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Adobe: non fate più le foto II


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avatarsenior
inviato il 24 Maggio 2024 ore 16:46

Il fine art giustifica i mezzi!

avatarsenior
inviato il 24 Maggio 2024 ore 16:51

Se in un'inquadratura c'è una macchina o un camioncino delle consegne che non mi piace, aspetto e vedo se va via, oppure ritorno il giorno dopo oppure cambio inquadratura in modo da escluderlo; se non funziona, allora riuncio a scattare.


aspettare anche più giorni che si sposti un elemento di disturbo (camioncino) o che passi quello di interesse (bici)...non si discute, ma sembrano comunque sempre posizioni estreme, ideologiche persino, ossia supportate prevalentemente da un ideale molto forte ma, comunque, anche molto personale.

è sufficiente, però, non denigrare le scelte, meno estreme, di altri con la solita sbrigativa riduzione a mere scelte imposte da incapacità o pigrizia.

avatarsenior
inviato il 24 Maggio 2024 ore 17:04

@Riccarbi non sempre mi è possibile aspettare, a volte sono mezzi di residenti piantati lì chissà per quanto tempo oppure va via uno e subito dietro c'è un altro che arriva, impossibile poi ritornare il giorno dopo o i seguenti, cambiare inquadratura a volte stravolge il senso del mio scatto, come vedi si tratta da una parte di cause di forza maggiore, dall'altra di una personale filosofia di scatto, legittima al pari della tua!

avatarsenior
inviato il 24 Maggio 2024 ore 17:21

tornando al discorso AI, è innegabile che il confine tra "fotografia" vs "immagine" (come prodotto) o "fotografia" "acquisizione di immagini" come tecnica, stia diventando sempre più difficile da tracciare.

Comincio a riconoscere qualche ragione a chi sostiene che con il termine "fotografia" debba intendersi solo quella chimica, che pur con le teoriche possibilità di ritocco e quant'altro, rimane comunque molto più facile da definire.


avatarsenior
inviato il 24 Maggio 2024 ore 17:39

L'aspetto cruciale è sempre quello di capire e rispettare ciò che è fondamentale per "lo scopo" per cui un'immagine (foto, grafica, disegno ecc.) viene eseguita e, soprattutto diffusa: se devo mostrare un "soggetto" nel suo "ambiente", sono entrambi fondamentali; se devo mostrare unicamente le caratteristiche del "soggetto", può persino essere richiesto (come per i fossili che citavo prima) che l'intero contorno venga sostituito con un fondo standard; se devo esprimere un'idea o suscitare una "sensazione", le gocce di glicerina per simulare un bicchiere bagnato sono altrettanto ingannevoli e perciò altrettanto valide di un'immagine generata in toto via software. E questo ci riporta al problema di fondo: quando gli strumenti erano difficili da usare, li usavano solo gli addetti ai lavori, il loro lavoro era regolamentato dall'etica e dalla deontologia del settore (merceologico, editoriale ecc.) per il quale lavoravano, e veniva diffuso o censurato in base a questo; invece i nuovi strumenti sono sempre più facili da utilizzare e finiscono immediatamente nelle mani di chiunque, con l'aggravante che oggi i risultati - buoni, cattivi, leciti o illeciti poco importa - vengono diffusi senza più alcun filtro perché chiunque può essere il committente-editore di se stesso, quindi senza alcuna supervisione e, oltre tutto, a costo zero; in realtà è quest'ultimo aspetto che renderà molto più difficile che in passato definire e, soprattutto, far rispettare una deontologia nell'utilizzo di quegli strumenti.

avatarsenior
inviato il 24 Maggio 2024 ore 17:45

"molto più difficile"...sei parecchio ottimista...per me è semplicemente impossibile.
Una volta che si parla di dominio comune, di qualcosa fattibile da una persona qualsiasi, il concetto stesso di deontologia sparisce proprio anche come significato. Diventa "morale" o "etica"...e tanti saluti ai suonatori...

avatarsenior
inviato il 24 Maggio 2024 ore 18:52

in realtà è quest'ultimo aspetto che renderà molto più difficile che in passato definire e, soprattutto, far rispettare una deontologia nell'utilizzo di quegli strumenti.


io pero' non ne sono convinto... Anzi.

La diffusione della tecnologia e' un'arma a doppio taglio per chi controlla il potere.
Voglio dire, fino a ieri le notizie venivano filtrate e aggiustate da chi controlla l'informazione.
Informazione libera ce ne e' sempre stata pochissima. E' sempre stata viziata.

L'unica possibilita' di conoscere una sorta di verita' e' quella offerta dall'ascolto di piu' campane.
In tempo di guerra si ascoltavano le radio straniere, in tempo di pace si leggono piu giornali e ci si informa con i satelliti.

Ai, e internet possono diventare uno strumento pericoloso per chi controlla il potere.
Il fatto che esistano migliaia di cellulari pronti a riversare on line uno streaming di qualsiasi evento, impedisce di fatto certi abusi che fino a qualche tempo fa erano "coperti" da silenzio stampa. O la diffusione di certe immagini come vere.

Insomma.. Ai e controllo video pervasivo possono essere piegati e non e' detto che non possano diventare un punto vulneraile della rete di controllo.

Le maglie che impediscono il corretto riconoscimento di una persona ripresa dalla telecamera ne sono un esempio.


avatarsenior
inviato il 24 Maggio 2024 ore 19:05

tornando al discorso AI, è innegabile che il confine tra "fotografia" vs "immagine" (come prodotto) o "fotografia" "acquisizione di immagini" come tecnica, stia diventando sempre più difficile da tracciare.


Io manipolavo, e manipolo tuttora, perfino le dia, anche se nella sola fase di scatto: uso del polarizzatore, leggera sottoesposizione, utilizzo di pellicole per luce artificiale all'alba o al tramonto, filtri di conversione; vero è che non faccio il fotografo di professione, non pubblico sui social, non partecipo a mostre e concorsi, non cerco like e approvazione, la fotografia è solo un passatempo ludico per me!

avatarsenior
inviato il 24 Maggio 2024 ore 22:51

Informazione libera ce ne e' sempre stata pochissima. E' sempre stata viziata

Ma qui non si sta parlando di libertà di informazione, bensì di libera divulgazione, senza adeguati filtri, dei risultati di uno strumento che potenzialmente può azzerare la credibilità di qualunque informazione, libera o meno che sia.
E d'altra parte, quando diciamo che è tutto un problema di educazione all'immagine e all'informazione, pensiamo davvero che esistano educatori "super partes"? O forse la nostra capacità di giudizio viene comunque "incanalata" in base alle idee di chi è in grado di fornirci quell'educazione?


avatarsenior
inviato il 25 Maggio 2024 ore 7:28

Ma qui non si sta parlando di libertà di informazione, bensì di libera divulgazione, senza adeguati filtri, dei risultati di uno strumento che potenzialmente può azzerare la credibilità di qualunque informazione, libera o meno che sia.
E d'altra parte, quando diciamo che è tutto un problema di educazione all'immagine e all'informazione, pensiamo davvero che esistano educatori "super partes"? O forse la nostra capacità di giudizio viene comunque "incanalata" in base alle idee di chi è in grado di fornirci quell'educazione?


Giusto, un'immagine non è legata solo ad una campagna commerciale o a un fine artistico, è anche a supporto dell'informazione.

Difficile esser “super partes”, noi stessi ne saremo capaci?
Un educatore può incanalarci ma se sappiamo usare la nostra testa e non prendiamo per oro colato tutto quello che ci viene insegnato, magari riuscendo ad attingere da più fonti, beh, riusciamo comunque a farci una nostra idea.

avatarsenior
inviato il 25 Maggio 2024 ore 7:31

Ho letto qualche intervento e da un mio punto di vista si fa un po di confusione. Tutto dipende dal fine di un'immagine, interventi di manipolazione se non riguardano reportage sono lecite. Non sempre è possibile avere la scena desiderata senza oggetti di disturbo per cui la manipolazione è inevitabile. Discorso ben diverso se al momento dello scatto il fotografo non è stato attento. Trovo questa prassi parte integrante del lavoro in caso sia richiesta. Tutto dipende dal fine dell'immagine (estetica/creativa/documentaria).

avatarsenior
inviato il 25 Maggio 2024 ore 8:07

Concordo con Vincenzo, personalmente mi pongo dei limiti in fase di intervento a seconda dell'intenzione, ad esempio se voglio pubblicarla o meno.
Ma anche in caso voglia pubblicarla, ci sono generi e tipologie di foto (intenzione della foto stessa) in cui ritengo di potermi permettere di più o di meno.

avatarsenior
inviato il 25 Maggio 2024 ore 8:15

Ho letto qualche intervento e da un mio punto di vista si fa un po di confusione. Tutto dipende dal fine di un'immagine, interventi di manipolazione se non riguardano reportage sono lecite. Non sempre è possibile avere la scena desiderata senza oggetti di disturbo per cui la manipolazione è inevitabile. Discorso ben diverso se al momento dello scatto il fotografo non è stato attento. Trovo questa prassi parte integrante del lavoro in caso sia richiesta. Tutto dipende dal fine dell'immagine (estetica/creativa/documentaria).


Concordo

avatarsenior
inviato il 25 Maggio 2024 ore 11:53

Ragazzi, forse il vero problema è/ sarà l'affidabilità delle fonti, dei documenti. Le prove fotografiche perderanno il loro valore, RAW inclusi, visto che fare una foto/scansione di una fotomanipolazione sarà sempre possibile. Video e audio inclusi.

avatarsenior
inviato il 25 Maggio 2024 ore 11:58

Penso che ci sia ancora da dire, si continua da qui:
www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=4812532.

@NoPhotoPlease

Sarebbe interessante se l'approfondimento fosse personale come ho auspicato nella prima parte, commentando io stesso una risposta di juza.

"Generative AI Free": il logo

Riempimento/modifica con IA su Photoshop

IA e la fine della fotografia commerciale

propongo un anti a.i.


Se non parliamo del nostro lavoro, spiegando cosa usiamo allora le 13 pagine che seguiranno saranno abbastanza simili ad altre discussioni sul tema. Si parla per principi giudicando gli altri col pessimismo vero il futuro delle professioni.
Comincia ad essere ripetitivo oltre la voglia di chiacchierare, sconfina nella disinformazione quando non è più aderente al panorama attuale.


Che cosa ne pensi di questo argomento?


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