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Nicolò Cavallaro
www.juzaphoto.com/p/NicoloCavallaro



Recensioni di fotocamere, obiettivi, treppiedi, teste e altri accessori pubblicate da Nicolò Cavallaro


dji_osmo_action4DJI Osmo Action 4

Pro: Sono tanti, soprattutto se raffrontata alla diretta concorrente, cioè la GoPro: tempo di ricarica delle batterie; consumo batteria più costante; display frontale touchscreen da cui è possibile gestire ogni funzione della Action 4; attacco magnetico; menu strutturato meglio quindi più intuitivo e dalla grafica più bella; microfoni integrati ottimi che anche in presenza di vento consentono di comprendere il parlato; porta USB-C che consente di attaccare anche microfoni con questo attacco senza costringere ad acquistare costosi accessori; tanto altro che spiegherò più in basso.

Contro: Al momento nessuno.

Opinione: Rispetto a GoPro: • sistema/software stabilissimo che mai si è impallato, dico mai. Dove con GoPro c'era sempre la spada di Damocle, il blocco poteva verificarsi all'improvviso in qualsiasi momento. • Touchscreen posteriore più reattivo. Quello di GoPro dà quasi l'impressione di essere un resistivo da quanto è lento ed impreciso. • Display frontale dotato anche lui di funzione touch. Essenziale per chi fa v-log e non solo per questa categoria di utilizzatori. • Menu di un'altra categoria che consente di muoversi agevolmente e in modo più intuitivo tra le funzioni, con una grafica più accattivante e pratica. • Stabilizzazione RockSteady a mio avviso anche superiore alla tanto decantata HyperSmooth di GoPro che in determinate condizioni produce distorsioni e artefatti ai margini del video. • Attacco magnetico. • Dimensioni più compatte. • Tempo di ricarica delle batterie. infinitamente più basso rispetto a GoPro. • Durata della batteria decisamente superiore a GoPro e soprattutto si scarica in modo più costante laddove GoPro si 'mangia' percentuale a piacimento. • Porta USB-C che funziona anche per i microfoni e non costringe a comprare ulteriori costosi accessori. • Bilanciamento del bianco automatico ancora più preciso di GoPro e soprattutto per le riprese sott'acqua fa la differenza, perché la resa dei colori DJI mi sembra più realistica e gradevole. • Qualità video superiore in condizioni di poca luce e di sera. • Fino ad oggi non ho riscontrato problemi di surriscaldamento. Generalmente registro in 4K a 60 FPS con D-Log attivato, anche clip lunghe. • Si può attivare una funzione che consente di tenere un solo display attivo (in modo da ridurre il consumo di batteria), per cui quando avviamo la registrazione e parte la visualizzazione con il display posteriore se abbiamo necessità di attivare solo il display frontale basterà fare uno swipe su quest'ultimo e automaticamente il display posteriore si spegnerà. Per tornare al display posteriore basterà procedere analogamente mediante swipe sul display posteriore. • Da menu possiamo regolare il Noise Reduction (Riduzione Rumore), dove con GoPro non è possibile disabilitarlo né tanto meno regolarlo. Solo installando GoPro Labs e creando dei profili appositi si potrebbe intervenire sul NR, una assurdità perché costringe ad installare un firmware alternativo e obbliga a creare profili ad hoc che si potranno richiamare (uno solo alla volta) facendo 'vedere' alla GoPro un QR Code che avremo sul nostro smartphone. Procedura folle, praticabile magari dai più smanettoni, ma che non è certo appannaggio dell'utilizzatore medio oltre ad essere di una scomodità incredibile. • Sempre da menu possiamo impostare un tempo minimo di scatto oltre ad una soglia minima e massima di ISO. Una funzione utilissima che consentirà di avere filmati fluidi anche in condizioni di luce scarsa e soprattutto eviteremo i fastidiosissimi jitter e ghosting che affliggono i filmati delle GoPro registrati con poca luce. Sono artefatti che degradano molto i filmati perché la GoPro, nel tentativo di bilanciare la scena, abbasserà il tempo ad un valore tale che i singoli frame presenteranno del mosso per cui la stabilizzazione e il software interno faranno fatica (o non riusciranno) ad allineare correttamente ogni singolo fotogramma con il risultato di un video pessimo. • Usando la app DJI Mimo (la app che consente di comandare la nostra Action dallo smartphone) in fase di registrazione possiamo vedere in diretta ciò che la Action 4 sta inquadrando. Con GoPro forse solo con la versione 12 si sono decisi a dare questa possibilità ai loro utilizzatori, con le versioni precedenti la 12 appena premerete REC non vedrete più nulla dallo smartphone. La GoPro resta valida se filmate esclusivamente di giorno e vi serve un reparto fotografico più curato (maggiore risoluzione, scatto a raffica, star trail, ecc.). Per tutto il resto la Action 4 attualmente surclassa la diretta concorrente.

inviato il 15 Febbraio 2024


gopro_hero11_blackGoPro Hero11 Black

Pro: Bei materiali. Video/audio (e anche foto) di ottima qualità in condizioni di buona luce, incredibile se si considera la dimensione del sensore. Doppio display, fondamentale per v-log e in certe situazioni. Video in 10bit (per chi farà post produzione). Affidabile nell'uso, non mi si è mai impuntata.

Contro: Non so se dipenda dalla protezione che ho applicato sullo schermo posteriore, ma in condizioni di freddo intenso noto una minore reattività e precisione del touch. Consumo batteria, ma non potrebbe essere altrimenti viste le prestazioni. Il display frontale non è touch, sarebbe stato più comodo. Non leggerissima, è piccola (non come le sue progenitrici dalla 8 in giù), ma sembra un mattoncino. Prezzo, ma qui voglio aggiungere anche un bel DIPENDE considerati i filmati che sforna.

Opinione: Negli ultimi anni ho voluto sperimentare l'uso delle action cam, ma non essendo sicuro di appassionarmi ho cominciato in modo 'soft' puntando su camere di produzione cinese. Presto mi sono reso conto che mai come in questo settore il detto "chi più spende meno spende" risulta veritiero. Molte risoluzioni sbandierate come 4K a 60 FPS in realtà non sono native ma raggiunte con approssimative interpolazioni i cui risultati nefasti vi garantisco si vedono immediatamente. Bilanciamento del bianco osceno, impossibile da controllare in modo soddisfacente anche intervenendo manualmente e gamma dinamica non pervenuta. Per un periodo ho avuto anche la Insta360 One X2 che già segnava un grosso solco con quel ciarpame ma alla fine, nonostante l'euforia iniziale delle riprese a 360 gradi, non mi ci sono trovato bene perché per le mie esigenze era uno strumento troppo delicato e anche la qualità dei video non è che fosse esaltante. Finalmente la GoPro 11: la qualità del prodotto è evidente sin dai primi utilizzi; una volta saputa impostare i video sfornati sono davvero belli, nitidi il giusto senza far ricorso a quelle scandalose maschere di contrasto che le economiche applicano in modo scriteriato. Ma quel che più ho apprrezzato è la gamma dinamica che, anche a confronto con la 10, riuslta attualmente il top sul mercato a mio avviso. In giornate di forte luce, condizioni tipiche in cui vengono usati questi dispositivi, il risultato ottenuto va oltre le mie aspettative tanto da farmi usare la GoPro 11 anche come v-log camera nonostante non nasca specificatamente per questo uso, ma le migliorie di cui vi sto parlando inevitabilmente le hanno allargato gli orizzonti di utilizzo. Non nascondo che uno dei miei desideri era proprio quello di trovare una camera piccola, resistente, immediata nell'utilizzo v-log, che sfornasse video e audio degni di questo nome e che non mi impegnasse come la Panasonic G9 che possiedo. La G9, lato video, la impiegherò solo in quelle situazioni in cui l'uso di una ML abbinata ad obiettivi dedicati sia la scelta migliore e destinerò la GoPro per tutto il resto. Detto questo le cose che apprezzo sono: la qualità video, la gamma dinamica, la qualità dell'audio del microfono integrato, la stabilizzazione, la possibilità di girare video in 10bit, l'Hyperview che consente di selezionare una inquadratura davvero ampia senza dover acquistare l'apposito obiettivo (Lens Mod) necessario con i modelli precedenti per ottenere l'effetto analogo, le nuove funzionalità integrate per fare light painting, star trail, scie luminose, ecc. Lati negativi: la durata della batteria non è esaltante, ma francamente mi aspettavo anche peggio. Forse le nuove batterie Enduro hanno consentito di arginare in parte questa problematica; per stare tranquilli consiglio l'acquisto del kit che comprende caricabatteria doppio originale e due batterie Enduro aggiuntive. Ho poi riscontrato una minore reattività e precisione del touch in condizioni di freddo intenso, non so però se dipenda dal 'vetrino' protettivo che ho applicato sul display posteriore. In rifermento al surriscaldamento non sono riuscito ancora a farla bloccare, ma fino ad ora generalmente ho registrato clip in 4K 10bit a 30 FPS non più lunghe di 5 minuti, ma vi consiglio di selezionare frame rate elevati (60/120/240 FPS) solo per brevi clip che sapete già verranno usate per degli slow motion. In conclusione, le GoPro costano...indubbiamente, ma soprattutto con la versione 11 credo abbiano raggiunto una maturità di prodotto davvero notevole. Se la si sa comprendere e la si utilizza con le poche giuste accortezze del caso questa action cam vi accompagnerà in ogni vostra uscita/avventura e vi consentirà di immortalare sequenze della vita con tanta qualità. Aggiungo che potrete avvalervi anche del comparto fotografico (usate ovviamente il RAW) e considerando i campi di utilizzo capirete che sarà possibile anche scattare foto che con camere tradizionali non potrete mai riprendere.

inviato il 07 Dicembre 2022


venus_laowa_10mm_f2mftVenus Laowa 10mm f/2 MFT

Pro: Piccolo e leggerissimo - Ben assemblato (anche il paraluce è in metallo) - Ottima qualità di immagine su tutto il riquadro già a f/2 - Molto nitido - Bassa distorsione - AC laterali ben controllate - Minima distanza di messa a fuoco (12 cm) - Bokeh morbido e piacevole - Effetto stella gradevole - Contatti elettrici e chip integrato

Contro: Resistenza ai flares - Un po' di vignettatura a f/2 - Diaframma rumoroso - Tappo frontale che necessita di artigli per poterlo maneggiare - Non tropicalizzato - Il prezzo se non lo si trova scontato

Opinione: Sulla scia del 7,5mm f/2 (che ho posseduto) Laowa propone questo interessante 10mm. L'ho usato ancora poco, ma voglio condividere le prime impressioni d'uso. Una focale ultra grandangolare, ma meno esasperata e che personalmente ritengo nel complesso più versatile rispetto al 7,5mm. La presenza dei contatti elettrici consente di impostare il diaframma direttamente con le ghiere della fotocamera e soprattutto di far riconoscere automaticamente l'obiettivo al corpo macchina così basterà solo azionare l'unica ghiera presente nel 10mm per fare partire a monitor l'ingrandimento dell'area selezionata per una messa a fuoco manuale più precisa, a vantaggio della velocità e immediatezza. Anche la stabilizzazione verrà tarata automaticamente grazie a questa comunicazione continua obiettivo/fotocamera. Si contraddistingue per una nitidezza ottima al centro e comunque molto buona anche ai bordi e agli angoli estremi già a f/2. Chiudendo a f/2.8 migliora un po' la nitidezza nella zona più periferica della foto fino a raggiungere il massimo a f/4. La vignettatura nativa (cioè quella visibile con profilo lente disattivato) è davvero molto pronunciata, ma quella 'reale' rientra perfettamente nella normalità, un po' evidente a f/2, quasi del tutto assente se si chiude a f/4. Ritengo normale la cosa in quanto il diametro piccolo dell'obiettivo è stato adottato per mantenerne dimensioni e compattezza a questi livelli. La dicitura "Zero Distortion" di cui si fregia penso sia più che meritata, infatti è visibile solo una leggerissima distorsione a barilotto, parliamo di 0,3% per cui praticamente ininfluente. La resistenza ai flares non è eccezionale, parlo chiaramente di Sole sparato in faccia come in genere piace scattare a me e quindi situazioni che mettono in crisi un po' tutti gli obiettivi, chi più chi meno. In situazioni di scatto più tradizionali prestate comunque sempre attenzione a dove è posizionato il Sole, anche di lato nel riquadro può generare dei riflessi sull'angolo opposto. Le AC (aberrazioni cromatiche) sembrerebbero ben controllate. Il cosiddetto effetto stella lo trovo molto carino e in paesaggistica può contribuire a rendere le foto più accattivanti, non solo con il Sole ma anche con punti luce artificiali (lampioni per la strada, fari, ecc.). La minima distanza di messa a fuoco di 12 centimetri consente inquadrature particolari e anche il Bokeh lo trovo gradevole nonostante si stia parlando di un grandangolo. Non è tropicalizzato, ma francamente non credo sia un grossissimo problema; si farà un po' più di attenzione se piove...in buona sostanza la stessa che si ripone nei confronti della propria attrezzatura a prescindere dalla resistenza o meno agli agenti atmosferici. Il tappo, come con il 7,5mm, è snervante semplicemente perché troppo poco profonde le due scanalature per afferrarlo per cui, a meno che non disponiate di artigli da felino, quando lo estrarrete con indice e pollice con buona probabilità lo vedrete schizzare via come se fosse dotato di propulsione autonoma; capisco che lo abbiano fatto pensando all'estetica, ma la praticità viene prima di tutto. Il prezzo pieno lo trovo alto, ma se lo si riesce a trovare scontato allora la musica cambia. In definitiva, per quanto ho potuto capire fino ad ora, un ultra grandangolare luminoso e nitidissimo che arricchisce la vasta gamma di obiettivi di qualità per il sistema Micro 4/3 che si dimostra ben lungi dall'aver esalato l'ultimo respiro.

inviato il 21 Dicembre 2021


ttartisan_apsc35_f1-4TTArtisan APS-C 35mm f/1.4

Pro: Piccolo e bellissimo esteticamente. Ottimo assemblaggio. Ghiera diaframmi con gli scatti. Qualità ottica in rapporto al prezzo.

Contro: Resistenza ai flares non stellare. Mancanza del paraluce. Forse il tappo frontale che si avvita.

Opinione: Costa 89 euro nuovo e su Micro 4/3 ha un angolo di campo equivalente a un 70mm, quindi personalmente lo trovo molto versatile, sia per la ritrattistica che per altri generi fotografici. Lo schema ottico probabilmente è stato ripreso da vecchi obiettivi del passato, assomiglia al Pentax Super-Takumar 50mm f/1.4 e questo non è un male, anzi. Meccanicamente è un piacere ruotare sia la ghiera di messa a fuoco che la ghiera del diaframma con i suoi click pastosi. Anche esteticamente fa la sua figura, difficilmente chi lo vede pensa ad un obiettivo cinese. A f/1.4, se si è precisi nel mettere a fuoco e rispettando le giuste distanze di lavoro, riesce ad essere nitido al centro...non da far sanguinare gli occhi, ma con risultati più che dignitosi. Anche il contrasto lo trovo buono già a tutta apertura. Chiudendo leggermente la nitidezza aumenta velocemente. A f/2 è già ottima, a f/2.8 eccellente. Direi che per la ritrattistica si può sfruttare tranquillamente il range che va da f/1.4 a f/2.8, userei f/5.6 solo per paesaggistica ed architettura. Parlando di sfocato a me non dispiace affatto, lo trovo molto classico/analogico. Più che la qualità del Bokeh mi soffermerei sulla capacità di staccare un soggetto dal contesto e il TTArtisan 35mm in tal senso riesce a mostrare una sua personalità, quello che cercavo in un obiettivo del genere. Probabilmente concorrono diversi fattori tra cui la mancanza di elementi a bassa dispersione o lenti asferiche che se da un lato non consente una incisività da primato a tutta apertura dall'altro queste sue 'imperfezioni' conferiscono carattere alle foto. Non ho avuto modo sinceramente di testare la precisione della scala delle distanze impressa sul barilotto, mi avvalgo sempre del mirino o del display della fotocamera per focheggiare accuratamente. La resistenza ai flares non è eccezionale e ciò si spiega facilmente con la mancanza di trattamenti antiriflesso particolari che si ritrovano negli obiettivi moderni, ma comunque nulla di tragico, basta fare un po' di attenzione e saputi sfruttare certi riflessi possono essere anche decorativi. Un po' di distorsione a barilotto, direi più che fisiologica e presente anche in obiettivi che viaggiano su prezzi ben diversi, comunque facilmente correggibile in post. Stranamente non è disponibile il click a f/11; si passa da f/8 a f/16, ma non ha senso chiudere oltre f/5.6-f/8 (sia per gli utilizzatori APS-C che Micro 4/3), per problemi di diffrazione e perché a f/5.6 l'obiettivo raggiunge la sua massima nitidezza su tutto il fotogramma. La minima distanza di messa a fuoco non è male e consente di fare scatti a fiori e altri soggetti abbastanza piccoli. In definitiva mi sento di consigliarlo a tutti coloro che non si fanno spaventare dalla messa a fuoco manuale; che vogliono un fisso piccolo, elegante e ben assemblato che riesce a regalare foto dal sapore retrò, ma con buona nitidezza e contrasto, il tutto spendendo una inezia.

inviato il 04 Dicembre 2021


panasonic_g90Panasonic G90

Pro: Fotocamera eclettica, fa tutto e lo fa bene. Dimensioni ideali, né troppo grande né troppo piccola. Leggera, ma ben costruita. Ottima ergonomia e disposizione dei pulsanti/comandi. Velocità operativa. Ultimo Menu ereditato dalla G9. Flash incorporato.

Contro: Ritaglio eccessivo in 4K. DFD con qualche limite. Display LCD posteriore 'vecchio'. Bilanciamento del bianco automatico per i miei gusti non perfetto, ma facilmente tarabile. Batteria discreta, ma migliorabile. Prezzo al lancio troppo alto.

Opinione: Che dire, ho avuto sia la G80 che la G9 e la G90 cerca di piazzarsi in mezzo scopiazzando la sorellona mantenendo però pesi e soprattutto dimensioni della G80. Come accade sempre in questi casi per non fare eccessiva concorrenza all'ottima G9 in Panasonic l'hanno volutamente castrata. Rispetto a quest'ultima infatti l'AF ha qualche opzione in meno; certe volte non precisissimo, ma ho notato che dipende molto dalla modalità di messa a fuoco selezionata e anche dall'obiettivo che si usa. In AF-S raramente sbaglia. Diciamo che alla base di questo discorso ci sta sempre il fatto che Panasonic si ostini ad usare il DFD e ad oggi, pur essendo nel complesso un buon sistema AF, non è il meglio che il mercato offre. Rispetto alla G80 hanno migliorato i tasti (soprattutto alcuni, quelli più usati) che adesso non sono a filo con la scocca e quindi si sentono più facilmente al tatto. Una raffinatezza che ho apprezzato è la scelta di tre tasti diversi per WB/ISO/Compensazione esposizione...sono infatti uno rialzato e convesso, uno con due piccole protuberanze, uno piatto liscio; in questo modo solo toccandoli si capirà dove si sta agendo. Uno/due pulsanti li avrei messi in posizione diversa, ma sono gusti personali. Una critica che mi sento di muovere a Panasonic è quella di continuare ad usare pannelli LCD ormai datati...l'EVF ancora ancora fa il suo dovere, è una unità discreta abbastanza grande che consente di fotografare senza particolari problemi. Il pannello posteriore, dotato di un ottimo touchscreen, risulta invece poco risoluto (in base a quelli che dovrebbero essere gli standard nel 2020/2021) e in condizioni di forte luce non facilmente leggibile. Quindi scarsa riproduzione delle sfumature di colore e luminosità bassa in certe condizioni ambientali. Dico, Sony fa molto peggio con i pannelli LCD osceni che monta sulle serie A6xxx e le prime A7, inutilizzabili sotto il Sole, ma avrei preferito che su questa G90 e su altri modelli della serie G e GH Panasonic avesse iniziato a montare pannelli più moderni, magari con tecnologia Amoled. Una cosa fastidiosa per me è il crop in 4K, davvero eccessivo, in qualche circostanza può venire comodo, ma generalmente lo trovo più un limite che un pregio. È evidente che sia voluto per non pestare i piedi alla G9, ma su questo modello votato molto anche al settore video non avrebbero dovuto inserirlo a mio avviso. E parlando di lato video la G90 risulta molto completa, anche per il cliente evoluto, includendo persino profilo LOG e durata illimitata delle registrazioni. Solo un professista che lavora con i video potrebbe preferire una GH5. Altra caratteristica Panasonic, più che della G90, riguarda il bilanciamento del bianco automatico, da sempre non perfetto (meglio Olympus su questo frangente), ma migliorato con gli ultimi modelli; ha la tendenza ad introdurre un filo di magenta di troppo per i miei gusti, ma è sempre tarabile a piacimento. Cos'altro aggiungere...è una fotocamera poliedrica, ci puoi fare di tutto, l'ho presa proprio per queste sue caratteristiche. Affidabile, sempre pronta, è la compagna che non ti tradisce mai. Altamente personalizzabile, puoi veramente cucirtela addosso una volta programmati i tasti (anche virtuali, a display) e le ghiere. Il Menu ereditato dalla G9 è davvero ottimo e grazie alla sezione MyMenu si evita praticamente di dover cercare opzioni nelle numerosissime pagine. Il sensore è quello classico da 20 MP che ormai da anni rappresenta lo standard nel Micro 4/3, per le mie esigenze lo trovo più che sufficiente. Concludo dicendo che secondo me rappresenta una delle scelte più sensate per chi ama il Micro 4/3 e ha bisogno di una fotocamera versatile, pratica e affidabile. Il suo unico vero 'difetto' riguardava il prezzo che l'avvicinava pericolosamente alla G9, ma già oggi si è assestato su valori più idonei alla sua fascia di appartenenza e più avanti sarà ancora di più un best-buy. Consigliata

inviato il 14 Agosto 2021


panasonic_fz1000iiPanasonic Lumix FZ1000 II

Pro: leggera; buonissima ergonomia fornita dall'impugnatura e in generale dai pulsanti che consetono di usarla anche con una mano (accensione e spegnimento compresi); ottimo Menu mutuato dalla G9; facilità nella programmazione dei tasti; ottimo touchscreen articolato (qui Panasonic a mio avviso è davanti a tutti); veloce e reattiva nell'operatività; molto personalizzabile a seconda delle proprie esigenze; buon EVF che soprattutto non distorce ai lati come invece accade sulla G9; buona qualità di immagine nel complesso; comparto video ben curato come da tradizione Panasonic; versatilità di focali (motivo principale per cui si sceglie una Bridge); essendo una 'compatta' eredita l'otturatore centrale che reputo decisamente un pro perché consente di scattare in High-sync anche con flash che non ce l'hanno; a diaframma chiuso produce un bell'effetto stella che stranamente non ci si aspetterebbe da una Brdige e anche il Bokeh non è affatto male se si considera la tipologia di macchina; buona resistenza ai flares.

Contro: aberrazioni cromatiche; resa ottica alla focale grandangolare ai bordi estremi del fotogramma; filettatura attacco treppiedi decentrata che costringe a svitare una eventuale piastra per accedere al vano batteria/scheda di memoria (risolto); vignettatura alcune volte davvero fastidiosa soprattutto ai due angoli superiori; rumorosa quando accesa (sia con stabilizzatore attivo che spento); tramite power bank la si può solo caricare ma non la si può usare al contempo (cosa possibile invece con la G9 ad esempio); paraluce brutto esteticamente e troppo plasticoso che con l'uso temo perda la capacità di rimanere agganciato saldamente una volta avvitato (ci voleva un meccanismo con pulsantino, stile Olympus 12-100); potevano installare un display posteriore con maggiore risoluzione; con l'uso di flash esterno (sia montato sulla slitta che comandato mediante trigger) ho riscontrato una certa latenza tra la pressione del tasto di scatto e l'effettiva esecuzione dello stesso...in macro fotografia itinerante può rappresentare un problema; mancanza di tropicalizzazione; JPG in camera carini ma nulla più...lo sviluppo dei RAW consente dei margini nettamente superiori sul fronte qualità di immagine (e questo, per me, vale con ogni fotocamera provata, ad eccezione di Fuji che non ho mai avuto); avesse avuto un 24-600 come la Sony RX10 Mark III sarebbe stata quasi perfetta; un po' troppo economica al tatto (mi riferisco alle plastiche utilizzate).

Opinione: Innanzitutto è leggera, più della Sony RX10 Mark III sua diretta concorrente. Non ha la consistenza dei materiali della Sony (che tra l'altro sulla carta presenta un minimo di tropicalizzazione di cui la FZ-1000 purtroppo è sprovvista), ma quest'utlima pesa molto di più. Da tenere in mano è molto piacevole ed ho apprezzato il fatto che la si possa comandare integralmente con una sola mano. Il Menu lo trovo ottimo e rispetto alla vecchia FZ-1000 questa eredita quello della G9, decisamente migliorato, che ha tra l'altro una sezione 'my menu' in cui memorizzare le voci delle impostazioni che si usano più di frequente e quindi raggrupparle in un unico sottomenu senza bisogno di andare a ricercale ogni volta nelle numerosissime pagine del Menu principale, questo a vantaggio di una velocità nell'operatività generale non indifferente. I tasti sono facilmente programmabili e una volta configurata secondo le proprie necessità diventa molto divertente usarla. Il pannello posteriore snodato e il touchscreen io li trovo comodissimi e molto pratici nell'uso sia fotografico che video. L'EVF mi è piaciuto; se la memoria non mi tradisce dovrebbe essere la stessa unità montata nella G80. Ampio e soprattutto senza distorsioni ai bordi estremi (carattersitica che non mi è mai piaciuta dell'EVF della G9). La risoluzione dell'EVF non è mostruosa, ma è una unità gradevole che non stanca l'occhio. Riguardo la qualità di immagine i 20 MP sono ben sfruttati e solo alla focale grandangolare ai bordi fatica a risolvere bene. Il sensore tiene bene fino a 1.600 ISO. Anche la gamma dinamica, per essere un sensore da 1 pollice, non è affatto male. Purtroppo certe volte (dipende dall'incidenza della luce) si nota una vignettatura fastidiosa, soprattutto più visibile ai due angoli superiori del fotogramma e non sempre è semplicissima da gestire in post produzione. Ho fatto prove senza paraluce e senza filtro protettivo pensado che potessero essere loro la causa della vignettatura, ma ahimè è un difetto congenito dell'obiettivo che come secondo neo produce evidenti aberrazioni cromatiche, soprattutto violacee/magenta (purple fringing), ma queste fortunatamente si correggono facilmente in post produzione (se si scatta in RAW) mentre, stranamente, se si scatta in JPG tendono ad essere sempre visibili in scene con forti chiaro/scuri (se si guarda a ingrandimenti del 100% o superiori). Avesse avuto uno zoom stile Sony RX10 Mark III sarebbe stata quasi perfetta, cioè un bel 24-600. In compenso questo obiettivo, che non fa gridare al miracolo nel suo complesso, ha una buona resistenza ai flares, produce dei bei colori e anche la qualità dello sfocato (il Bokeh) non è affatto brutta soprattutto quando si riesce a staccare il soggetto dallo sfondo usando focali lunghe. Persino l'effetto stella che si produce chiudendo il diaframma è piacevole. La stabilizzazione è discreta, ma non assolutamente ai livelli delle Micro 4/3 con stabilizzazione combinata sensore/obiettivo. Un neo grosso riguarda la filettatura attacco treppiedi decentrata; dover svitare ogni volta la piastra treppiedi per estrarre la memoria o la batteria era diventato un supplizio. Fortunatamente ho trovato il modo di risolvere la faccenda usando la piastrina quadrata delle Peak Design, inclusa nel Capture V3. Se avvitata nel modo corretto (dal lato dove si inserisce il perno filettato) consete di aprire lo sportellino senza rimuoverla. Mi riservo in futuro di correggere questa recensione qualora avessi ulteriori elementi di riflessione su questa interessante macchina fotografica che mi sento di consigliare a chi cerca questa tipologia di fotocamere, soprattutto se la si trova sotto i 700 euro.

inviato il 26 Marzo 2020


olympus_8fisheye_f1-8Olympus M.Zuiko Digital ED 8mm f/1.8 Fisheye Pro

Pro: Costruzione ottima. Qualità ottica generale davvero notevole. Pur essendo f/1.8 non è enorme e rientra negli standard Micro 4/3 in termini di pesi e ingombri. Auto Focus. Tropicalizzazione.

Contro: Mancanza del meccanismo (stile clutch) per la messa a fuoco manuale. Moderate aberrazioni cromatiche.

Opinione: Premetto che non si tratta di una recensione vera e propria, ma di una raccolta delle prime impressioni riguardo l'Olympus 8mm f/1.8 PRO che ho avuto modo di acquistare e di cui sono molto soddisfatto. Man mano che avrò modo di testarlo e conoscerlo meglio, aggiornerò questo articolo. Una piccola considerazione merita questo piccolo/grande obiettivo: è l'unico Fisheye al mondo con apertura f/1.8. Neanche in altri sistemi fotografici è possibile trovare un equivalente con cui paragonarlo. In questo senso Olympus ha svolto un lavoro eccezionale e, come da sua tradizione, propone un prodotto unico nel suo genere. Inizialmente, quando ebbi modo di provarlo ad un Olympus Day, non lo compresi in pieno e ritenevo davvero eccessivo un Fisheye con le sue caratteristiche, prezzo incluso. Considerai un esercizio di stile, un po' di accademia, la sua immissione nel mercato; in realtà mi sbagliavo. L'8mm PRO si ritaglia un proprio spazio all'interno della gamma di prodotti della casa nipponica e benché sia un obiettivo con vocazioni particolari, la sua duttilità all'atto pratico (e per chi ha le idee chiare su come usarlo) lo rende davvero interessante. QUALITA' COSTRUTTIVA: in linea con la gamma PRO di Olympus, davvero ben assemblato. Mi piace tantissimo la ghiera di messa a fuoco (l'unica presente), perché offre una resistenza e una fluidità da obiettivo di fascia alta. Peccato usarla poco in quanto l'obiettivo è dotato di motore AF. L'assenza del meccanismo di messa a fuoco manuale (stile clutch) presente negli altri PRO potrebbe infastidire alcuni e in effetti, soprattutto per astrofotografia, avere una indicazione delle distanze di messa a fuoco avrebbe agevolato non poco. Forse non lo hanno voluto includere per non incidere sulle dimensioni. Infine manca il tasto Fn, ma questo personalmente non lo considero un particolare handicap. DIMENSIONI E PESO: per essere un Fisheye non è una piuma, ma è assolutamente in linea con la filosofia Micro 4/3 quindi per chi tiene ai pesi e agli ingombri direi che non ci sono assolutamente problemi. Su una E-M5 II è perfettamente bilanciato e usarlo in qualsiasi condizione e per ore intere non comporta il minimo sforzo/fastidio. VELOCITA' AF: pur non essendo una scheggia come altri obiettivi della gamma, è assolutamente adeguata, sia in termini di velocità che di precisione. Soprattutto bisogna ricordare che è un Fisheye e non ci si fa caccia fotografica, quindi andare a cercare il millisecondo in meno mi sembra veramente inutile. QUALITA' OTTICA: direi che anche qui ricalca le prestazioni dei suoi fratelli della linea PRO. La nitidezza al centro è davvero molto buona e la cosa che sorprende di più è che già ad f/1.8 la resa è notevole e chiudere il diaframma a f/2 - f/2.8 - f/4 - f/5.6 - f/8 non fa altro che migliorarla di poco al centro, mentre a beneficiarne di più sarà la porzione più esterna del fotogramma, dove una maggiore incisività sarà maggiormente rilevabile. Colori e contrasto sono quelli della linea PRO, quindi ottimi risultati anche da questo punto di vista e chi compra sa già in anticipo cosa aspettarsi. ABERRAZIONE CROMATICA e RESISTENZA AI FLARES: qui l'8mm rientra nel novero degli obiettivi 'umani'. Beninteso, parliamo di un obiettivo con un angolo di campo di 180° e le aberrazioni cromatiche non possono non esistere. Non ho molta esperienza diretta con i Fisheye della concorrenza, ma in tutti ho visto la presenza di Purple Fringing in determinate condizioni, cioè con scene in cui sono presenti zone ad alto contrasto. Quel che cambia è che c'è chi li digerisce meglio e chi meno. L'8mm, da quel che ho avuto modo di vedere fino ad ora, mi sembra dignitoso ma non stratosferico. A patire di più sono prevalentemente i bordi. Fortunatamente in post produzione si può rimediare. Riguardo ai flares, bisogna stare attenti a come si fotografa e dove è posizionato il Sole. In genere i flares compaiono solo se si include il Sole nell'inquadratura; non sono troppo invadenti comunque (qui il lavoro svolto dal trattamento antiriflesso sulle lenti si vede). Alle volte sono accompagnati anche da qualche alone di colore violaceo-verdastro. Invito sempre comunque a pensare alla tipologia di obiettivo (al suo progetto ottico decisamente complesso) e anche all'uso che ne faccio io, che prevede uno stress non indifferente visto che amo scattare con la luce frontale. Un uso il mio che inevitabilmente mostra precocemente qualsiasi caratteristica e 'difetto' di un'ottica. Analizzati questi aspetti, direi che questo obiettivo anche nelle riprese video trova numerose applicazioni e la sua incredibile luminosità sarà un plus non da poco in condizioni di luce non ottimali. Se aggiungiamo la tropicalizzazione, la distanza minima di messa a fuoco (di soli 2,5 cm dall'elemento frontale, roba che bisogna stare attenti a non graffiarlo), potrei concludere dicendo che un Fisheye con tutte queste caratteristiche espande, e non di poco, gli ambiti di utilizzo che comunemente vengono assegnati a questo genere di obiettivi. Resta sempre un'ottica altamente specialistica, ma in Olympus hanno saputo darle una personalità tutta sua che la rende davvero affascinante a chi sa guardarla con gli occhi giusti.

inviato il 31 Ottobre 2015




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