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Frammento
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avatarDopo 12 anni di MAC voglio seguire i vostri consigli
in Computer, Schermi, Tecnologia il 01 Settembre 2019, 19:49


Ciao ragazzi,

ho un IMAC del 2010 e due anni fa avevo sostituito l'HD originale con una SSD da 256 ed aggiunto 12 gb di ram. Tanti hard disk esterni ovviamente per contenere tutti i file.
Premetto che elaboro tanti matrimoni e reportage con Lightroom e da qualche giorno l'IMAC diventa bollente già dopo 15 minuti;
immagino che il motivo principale di questo surriscaldamento sia che sta per lasciarmi la SSD.. cosi, visto che ormai Lightroom impiega troppo tempo per visualizzare le DNG della Nikon Z6 in modalità "sviluppo", ho bisogno qualcosa di piu' potente e mi sono quasi convinto ad optare per una workstation con i fiocchi, in quanto potrei spendere meno rispetto ad un nuovo IMAC ed avere la stessa potenza e caratteristiche. Giusto?
Ho letto molti argomenti in merito ma ho bisogno di un consiglio ben preciso e che mi consigliate un sito affidabile (vivo da poco dove mi trovo e non conosco negozianti di computer di fiducia).

Conclusioni: utilizzo Lightroom tutto l'anno, raramente Final Cut (ovviamente dopo avro' bisogno di un'alternativa), raramente Photoshop.
Ho bisogno anche di uno schermo 4k.
Budget massimo: 1'700 euro

Grazie di cuore a chi mi aiuterà.

Fulvio


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43 anni, prov. Verbania, 25 messaggi, 39 foto

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Frammento ha ricevuto 13238 visite, 185 mi piace

Attrezzatura: Nikon Z6, Sigma 20mm f/1.4 DG HSM Art, Sigma 105mm f/1.4 DG HSM Art, Sigma 50mm f/1.4 DG HSM Art, Sigma 35mm f/1.4 DG HSM Art, Tamron SP 70-200mm f/2.8 Di VC USD G2 (Per vedere le statistiche di fotocamere, obiettivi e ISO più utilizzati da Frammento, clicca qui)

Occupazione: Fotografo

Interessi: Viaggi, musica, arte, cinema

Contatti: Sito Web

Fulvio Pettinato non è un fotografo qualunque; potremmo dire che fa
parte di una specie in via d'estinzione, quella del fotografo di reportage
d'emozione. Per intenderci, è uno di quelli che non hanno paura di
mettere in gioco la propria anima per raccontare storie “che valgono la
pena di essere raccontate”, storie che parlano di solitudine, d'amore, di
madri e figli, di uomini e donne che non cedono alle difficoltà. I suoi attori
calcano un palcoscenico reale, recitano la verità senza quel velo scontato
che incarta tante immagini dall'Africa.
Non è facile avere uno stile quando si fanno fotografe che ritraggono un
popolo che vive di un'evidente ingiustizia, in assenza del rispetto per i
diritti umani, vittima di un'esistenza che si può chiamare in molti modi.
Fulvio l'ha tradotta in poesia. I suoi bambini trovano tra il palmo della
mano la foglia di tè che aprirà il sipario di domani, dipinti in un bianco e
nero che sembra argento e brilla come quello sguardo che non esiste in
natura se non in quella natura, in quel luogo dove il sole si specchia su
sorrisi bianchi e tristi ma mai rassegnati.
Sotto un cielo che guarda senza mai staccargli gli occhi di dosso,
Fulvio fotografa a fior di pelle, saltando da un brivido ad una rima baciata,
tra mani che pregano e un Dio che forse non vede.
Il senso della vita è in ogni suo scatto.
Una declinazione delle emozioni, in un linguaggio universale.
La fotografa diventa anima e si fa leggere come un libro. Un grande libro
di viaggio, non solo nel lontano continente nero ma anche nella profondità
interiore, fino ad arrivare alla luce.
Dal buio, alla luce - con gli “iso” del cuore.

Barbara Marin


Registrato su JuzaPhoto il 03 Novembre 2014

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