;-)

avatarsupporter
inviato il 26 Ottobre 2016 ore 18:51

Il post di apertura di apertura di Pironman chiarisce molto efficacemente il concetto di obiettivo "normale".

Volendo, a partire da ciò, si potrebbero svolgere altre considerazioni.

Ingenuamente si potrebbe dire che il "normale" restituisce l'immagine più "realistica" e "naturale"; ma a questo punto metto per la trecentesima volta questa citazione da Andreas Feininger (a rischio di passare per dottrinario e ripetitivo, ma ritengo sia più onesto mettere in campo quello che è il mio riferimento principale in campo fotografico):
www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&show=9&t=1780926#8408592
Poi, lo stesso Feininger, non ricordo se ne L'occhio del fotografo o in Principi di composizione, ribadiva la definizione di "normale" come l'obiettivo la cui lunghezza focale equivale più o meno alla diagonale del sensore o pellicola utilizzata.
Però vorrei attirare l'attenzione su un passaggio dalle pagine a cui ho sopra messo il link:
"... l'occhio, controllato dal cervello e dalla mente dell'uomo, a volte vede la realtà in modo diverso dall'obiettivo fotografico..."
Mi sembra plausibile che questa consapevolezza dell'interazione tra occhio e cervello Andrea Feininger l'abbia assimilata alla Bahaus di Weimar dove si laureò, sotto la guida di Walter Gropius, nel 1928; e in tale scuola lo studio della Gestaltpsychologie era tenuto in grande considerazione.
it.wikipedia.org/wiki/Psicologia_della_Gestalt
Quindi aveva ben presente il fatto che la percezione visiva è data da appunto un'interazione complessa tra occhio e cervello.

Per quando mi riguarda, su tali tematiche, per me il testo di riferimento è questo:
https://www.amazon.it/Occhio-cervello-psicologia-del-vedere/dp/8870785
www.boscarol.com/blog/?p=9094
La prima edizione è del 1966 ma è stato oggetto di numerosi aggiornamenti. Si tratta di un testo divulgativo ma è opera di un illustre neuropsicologo:
en.wikipedia.org/wiki/Richard_Gregory
www.richardgregory.org/
Conosco questo libro dai primi anni '80, da quando lo trovai nella bibliografia di un esame di "disegno e rilievo" sostenuto all'IUAV di Venezia.

Resta comunque problematico il rapporto tra obiettivi e occhio umano:
it.wikipedia.org/wiki/Occhio
www.nadir.it/pandora/OCCHIO_FOTOCAMERE/dassio.htm *
Se l'obiettivo "normale" restituisce un angolo di campo di 45°-50° circa e, stando al testo a cui ho messo sopra il link, "la fovea copre i soli 10° centrali, la macula copre circa 25°, il polo posteriore 60°, la media periferia 90°. La retina dei due occhi copre nell'insieme un angolo di campo di 160° in orizzontale e di 120° in verticale"; come si spiega a questo punto il fatto che il "normale" venga da molti (me compreso) percepito come "l'obiettivo più obiettivo" (scusate il gioco di parole), quello che meno fa sentire a sua presenza e restituisce l'immagine più "naturale"? (Le virgolette sono d'obbligo per le ragioni sopra descritte).

Io mi permetterei di avanzare un'ipotesi:
Innanzitutto consideriamo la resa prospettica, che ricordiamolo NON dipende dalla focale utilizzata ma dal PdR, ovvero dal punto in cui è posizionata la macchina e dall'orientamento dell'asse ottico:
www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&show=3&t=1972984#9526291
Come mi sembra di aver dimostrato, la linee parallele appaiono inclinate e convergenti verso i rispettivi punti di fuga e tale inclinazione NON dipende dalla focale; ma con i tele, per via del minore angolo di campo, ne entrano nell'inquadratura poche e quindi appaiono scarsamente divergenti:



Con un grandangolo spinto ne entrano parecchie, e quindi anche quelle più esterne e divergenti in una misura che può apparire poco "naturale":



C'è anche da dire che nell'occhio tali linee esterne, se l'attenzione è concentrata sul centro dell'immagine, vengono percepite dalla visione periferica (quindi poco dettagliate), proiettate sulla superficie retinica che è sferica (quindi incurvate, la prospettiva rettilineare è frutto di un'astrazione) e appena poniamo attenzione a queste zone ecco che inevitabilmente scatta una saccade, ovvero un rapido movimento dell'occhio, che porta ciò che ci interessa al centro e quindi le linee non le vediamo più così inclinate.
Ecco che l'immagine con il "normale" può apparire come l' aurea medietas con le linee convergenti inclinate nella "giusta" misura:




Poi c'è la questione della "compressione dei piani", che spero che sia ormai assodato che non dipende dalla focale ma dal fatto che con i grandangolari rispetto ai tele entrano nell'inquadratura molte più cose, vicine e lontane, e quelle lontane appaiono più piccole.
Ecco, forse con il "normale" entra nell'inquadratura la "giusta" quantità di cose ed queste appaiono (sottolineo appaiono) rimpicciolite e quindi distanziate nella "giusta" misura e ciò da a molti l'impressione (nuova sottolineatura) di un'immagine più "naturale".

* L'articolo è interessante, tuttavia resto perplesso quando leggo "...il motivo per cui il 50 mm è considerato 'normale' (per il 35 mm) risiede nella resa prospettica, analoga a quella dell'occhio umano." Come se la resa prospettica dipendesse dalla focale di un obiettivo.

avatarsupporter
inviato il 26 Ottobre 2016 ore 18:57

Uno può, se vuole, definire normale tutto quello che vuole e nessuno lo può contraddire. Per me normale è un supergrandangolare da 15 mm . Mi ci trovo bene, ci sguazzo e se provo un altro obiettivo (qualcuno dice lente e mi fa ridere) divento triste.


Entra in ballo senz'altro un fattore individuale da cui non si può prescindere. E anche la forza delle abitudini.
Ricordo che in una discussione in proposito di parecchi mesi fa, Giuilano1955 aveva affermato che per lui il "normale" è il medio tele. Penso che giochi il fatto che, essendo un professionista del ritratto, è portato a concentrare la sua attenzione su di un angolo visivo ristretto.

avatarjunior
inviato il 26 Ottobre 2016 ore 21:35

Viva la normalità.

avatarsenior
inviato il 27 Ottobre 2016 ore 12:55

Un obiettivo si dice "normale" quando la lunghezza focale equivale alla diagonale del sensore/pellicola che si usa, e lo si definisce tale solamente per poterlo riconoscere e, quindi scegliere, per ottenere risultati fotografici desiderati. Poi se uno ritiene normale questo o quel obiettivo penso siano affari suoi



Appunto, nel mio post ho spiegato perchè si fa questo. Si fa perchè, naturalmente, si è portati a guardare un immagine ad una distanza pari alla diagonale della stessa. Fai una prova, prendi un foglio A4 e guardalo, come ti viene naturale guardarlo, e misura la distanza tra il tuo occhio e il foglio. Io ho provato, lo tengo a circa 40 cm, la diagonale è 36, quindi ci siamo più o meno.
Ora immagina di avere in mano anzichè un foglio A4, un muro con un buco A4, oltre il quale c'è la tua fotografia. Se naturalmente ti tieni ad una distanza circa uguale alla diagonale, la scena che vedrai oltre è come se fosse stata scattata con una focale circa uguale alla diagonale.
Per questo si dice normale! non è per me, o per te, certo se tu guardi il foglio da 2 metri di distanza allora con quella prospettiva diventa normale un tele, ma normale significa proprio che restituisce la stessa prospettiva dell'occhio, in una condizione normale di osservazione, ovvero se quel buco lo stai guardando da una distanza pari a circa la diagonale, cosa che facciamo tutti, a meno che non siamo presbiti (allora ci allontaniamo) o miopi (e quindi ci avviciniamo).


Sante le parole sensate di Colser. Uno può, se vuole, definire normale tutto quello che vuole e nessuno lo può contraddire. Per me normale è un supergrandangolare da 15 mm . Mi ci trovo bene, ci sguazzo e se provo un altro obiettivo (qualcuno dice lente e mi fa ridere) divento triste. Questione di gusti, ragazzi. Altrimenti che diverimento sarebbe la fotografia?



Come sopra, non hai capito la definizione. Normale, non si riferisce a normale per me o per te, ma che restituisce la stessa prospettiva. Se ti piace fotografare con un 15 mm, la foto verrà con una prospettiva diversa, può benissimo essere che ti piaccia di più, ma se guardi la fantomatica finestra, il mondo all'esterno non lo vedi così, lo vedi così solo se ti avvicini.
Non mi sto, appunto, riferendo a un mio gusto personale ma a quella che è la fisica e quindi la definizione di "obiettivo normale".

avatarjunior
inviato il 27 Ottobre 2016 ore 13:23

Grazie Pironman!
In mezzo a tutti quei litigi non si capiva più nulla..
Da questo momento in poi smetterò di leggere ogni discussione su questo tema per non farmi portar fuori tema!

avatarsenior
inviato il 27 Ottobre 2016 ore 13:38

Bravo Pironman!
Secondo me hai spiegato chiaramente e semplicemente il concetto di "focale normale"

avatarsenior
inviato il 27 Ottobre 2016 ore 13:40

La focale normale è la diagonale del rettangolo del formato. È altresì assodato che, se fotografi un oggetto a 2 mt con un 28mm lo sfondo è molto più lontano che se lo fotografi con un 85. Poi, la prospettiva è uguale a prescindere dal formato, cioè, il 35 mm su aps-c corrisponde ad un 50mm su ff; ma la prospettiva rimane da 35 mm su qualsiasi formato.

user3834
avatar
inviato il 27 Ottobre 2016 ore 13:51

In fotografia, per obiettivo normale o meglio, per ottica a focale normale, si deve intendere un obiettivo fotografico con una lunghezza focale pari alla diagonale del formato.

Per questioni puramente geometriche, la resa tridimensionale di questi obiettivi, imprime sul fotogramma un'immagine del tutto silmile a quella osservata ad occhio nudo (o "visione normale") ed è quindi in grado di rendere una corretta proporzione dei soggetti, rispetto a tutte e tre le dimensioni contemporaneamente (altezza, larghezza e profondità) e diversamente dagli obiettivi Grandangolari e Tele, i quali producono una sproporzione tridimensionale conosciuta rispettivamente come allungamento e schiacciamento dei piani, nella profondità della scena.

Nel gergo corrente della fotografia digitale, si può dire che la focale normale sia un 40mm eq, ovvero un valore medio fra 38 e 43 mm equivalenti al formato Leica 24x36 (o full frame).

user3834
avatar
inviato il 27 Ottobre 2016 ore 13:53

Poi se uno pensa di dare una diversa definizione perché lui dice che è così... ovviamente non si può costruire un discorso serio.

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