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Immagini generate con AI indistinguibili da fotografie


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avatarsenior
inviato il 22 Settembre 2023 ore 9:14

Ma hai fatto altri interventi oppure ti ha creato l'immagine e l'hai inviata al concorso?

user109536
avatar
inviato il 22 Settembre 2023 ore 12:07

Inviata così come generata. Ugo, lungi da me l'idea di prendere in giro qualcuno. È stata una prova che non ripeterò

avatarsenior
inviato il 22 Settembre 2023 ore 12:13

Inviata così come generata. Ugo, lungi da me l'idea di prendere in giro qualcuno. È stata una prova che non ripeterò

per quanto ne so le immagini generate hanno bassa risoluzione.
Mi sembra quindi ancora più strano che questi non si siano accorti di nulla...

avatarsenior
inviato il 22 Settembre 2023 ore 12:44

Ci sono concorsi che non chiedono i RAW e ho usato Dall


appunto, roba poco serie, gli stessi dove spesso ha vinto gente che ha partecipato con foto trovate in rete, lasciano il tempo che trovano

avatarsenior
inviato il 22 Settembre 2023 ore 13:23

Tornando alla fotografia, quanto tempo pensi passerà prima che le case di moda decideranno di crearsi da sola una top model da ritrarre nell'ambiente che riterranno più opportuno, senza dover rivolgersi a un fotografo, ma a un prompt di comandi?

@Enzillo

In base al lavoro che ho fatto per due aziende sulla fotografia commerciale adesso manca ancora del tempo, almeno un'anno per avere consistency (ripetitività del modello sempre uguale in pose diverse) e capi per vari modelli e colori coerenti con tempi di produzione equivalenti alle sessioni di scatto e di post-produzione.

Il problema resta quello che ho già descritto, la mancanza di conoscenze sul tema da parte di chi fa congetture.
Anche solo il tempo per produrre un servizio completo nel limbo, con tutti i capi della collezione richiede più tempo con AI. Parliamo di settimane di lavoro per fare 10 cambi abito uomo e donna

Produrre immagini di un capo dell'ultima collezione o del campionario, magari creato con clo-3d prima del campionario stesso ed applicarlo al modello delle misure giuste con luci ed ambientazioni coerenti con il mood aziendale ed il loro target. Produrre serie di immagini coerenti con tutti gli aspetti e le necessità dei singoli clienti. Gli stessi fornitori ora passano i capi in 3d prima delle produzioni, è normale per un fotografo di moda avere clo/3d installato (costa anche caro purtroppo).

Queste competenze sono di un fotografo comunque è sarà lui a fare tutto. Chi pensa che la figura professionale “sparirà” non si rende conto che parla di cose che in conosce, saranno gli stessi fotografi di prima a fare anche altro preoccupandosi non solo delle foto, come nel ventesimo secolo ma anche di offrire sevizi alle stesse aziende.

In 4 mesi di discussioni, in decine di interventi accorati da parte di fotografi anche esperti non ho quasi mai letto qualcuno che si sia posto il problema del “gusto” e delle competente specifiche per la moda. Le congetture sono sempre rivolte sin astratto. Chi parla per principio non si rende conto che parla solo della fotografia dozzinale e di grafica da timbro tampone ne è già pieno il mondo ma parliamo di bassa qualità.

Senza vena di polemica, il livello delle discussioni sulla moda e sui modelli e modelle in questo forum è tale da non pensare di usarlo come esempio. La vocazione di questo forum è rivolta alla fotografia naturalistica.

Il fotografo professionista in campo fashion oggi deve sapere cosa siano clo-3d, dialogare con le modellerie ed i lavoratori di confezione delle aziende, pianificare non solo le foto ma le simulazioni di campionario, lavorare anche prima, per esempio per la simulazione grafica ecc.

Se cambiano i tempi cambiano anche le professioni ed in questo specifico caso il bagaglio di gusto e cultura di un fotografo, capace di offrire sempre un servizio personalizzato per qualità e tempi di produzione.

Limitarsi a ragionare in astratto pensando che il fotografo di moda lavori nel 2023 come nel 1999 è anch'esso frutto della mancanza di conoscenze sul tema.

'Ritornando al tema della discussione, senza giudicare ambienti professionali in fotografia guardiamo al processo ci conversione Erico in questo forum , in un ambito dove siamo tutti abbastanza competenti da poter valutare e/o mostrare i propri lavori, conoscendo ogni fase del processo creativo in prima persona.

Denoise AI, riempimento generativo sono ora strumenti normali di fotografi di fauna e flora e vengono usati per pubblicare foto nelle rispettive sezioni. Quale sia il limite “etico” non è dato di sapere..

Io parlerei dei principi etici e della “morte della fotografia naturalistica” come la conoscevamo, ancora prima del 2000, analizzando come è cambiata con il timbro tampone (alcuni ricorderanno gli esempi di juza per rimuovere elementi di disturbo nel 2009) e poi nel 2023 dove si segna la fine della post produzione locale a favore del Denoise AI

avatarsenior
inviato il 22 Settembre 2023 ore 14:39

'Na lamentazione così non la leggevo da mesi/anni, dài...

avatarsenior
inviato il 22 Settembre 2023 ore 19:12

Michelangelo, evidentemente sai di cosa parli, e mi auguro che tu abbia ragione, ma permettimi di conservare qualche dubbio. Il progresso è logaritmico.
Al momento ci vuole più tempo con l'AI, ma tra un anno? E i costi?

Io penso che ci troviamo solo all'inizio di un cambiamento che sarà epocale.

avatarjunior
inviato il 22 Settembre 2023 ore 19:26

La liberalizzazione completa di alcuni tipi di tecnologie rappresenta un rischio molto alto.
Qualcuno ha letto degli studenti che hanno pubblicato foto false della loro insegnante fatte con IA? Ovviamente foto pornografiche.

avatarjunior
inviato il 22 Settembre 2023 ore 19:26

La liberalizzazione completa di alcuni tipi di tecnologie rappresenta un rischio molto alto.
Qualcuno ha letto degli studenti che hanno pubblicato foto false della loro insegnante fatte con IA? Ovviamente foto pornografiche.
Vallo a spiegare a vicini di casa che sono false.
Credo che queste tecnologie sono inarrestabili non c'è legge che possa farlo, sono più incline a pensare che quando la diffusione sarà molto più alta della attuale semplicemente la gente non crederà più a nulla che si evinca da una foto, crederà solo a ciò che vedrà con i propri occhi

avatarsenior
inviato il 23 Settembre 2023 ore 13:43

'Na lamentazione così non la leggevo da mesi/anni, dài...

@Andrea Festa

Ho un mio modo di intendere la partecipazione a questo forum, siamo tutti diversi e in questo non vedo difetti o problemi. A me no viene in mente di scrivere come se fossimo solo tra amici, per quanto faccia piacere anche a me questo è un forum pubblico indicizzato da Google.

La struttura di questo forum disincentiva la memoria delle discussioni per ovvi motivi e non è niente di male in questo ma perdere totalente la memoria di quello che noi fotografi italiani abbiano scritto negli anni toglie serietà alle discussioni attuali.

Se vogliamo restare sul livello delle chiacchierate al bar allora 'La morte della fotografia che data ha”? 1996 (timbro tampone) o 2023 (denoise e generazione)?

La trasformazione del valore documentariale della fotografia naturalistica (in questo forum) può essere un argomento da dibattere? È legato intimamente agli strumenti generativi discussi fino ad adesso.

Il cambio di visione etica sul valore documentariale di una foto è un fatto e io vedo analogie tra il passato e il ricorso storico che stiamo vivendo in queste discussioni.

È possible applicare il valore critico del titolo della discussione ad eventi del passato che ci riguardano?
'Immagini generate con AI indistinguibili da fotografie' inteso come forma di falsificazione.

Esempio pratico di 8 anni fa ed aderente alle remore etiche nel giudicare le tecnologie in post produzione

2015 , 8 anni fa parlare di ricostruzione algoritmica dei dettagli era quasi una eresia, leggete con pazienza le reazioni di alcuni utenti.

Un esempio:” Non si può ottenere sangue da una rapa, Se il dettaglio manca il software non può certamente inventarselo.”

2023 . test di ricostruzione su base algoritimica con accesso a database esterno e oltre 45 pagine di discussioni sul denoise

Mi scuso per la lungaggine ma se continuiamo a scrivere senza riferimenti resta una chiacchierata tra amici e non una testimonianza della nostra serietà nel difendere principi etici e manifestare lecite preoccupazioni, altrimenti si rischia, restando su questioni di principio, senza fare esempi pratici nel nostro campo, di fare disinformazione.

My two cents

avatarjunior
inviato il 27 Settembre 2023 ore 10:20

Ho raccolto alcuni pensieri di questo thread che ho ritenuto molto interessanti e ringrazio gli autori per questo.

L'AI sarà la manna degli incapaci

E' che per loro stessa natura questi software possono solo mangiare, digerire e... ehm... espellere immagini preesistenti, possono solo assemblare, filtrare, ricomporre il già visto. Deja-vu. Il kitsch.

Per questo accontenta tutti indistintamente e strappa il wow di meraviglia a grandi e piccini. Ma proprio per questo immagino anche che niente di geniale possa uscire da quei software, perché sono un'imitazione dell'arte.

Vedo un futuro luminoso per gli umanoidi ignoranti e con poca voglia di studiare: perché sudare se c'è qualcuno che suda al posto tuo?

Se l'AI sommergerà la rete di immagini fake credibili l'unico modo per distinguere la realtà sarà selezionare la fonte.

Il secondo e ben più grave è stata la definizione dei concetti di "good enough" e di commodity.


Ecco, in questi pochi mesi in cui i software di AI generativi sono stati rilasciati al grande pubblico, si possono già intravedere i primi "impatti" dell'AI sul "mercato fotografico delle immagini":

1) E' stata abbracciata con grande entusiasmo dai "tecnicamente incapaci" ed ha permesso loro di sfornare (finalmente) i risultati a cui aspirano da tempo. Chi invece in questi anni ha creato lavori di qualità con la pratica ed il lavoro, teme sia di essere "copiato" da questi software, sia di trovarsi uno scomodo concorrente sul mercato.

Vedere ad esempio questo profilo di Instagram. Se scorrete il feed in basso, vedrete che ad un certo punto le fotografie di scarsa qualità (sia nei soggetti che nella realizzazione) in bianco e nero, diventano improvvisamente tecnicamente quasi perfette nei contrasti e con soggetti tipicamente "wow". Il tizio si guarda bene dal dichiarare che fa uso di AI e i commenti "ah quanto è bravo il fotografo" (sic) si sprecano. In pochi hanno un occhio allenato per distinguere un'immagine fotografica reale da una sintografica generata da AI.

www.instagram.com/christophe_wilhelm/?hl=it

Oppure questo profilo che in pochissimi mesi ha raggiunto oltre 60.000 follower e sta aprendo un profilo su Shopify per vendere le stampe (almeno lui lo dichiara che sono AI).

www.instagram.com/chaipeau/?hl=it

2) La sensazione di deja-vu è palese. Se abbiamo 100 autori di AI, riesce difficile distinguere uno dall'altro perché lo stile è quello di Midjourney o di DALL-E. Se date un'occhiata alla collezione AI di Adobe Stock (che in pochi mesi ha già superato i 15 milioni di immagini, mandando in tilt i processi di revisione dei lavori degli autori) sembrano fatte tutte dallo stesso autore. La sensazione è quella di un appiattimento generalizzato della creatività, su standard qualitativi ottimi (parlo della forma, non della sostanza).


3) Il "cliente medio" per adesso non riesce a distinguere la differenza tra immagini fotografiche raccolte sul campo e di sintesi (AI). I commenti sui social ne sono un chiaro esempio. Manca la cultura dell'immagine e lo spirito critico e questo favorisce indubbiamente chi lavora con l'AI.


Il costo di produzione di un'immagine AI tende allo zero. Non serve attrezzatura costosa, non servono modelli da pagare, non serve spendere in costi di spostamento e pernottamento per raggiungere location fotografiche, non servono computer potenti per velocizzare la posproduzione.

Ed anche il tempo di produzione avvantaggia l'AI: generare un'immagine con un prompt richiede pochi minuti, una postproduzione di un'immagine di qualità richiede anche 30 minuti, un'ora, non serve farsi settimane fuori casa o alzarsi alle 4 del mattino per la luce dell'alba, non serve farsi il mazzo per imparare i software, non serve tenersi aggiornati con corsi e workshop e via dicendo.

4) E' chiaro quindi che la sfida sul piano della produttività è decisamente impari. Nello stesso tempo in cui un fotografo crea 100 immagini (scattando a modelli, oggettistica, locations ...) un autore di AI è in grado di generarne 10 o 100 volte di più. Ed il "rumore" di fondo aumenta. Siamo alle soglie di un'invasione di immagini mai vista prima. E chi fa fotografia, se vuole vincere sul piano della quantità, resterà inevitabilmente soffocato, invisibile. E, ad oggi, fotografie e immagini AI costano lo stesso prezzo su Adobe Stock o altre agenzie

Quindi, come uscirne sul piano professionale? Credo che il fotografo del prossimo futuro dovrà lavorare tanto sulla comunicazione, far conoscere il proprio processo lavorativo più che i risultati, mettere l'accento più sul viaggio che sulla destinazione, chi comprerà i tuoi lavori dovrà apprezzare più l'autore ed il suo processo creativo dell'immagine finale stessa.

Credo che questa sia l'unica via di fuga per non essere travolti dall'onda che sta per abbattersi sul mercato delle immagini.

Il grosso dubbio che ho riguarda i clienti della fotografia: come ha ben detto Claudio Porcellana, quanto sarà per loro "good enough"?

E' inevitabile che la maggioranza di loro si accontenteranno di riempire libri, pagine web, magazine con la prima immagine che capita (a costo zero o giù di lì), come quelli che riempono le pareti di casa o dell'ufficio con le stampe anonime dell'Ikea o Leroy Merlin. Esisterà un mercato per chi farà fotografia sul campo?

PS: tra le categorie professionali più a rischio vedo chi fa stock soprattutto con modelli e modelle, food e texture. Un po' meglio chi scatta travel e lansdcape. Meno a rischio il settore news, sport ed eventi. Grossi rischi anche per chi fa wall art e decorazione d'interni, così come chi punta sulle collaborazioni attraverso i social. Problemi zero credo per chi fa matrimoni, eventi on demand e, credo, fotografia industriale di prodotti, o settore immobiliare.

avatarsenior
inviato il 28 Settembre 2023 ore 3:20

@Francesco O ho letto con calma, condivido alcune cose sulla tua analisi che è tra le più lucide che io abbia letto; mi permetto di aggiungere una fondamentale distinzione nella analisi che cambia il punto di vista, almeno così è stato per me.

Al netto dei continui contributi chi spara a zero sui prodotti AI, cosa alla quale siamo purtroppo abituati, la paura che trova reale fondamento e che tu hai analizzato è la sostituzione del mezzo di produzione per fare qualcosa che già prima si faceva in modo fisico, portando alla fine di certe professioni come le conosciamo oggi.

La quesitione che continuo a sollevare in fotografia e che resta sempre ignorata è che bisogna distinguere tra produzione "generica di immagini" e produzione di immagini specifiche relativi a qualcosa che è nel mondo reale, persona, cosa, ambiente ecc.

Tutte le considerazioni che hai fatto sulla differenza di tempo tra foto vera e AI è verosimile ma solo nel campo delle "immagini generiche".

Per esperienza diretta di dico che lavorare con un committente su soggetti specifici e/o che comprendono più viste dello stesso soggetto è "improponibile" ad oggi fatto con AI rispetto a lavorare normalmente .
Parliamo di 5 volte il tempo. Un modello, vestito come voglio loro, in un ambiente verosimile e per questo scenario ripetuto per 5 foto diverse per pose e punti di vista in modo coerente (in AI si definisce consistency).

Quindi la convinzione che (anche essendo dei prompt master) si impieghi di meno a fare cose "specifiche" è falso ma di talmente tante lunghezze che l'unico modo per convincersene è passare 50 ore su Stable DIffusion con un committente sul collo.

Devi proprio volare di fantasia per non doverti confrontare con nessun riferimento, allora si che impieghi poco, vedi questo mio lavoro su JUZA

Nell'attimo nel quale scendiamo dal piano "generico" di analisi" del potenziale AI ci accorgiamo che la storia è ben diversa.

Due esempi pratici:
Nella moda i modelli continueranno a lavorare, al limite, se vogliamo cercare una mediazione con AI, faranno foto per essere poi vestiti con varianti dei capi veri.
Nel food chiunque chieda di fotografare un piatto proprio continuerà a farlo perchè la sua necessità è "specifica".

Per tutte le altre necessità "generiche" valgono le cose che hai scritto ma questo valeva anche prima con photostock e il timbro tampone, un universo commerciale dozzinale ( non sono ironico) dove la gente già da anni ruba sul web e ritocca.
Parlo del target che è quasi sempre l'unico preso realmente in causa dalle analisi che leggo.


Se si parla sempre per massimi sistemi basandosi sulla propria esperienza passata si rischia di fraintendere
I tempi sono cambiati nel mondo del lavoro ma certe regole restano perché ci sono i soldi e la mentalità per fare comunicazione seriamente, il resto del mercato verrà invaso ma è fisiologico, basta non guardare solo quello per giudicare.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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