|
| Accetta Cookie | Personalizza | Rifiuta Cookie |
in Articoli il 30 Giugno 2025, 21:29 ![]() 1/5000 f/8.0, ISO 10000 (sony a1 400-800) L'introduzione dell'intelligenza artificiale ha rivoluzionato le scelte riguardanti l'attrezzatura e le modalità di spesa, soprattutto nell'ambito della fotografia naturalistica. Prima dell'avvento di questa rivoluzione tecnologica, il teleobiettivo era sicuramente la prima voce di spesa per i fotografi, seguito dalla fotocamera. Il teleobiettivo tra l'altro si teneva per un tempo più lungo, così da essere ammortizzato in molti anni. Era molto costoso perché era supercorretto nella sua parte ottica, visto che non era possibile correggere difetti ottici come l'aberrazione cromatica laterale al computer. Sto parlando dell'epoca delle reflex a pellicola, ma anche nei primi tempi del digitale le correzioni possibili via software erano limitate e poco efficaci. La fotocamera veniva rinnovata dai fabbricanti ogni 3 o 4 anni, ma in realtà nel mondo della reflex le innovazioni presenti nel nuovo modello erano molto limitate, per cui l'acquisto del un nuovo modello avveniva spesso saltando almeno una generazione. Il computer e i programmi di sviluppo delle immagini rappresentavano l'ultima voce in ordine di importanza. Di conseguenza utilizzare programmi craccati o a buon mercato era un'abitudine molto comune tra i fotografi. Questo non influenzava la qualità delle fotografie ottenute. Oggi invece il software AI più aggiornato di Adobe Camera Raw (ACR 17.4 ) permette agevoli e validi risultati anche scattando oltre i 5000 iso. Topaz denoise AI fu il software in cui fu introdotta per la prima volta l'intelligenza artificiale. Annunciato il 19 aprile 2019, pur con vizi di gioventù (parti dell'immagine affetti da evidenti deformazioni e artefatti del dettaglio fine), permise con una modesta spesa di migliorare notevolmente la nitidezza di scatti ad alti ISO eliminando quasi completamente il disturbo della grana. ![]() 1/200 f/4.0, ISO 16000 (canon 1dxmkII e 17-40) Il programma Topaz Denoise AI costava meno di 100 euro, e dopo averlo scaricato in prova, lo acquistai immediatamente dopo aver trasformato lo scatto qui sopra da un documento d'archivio in una foto pubblicabile: lo scatto, pur avendo una buona nitidezza, era affetto da un notevole disturbo in forma di grana che lo rendeva assolutamente inutilizzabile. Nel 2021, circa due anni dopo, il nuovo software DXO Pure Raw superava in efficienza l'algoritmo utilizzato da Topaz, annullando la grana senza introdurre artefatti visibili: in conclusione, in soli due anni il mondo della fotografia digitale era cambiato per sempre: diventava possibile scattare ottime immagini in poca luce o con obiettivi bui. Di conseguenza è stato rivoluzionato l'ordine di... 41 commenti, 57718 visite - Leggi/Rispondi in Articoli il 23 Aprile 2025, 17:48 ![]() Dopo sei anni di utilizzo di quello che è stato chiamato con ironia Sacro Zoomone, posso fare un consuntivo della scelta di vendere nel 2019 1dxmkII e 500 is II per utilizzare a9 (e successivamente a1) con 200-600 sony. In realtà fu una scelta cui mi costrinse un serio mal di schiena... il dimezzamento del peso dell'attrezzatura sony mi ha permesso di continuare più agevolmente a scattare fotografie. Non sto a dire i commenti di tanti affezionati del marchio canon, la gran parte dei quali mi ha seguito negli anni successivi comprando un'attrezzatura sony. Ho commesso l'errore di rispondere con razionalità a quelle critiche fatte con la pancia. Oggi non lo rifarei, rispondo a quel genere di obiezioni dicendo che ognuno ha l'attrezzatura che si merita. E veniamo al topic. Come è andata? All'inizio non riuscivo a zoomare durante le raffiche perché il senso di rotazione dell'attrezzatura sony è inverso rispetto a canon. Però nell'autofocus non c'era paragone: ottenni da subito una percentuale di foto nitide molto maggiore. Preciso però per chi non mi conosce che io scatto quasi esclusivamente avifauna in volo. ![]() Per questo genere di foto le caratteristiche dei sensori stacked su ml è risultata da subito quella giusta. Quando si scatta con una reflex, infatti, succedono diverse cose prima che l'immagine venga impressionata: si alza lo specchio e viene calcolato con un algoritmo il punto futuro in cui si troverà il soggetto in movimento. A questo segue un aggiustamento del piano di fuoco, e finalmente l'otturatore si aprirà impressionando l'immagine. Questo sistema un po' macchinoso risale agli anni settanta del secolo scorso e, in realtà, è piuttosto efficiente negli scatti a soggetti che si muovono in modo rettilineo uniforme, senza accelerazioni o decelerazioni, né cambiamenti di direzione. Quando invece una ml con sensore impilato scatta, i sensori autofocus continuano a operare durante lo scatto che avviene senza ritardi e per questo la "consistenza" delle immagini a fuoco è enormemente maggiore. Perciò è solo da pochi anni che si vedono bellissime immagini di piccoli uccelli in volo e persino di insetti. Proprio questa nuova opportunità mi colpì perché, malgrado il peso del 200-600, portai a casa una serie straordinaria di farfalle, api e coleotteri in volo. ![]() Naturalmente a questi primi scatti seguirono negli anni successivi quelli straordinari di altri fotografi come NadiaB che, grazie a un'attrezzatura 4/3 molto più leggera della mia, ottenne risultati meravigliosi di insetti... 12 commenti, 39966 visite - Leggi/Rispondi in Articoli il 22 Dicembre 2024, 19:01 ![]() Siamo molto più che fotografi di natura. Il motivo di ogni fotografia che scatto nasce dal bisogno di fermare in un contenitore di immagini la realtà che mi circonda: da quando sono nato vedo la natura come il mio mondo personale, un mondo da conoscere e condividere, proteggere e divulgare. In questo universo ho scoperto quanto è vera l'affermazione di Socrate per la quale ogni nuova scoperta si accompagna alla rivelazione di decine di migliaia di nuove realtà fin qui sconosciute e tutte da esplorare. In un mondo che scimmiotta la natura prelevando senza rispetto risorse e ricchezze, ho sempre utilizzato le conoscenze scientifiche e la tecnologia fotografica al solo scopo di ampliare la conoscenza - non solo visiva - del mondo che mi circonda. Ho la fortuna di essere nato nel paese europeo con la maggior diversità di ambienti e microclimi e di aver affrontato la loro esplorazione con un taccuino visivo capace di descrivere meglio di qualsiasi frase o discorso questa biodiversità: ho scattato in cinquant'anni milioni di immagini a piante, insetti, mammiferi e uccelli, ecosistemi e paesaggi ambientandoli nei meravigliosi micro o macroambienti in cui si sono evoluti e di cui fanno parte. ![]() In questo viaggio che dura da cinquant'anni ho incontrato persone meravigliose che mi hanno a loro volta aperto scrigni di conoscenze naturali di difficile accesso. Fotografi innanzitutto, ma anche professori universitari di geografia generale e geografia fisica, di zoologia e botanica, di ecologia e scienze del comportamento animale. In questo variegato flusso di informazioni, all'università ho privilegiato un corso di studi "olistico" che comprendesse tutte le scienze della natura, non solo le scienze della vita ma anche quelle della terra che ospita la vita. Le scienze geologiche permettono di comprendere i meccanismi che determinano i paesaggi e la natura fisica degli ambienti e delle comunità dei viventi che nel loro insieme costituiscono la biosfera, l'unico complesso e gigantesco essere vivente circondato per migliaia di anni luce solo da corpi celesti privi di vita. L'ultimo esame dei 19 che costituivano il mio piano di studi fu la biochimica, una sorta di compendio di conoscenze extraterrestri. Esse descrivono la natura fisico-chimica dei corpi celesti, delle nebulose e tutto il ciclo di sintesi degli elementi, a partire dell'idrogeno fino agli atomi più complessi e pesanti. ![]() Per questo personale approccio alla conoscenza della natura non mi sono mai appassionato alle attrezzature fotografiche, se non perché mi permettevano di... 31 commenti, 119776 visite - Leggi/Rispondi in Articoli il 11 Luglio 2023, 23:27 ![]() La prima volta che mi portarono in una garzaia avevo trent'anni. Da Roma ci spostammo a Milano, e da lì partivamo ogni mattina per una località sul fiume Po a circa un'ora di macchina dalla città. Alberi altissimi, in prevalenza pioppi salici e ontani, che su una grande isola ospitavano una numerosa colonia di ardeidi. Era vietato avvicinarsi e dovevamo rimanere sulla strada che percorreva l'argine per fotografare gli ardeidi sullo sfondo del cielo azzurro. Era impossibile riprendere la colonia con immagini significative a causa della distanza. Recentemente, percorrendo un territorio del sud, ho avvistato una specie che non avevo mai visto in quella provincia, né in inverno né in estate. La prima volta pensai si trattasse di marangoni minori che da sempre nidificano in quei luoghi, poi notai la forma più slanciata del corpo e il caratteristico becco ricurvo del mignattaio. I percorsi erano sempre gli stessi, a intervalli regolari. Feci i miei soliti giri, notando la presenza sui pascoli e nei terreni a riposo di molti più insetti e di zone paludose per l'abbondanza straordinaria di piogge cadute quest'anno praticamente in tutte le stagioni. Triangolando i percorsi dei mignattai, mi diressi verso il mare e individuai in lontananza numerosi guardabuoi e garzette su una pineta costiera. Mi avvicinai lungo una strada d'accesso a un campo e individuai i mignattai che partivano regolarmente dalla colonia per farvi ritorno dopo 15 o 20 minuti. ![]() L'eccitazione era grande e la presenza della specie mi galvanizzo' più delle sgarze ciuffetto e delle nitticore che da sempre fotografo in primavera. Aspettando pazientemente in macchina all'ombra di due grandi alberi, individuai i percorsi abituali di questa specie e presi nota mentalmente di un paio di punti in cui intercettarli avendo la luce alle spalle. Certamente in estate col sole che sale veloce sull'orizzonte, sarebbe stato difficile riprendere in volo i mignattai mostrando tutta la bellezza delle sfumature di colore delle ali, considerato che volavano a non meno di venti metri da terra. A metà pomeriggio imboccai la strada padronale che conduceva direttamente al gruppo di pini che ospitava la colonia. I terreni erano in parte a riposo, grazie alle nuove norme europee a difesa della biodiversità. Numerosi colombacci volavano su questi terreni cercandovi cibo e un potente coro di cicale si sentiva in lontananza. Percorsi la strada quasi fino al mare dove, pagando per il parcheggio all'ombra dei pini, si poteva accedere ai servizi... 8 commenti, 24228 visite - Leggi/Rispondi in Tecnica, Composizione e altri temi il 20 Giugno 2023, 23:04 È noto che la tradizione macro esige insetti immobili buona luce e cavalletto per poter usare tempi lunghi e chiudere il diaframma o effettuare una serie di scatti a diversi punti di messa a fuoco da fondere poi elettronicamente per ottenere un soggetto completamente a fuoco anche se molto ingrandito. Ma anche l'autofocus delle moderne mirrorless con sensori stacked ha determinato progressi considerevoli. Perciò, in qualche giornata d'inizio estate mi sono dedicato a fotografare insetti in volo lungo un corso d'acqua del complesso della Tolfa. Più esattamente libellule degli ordini Anisoptera (vere libellule) ![]() e Zygoptera ( damigelle o false libellule). ![]() Insomma, il moderno autofocus mirrorless mi ha dato qualche sorpresa perché mi ha permesso qualche sequenza a fuoco anche in volo manovrato e non stazionario. La mia proposta è perciò rivolta a tutti i fotografi di insetti presenti su Juzaforum: rivoluzioniamo il genere macro sviluppando il genere Insects In Flight. Che ne dite? 75 commenti, 5328 visite - Leggi/Rispondi in Obiettivi il 14 Dicembre 2022, 14:16 Se accanto ai campi di calcio si vedono essenzialmente supertele e qualche telezoom, da due anni a questa parte su juzaforum vengono utilizzati essenzialmente telezoom, preferibilmente leggeri per uso a mano libera. Dalle statistiche del sito oltre 25000 foto sono state scattate con telezoom, mentre solo un supertele compare in classifica con 1200 foto (500 is II) e non è più in produzione. 224 commenti, 11465 visite - Leggi/Rispondi in Fotocamere, Accessori e Fotoritocco il 15 Gennaio 2022, 8:42 Apro questa discussione all'alba della commercializzazione della nikon z9 e della canon r3. Dopo anni di ritardi e forti resistenze verso la tecnologia mirrorless espressa prima nella sony a9 e poi nella sony a1, i due grandi player storici della fotografia si sono adeguati alle nuove straordinarie possibilità per i fotografi d'azione, offerte già dal primo sensore stacked commercializzato nel 2016. Sono un fotografo da decenni specializzato in fotografia di uccelli in volo e sto utilizzando dal 2019 i sensori stacked, realizzando un numero imponente di immagini a fuoco, rispetto a quando usavo 1dxmkII. Il vantaggio di avere lo stesso ritardo di un'ammiraglia reflex (35 millisecondi), e nessun oscuramento del mirino durante la raffica, permette di ottenere scatti straordinari persino con soggetti piccoli e dal volo imprevedibile, insetti compresi. ![]() ![]() ![]() 194 commenti, 25040 visite - Leggi/Rispondi in Articoli il 05 Novembre 2021, 19:43 ![]() Per quanto ci abbia provato, non sono mai riuscito in tanti anni che fotografo a trovare un punto di arrivo. La natura della fotografia è effimera come la luce di una stella in una notte senza luna, quando la via lattea brilla così vicina che sembra di poterla toccare con un dito: una stella in mezzo a miliardi di altre stelle. Da questo punto di vista la pittura o la scultura riescono a raggiungere risultati ben più resistenti ai danni che il tempo produce. Per chi come me realizza scatti dinamici di soggetti naturali la differenza è ancor più accentuata dal momento che le singole fotografie, per quanto sorprendenti, vengono via via superate da immagini realizzate con attrezzature tecnologicamente più avanzate e performanti. Persino le capacità sviluppate in tanti anni passati cercando di avvicinare gli animali selvatici, vengono superate da foto più ravvicinate colte da una attrezzature più leggere e da sistemi autofocus più efficienti. Ad esempio circa dieci anni fa scattai un'ottima serie ad alcune coppie di canapiglie presenti in inverno nel parco nazionale del Circeo. ![]() Come si vede, il dettaglio è meno significativo e pulito della foto che apre questo articolo, mentre la movenza colta con la vista da sopra e di tre quarti anteriore dà forza all'immagine. Il dettaglio è minore perché la foto è ritagliata e ingrandita, mentre il rondone pallido è ripreso quasi a pieno formato. L'uso della reflex con soggetti in rapido movimento verso la fotocamera richiede il calcolo del punto futuro, e non consente di scattare foto a fuoco a breve distanza, nemmeno con algoritmi di calcolo più complessi di quanto facesse la 7d con cui ho scattato alla canapiglia. Così era necessario ritagliare il soggetto ripreso in volo a distanza, col vantaggio non trascurabile di averlo completamente a fuoco. Per poterlo fare occorrevano supertele luminosi, molto pesanti e costosi, senza riuscire a cogliere i dettagli e le sfumature di colore che, a distanza minore, riesce oggi a cogliere il sensore stacked di una mirrorless. Questa limitazione delle reflex ha prodotto in chi frequenta Juza forum la consapevolezza che le foto a uccelli in volo siano necessariamente poco definite e non confrontabili per qualità d'immagine alle foto eseguite a soggetti posati, che vengono abitualmente ripresi a distanza ravvicinata. Già l'evoluzione della meccanica del ribaltamento dello specchio e l'aumento della frequenza degli scatti hanno permesso con le ammiraglie reflex di ottenere nella raffica diversi scatti... 17 commenti, 65359 visite - Leggi/Rispondi in Articoli il 22 Marzo 2021, 1:05 ![]() Dietro richiesta di alcuni fotografi, affronto questo tema riportando le mie esperienze personali. Ho usato per quarant'anni i supertele Canon con i duplicatori dedicati, e stavo sempre a montare e smontare i duplicatori perdendo migliaia di occasioni fotografiche. Ho utilizzato dal 1987: 300 2.8 L, 500 4.5 L, 300 2.8 is II e 500 4 is II. Fotografo da sempre quasi esclusivamente uccelli in volo e ho sempre sentito il bisogno di un un telezoom di buona qualità abbastanza leggero per uso a mano libera. Dopo aver provato l'ottimo 150-600 sigma S, ho notato la equivalenza di risultati ottenuti usando il 500 4.5 L quando diaframmato a 5.6: risultati molto validi sia per dettaglio che per colori. Non a caso guardando le statistiche di questo forum, sono statte pubblicate nel 2020 quasi 20000 foto eseguite con telezoom e 38000 foto con tutte le altre lenti utilizzate dagli utenti. Un risultato stupefacente, legato ai progressi ottici dei telezoom dovuti alle crescenti capacità di calcolo in progettazione. Poco più di un anno fa sono passato ad a9 e 200-600. Ho avuto un attimo di esitazione pensando al 600 mm Sony, perfettamente duplicabile come il mio precedente 500 is II della Canon, che era leggermente più pesante. Ha prevalso la curiosità di provare la duttilità dello zoom e il risparmio di un chilo di peso. Ho preso inoltre 1.4X, booster con altre due batterie originali e la a7r4. Tra l'altro il 200-600 ha un prezzo molto conveniente nonché una zoomata cortissima (un terzo di giro) e interna: l'ideale per fotografia d'azione. ![]() Cominciamo dal peso che influisce enormemente sulla possibilità di brandeggiare a mano libera inseguendo con sicurezza e precisione i voli più imprevedibili come quelli dei limicoli e dei passeriformi in volo libero. La configurazione a9/200-600 con spallaccio in alluminio pesa 3150 grammi contro i 5650 del 500 is II duplicatori e 1dxmkII con spallaccio dedicato. Chiaro che anche la trasportabilità in palude o in montagna è completamente diversa. Un altro aspetto riguarda invece le possibilità autofocus. Bisogna considerare che una reflex deve in ogni scatto calcolare il punto futuro in cui si troverà il soggetto dopo che lo specchio verrà sollevato. Questo calcolo non esiste su mirrorless, che per l'appunto non ha specchio e perciò beneficia di una lettura autofocus in tempo reale, senza ritardi meccanici. Questo comporta una consistenza di scatti nitidi completamente diversa sia per numerosita' che per distanza. La numerosità colpisce maggiormente, visto che... 11 commenti, 27878 visite - Leggi/Rispondi in Articoli il 20 Marzo 2021, 20:28 ![]() Da bambino ero attirato dalla natura e in modo particolare da tutto ciò che avesse un movimento proprio: anche oggi per me la bellezza in fotografia naturalistica consiste in forme e colori in movimento. In particolare insetti e uccelli offrono una varietà immensa di modi di volare e di possibili immagini, a prescindere dalle condizioni di illuminazione. Ho scoperto l'anno scorso che le cetonie dorate vibrano molto nella fase di decollo, non basta 1/4000 di secondo per congelarle. Iniziai a fotografare da adolescente, cominciando da una marmotta in fuga nel parco nazionale del Gran Paradiso. Superai le difficoltà iniziali con capanni autocostruiti usando cannucce di palude dietro i quali ottenni le prime foto discrete mentre i soggetti erano posati e immobili. Fotografare con la pellicola era dispendioso, e mi dedicai ad aironi e limicoli fotografati davanti a al capanno. Durante il primo anno alla facoltà di Scienze Naturali, incontrai un signore sulla trentina con un lungo teleobiettivo tedesco che scoprii essere un Telyt 560 mm che faceva incredibili scatti di uccelli in volo. Mi colpì un martin pescatore in volo stazionario che brillava nel cielo blu scuro come un rubino. ![]() Fu un incontro fortunato. Si chiamava Maurizio Baldari e aveva appena venduto una serie di fotografie di uccelli in volo al celebre editore Arnoldo Mondadori. Fin da quando aveva quattro anni e accompagnava suo padre in palude, aveva praticato la caccia e si era disamorato, assistendo ai comportamenti sregolati di tanti cacciatori negli anni settanta ed era passato a fotografare gli uccelli. Erano i tempi in cui sulle enciclopedie venivano pubblicate foto di uccelli impagliati, e vedere colorate diapositive con anatre e limicoli ripresi in volo, mi sembrò un sogno. Cominciammo a frequentarci unendo la sua grande esperienza di cacciatore ai miei studi di ecologia e comportamento animale. Sul piano fotografico imparai tutto da lui, era comunque molto difficile scattare a 1/500 di secondo e ottenere immagini nitide. Avevo venduto con un compagno di università divenuto oggi ornitologo centinaia di fotografie agli uccelli del parco ornitologico di Paliano, ma erano immagini di uccelli posati e mi riproposi di cominciare a scattare a tutte le specie italiane mentre erano in volo. Più facile a dirsi che a farsi. Cominciai imparando che scattare ad animali che vedono l'uomo e scappano mette ansia in chi le guarda perché i soggetti comunicano con il piumaggio stretto al corpo ed il collo teso il loro... 65 commenti, 110561 visite - Leggi/Rispondi | Invia Messaggio Privato Aggiungi Amico Claudio Cortesi ha ricevuto 3867217 visite, 138065 mi piace Attrezzatura: Sony A1, Sony A9, Sony FE 400-800mm f/6.3-8 G OSS, Sony FE 200-600mm f/5.6-6.3 G OSS, Canon EF 17-40mm f/4.0 L USM, Canon EF 70-200mm f/4.0 L USM, Sony FE 1.4x (Per vedere le statistiche di fotocamere, obiettivi e ISO più utilizzati da Claudio Cortesi, clicca qui) Interessi: Tutte le scienze naturali, in modo particolare geografia fisica, ecologia e comportamento animale. Fotografo la natura dall'adolescenza, la osservo da quando sono nato. Registrato su JuzaPhoto il 28 Settembre 2013 AMICI (90/100) |
JuzaPhoto contiene link affiliati Amazon ed Ebay e riceve una commissione in caso di acquisto attraverso link affiliati.Possa la Bellezza Essere Ovunque Attorno a Me


