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Ottiche Tilt&Shift vs Normali - Parte 2


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avatarjunior
inviato il 31 Maggio 2022 ore 23:38

Mi sa che qui siamo in molti ad essere architetti / tecnici.

avatarsenior
inviato il 01 Giugno 2022 ore 9:33

Mah, io i tilt shift li uso anche per foto di paesaggio non urbano, il TS50 anche per ritratti, vorrei sperimentare un po' anche ritratti con basculaggio.
Per quanto riguarda la messa a fuoco basculando mi è sembrato più facile mettere a fuoco con il 50 che nemmeno con il 24, si ha in live view una percezione migliore se inclinando cambia il fuoco, di quanto e in che direzione, è più intuitivo che con il 24 che ha di per sé più profondità di campo, immagino che con il 17 sia ancora meno semplice che con il 24

avatarjunior
inviato il 01 Giugno 2022 ore 9:57

scusate ma .... Zeppo tu non consideri anche la distorsione grandangolare intrinseca del 17 mm? Se Vuoi realizzare foto con linee cadenti corrette e con le giuste dimensioni, dovresti , nel limite del possibile, utilizzare il 24mm Tse, altrimenti devi adattare delle correzione via software, che non rispecchiano al 100%, oppure usare dei cavalletti molto alti per cercare di mettere il monumento quanto più in bolla possibile. Anch'io sono interessato ad un tse e avevo considerato il 17 mm un pò troppo deformante

avatarsupporter
inviato il 01 Giugno 2022 ore 12:15

Il 17 è davvero estremo, ma in alcuni casi è l'unico che ti permette di riprendere edifici particolarmente alti, con magari poco spazio frontale… comunque lo uso spesso anche con l'1.4x

avatarsenior
inviato il 01 Giugno 2022 ore 14:36

Zeppo io non ho capito se ho io una copia fallata di moltiplicatore Canon 1.4 III , montato sul TSe24mm LII a me ha dato risultati disastrosi tanto è vero che lo avevo messo in un cassetto, lo ho comprato usato e pensavo, ero quasi convinto, di avere preso un bidone poi l'ho riesumato con il TSe50macro e mi è sembrato che con quello i risultati fossero accettabili. A questo punto non so più cosa pensare, tu hai confrontato il TS17 moltiplicato con un 24mm liscio (anche il 24 f2.8)?

avatarsupporter
inviato il 01 Giugno 2022 ore 15:10

No, ma posso farlo appena possibile

avatarjunior
inviato il 01 Giugno 2022 ore 22:32

Il 24 usato come foto panoramica con tre scatti montati puoi coprire il 17mm, con evidente correzione della distorsione, poi utilizzarlo con il moltiplicatore brr io non lo farei mai.

avatarjunior
inviato il 04 Giugno 2022 ore 13:38

Mi permetto di entrare nella discussione per dare alcuni consigli (fotografo architettura per lavoro da 30 anni).
Chi dice che con il digitale i decentrabili sono inutili, non conosce bene la materia, certo per qualche scatto amatoriale, ci può stare, per lavori seri e professionali no. Primo, raddrizzare un file in post, vuol dire "stirare" i pixel ai bordi, poi se per caso quella foto serve da stampare a doppia pagina su riviste serie, la qualità decade e si nota subito, secondo, solo usando i decentrabili e il cavalletto, si può avere il controllo totale dell'inquadratura. Ricordo che il poter decentrare non solo verso il basso o l'alto, ma anche lateralmente permette inquadrature che in post non esistono. Poi altro problema è la distorsione del 17, che si permette di far stare tutto anche con spazi ristretti, ma con risultati troppo alterati, personalmente uso più il 24 e il 50. Un'ottima soluzione è l'uso del TSE-Frame Rogeti, che mantenendo il punto nodale perfetto ( si muove il corpo e non l'ottica..), permette di unire vari scatti in ogni direzione, per poi ottenere in PS un file perfetto, dove ritagliare la parte centrale e non avere vistosi effetti di distorsione. Ultimo consiglio, usare se possibile Capture One. Saluti

avatarsupporter
inviato il 04 Giugno 2022 ore 14:30

Qualcuno mi aveva chiesto com'era la resa del 17 + 1.4x

Qui utilizzata come un 24mm tradizionale


e qui con le linee in bolla e shiftato di +7mm


avatarsenior
inviato il 04 Giugno 2022 ore 15:13

Queste due foto fanno vedere il busillis: quella non shiftata esagera la prospettiva perché l'obiettivo è grandangolare, quella shiftata con le linee verticali in bolla distorce la prospettiva perché la trasforma in assonometria. Noi vediamo in prospettiva però, non in assonometria, quindi oggetti più in alto di noi con linee perfettamente verticali ci appaiono innaturali. Lo stesso vale per il rosone perfettamente circolare.
Una via di mezzo di solito rimane più piacevole e naturale.

avatarsupporter
inviato il 04 Giugno 2022 ore 17:31

...quella shiftata con le linee verticali in bolla distorce la prospettiva perché la trasforma in assonometria.


Chiedo scusa se faccio la parte del pedante, ma la foto di Zeppo (en passant si tratta della Villa Toeplitz ai piedi del Sacro Monte di Varese) non è assonometrica.

Le proiezioni assonometriche comportano che tutte le linee parallele vengano riportate appunto come parallele.
Qui possiamo vederne parecchi esempi:
www.google.it/search?q=Edifici+in+Assonometria&rlz=1C2FKPE_itIT968IT96
(non fate caso a una ristretta minoranza di queste immagini che sono prospettiche)

Per contro, se si osserva sul lato destro della villa, le linee della balustra sopra al portico, del cornicione sovrastante e anche quella del cornicione della torre convergono verso un punto di fuga.

In efffetti l'assonometria comporterebbe un PdR a distanza infinita.
Ci si può avvicinare a questo tipo di rappresentazione fotografando un oggetto molto lontano con un tele molto spinto.

La seconda foto di Zeppo, avendo le linee verticali "a piombo" (e solo quelle sono riportate come parallele), presenta quella che Andreas Feininger definisce "Prospettiva rettilinea accademica":
www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&show=3&t=1671059#7788940

avatarsenior
inviato il 04 Giugno 2022 ore 19:44

Ecco esatto, non è neanche propriamente assonometrica. Ci siamo capiti no? Non è la prospettiva che vedono i nostri occhi.

avatarsupporter
inviato il 04 Giugno 2022 ore 20:47

Non è la prospettiva che vedono i nostri occhi.

www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&show=9&t=1780926#8408592


Quel brano di Feininger lo commento qui:

www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&show=3&t=2002244#9671613

Per andare al punto faccio un copia incolla:

<< Anche Feininger lo dice chiaramente, nella parte finale del secondo brano a cui ho messo il link, che la prospettiva rettilinea accademica è una rappresentazione artificiale, lo sottolinea con il termine stesso, contrapposto a rettilinea reale, ovvero quella in cui le linee verticali sono lasciate inclinate.
Ma nel primo brano sosteneva che qualsiasi prospettiva rettilinea è un artificio: "l'unica prospettiva fotografica vera è quella in cui le linee rette nella realtà sono riprodotte come curve, e tanto più curve quanto più distano dall'asse verticale e dall'asse orizzontale dell'immagine, i soli luoghi in cui le linee appaiono rette. (...) Per quanto possa sembrare paradossale, la sola prospettiva che la maggior parte dei fotografi ritiene corretta - la prospettiva lineare - è quella che dà raffigurazioni distorte della realtà, mentre la prospettiva curvilinea, comunemente considerata la distorsione estrema, raffigura il mondo come è in realtà". Ritengo che le aberrazioni marginali [nota 1] , che si hanno con la prospettiva rettilinea, siano da mettere in relazione con questa forzatura rispetto alla percezione reale.
Ciò nonostante ricordiamo che Andreas Feininger, nella sua brillantissima carriera di fotografo, ha utilizzato soprattutto obiettivi rettilineari, che quindi producevano una prospettiva rettilinea.

Quindi la prospettiva che gli obiettivi decentrabili consentono, ovvero quella rettilinea accademica (secondo la definizione di Feininger), comporta di una doppia forzatura rispetto alla percezione immediata: rettificando e tenendo perpendicolari al terreno le verticali. Eppure non a caso è quella che si trova nella stragrande maggioranza delle fotografie di architettura nelle pubblicazioni, sia riviste che libri, di tutto il mondo [nota 2] , magari non sempre con le verticali perfettamente "a piombo" (c'è chi preferisce lasciare una leggera inclinazione, per evitare che gli edifici sembrino allargarsi verso l'alto).
Questa (a prescindere da considerazioni di psicologia percettiva che spiegano come dalle linee, che vengono proiettate come curve sulla retina - che ha forma sferica - il cervello ne elabora un'idea di linee rette e con le verticali "a piombo") [nota 3] è la consuetudine per un motivo molto semplice, anzi direi lapalissiano: se lo scopo delle mie foto è di tipo analitco-documentario, ovvero se voglio documentare le proporzioni e la configurazione geometrica di un edificio, devo mostrare come tali le linee rette e le pareti verticali, altrimenti non potrei riconoscere eventuali linee curve e pareti inclinate.
[...]
Oltretutto, se fotografiamo frontalmente, ad esempio, una facciata rettangolare, se essa risulta inclinata quindi assume una forma trapezioidale e di conseguenza sarà problematico dedurre le reali proporzioni dell'intera facciata e delle parti che la compongono. Con le verticali a piombo la foto somiglierà a un prospetto disegnato, ovvero lo strumento analitico per eccellenza per la rappresentazione e lo studio delle facciate.

Quindi, per usare la parole di Feinineger, l'uso della prospettiva rettilinea accademica è una "menzogna positiva", di quelle regolarmente in uso nella fotografia [nota 4] .
Questa prospettiva viene usata se l'attacco a terra (o, più rigorosamente, la linea d'orizzonte) è presente nell'inquadratura. Se il bordo inferiore è al di sopra (o il bordo superiore al di sotto) della linea d'orizzonte è invece la norma fare uso della prospettiva rettilinea reale.

Questa consuetudine, ovvero di far uso della rettilinea accademica nella rappresentazione architettonica, è di molto precedente all'invenzione della fotografia. Risale alla codificazione delle regole della prospettiva nell'XV secolo; parlo dei primi esperimenti con apparati ottici di Filippo Brunelleschi, delle pagine sulla prospettiva nel De Pictura di Leon Battista Alberti, e poi della stesura del De Prospectiva Pingendi di Piero della Francesca e poi gli studi di Leonardo, che non hanno la sistematicità del trattato di Piero ma che contengono riflessioni e scoperte interessantissime (ad esempio sull'aberrazione marginale) ecc. ecc.
...


Note:

. 1 - Riguardo all'aberrazione marginale (o deformazione anamorfica), la mia l'ho detta qui:
www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&show=2&t=2021307#9776717
www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&show=4&t=2021307#9787996
www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&show=5&t=2021307#9795544
Qui ho ripreso l'argomento:
www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&show=3&t=2475791#13189786
In questi video dimostrativi di DXO ViewPoint viene trattato lo stesso problema e si mostra come, tramite il software in questione, la deformazione marginale viene corretta rinunciando ad una prospettiva rigorosamente rettilinea:
m.youtube.com/watch?v=9ZmI94uL4Kk
m.youtube.com/watch?v=QVbJlLlFtdg

. 2 - Di conseguenza, la prospettiva rettilinea accademica è quella regolarmente utilizzata dalla stragrande maggioranza dei fotografi d'architettura professionisti, compresi i più grandi quali gli Alinari, Albert Renger-Patzsch, Knud Lonberg-Holm, Ezra Stoller, Gabriele Basilico, i coniugi Becher, Candida Höfer ecc.

. 3 - Ne parliamo in questa pagina, fornendo qualche indicazione bibliografica:
www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=2250137&show=4

. 4 - Scrive in infatti Feininger, nel testo a cui ho giù messo il link, ovvero L'occhio del fotografo (Milano, Garzanti, 1976 - Op. orig: Photographic seeing , 1973), p.68: "Ecco un altro esempio di 'menzogna positiva' familiare a tutti i fotografi: le immagini di edifici le cui pareti appaiono non già verticali, ma inclinate, perché si è scattata la foto puntando l'apparecchio verso l'alto. Questa convergenza di linee nella realtà parallele è una manifestazione perfettamente naturale della prospettiva, perfettamente accettata dall'occhio quando si presenta sul piano orizzontale (i binari della ferrovia!) ma non altrettanto accettabile se si presenta in un piano verticale. Questa apparente convergenza delle linee verticali può essere facilmente corretta, in fotografia, sia direttamente sul negativo al momento dell'esposizione, grazie ad apparecchi muniti di basculaggio e dentramento. sia in fase di ingrandimento, ma l'immagine che ne risulta non è più 'vera' nel senso più rigoroso del termine. Tuttavia la maggior parte della gente preferisce questa 'menzogna positiva' a una foto che riproduce l'edificio come appare nella realtà." Si ricordi che Andreas Feininger si laureò negli anni '20 alla Bauhaus in cui la Gestaltpsychologie era tenuta in gran conto, quindi aveva probabilmente interiorizzato, fin da allora, le problematiche della complessa interazione tra occhio e cervello. Significative in proposito queste considerazioni (in Cit. pp. 66-67): "La macchina fotografica, essendo appunto una macchina, non può mentire; quindi qualunque fotografia non manipolata, per quanto strana, deve sostanzialmente essere vera. D'altre parte l'occhio, controllato dal cervello e dalla mente dell'uomo, a volte vede la realtà in modo diverso dall'obiettivo fotografico, per cui una fotografia 'vera' può apparire 'falsa'. In altre parole è l'occhio che mente, o piuttosto ci inganna. Quindi per far si che l'impressione evocata in noi da un'immagine corrisponda a quella evocata dalla realtà, un fotografo deve 'costringere la macchina fotografica a mentire'. La fotografia risultante sarà allora una 'menzogna positiva', positiva perché la menzogna, in questo caso, serve a un scopo positivo."

>>

avatarsenior
inviato il 04 Giugno 2022 ore 21:24

Eh certo, la coperta è corta, in una maniera o nell'altra quelle foto non vanno bene. Se provi una via di mezzo, per esempio un po' meno shift di quello che servirebbe per avere le linee verticali, non le raddrizzerai del tutto ma rimarrai con un risultato un po' meno stridente. Non lo dico io, è un consiglio classico per chi si avventura nei TS-E.
Anche inclinare un po' la macchina può aiutare.
Bisogna anche dire che spesso quei grandi fotografi di edifici usavano banchi con più movimenti dei nostri TS-E. Per esempio loro potevano muovere entrambe le standarde; noi possiamo solo muovere quella frontale.
A volte poi può essere divertente shiftare dall'altra parte per esagerare le cose, non solo con un edificio ma, che so, con la prua di una nave, per farla apparire più bulbosa. Non sarà una riproduzione fedele ma, proprio attraverso l'esagerazione, può essere più efficace per rappresentare un tozzo traghetto norvegese. Insomma è anche lei una "menzogna positiva".

avatarsupporter
inviato il 04 Giugno 2022 ore 21:44

Si certo, bisogna aver chiaro quel che si vuol conseguire; e se la finalità è di tipo meramente documentario oppure di tipo "espressionistico", "emozionale".

In proposito qui ho detto la mia:

www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=3363535&show=2#18870517


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