| inviato il 18 Gennaio 2016 ore 15:04
Roberto il libro che hai citato è uno dei testi fondamentali sull'argomento, almeno per quanto riguarda l'editoria italiana. |
| inviato il 18 Gennaio 2016 ore 15:05
“ A dire il vero vorrei solo far venire il dubbio, ai pochi che ancora non l'hanno, che ci possa essere altro nella fotografia oltre che fotografare bottiglie di acqua minerale per verificare quanto è nitido ai bordi il nuovo obiettivo che hanno appena comperato. „ Dici cose molto sagge viso pallido! |
| inviato il 18 Gennaio 2016 ore 15:08
“ Confermo che è interessante, me lo hanno regalato tempo fa e ogni tanto vado a rivederlo volentieri. Di certo lo è anche quello da te proposto. „ Potrebbero essere complementari: nello Zannier l'impostazione è cronologica mentre, a quanto leggo, nella "Fotografia del ventesimo secolo" le opere sono presentate in ordine alfabetico. È doveroso precisare che Zannier si ferma ai primi anni '80, alla data della prima edizione. |
| inviato il 18 Gennaio 2016 ore 15:09
“ Con una breve ricerca sul web ho trovato quest'altro: „ www.fotocomefare.com/5-lezioni-da-ansel-adams-sulla-fotografia/ Grazie per i link. Quindi, come dice nell'articolo di cui sopra, l' HDR può venir considerato il diretto discendente del sistema zonale ? E se sì, come fare un HDR decente, che non sia visibilmente artefatto? |
| inviato il 18 Gennaio 2016 ore 15:10
E' il limite di quel testo. Sarebbe opportuno provvedere ad un aggiornamento, sempre che l'autore non sia troppo anziano per farlo. Ho cercato su Amazon il libro segnalato da Filiberto, 23 euro invece di 12! |
| inviato il 18 Gennaio 2016 ore 15:11
Ci siamo sovrapposti. Ramo non ci avevo mai pensato ma in effetti potrebbe davvero essere qualcosa di simile. |
| inviato il 18 Gennaio 2016 ore 15:22
“ Roberto il libro che hai citato è uno dei testi fondamentali sull'argomento, almeno per quanto riguarda l'editoria italiana. „ Pienamente d'accordo. Di Zannier ho il ricordo di piacevoli conversazioni in un baretto nel Campo dei Tolentini a Venezia, all'ingresso della vecchia sede dell'IUAV. Raccontava aneddoti su Sgarbi, di quando costui gli faceva da assistente al DAMS a Bologna; o sul suo amico Fulvio Roiter e sulle animate discussioni che aveva con lui. Roiter non accettava il fatto che Moholy-Nagy e gli altri fotografi che lavoravano alla Bauhaus, ma anche Rodčenko in Unione Sovietica, fotografassero con la macchina inclinata: "Il xse mati! Nol se tiene la machina storta!". Zannier tentava di convincerlo della legittimità di questo modo di fotografare: "Guarda Fulvio che la xse na cosa che la se faseva già nel milenovesentoventi-trenta, ai tempi che noaltri semo nati... Moholy-Nagy... Rodčenko..." Pare siano andati avanti per anni con questa discussione. |
| inviato il 18 Gennaio 2016 ore 15:26
“ E' il limite di quel testo. Sarebbe opportuno provvedere ad un aggiornamento, sempre che l'autore non sia troppo anziano per farlo. „ Stando alle ultime che ho sentito su di lui da una comune amica, uno o forse due anni fa, Zannier sarebbe ancora in gamba. Mi sa che considera gli ultimi decenni come cronaca più che come storia. |
| inviato il 18 Gennaio 2016 ore 15:49
chi parla di Roiter? lasciamo perdere che è meglio........ potrei dire di Zannier, pur non avendo mai avuto l'onore di incontrarlo, che di fotografia se ne intende....viceversa di Roiter lo paragonerei più un manovale (fortunato) della fotografia....... li dividerei fra le due sp di ominidi. Zannier in homo sapien e Roiter Homo neanderthalensis per la machina storta purtroppo anch'io non condivido , per me era più un elemento di moda come altri che servivano per dare un aspetto nuovo e moderno... “ l' HDR può venir considerato il diretto discendente del sistema zonale „ sostanzialmente si ma anche di più dato che riesce a manipolare in modo eccellente anche i colori. poi come per il procedimento in analogico c'era anche lì chi non sapeva operare bene in Camera Oscura producendo schifezze pur usando le tecniche del sistema zonale. ci vuole manico. |
| inviato il 18 Gennaio 2016 ore 16:39
Falena secondo me il tuo giudizio su Roiter è troppo severo. Anche se l'aneddoto qui riportato lo dipinge come un vecchio trombone in realtà non era così retrogrado. Avrei un libro da consigliare ma non ho sottomano il titolo esatto, lo potrei fare stasera da casa. Roberto in pratica Zannier si è fermato all'avvento del digitale, ma piaccia o non piaccia ormai la realtà è questa e bisogna prenderne atto. |
user12181 | inviato il 18 Gennaio 2016 ore 17:00
Dopo Ansel Adams ci sarebbe Robert Adams, le cui foto sono molto diverse e molto meno commestibili, anche se gli piacciono quelle del primo... se Ansel è il fotografo della natura primordiale Robert è il fotografo dell'Antropocene... |
| inviato il 18 Gennaio 2016 ore 17:02
Stefano...ci ho lavorato con lui nel bene e nel male..... |
user39791 | inviato il 18 Gennaio 2016 ore 17:19
“ Dopo Ansel Adams ci sarebbe Robert Adams, le cui foto sono molto diverse e molto meno commestibili, anche se gli piacciono quelle del primo... se Ansel è il fotografo della natura primordiale Robert è il fotografo dell'Antropocene... „ Non ho l'esclusiva, anzi gradirei che anche altri mettessero dei profili di fotografi interessanti. |
| inviato il 18 Gennaio 2016 ore 17:51
“ Dopo Ansel Adams ci sarebbe Robert Adams, le cui foto sono molto diverse e molto meno commestibili, anche se gli piacciono quelle del primo... se Ansel è il fotografo della natura primordiale Robert è il fotografo dell'Antropocene... „ Mi sembra che tra i due non ci sia nessuna parentela ma una semplice omonimia. Certo c'è un grosso salto generazionale: 35 anni circa. Rappresentano con le loro foto due aspetti opposti del territorio americano: Ansel la "wilderness" (o quel che ne resta) e la sua attività di fotografo è tutt'uno con il suo impegno ambientalista. Robert la suburbanizzazione sempre più dilagante. www.nadir.it/libri/R_ADAMS/r_adams.htm “ Stefano...ci ho lavorato con lui nel bene e nel male..... „ Mi sembra di ricordare un tuo post di parecchio tempo fa in cui parlavi di un infelice rapporto di lavoro con Roiter. Spesso gli artisti è meglio conoscerli attraverso le loro opere piuttosto che di persona. Sovente chi consegue importanti risultati (e non parlo solo di artisti) arriva a ciò per via di una dedizione monomaniacale al lavoro che lo porta a trascurare i rapporti umani o concepirli in funzione del conseguimento del successo. Gli esempi sono infiniti: Picasso schiavizzava le sue donne e la sua tirchiaggine era degna di un personaggio di Balzac. Michelangelo Buonarroti aveva un caratteraccio impossibile e alla morte di Raffaello si comportò in maniera squallida e meschina, brigando per farsi assegnare l'esecuzione dell'affresco della Battaglia del Ponte Milvio di cui era stato incaricato il rivale (ma Giulio Romano e gli altri allievi di Raffaello si opposero e lo portarono a compimento secondo l'impostazione del loro Maestro)*. L'altro Michelangelo famoso, il Caravaggio, spinto dal suo caratteraccio (ancora peggio di quello del Buonarroti) arrivò a commettere un omicidio a Roma e a ferire gravemente un confratello a Malta. E così via... * Questo aneddoto l'ho sentito raccontare da Antonio Paolucci in una trasmissione televisiva. Non ha specificato la fonte, certo non è una di quelle più conosciute, ovvero le "Vite" del Vasari o la biografia di Ascanio Condivi, che hanno un'impostazione apologetica nei confronti di Michelangelo. |
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