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Frankie Spedale
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Foto Personale

50 years old, prov. Siracusa, 444 messages, 265 photos

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Frankie Spedale has received 103178 views, 2489 likes

Camera and lenses: Canon 6D, Canon 700D, Tamron SP 90mm f/2.8 Di Macro, Sigma 50mm f/1.4 DG HSM Art, Canon EF 17-40mm f/4.0 L USM, Sigma AF 70-300mm f/4-5.6 DG APO Macro, Sigma 17-50mm f/2.8 EX DC OS HSM, Canon EF-S 18-55mm f/3.5-5.6 III, Tamron AF 18-270mm f/3.5-6.3 Di II VC LD (To see the statistics of cameras, lenses and ISO used by Frankie Spedale, click here)

Interests: Fotografia e Musica

Contacts: Website

Mi chiamo Franco Spedale ma tutti mi chiamano Frankie , da quando facevo il Dj. Sono nato a Noto in Sicilia e non mi reputo un fotografo (non lo sono … i fotografi sono altri) ma un appassionato di fotografia. Amo viaggiare e quindi ritrarre la vita per strada, immortalando momenti e persone. Sono un'autodidatta e come attrezzatura possiedo l'indispensabile, per poter esprimere con immagini in maniera quantomeno veritiera, ciò che di interessante la mia vista cattura. Quando viaggio lo faccio in maniera “indiana” .. leggero … portando con me solo ciò che serve, vivendo a pieno i luoghi e la gente che visito e che incontro. Da piccolo sognavo di girare il mondo in treno, questo mezzo di trasporto mi ha sempre affascinato, mi piace guardare dai finestrini in corsa il mutare del paesaggio in poco tempo, soprattutto quando prima di un tunnel vedi il mare e la costa e subito dopo averlo attraversato prati e monti .. è una bella sensazione. La mia prima fotografia l'ho scattata in campagna ad un albero assieme a mio padre, che nonostante fosse geloso della sua piccola compatta mi fece provare ugualmente. Dopo aver sviluppato il rullino constatammo che metà albero era venuto bene e metà coperto da un dito … avrò avuto 10 anni . Per chi come me concepisce la fotografia come viaggio, non posso che stimare lavori come quelli di Steve McCurry, Woody Campbell, Ian Krishudds, tre fotografi diversi l'uno dall'altro. Quando ammiro le loro foto mi lascio trasportare dall'immaginazione e mi immedesimo in quell'attimo , scrutando magari gli occhi di un soggetto e cercando di capire quello che magari sta pensando in quel determinato istante, oppure catapultandomi dentro un taxi immortalato mentre attraversa la strada di una metropoli , riuscendo a percepire i suoni , il caos , le voci e gli odori di una grande città. Per questo li reputo grandi professionisti … sanno trasmettere e raccontare ognuno a modo proprio le loro emozioni. Io non mi ispiro a nessuno in generale, neppure a loro, proprio perché come loro mi piace raccontare il mio pensiero visivo in maniera personale. Premetto che amo “fotografare”, che sia un oggetto o una persona poco cambia, ma credo che se non provo dentro me una certa emozione o non riesco ad immaginare nulla, non accendo neppure la relflex . Mi diletto nella fotografia di ritratto ma essendo questa passione per me come un viaggio, adoro la “ street photography “ . Credo che non basti immortalare un soggetto e tutto finisce li , non stiamo parlando di natura morta.. no ... la fotografia deve " narrare " con immagini e con parole. Quando si fa “street” bisogna capire cosa si sta fotografando, chiedersi prima un perchè e dopo aver scattato, scoprirlo quel perchè , dialogando con le persone, scrutando con loro il luogo in cui ci si trova, immaginandolo coi loro occhi, ridendo o piangendo con loro. Il rapporto umano sta alla base di tutto, comprendere le emozioni di chi ci sta davanti e miscelarlo a ciò che immaginiamo di perseguire, ci da l'opportunità di poter ottenere un buon risultato. Ovviamente interagire è una cosa primaria, le persone non sono oggetti o statue, vanno rispettate e ringraziate sempre. Alla fine ciò che conta davvero è appunto l'emozione. Tantissime volte mi è capitato, di vivere cosi umanamente certe situazioni, che alla fine ho persino dimenticato di scattare una foto, ma sono tornato a casa felice e con un tesoro immenso dentro al cuore. Sono convinto che per chi viaggia, la fotografia non è altro che un ricordo da custodire caro, piuttosto che un semplice souvenir. Ogni scatto che faccio è un sfida intesa come traguardo finale, nel senso che quando poi rivedo l'immagine, mi deve poter ridare le stesse sensazioni che hanno provato i miei occhi prima di scattare … altrimenti non sono soddisfatto. Questo non vuol dire che se una mia foto non piace a qualcuno ci rimango male, il risultato ultimo deve in primis piacere a me stesso, poi se ovviamente riesco a suscitare emozioni ad altri ne sono contento. Non scordiamo che nella fotografia come nella musica e nell'arte in generale la visione è strettamente soggettiva. Non mi piace pianificare nulla a livello fotografico, il bello per me è quello che offre la giornata, esco di casa, mi emoziono e allora scatto. Spero però di poter allestire al più presto una mia mostra ed evolvere il ricavato in beneficenza. In questo mio vissuto in cui è subentrata questa passione, ho trascorso diverse fasi prima di arrivare ad essere soddisfatto di me stesso come oggi. Una delle tappe più belle è stata sicuramente quando ho avuto modo per la prima volta di confrontarmi con chi la fotografia la intende in maniera diversa da me, prendendo spunto magari da idee nuove rispetto al mio modo di vedere le cose. Ovviamente in maniera reale e non virtuale sui social. Ripeto il rapporto umano per me sta alla base di tutto. All'inizio, avevo un concetto diverso della fotografia … volevo fare il " fotografo ", cercavo di impegnarmi per conoscere e capire tecniche varie … le più disparate per potermi avvicinare ai livelli di alcuni professionisti che seguivo. Non ci riuscivo ovviamente o perlomeno non mi reputavo soddisfatto, anche perchè cadevo nel tranello del "copia e incolla". Ho capito così che la fotografia è anche libertà di espressione e allora non mi sono più disperato e cerco di imparare l'indispensabile da chi è più professionale di me, per poi usare quell'indispensabile a mio piacimento e magari in maniera personalizzata. Ecco, la mancanza iniziale di originalità è stata uno degli ostacoli che ogni tanto facevano caopolino durante la prima fase del mio percorso fotografico, che spero sia lungo e intenso. Molti mi chiedono quale sia l'attimo giusto in cui si debba scattare una foto , bhe secondo me deve comunque equivalere allo stesso momento in cui proviamo un'emozione, ovviamente se vogliamo trasmettere un qualcosa , altrimenti ogni momento vale l'altro. Credo di non avere uno stile inteso come segno distintivo, amo molto variare così come varia sempre tutto ciò che mi ruota attorno. Ma forse una cosa che mi caratterizza un po è appunto questo mio essere camaleontico, questo modo di adattarmi a svariate situazioni e riuscire comunque a catturare emozioni belle o brutte che siano, sempre con la stessa intesnsità. Praticando generi fotografici come la street photography ci si imabatte spesso in situazioni molte volte piacevoli e altre meno. Ci si confronta con la vita reale , coi suoi dolori e le sue gioie, si ascoltano storie belle ma anche tristi e la fotografia aiuta anche ad avvicinare questi argomenti e a poterli approfondire meglio. Un mio ultimo pensiero lo rivolgo a chi trascorre parecchio tempo sui social. Chi condivide le proprie immagini sui internet, deve avere la consapevolezza che tanta gente non apprezzerà i nostri lavori al contrario di altri che ci elogeranno. Condividete con immensa umiltà, solo per la voglia di trasmettere sensazioni e non per essere apprezzati o valutati. I social network non sono un punto di arrivo, ma solo un modo semplice e veloce per trasmettere di tutto, comprese le emozioni. Fuori ci aspetta un mondo reale pronto a confrontarsi con noi in maniera diretta e veritiera e soprattutto ansioso di essere immortalato. P.s. le foto più belle " stampatele sempre " . Buona luce a tutti Frankie.

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