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![]() in Blog il 23 Marzo 2025, 12:37 L'idea di aprire un thread del genere in verità la coltivavo da tempo, è stata però solo la notizia, di ieri, della morte di "Big" George Foreman a darmi l'ultima spinta, perché con lui è quasi certamente morta anche l'ultima persona, ancora in vita, a conoscenza della torbida verità sul mistero che circonda la doppia sfida fra il grande, leggendario Sonny Liston e Cassius Clay. Il problema però è che un mistero simile circonda anche la sconfitta patita nel 1974 da Foreman a Kinshasa, il famoso (o forse famigerato?) "Rumble in the Jungle"! Non solo: la sua dipartita segue di qualche anno quella di Joe Frazier, avvenuta nel 2011, e di Ken Norton, sopraggiunta nel 2013, tutti uomini che hanno avuto la sventura di condividere, dopo di Sonny Liston, la scena pugilistica con Cassius Marcellus Clay alias Muhammad Ali. Tralasciando lo sventurato Sonny Liston, di cui peraltro ho narrato qualcosa prima in un mio misconosciuto libro e poi in un thread a lui dedicato su questo forum, la fama di questi quattro uomini è stata "oscurata"... tra virgolette... in verità MOLTE virgolette, dalla luce emanata dalla "stella", per modo di dire, emessa dal personaggio mediatico Ali. A onore del vero a questi quattro uomini se ne dovrebbe aggiungere anche un quinto, quello a tutt'oggi meno noto, con Liston, del gruppo: ossia il grande Floyd Patterson. Se però unissi anch'egli alla discussione la stessa assumerebbe le dimensioni di una vera e propria Narrazione Biblica che nella sua multiforme prolissità rischierebbe di ingolfare il forum, ragione per cui, tenendo conto del fatto che tanto Patterson prima, quanto Liston, Frazier e Foreman poi, sono tutti riusciti a divenire Campioni del Mondo della Massima Categoria, in questo thread vorrei concentrarmi solo e unicamente sulla figura di Ken Norton, l'unico del gruppo a non avere avuto la fortuna di diventare Campione del Mondo, pure avendolo abbondantemente meritato proprio in un match, il terzo, che lo vide contrapposto, guarda caso, all'immancabile Muhammad Ali. A onore del vero, quasi per una sorta di tardiva "riparazione", un paio d'anni dopo il suo terzo e ultimo incontro con Ali Norton fu dichiarato Campione del Mondo, come dire: "a tavolino", da parte di una delle tante (direi TROPPE) sigle che inquinano il mondo di questo splendido Sport, ma fu, ripeto, una tanto inutile quanto tardiva e squallida riparazione, non saprei dire se più tardiva che squallida la quale, oltretutto, nulla aggiunse alla vita del povero Norton... né dal punto di vista della pura e semplice gloria sportiva né, ancor meno, dal punto di vista pecuniario. Gli incontri, tutti alquanto "chiacchierati", fra Ali e Norton furono tre: il primo ebbe luogo il 31 Marzo 1973 a San Diego, in California, con il palio il titolo NABF dei Pesi Massimi, e si concluse con la vittoria ai punti di Norton; il secondo ebbe luogo a Inglewood, anche stavolta in California, e ancora col titolo NABF in palio, e si concluse con la vittoria ai punti di Ali; la "bella", ossia il terzo e ultimo incontro, andò in scena addirittura a New York, nientemeno che all'interno del mitico Madison Square Garden, come peraltro allora si conveniva trattandosi di un match con il Titolo Mondiale in palio, il 28 Settembre 1976 e, come ormai di prassi, si concluse con l'ennesima "pastetta" a esclusivo beneficio di Muhammad Ali... e della banda di pescecani che lucravano, anzi banchettavano, sulle spoglie di un campione ormai da anni irrimediabilmente in disarmo! Furono comunque tre incontri memorabili, utili se non altro a stabilire una chiara scala di valori fra i due proragonisti e, di riflesso, anche rispetto agli altri quattro Campioni precedentemente citati. 97 commenti, 3321 visite - Leggi/Rispondi ![]() in Tecnica, Composizione e altri temi il 13 Luglio 2024, 10:11 Sempre più spesso leggo (e sento) delle affermazioni di questo tipo: "ritorno di fiamma della pellicola"; "rinnovato interesse dei giovani per la pellicola"; "riscoperta della pellicola" e altre amenità tutte, più o meno, su questo tenore. Premesso che, personalmente, tutto questo entusiasmo verso la pellicola non lo vedo affatto, o almeno quel che vedo non mi sembra certo un interesse fattivo, resta il fatto che anche su questo forum si aprono sempre più spesso delle nuove discussioni sull'argomento. Fermo restando il fatto che ancora oggi, pure a distanza di 30 anni dalla Rivoluzione Digitale, resiste una ridottissima schiera di fedelissimi dell'Argento, e al suo interno una ancor più ridotta minoranza di utenti, di cui mi onoro di far parte, che al digitale non sono proprio mai passati, quello che continuo a chiedermi è cosa mai i giovani dovrebbero cercare, ed eventualmente trovare, nella fotografia chimica che già la tecnologia digitale non possa dar loro non solo in minor tempo ma, forse, anche meglio? Io, che per mia natura sono sempre alquanto scettico, per usare un eufemismo, tendo, anche a costo di essere tacciato di integralismo, a circoscrivere tutto questo fenomeno nell'ambito ristretto di sola una parola: semplice MODA, questo nella migliore delle ipotesi, se non addirittura, nella peggiore, a relegare il tutto nel puro ESIBIZIONISMO... ma voi altri invece, che opinione ve ne siete fatta? P.S. - personalmente l'unico ambito in cui ammetterei un vero e rinnovato interesse verso la pellicola è quello della proiezione di diapositive... per il resto, nella pellicola, almeno allo stato attuale, nulla trovo che il digitale non faccia non solo meglio, ma anche a costi ben più contenuti. 224 commenti, 14171 visite - Leggi/Rispondi ![]() in Tecnica, Composizione e altri temi il 02 Agosto 2023, 13:54 Ieri mi è capitato, a onore del vero è ri-capitato tra le mani un volume che possiedo da almeno quindici anni ma che non sfogliavo da tempo immemore: si intitola LUCI SULLA TERRA, edizione White Star, e raccoglie 170 fotografie, vincitrici o segnalate, del famoso concorso Wildlife Photographer of The Year degli anni '80 e '90 del secolo scorso... a parte una o due (che sono di matrice digitale) sono tutte fotografie da diapositiva. Ebbene anche per me, che comunque fotografo solo con la pellicola, è bello vedere, scoprire, per meglio dire riscoprire a quale livello di bellezza e raffinatezza estetica, oltre che di perfezione tecnica, si può arrivare anche solo con sensibilità che non superano praticamente mai le 100 ASA. Questo, ovviamente, senza considerare che la poesia di quelle fotografie oggi non la ritrovi neppure nelle fotografie che, OGGIGIORNO appunto, vincono o sono segnalate in quello stesso prestigioso concorso. Da un punto di vista più squisitamente tecnico inoltre va rimarcato, quale ulteriore spunto di riflessione, il fatto che a parte una fotografia ripresa con 1/2000 di secondo, quattro con 1/1000, e una decina - al massimo - riprese con 1/500 di secondo tutte le altre sono state immortalate con tempi di posa che, nel caso dei più brevi, oggi nessuno adopererebbe neppure per eseguire dei ritratti posati in studio. Da ciò consegue che NESSUNA di quelle fotografie riporti all'osservatore quella sensazione di immoto congelamento tipico delle fotografie moderne, tuttavia la sensazione di dinamismo, di frenesia vitale, di naturalezza, la poesia insomma che quelle immagini esprimono è qualcosa che al giorno d'oggi è semplicemente dimenticato, oserei anzi dire sconosciuto, perso com'è nell'oblio del tempo! Chiaramente questo thread non va inteso come l'ennesima sterile diatriba chimico vs digitale, esso anzi vuole essere solo un invito a discutere, in maniera pacata, di sensazioni, di emozioni e perché no anche di soddisfazioni che si provano fotografando, e anche se la mia scelta, vecchia di oltre quattro decadi, a favore della diapositiva quale personale mezzo espressivo resta latente in sottofondo, cosa questa nota peraltro a tutti coloro i quali mi conoscono, non deve divenire argomento centrale della discussione che, invece, io vorrei riguardasse piuttosto la fotografia chimica nel suo complesso. Grazie dell'attenzione e buon pomeriggio a tutti... 224 commenti, 10428 visite - Leggi/Rispondi ![]() in Tema Libero il 25 Settembre 2022, 7:40 ... in una fresca serata di sessant'anni fa, al Comiskey Park di Chicago, dinanzi a una platea di venticinquemila spettatori inferociti e in soli 126 secondi, diveniva Campione del Mondo il più grande Peso Massimo della storia del pugilato di tutti i tempi: Sonny Liston. Il suo regno sarebbe dovuto durare anni, tanti quanti lui avesse voluto insomma, la mafia gli consentì di tenere il titolo per soli diciassette mesi, prima di obbigarlo a perdere contro Cassius Clay. In un arco temporale di meno di un anno e mezzo si apriva e si chiudeva l'epopea di un pugile, e di un uomo, leggendario, un uomo di cui non si conosce la data di nascita, certamente di anni antecedente a quella ufficiale dell'8 Maggio 1932, e neppure quella di morte, un uomo che dalla vita ebbe nulla, se non una moglie devota, Geraldine, e pochi, radi amici, ma che tuttavia non ebbe mai paura di percorrerla, quella vita in.fame. Riposa in pace Sonny. 223 commenti, 8605 visite - Leggi/Rispondi ![]() in Tecnica, Composizione e altri temi il 18 Giugno 2020, 16:06 Visto il discreto successo incontrato dal precedente thread sulla Velvia ero indeciso se aprirne la seconda parte o cominciare una discussione del tutto nuova che casomai potesse anche intrecciarsi, ricollegandosi con la precedente in qualche maniera, per ora arcana e imprevedibile, che però nel mondo della fotografia sono spesso ricorrenti al punto che solo parlandone, forse, potremo scoprirle. Orbene in origine c'erano le Fujichrome 50D Professional e 100D Professional con la loro versione amatoriale siglata semplicemente Fujichrome 100, non ne ricordo una versione 50 ASA amatoriale anche perché all'epoca le sensibilità al di sotto di 100 ASA erano professionali per definizione e quindi improbabili (anche per i costi) nella mani di un semplice fotoamatore, pellicola quest'ultima, la 100, sopravvissuta fino ai giorni nostri prima con la sigla Fujichrome Sensia 100 e, ma questo solo negli ultimi anni, anche come Agfachrome CT Precisa 100. Con l'introduzione nel mercato professionale della Velvia (come evoluzione della 50D) nel 1990 Fuji come abbiamo visto assestò un formidabile scossone alla supremazia sia delle Kodachrome 25 e 64 che della Ektachrome 64, e di lì a poco continuò la propria opera di demolizione introducendo anche l'erede della 100D, e siglando quest'ultima Fujichrome Provia 100, ne approfittò per confermare la nuova, e del tutto inedita usanza della casa, di una denominazione specifica per ognuna delle proprie pellicole. La Provia 100 si presenta con delle caratteristiche di tutto rispetto: con un RMS 10 non solo appaia la Kodachrome 64 ma mostra una grana addirittura inferiore alla Ektachrome 64 (RMS 11); la saturazione cromatica è alta come quella della Velvia; la resa dei colori è neutra e praticamente identica e anche il nero non mostra differenze apprezzabili rispetto a quello restituito dalla Velvia; il potere di risoluzione non raggiunge la Velvia ma risolvendo 60 e 140 coppie di linee/mm (rispettivamente alle mire a contrasto 1,6:1 e 1000:1), supera la precedente 100 D e stacca abbastanza nettamente la Kodachrome 25 e addirittura clamorosamente sia la Kodachrome 64 che l'Ektachrome 64. Questo all'atto pratico significa che in una proiezione l'autore poteva alternare fotografie riprese con l'una o l'altra pellicola restando ragionevolmente certo che l'omogeneità della risposta cromatica rimanesse, se non assoluta, almeno quasi del tutto indistinguibile nel passaggio fra l'una e l'altra emulsione. Un vantaggio non da poco ve l'assicuro ![]() Pugilisticamente parlando insomma si trattò di un uno-due semplicemente devastante e per circa otto o nove anni la situazione andò avanti mostrando un lento, ma anche per questo progressivo e instancabile, erodersi di preferenze a danno di Kodak. Nell'Estate del 1999 un nuovo scossone altera l'equilibrio (invero già alquanto precario per effetto della galoppante tecnologia digitale) del mercato della fotografia perché a sorpresa Fuji annuncia l'introduzione di una nuova pellicola, ossia la Provia 100F che presto si dimostra qualcosa più di un semplice affinamento della precedente Provia 100. Mettendo in mostra un formidabile RMS 8 infatti essa supera con un sol balzo sia la Provia, di ben due punti, che la Velvia, in questo caso di un solo punto a fronte però del raddoppio della sensibilità... francamente una impresa non da poco dal momento che le migliori pellicole Bianco & Nero di bassa sensibilità, per esempio la Rollei 25 o la Kodak Technical Pan 25, vantano un RMS pari a 5 questo però in primis con una sensibilità inferiore di ben due stop e, in secundis, a fronte di una complessità strutturale molto minore trattandosi in entrambi i casi di semplici pellicole in Bianco e Nero! La saturazione cromatica inoltre restava praticamente invariata rispetto alla Provia 100, anche la risoluzione (60 e 140 l/mm) restava immutata, l'unica differenza era la timbrica cromatica, leggermente più fredda nella 100F, che si manifesta soprattutto in un nero un poco meno profondo e non più completamente neutro come era nella Provia 100 ed è, ancora oggi, nella Velvia. Come nella discussione precedente gradirei che tutti coloro i quali sono interessati all'argomento, che abbiano o meno esperienza diretta con queste pellicole non ha grande importanza perché quando si parla di certe cose quel che conta maggiormente è la pura e semplice curiosità, partecipino anche a questo thread però mi raccomando, come nel caso precedente lasciamo fuori le polemiche... il digitale, ripeto, non ci interessa affatto. Grazie ![]() 87 commenti, 4128 visite - Leggi/Rispondi ![]() in Tecnica, Composizione e altri temi il 07 Giugno 2020, 12:32 Nel 1990 fu introdotta la pellicola che per una quindicina d'anni ha rappresentato la scelta pressoché unanime dei fotografi professionisti del periodo finale di quella che può (a ragione) definirsi l'epoca d'oro della fotografia chimica. Nasceva, nelle intenzioni del colosso giapponese Fuji, con lo scopo dichiarato di scalzare la rivale statunitense Kodak dall'Olimpo della fotografia sul quale essa era comodamente assisa, in veste di protagonista assoluta, dal lontano 1935 grazie alle mitiche (o forse sarebbe meglio definirle mitologiche?) pellicole Kodachrome 25 e 64 ASA. L'impresa in realtà si prospettava tutt'altro che semplice perché le emulsioni sue rivali, nonostante l'anzianità di progetto (ma secondo molti esperti e commentatori proprio in virtù di questo) erano ancora insuperate sia dal punto di vista della risoluzione che della finezza di grana e inoltre, dopo oltre mezzo secolo sulla cresta dell'onda, erano talmente conosciute e apprezzate che la maggior parte delle riviste di quegli anni accettava quasi esclusivamente servizi realizzati con pellicole Kodak; e una testata in particolare, forse la migliore di tutte, certamente la più conosciuta e prestigiosa, il celeberrimo National Geographic Magazine, per i suoi servizi non accettava materiale iconografico che non fosse stato ripreso, e questa era di fatto una condicio sine qua non, con pellicole Kodachrome. Inoltre poi sul finire degli anni '40 (se non ricordo male), e maggiormente per i mercati al di fuori di quello degli Stati Uniti d'America, la Casa Gialla aveva presentato... e di fatto quasi imposto, una sua nuova emulsione per diapositive, la Ektachrome 64, che seppure leggermente inferiore alle cugine Kodachrome - sia per risoluzione che per finezza di grana - e nonostante una resa cromatica sostanzialmente diversa rispetto alla loro, era riuscita a ritagliarsi uno spazio tutto suo, sempre all'interno di un mondo estremamente esigente come è quello dell'Alta Editoria, al punto che ormai la posizione di preminenza mondiale di Kodak era considerata non solo un dato di fatto assodato ma, soprattutto, nei fatti IMMUTABILE! La Storia ha dimostrato che le cose, tutte le cose... anche quelle ritenute immutabili, in realtà temono l'inesorabile scorrere del tempo e alla fine, nonostante il forte scetticismo iniziale nei confronti di una pellicola che non solo era per davvero una concorrente agguerrita ma, addirittura, si presentava con delle caratteristiche effettivamente superiori a quelle delle emulsioni rivali, al punto che all'atto pratico il confronto, seppure con molte e in parte anche giustificate resistenze da parte degli addetti ai lavori (non dobbiamo infatti dimenticare che in quegli anni le tipografie lavoravano da oltre mezzo secolo sempre con le stesse pellicole, pellicole che quindi erano ormai non solo apprezzate ma anche e soprattutto conosciutissime in ognuna delle loro infinite sfaccettature), quel confronto dicevo, che all'inizio sembrava improponibile, da un lato, dall'altro si è dimostrato semplicemente senza storia al punto che al giorno d'oggi la Velvia, anche e soprattutto a causa del fatto che il sopraggiungere della rivoluzione digitale ha impedito ogni ulteriore evoluzione di una pellicola che invece, nelle intenzioni dei progettisti, doveva essere solo il primo tassello di una nuova generazione di emulsioni fotografiche che però non potè più realizzarsi per i motivi appena addotti, e fu così quindi che alla fine alla pur eccellente (ma ancora migliorabile) Velvia è rimasta, ab aeterno purtroppo (a meno che non avvengano ulteriori sconvolgimenti epocali di cui invero si avvertono da tempo i prodromi ![]() ![]() A tutti gli appassionati cui dovesse interessare l'argomento auguro una buona chiacchierata ma mi raccomando, evitiamo le solite diatribe chimico contro digitale... in questa discussione l'argomento numerico è da considerarsi del tutto fuori luogo. Grazie ![]() 226 commenti, 8675 visite - Leggi/Rispondi ![]() in Obiettivi il 29 Maggio 2019, 15:37 In primis c'era il Nikkor, ottimo ma molto probabilmente non proprio eccezionale; in secundis ci si è messa Sigma con il solito ART che istantaneamente è divenuto, guarda caso, il punto di riferimento della (per l'epoca ancora sparuta ![]() A questo punto, ovviamente, la mia prima considerazione è stata che in pratica manca quasi solo Canon nella corsa a questo genere di obiettivo, e a questo punto mi sono fatto un po' di conti per notare che alla fin della fiera la pupilla d'ingresso del 100/1,4 è pressoché identica a quella dell'immortale 85/1,2 L ... ossia all'incirca 71 mm e da qui, chiaramente, la mia seconda considerazione: assodato che Canon, in genere, non ama seguire le orme degli altri costruttori ma generalmente preferisce essere lei a dettare le sue regole agli altri, dubito che si appresterà a presentare il proprio concorrente in una categoria che per i suoi gusti è già fin troppo affollata ... e quindi? E quindi non lo so ... ma credo che l'unica conclusione plausibile da trarre è che se Canon accetterà la sfida, e francamente non è detto che lo faccia, proporrà, secondo quella che peraltro è una sorta di tradizione della casa, un 100/1,2 L ... ovviamente con innesto RF. 50 commenti, 2759 visite - Leggi/Rispondi ![]() in Obiettivi il 31 Dicembre 2018, 22:11 www.the-digital-picture.com/Reviews/ISO-12233-Sample-Crops.aspx?Lens=1 224 commenti, 13781 visite - Leggi/Rispondi | 65 anni, prov. Campobasso, 33107 messaggi, 100 foto Invia Messaggio Privato Aggiungi Amico PaoloMcmlx ha ricevuto 157452 visite, 1448 mi piace Attrezzatura: Canon EOS 1V, Canon EOS 3, Canon EOS 1N RS, Canon EF 100mm f/2.8 L Macro IS USM, Canon EF 70-200mm f/2.8 L IS II USM, Canon EF 70-200mm f/4 L IS USM, Canon EF 180mm f/3.5 L Macro USM, Canon EF 300mm f/4.0 L IS USM, Canon EF 24-70mm f/2.8 L USM, Canon EF 100-400mm f/4.5-5.6 L IS USM II, Canon EF 135mm f/2.0 L USM, Canon EF 1.4x II (Per vedere le statistiche di fotocamere, obiettivi e ISO più utilizzati da PaoloMcmlx, clicca qui) Occupazione: commerciante Interessi: Storia, geografia, scacchi, pugilato, body building, fotografia ... chiaramente Registrato su JuzaPhoto il 18 Maggio 2016 AMICI (82/100) |
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