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Alessandro Billiani
www.juzaphoto.com/p/AlessandroBilliani



avatarInteressante intervista a Guido Harari
in Tema Libero il 15 Maggio 2020, 11:53


Ho trovato di grande interesse questa intervista di ieri a Guido Harari




P.S. è poco meno di un'oretta di video. Dopo i primi 5 minuti circa di introduzione i temi decollano verso argomenti di grande interesse





1 commenti, 193 visite - Leggi/Rispondi


avatarMa la raffica è così fondamentale nello sport?
in Tema Libero il 05 Marzo 2020, 12:43


Prendo spunto dall'ennesimo articolo in cui un corpo macchina viene definito come “pensato per lo sport” evidenziando, oltre ovviamente ad un autofocus molto veloce, la raffica, sempre più rapida.

Ok, è senz'altro vero, ma dato che scatto praticamente solo sport e la raffica la uso poco e niente, scrivo per cercare un confronto più nel dettaglio con altri direttamente interessati.

Prima una premessa: c'è sport e sport, mica sono tutti uguali.

Questo lasciando stare ad esempio l'attinente avifauna che pur non pratico, dove mi pare logico a mero buon senso che per “beccare l'uselìn in volo” con una posizione plastica delle ali devi “sparargli” un bel rafficone veloce. Però anche lì, immagino mica sempre, dipende da tanti fattori che non conosco ma penso in parte di immaginare.

Tornando agli sport, al “dipende” ed al motivo per cui scrivo questa cosa.

Principalmente ho notato nel tempo, che se mi concentro sull'azione dell'atleta, cercando di anticiparla di quel decimo o due di secondo per materialmente scattare il “momento” top di un passaggio tecnico, ottengo risultati migliori mediamente che affidandomi alla “raffica indiscriminata”, cioè quella fatta “per sistema”. Questo in quelle discipline che seguo che sono ciclismo fuoristrada, cioè MTB e Ciclocross, ma pure Rally, gare in Salita automobilistiche ed altre più occasionali. Se prendi un po' di mano, anche “beccare” l'atleta in MTB all'apice di un salto, 8 o 9 volte su 10, non è poi così complicato.

Come “sottoprodotto” di buon valore pratico, sai che comunque qualche azione con composizione significativa e particolare “te la perdi” ma così eviti inoltre di aggiungere ai già tantissimi scatti (singoli o al max un altro paio a breve distanza) che devi prima scaricare veloce e poi selezionare, altri contenuti che dovrai guardare bene per scegliere velocemente il migliore per proporlo in breve ai media. E' facile che in un evento con tanti iscritti che ti passano davanti 3 o 4 volte, più partenze, arrivi, premiazioni, foto ambiente e colore superare anche così i 2000 scatti di giornata. Se vai di raffica, quando ti metti al PC sei bello che fritto, considerando i tempi delle richieste delle immagini che servono subito dopo.

Ma lasciamo stare anche questo lato pratico: parliamo della diversità delle discipline e specialità, cerco qualche esempio.

Per quelli dove lavoro, ciclismo e ogni tanto automobilismo ho già scritto che trovo più utile concentrarsi sull'azione, pronti ad un secondo o terzo “shot” se si evolve in maniera significativa o imprevista (uscite di curva “sporche” che si prolungano, impatti occasionali). Questo dopo aver ovviamente fatto la ricognizione percorso per trovare i pdr più spettacolari che danno maggiori opportunità.

Al momento mi vengono in mente pochi sport in cui mi affiderei alla raffica: i Tuffi da trampolino. Lì, data la velocità dell'azione mi sa che se non vai di raffica, ti perdi gran parte degli scatti migliori appunto data la velocità dell'azione.

Salto in alto nell'Atletica? Probabilmente pure ma non sono sicuro.

Le discipline di lancio sempre nell'Atletica con l'attrezzo peso, disco o giavellotto che parte o vola? …

Altri non so adesso, ditemi voi, ce n'è sicuro.

Nello Sci, soprattutto Fondo ma anche Discesa, mi affiderei e lo faccio all'occasione al criterio esposto all'inizio, come pure nel Basket. Ho qualche dubbio sulla Pallavolo per la velocità della palla in schiacciata a campo largo, mentre per i confronti aerei mi concentrerei sull'azione con due o tre scatti veloci. E' solo un esempio, lì mai scattato e non mi permetto se non per ipotesi.

Al solito ho scritto a lungo, più di quanto intendevo. Sarei però contento se altri che scattano manifestazioni sportive dessero le loro opinioni in un momento in cui siamo tutti fermi in attesa che la situazione generale torni alla normalità, sperando sia in breve.



17 commenti, 678 visite - Leggi/Rispondi


avatarLa cortesia “paga” ancora? penso di sì
in Blog il 18 Febbraio 2020, 15:16


Giorni fa, mentre ero in una coda affollata di un ufficio pubblico, stavo riflettendo su questa cosa che vi espongo di seguito.

In questo periodo di percepito imbarbarimento dei rapporti umani, dove l'aggressività appare essere vincente rispetto ad un atteggiamento di normale cortesia e rispetto, la cortesia, appunto, paga ancora?

Penso di sì, anzi, ti dà dei vantaggi anche pratici nei rapporti umani ancora maggiore di quando (ovviamente accentuo un po' i toni per farmi capire) era e spero sia ancora considerata normalissima educazione.

Torno all'esempio: tu stai lì, in coda, a volte ore, insieme a gente che man mano che aspetta si carica ancora di più (come te stesso) dei propri personali problemi dimenticando che anche tutti gli altri lì attorno, sportellisti compresi, ne hanno di uguali o simili. Quando arrivi allo sportello la tentazione è riversare su chi hai davanti la tua personale frustrazione. La domanda è: serve a qualcosa? Direi di no, senza dubbi.

Se riesci a “resettare” un attimo e proporre gentilmente domande chiare e concise, di solito le risposte ci sono. Possono non essere quelle che desideri, ma ti vengono date in breve e chiare. Se “investi” di chiacchiere fumose e/o fuori argomento specifico una persona come te che per ruolo sta dall'altra parte dello sportello, come qui della tastiera, stai certo che risultati da quella coda che hai sostenuto con fastidio, non ne avrai o saranno esposti con eguale aggressività. Si instaura subito un antagonismo umano che non porta a niente di produttivo.

In generale continuo ad essere fermamente convinto che se ti poni nei vari rapporti umani in modo gentile, oltre ad essere più sereno, ottieni risposte istintivamente migliori e più produttive anche in pratica che aggredendo l'interlocutore.

Quando scrivi, come qui, su un forum o ancora di più sui social più popolari, stai certo che qualcuno prenderà spunto da qualche parola che hai scritto intendendo cose che per te sono scontate o esposte nel testo ma a lui/lei suscita proprie personali valutazioni o altri spunti rispondendo con argomenti ed elementi che stanno al di fuori dalle tue intenzioni nello scrivere. Succede il più delle volte ed ogni volta ti “maledici” per non aver scritto meglio o in maniera più chiara.

Probabilmente se anche lo avessi fatto non sarebbe servito e qualcuno avrebbe comunque frainteso le tue intenzioni, focalizzandosi su una singola frase o su un punto che lo coinvolge da vicino. In questi casi è ancora più importante riuscire a mantenere un atteggiamenti cortese di comprensione sperando sia reciproca.

Va bè, fine del “pippone”, se vogliamo pure banale. Ho scritto anche troppo ma penso si capisca bene il motivo ed il senso generale: sono fermamente convinto che un atteggiamento generalmente cortese e comprensivo di chi hai davanti sia nel reale che nel web sia più utile e funzionale rispetto ad uno aggressivo.

In fondo il pensiero sta tutto qua, non è gran cosa ma purtroppo neanche scontato.



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avatarQuando “La Coca” può essere un mito … pulito
in Blog il 10 Agosto 2018, 18:32


Segnalo a chi vorrà guardarla una fotostoria che mi è piaciuta

whoispaolofurlan.it/rad-diaries-dove-aleggia-il-mito

Tolgo subito un equivoco dal titolo consapevolmente un po' “allusivo” ;-). La Coca è il nome di una pista di MTB Downhill (ma anche da sci) ed è esclusivamente un toponimo locale, che non si riferisce a sostanze di alcun genere e il massimo dello sballo x chi arriva in fondo intero è una birra in compagnia, meglio se due.
Non è “roba mia”, ma di un giovane impiegato delle Poste Italiane, collaboratore del web specializzato che gestisco. Questo è un suo lavoro, autonomo. Lui con l'impiego campa, ma gli piace raccontare con immagini e parole “di pancia”, senza stare tanto lì a misurare termini e scatti quella che è la passione sua e delle persone con cui collabora in questa disciplina poco conosciuta. Lo trovo sincero e schietto, racconta il DownHill come viene vissuto da chi lo fa.
Le didascalie sono parte integrante della storia e si capisce di più se si legge



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Scatto come meglio riesco agli eventi sportivi. Principalmente bici in fuoristrada, cioè MTB e Ciclocross.

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