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Quale lunghezza focale avrebbero preferito i grandi pittori del Rinascimento?


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avatarsenior
inviato il 26 Dicembre 2018 ore 9:15

Sulla questione dell'angolo di campo orizzontale del 50 mm (46 gradi) corrispondente al campus visivo umano e che, in realtà, non corrisponde affatto a nessuna delle definizioni del campus visivo binoculare orizzontale umano (più di 220° quello completo, ca. 120° quello medio periferico, ca. 60/70° quello centrale a colori, una decina di gradi quello di lettura), nessun commento? nessuna spiegazione? In realtà un 35 mm (65°) sembra avvicinarsi alla visione centrale a colori, ma il 50mm proprio non corrisponde. E allora perché continua a circolare questa leggenda che il 50 corrisponda alla visione umana? Per la verità a me era sembre sembrata una fola, tutte le volte che provavo a verificare su di me questa corrispondenza di campi tra 50 e la mia vista mi trovavo perplesso a constatare che a me sembrava di vederci "molto più largo". Però quando noi proviamo fatalmente facciamo fatica a tenere occhi fermi ed a distinguere tra visine periferica e centrale, addirittura non ci sembra affatto che da un certo punto oltre verso l'esterno non vediamo a colori ma in B/N

avatarjunior
inviato il 26 Dicembre 2018 ore 9:53

A chi è i teressato potrebbe andare a controllare se la CIE ha standardizzato campo di visione etc. Sono abbastanza sicuro che lo abbia fatro

avatarsenior
inviato il 26 Dicembre 2018 ore 11:28

Non entro in merito alla focale, anche se la diatriba è interessante, però penso che i figurativi antichi, forse non solo antichi, di sicuro abbiano dipinto "in iperfocale" Cool

avatarsenior
inviato il 26 Dicembre 2018 ore 11:30

Esco dalla discussione vista la confusione che avete sulla "visione normale" , che nulla ha a che vedere con l'angolo di campo e ribadisco quel che dice Wikipedia e che gia' ho scritto.
Tutto il resto sono vostre fantasie.
Buon anno a tutti
Alessandro Sorriso

avatarsupporter
inviato il 26 Dicembre 2018 ore 11:50

Nei suoi post in questa pagina Pironman fornisce una spiegazione del concetto di focale "normale" che trovo convincente:

www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=2056934&show=1

Questa argomentazione presenta delle analogie con quanto si legge in queste pagine di Leslie Ströbel nel testo L'uso della macchina professionale - Tecnica dei basculaggi, Milano, Il Castello, 1973 (op. orig.: View Camera Technique) a cui Niko_s mette il link (fatto salvo che qui l'esempio è con stampe a contatto da lastre 24x30 cm di un banco ottico):

www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=2004820&show=12

(dell'Autore in questione ne parliamo qui: www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=2004820&show=14 )

avatarsenior
inviato il 26 Dicembre 2018 ore 12:24

Per me l' angolo sono 30 gradi(80mm) e non 50/55.
Se poi l' osservazone si focalizza attentamente arriviamo tranquillamente ad una focale da 200mm.
Ed io, conseguentemente ho sempre usato una focale tra 75 e 105mm. come ottica standard.
Ovviamente ciò vale per me.
La focale 50 è quella che meno uso, piuttosto un 35.

avatarsenior
inviato il 26 Dicembre 2018 ore 12:32

"Ok, questo si sa, ma mica si sta sempre nello stesso punto a fotografare e quindi il rapporto prospettico con lo sfondo cambia e lo decidiamo noi.
Se mi avvicino ad una persona con un 35 e la fotografo a 3,5m. di distanza avrò la stessa persona nell' inquadratura usando un 100 a 10metri con le stesse proporzioni di prima. "

È esattamente questo il punto. In fotografia non c' è alcun bisogno di fare distinzione tra lunghezza focale, pdr e prospettiva, in quanto si dà per scontato che le cose siano legate tra loro. Le proporzioni a 35 e 100mm sono diverse in quanto indietreggi. Come diversa è la proporzione tra soggetto e sfondo, lo è anche tra la punta del naso alle orecchie a causa del diverso pdr e quindi prospettiva.

Attribuire lo schiacciamento dei piani alla lunghezza focale o al pdr o alla prospettiva, non fa alcuna differenza.




avatarsenior
inviato il 26 Dicembre 2018 ore 12:52

Attribuire lo schiacciamento dei piani alla lunghezza focale o al pdr o alla prospettiva, non fa alcuna differenza.


Purché però si possa dare assolutamente per scontato che tutti quelli coinvolti nella conversazione sappiano cosa si intende davvero quando magari si parla gergalmente di "prospettiva grandangolare" o cose così... Altrimenti succede, come in effetti più volte è successo, che qualcuno si faccia idee assurde come per esempio che un 50 su APS-C ha sì l'angolo di ripresa di un 80 su FF, ma "la prospettiva rimane quella di un 50".

Sul tema della focale normale e degli effetti prospettici apparenti, come già qui sopra fa Roberto P non posso che indirizzare anch'io all'estratto dal testo di Stroebel che Niko_s aveva messo a disposizione in questa vecchia discussione:

www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=2004820&show=12#10475725

avatarsenior
inviato il 26 Dicembre 2018 ore 13:23

Io la vedo come Andreas Feininger.

avatarsupporter
inviato il 26 Dicembre 2018 ore 13:31

www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&show=9&t=1780926#8408592

avatarsenior
inviato il 26 Dicembre 2018 ore 14:02

Ciao Roberto,
Mi fa piacere che anche tu apprezzi Andreas Feininger!
Ho letto tutti suoi libri ed ho imparato ( almeno provato ad imparare ....)molto da lui.
Per me un grande!

avatarsenior
inviato il 26 Dicembre 2018 ore 14:48

Per capire l' illusione ottica che provoca un tele a causa dell' angolo di campo ridotto vi propongo un semplice esperimento. Chiudere un occhio e vedere con l' altro attraverso un tubo, restringendo di fatto l' angolo di campo. Muovetevi in una stanza e avvicinatevi ad un oggetto per toccarlo lentamente con un dito. Sicuramente il primo tentativo istintivo sarà quello di provare a toccarlo quando siete ancora distanti, andrete a vuoto e ci rimarrete male.
Questo è ciò che accade con un tele ed è esattamente ciò che accade quando un pittore "taglia i bordi dell' immagine", cioè dipinge solo parte della sua visuale.
Il cervello riesce a capire il punto di ripresa e la prospettiva, ma non è in grado di valutare le distanze (la profondità) a causa di un angolo di campo a lui sconosciuto per quella prospettiva. Ci aspettiamo una visuale più ampia che non c' è.



avatarsupporter
inviato il 26 Dicembre 2018 ore 15:59

Ciao Roberto,
Mi fa piacere che anche tu apprezzi Andreas Feininger!
Ho letto tutti suoi libri ed ho imparato ( almeno provato ad imparare ....)molto da lui.
Per me un grande!



Ciao Giuliano.

Anche per me Feininger è IL riferimento fondamentale per la fotografia:
www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&show=4&t=2056934#9985648

Ai testi presenti nella foto si è di recente aggiunto questo:
https://www.amazon.it/illuminazione-nella-fotografia-Andreas-Feininger
che ho preso su Ebay e sto tutt'ora leggendo.

Forse ci gioca anche il fatto della sua formazione da architetto, che ebbe l'incommensurabile privilegio di laurearsi alla Bauhaus (dove insegnava suo padre, il celebre pittore Lyonel Feininger) negli anni '20.
Su raccomandazione di Walter Gropius (allora direttore della Bauhaus) va a lavorare a Parigi allo studio di Le Corbusier, ma dopo due anni abbandona definitivamente la progettazione architettonica per dedicarsi alla fotografia, per la quale aveva sviluppato una forte passione fin dall'epoca dei suoi studi universitari.
Poi si trasferisce in America e dal '43 lavora per Life (all'epoca il Valhalla della fotografia).
Ma la sua rigorosa formazione di architetto razionalista la percepisco sia nelle sue forografie che nei suoi scritti.

avatarjunior
inviato il 26 Dicembre 2018 ore 21:34

@andrea.taiana

Mi sembra che (un po' meno) di 50mm sul formato Leica si riferisca all'angolo di campo equivalente della fovea (o giù di lì) di un singolo occhio.
Per quanto riguarda la visione periferica non è preciso dire che è in B/N. Mi spiego:
Bisogna capire cosa intendiamo per “vedere”: un terzo del cervello è impegnato a costruire la nostra percezione visiva, la retina di per se non “vede” niente, non riuscirai mai ad isolare le informazioni della retina (sarebbe come voler vedere il Raw prima che raggiunga il processore). al massimo si può cercare di “imbrogliare” il sistema, con un foglio di carta è una matita si può individuare il punto cieco, in condizioni di bassa luminosità possiamo guardare di sbieco per sfruttare la visione Scotopica. Esistono anche illusioni ottiche che riescono ad ingannare il sistema che “dipinge” le zone del campo visivo per cui il cervello non ha informazioni riguardo la lunghezza d'onda

avatarsenior
inviato il 27 Dicembre 2018 ore 17:35

Nel Rinascimento non si ponevano questo problema: inquadravano come vedevano.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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