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Ottiche Tilt&Shift vs Normali


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avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2022 ore 11:35

Come ho già detto, raddrizzare le linee cadenti e sistemare la prospettiva non significa riprodurre la realtà, ma piuttosto adeguare la sua rappresentazione a dei canoni che consideriamo gradevoli. Quindi quello è l'obiettivo, la gradevolezza, mica l'esattezza della documentazione (salvo casi di foto fatte apposta per documentare). Per cui raddrizzare le linee cadenti e sistemare la prospettiva, secondo me, lo si fa perché quasi sempre così l'immagine è più bella, mica perché è "più vera"... ma "quasi sempre" non vuol dire "sempre".

avatarsupporter
inviato il 28 Maggio 2022 ore 12:35

Pare che molti sì prefiggano come fine ultimo del processo fotografico quello della riproduzione della realtà. E si dannano su questa cosa.


www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&show=9&t=1780926#8408592



Come ho già detto, raddrizzare le linee cadenti e sistemare la prospettiva non significa riprodurre la realtà, ma piuttosto adeguare la sua rappresentazione a dei canoni che consideriamo gradevoli. Quindi quello è l'obiettivo, la gradevolezza, mica l'esattezza della documentazione (salvo casi di foto fatte apposta per documentare). Per cui raddrizzare le linee cadenti e sistemare la prospettiva, secondo me, lo si fa perché quasi sempre così l'immagine è più bella, mica perché è "più vera"... ma "quasi sempre" non vuol dire "sempre".


In realtà, nella fotografia di architettura, le verticali sono tenute a piombo non solo dai fotografi che perseguono la gradevolezza, ma anche da quelli che hanno un fine filologico e documentario.

Faccio un copia incolla da qui:
www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&show=3&t=2002244#9671613

<< Quindi la prospettiva che gli obiettivi decentrabili consentono, ovvero quella rettilinea accademica (secondo la definizione di Feininger) comporta di una doppia forzatura rispetto alla percezione immediata: rettificando e tenendo perpendicolari a terreno le verticali. Eppure non a caso è quella che si trova nella stragrande maggioranza delle fotografie di architettura nelle pubblicazioni, sia riviste che libri, di tutto il mondo [nota 2] , magari non sempre con le verticali perfettamente "a piombo" (c'è chi preferisce lasciare una leggera inclinazione, per evitare che gli edifici sembrino allargarsi verso l'alto).
Questa (a prescindere da considerazioni di psicologia percettiva che spiegano come dalle linee, che vengono proiettate come curve sulla retina - che ha forma sferica - il cervello ne elabora un'idea di linee rette e con le verticali "a piombo") [nota 3] è la consuetudine per un motivo molto semplice, anzi direi lapalissiano: se lo scopo delle mie foto è di tipo analitco-documentario, ovvero se voglio documentare le proporzioni e la configurazione geometrica di un edificio, devo mostrare come tali le linee rette e le pareti verticali, altrimenti non potrei riconoscere eventuali linee curve e pareti inclinate. Ad esempio in questa foto di Piazza dei Miracoli con prospettiva rettilinea reale



si fa fatica a capire se la Torre Pendente è veramente pendente e di quanto pende.
Vabbé... sappiamo che pende perché la conosciamo tutti, ma se per assurdo la si mostrasse a uno che non l'ha mai vista...

In questa, da un PdR simile, in cui le verticali sono parzialmente raddrizzate (hanno ancora un po' di inclinazione, ma molta meno che nella foto precedente) la pendenza della torre è più evidente:




Oltretutto, qualora fotografiamo frontalmente, ad esempio, una facciata rettangolare, se essa risulta inclinata (perché non abbiamo messo a piombo le verticali), assume una forma trapezioidale e di conseguenza sarà problematico dedurre le reali proporzioni dell'intera facciata e delle parti che la compongono. Con le verticali a piombo la foto somiglierà a un prospetto disegnato, ovvero lo strumento analitico per eccellenza per la rappresentazione e lo studio delle facciate.


Note:

. 2 - Di conseguenza, la prospettiva rettilinea accademica è quella regolarmente utilizzata dalla stragrande maggioranza dei fotografi d'architettura professionisti, compresi i più grandi quali gli Alinari, Albert Renger-Patzsch, Knud Lonberg-Holm, Ezra Stoller, Gabriele Basilico, i coniugi Becher, Candida Höfer ecc.

. 3 - Ne parliamo in questa pagina, fornendo qualche indicazione bibliografica:
www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=2250137&show=4

>>


Ciò nonostante la regola di tenere a piombo le verticali, qualora la linea d'orizzonte fosse nell'inquadratura, NON è per me un dogma.

Faccio un altro copia incolla, da qui:
www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=3363535&show=2#18870517

<< Se le finalità sono di tipo "documentario":
- Si usa quel che Feininger chiamava "Prospettiva rettilinea accademica", ovvero con le verticali a piombo, quando la linea dall'orizzonte è nell'inquadratura (il che non significa che l'orizzonte deve essere visibile).
In genere è bene tenere perfettamente a piombo le linee verticali, tuttavia in certi casi, per evitare che l'edificio sembri allargarsi verso l'alto, si può dar loro una leggera inclinazione.
- Si usa la "rettilinea reale", ovvero con le verticali convergenti verso un punto di fuga, quando la linea d'orizzonte non è nell'inqudratura, ma bensì sopra o sotto.
- Con le prospettive rettilinee, mano a mano che ci si allontana dall'asse ottico, ovvero allargando l'angolo di campo o accentuando il basculaggio coi decentrabili, si accentuano le deformazioni marginali o anamorfiche, e di questo problema occorre tener conto; e anche della sensazione di dilatazione dello spazio che si ha con i grandangolari estremi, per cui una stanzetta finisce per somigliare a un salone, una piazzetta a una piazza d'armi (infatti nei libri e nelle riviste di architattura raramente si fa uso di focali grandangolari molto spinte).
- Se lo spazio lo consente, per dare un'idea più chiara di misure e proporzioni reali (e minimizzare i problemi della deformazione anamorfica), l'ideale sarebbe utilizzare un obiettivo normale (che reputo - se mi passate il gioco di parole - l'obiettivo più obiettivo). Lo stesso Feininger, ora non ricordo se ne l' Occhio del fotografo o in Principi di composizione, lo consigliava.
Questo per le ragioni che si possono dedurre da questa efficacissima descrizione della focale normale che Pironman dà nel post introduttivo di questo thread:
www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=2056934&show=1
Purtroppo però raramente capita di avere lo spazio per allontanarsi abbastanza da prendere un intero edifico con una focale normale, non parliamo poi degli interni, quindi spesso necessita di far uso di grandangoli più o meno spinti, meglio se decentrabili.

Se le finalità non sono di carattere "documentario", ma piuttosto di tipo "espressionistico" o "emozionale", ovvvero il voler comunicare con determinati espedienti la sensazione che un dato spazio architettonico o urbano esercita su di noi; oppure semplicemente realizzare immagini con un forte impatto o voler mostrare punti di vista insoliti (ed eventualmente si hanno anche ambizioni "artistiche"):
- Ritengo assolutamente legittimo fare uso della prospettiva "Rettilinea reale" (ovvero con le verticali convergenti verso un punto di fuga) anche con la linea dell'orizzonte nell'inquadratura.
Oppure utilizzare la "Prospettiva cilidrica", ottenibile unendo più foto, anche se c'è la controindicazione che le facciate si incurvano. Questa prospettiva, a mio parere, suggerisce la sensazione di quando contempliamo un vasto spazio spostando lo sguardo in orizzontale.
Ma è altrettanto giustificato il fare uso della "Propettiva sferica", ottenibile con i fisheye, che reputo particolarmente adatta ad ambienti non caratterizzati da geometrie ortogonali, ma piuttosto da planimetrie "organiche", superfici incurvate e spazi avvolgenti; oppure da linee diagonali, angoli ottusi e acuti e piani variamente inclinati.
- Trovo anche legittimo inquadrare, ad esempio, un edificio da vicino con un grandangolo spinto (anche se potremmo allontanarci e usare una focale più moderata), se il nostro intento è di carattere "espressionistico" piuttosto che "documentario"; in quanto in tal modo si accentuano le linee diagonali e gli angoli (rendendoli più acuti o più ottusi) conferendo maggior dinamismo alla composizione.
Altrettanto accettabile è l'inquadrare un intero edificio da lontano con un teleobiettivo, per ottenere quell'effetto di apparente "compressione della prospettiva" che può risultare suggestivo.>>

In parole povere; si deve aver ben chiaro il fine che si persegue con la fotografia di architettura e, di conseguenza, il tipo di rappresentazione scelto deve essere coerente e finalizzato a tale scopo.

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2022 ore 16:05

Ci sono fotoamatori a cui piace lo 'stile documentario' e ce ne sono altri che invece prediligono Rodčenko.

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2022 ore 16:41

Tornando al tema decentrabili o normali c'è anche la questione della distorsione. Gli obiettivi decentrabili nascono per un preciso intendimento e sono quanto più possibile corretti geometricamente, non così i fissi non decentrabili ed ancor meno gli zoom. Anche i decentrabili comunque non riescono ad essere perfetti, il mio TSe24mm decentrato al massimo tende un po' a curvare verso gli angoli, immagino che un TSe17mm sia ancor meno perfetto.
Ma mentre è facile correggere via software le distorsioni a barilotto o cuscino o baffo di un obiettivo fisso lo è molto meno nel caso dei decentrabili, i cui profili di lente non ci sono in lightroom ma nemmeno nel convertitore RAW di Canon, DPP. Bisogna quindi andare di correzione manuale se e quando necessita, ma qui si pone il problema, la correzione manuale viene applicata dal centro verso la periferia della lente, ma se non sappiamo esattamente di quanto abbiamo decentrato ed in quale direzione? Uno stratagemma potrebbe essere scattare prima del fotogramma decentrato uno con la macchina in bolla e l'obiettivo centrato, questo ci consente di sapere dove stava il centro della lente ma poi correggere diventa bello macchinoso. Bisogna unire i due scatti con PS Photomerge>riposiziona poi ampliare la Canvas per riportare esattamente al centro del file il centro della lente e poi andare di correzione manuale, se la distorsione è a baffo sono cmq caxxi.
Tutto questa complicata procedura ho dovuto metterla in atto con le foto architettoniche che avevo scattato con un Pentax 645 D-FA 35mm con adattatore Kipon-Shift, obiettivo che non è nato per questo impiego e che dunque presenta una forte distorsione. Qui però fortunatamente il profilo della lente esiste in lightroom e dunque teoricamente dopo avere ricomposto gli scatti e riportato a centro file il centro obiettivo lo si può riaprire in lightroom ed applicare la correzione geometrica da profilo lente.
Bello laborioso... come già scritto sopra "non esistono pasti gratis".
P.S. una procedura simile a quella sopra esposta l'ho usata per cercare di correggere questa che è unione di molti scatti con un 35mm fisso



avatarsupporter
inviato il 28 Maggio 2022 ore 17:06

Ci sono fotoamatori a cui piace lo 'stile documentario' e ce ne sono altri che invece prediligono Rodčenko.


www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&show=8&t=1662940#7744232

user14408
avatar
inviato il 28 Maggio 2022 ore 17:24

Ma mentre è facile correggere via software le distorsioni a barilotto o cuscino o baffo di un obiettivo fisso lo è molto meno nel caso dei decentrabili, i cui profili di lente non ci sono in lightroom ma nemmeno nel convertitore RAW di Canon, DPP. Bisogna quindi andare di correzione manuale se e quando necessita, ma qui si pone il problema, la correzione manuale viene applicata dal centro verso la periferia della lente, ma se non sappiamo esattamente di quanto abbiamo decentrato ed in quale direzione? Uno stratagemma potrebbe essere scattare prima del fotogramma decentrato uno con la macchina in bolla e l'obiettivo centrato, questo ci consente di sapere dove stava il centro della lente ma poi correggere diventa bello macchinoso. Bisogna unire i due scatti con PS Photomerge>riposiziona poi ampliare la Canvas per riportare esattamente al centro del file il centro della lente e poi andare di correzione manuale, se la distorsione è a baffo sono cmq caxxi.



tutto qui??Eeeek!!!Eeeek!!!:-P




poi uno dice che scattare con corpi mobili è un problema...SorrisoSorriso

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2022 ore 17:40

@Maceric: non leggere solo quello che vuoi sentire dire ;-) "se e quando necessita" si corregge, ma nella maggior parte dei casi con un TSe24 non è nemmeno necessario perché la distorsione la hai solo negli angoli con la lente completamente decentrata ed è una distorsione minima, con il TSe 17 mm non saprei bisogna chiedere a Zeppo, con il TSe 50mm escludo che sia mai necessario. In realtà tutta la procedura di cui sopra la ho messa a punto per uno scatto architettonico preso con il Pentax 645 D-FA 35mm adattato su Canon con Kipon Shift, era una fotografia notturna dello stadio Sinigaglia (la stessa che vedete sopra in ripresa diurna con 35mm canon), come detto prima il Pentax 645 35mm soffre di una notevole distorsione.
Ma rispondi onestamente: le lenti che usavi su banco ottico erano perfette? Zero distorsione anche al massimo decentramento?

user14408
avatar
inviato il 28 Maggio 2022 ore 17:50

di perfetto in questo mondo esiste nulla. per il resto basta guardare le tonnellate di scatti fatti in decenni. Non guardare sto cxxx di web , vai in un qualunque museo/fondazione/archivio e chiedi di guardare qualche " lastra" , ti metti con un lentino e giudichi tu...











17mm per foto architettoniche BRRRRRRREeeek!!!Sorriso

faccio faticaanche a scriverslo 17Sorriso

avatarsupporter
inviato il 28 Maggio 2022 ore 18:09

Visto che siamo ormai arrivati al termine del (mio) topic, posto un'ultimo scatto fresco, fresco di giornata che farà rabbrividire tutti i puristi!

Scatto così com'è uscito dalla macchina senza post, crop o assurdi calcoli matematici per correggere la prospettiva... ;-)



Prendete e bestemmiatemi pure dietro, che tanto il topic è terminato! MrGreen

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2022 ore 18:09

Maceric chiedo a te per la tua esperienza di uno che, mi sembra di capire, usasse il banco per professione (ma non capisco dovrei giudicare la distorsione con una Loupe?)
Io sono solo un modesto fotoamatore.
Il 24mm TSe lo avevo comprato ai tempi in cui avevo la Canon 60D che è APSC, una volta passato alla FF ho sentito che avrei preferito un decentrabile a 35mm che oggi non viene prodotto (forse Schneider Kreutznac ne fa uno dal costo spropositato. Per il mio gusto di fotoamatore dico che un TS17mm non mi interessa, nelle foto di architettura di interni è a mio avviso preferibile fare due scatti separati più stretti che non uno singolo di angolo di campo enorme ma con gli oggetti alla periferia dell'inquadratura con proporzioni abnormi. Ma in realtà a me i decentrabili piace usarli per foto di paesaggio urbano e non... e per fotografare in giro per strada quartieri e anche persone, decentrando e cercando di tenere la macchina in bolla, senza cavalletto... con banco ottico sarebbe ben più macchinoso sebbene Joel Sternfeld lo usi, anche per ritrarre estranei che passano per strada...
www.joelsternfeld.net/artworks/2018/3/25/stranger-passing

avatarsupporter
inviato il 28 Maggio 2022 ore 18:18

Scatto ancora più ravvicinato! Sorriso



avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2022 ore 18:32


Scatto così com'è uscito dalla macchina senza post, crop o assurdi calcoli matematici per correggere la prospettiva...
Scatto ancora più ravvicinato!


Hai potuto stare abbastanza lontano ed hai tenuto molto spazio vuoto in basso (che secondo me non dà fastidio perchè e "pulito" senza distrazioni), inoltre sembrerebbe che il terreno sia in pendenza e la cosa ha aiutato a tenere la fotocamere quasi in bolla perfetta. Il risultato è ottimo e naturale.

Non sempre però ci sono queste condizioni favorevoli.

user14408
avatar
inviato il 28 Maggio 2022 ore 18:36

usasse il banco per professione (ma non capisco dovrei giudicare la distorsione con una Loupe?



ni, diciamo. sono architetto di formazione e da giovane ho avuto a che fare molto anche con rilievi fotogrammetrici o anche solo foto precise senza "interpretazioni artistiche" in mezzo per
la professione poi lasciata e da tempo ormai insegno e fotografo per il solo piacere. ( senza banco ottico ma ancora in MF a pellicola e un poco di digitale)

Il lentino è per "scandagliare" il 10x12 o magari un 13x18 e apprezzarne sfumature , dettagli ecc eccSorriso

in generale ho sempre consoiderato i vari tilt shift per formato Leica costosi, pesanti, limitati e utili in pochissssime situazioni realmente. di 17mm o addirittura 14mm, decentrabili o meno, per me,ripeto per me, sono inconcepibili.

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2022 ore 19:14

Il TSe 24 oggi è il meno costoso dei decentrabili Canon e lo trovi su Photspecialist a €1439, meno del 24mm f1.4 L II.
Il tse 50mm 2.8 macro lo ho preso usato come nuovo ad €1600. Il Pentax 645 35 con adattatore mi è costato €1400 + l'adattatore.

Qui c'è gente che compra dei teleobiettivi da 8000€... per fotografare uccelletti,
le ottiche per "medio" formato del sistema Fuji gx quanto costano? Un obiettivo anche usato per Hasselblad Medio Formato costa uno sproposito.

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2022 ore 19:47

Zeppo, bnelle entrambe ma preferisco la prima, mi sembra più "naturale".
La seconda è troppo "alta" e le linee verticali sembrano allargarsi verso l'alto.

WOW, ho chiuso io!!

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