Faer Øer in inverno in Articoli il 25 Febbraio 2016, 16:00 Dopo dieci anni di duro lavoro ero arrivato al capolinea, avevo assolutamente bisogno di staccare la spina per ritrovare la mie passioni e i miei spazi. Parlando con un amico, ecco l'idea: un tour in solitaria delle isole Faer Øer in pieno inverno. Tutti quelli a cui dicevo cosa stavo progettando mi rispondevano: "Dove?? In inverno? Sei matto?!". Questo la dice lunga su quanto si sa, o meglio, su quanto non si sa, circa le Faer Øer.
Le Faer Øer sono un'arcipelago di 18 isole sperdute nell' Atlantico, tra Scozia e Islanda, dove ancora oggi è la natura a farla da padrone, non l'uomo. Dal punto di vista naturalistico sono un luogo di incredibile bellezza, caratterizzate da una natura selvaggia ed incontaminata. I pochi turisti che si avventurano in queste isole preferiscono farlo durante la stagione estiva, per via del clima.
Io però avevo voglia di avventura, volevo viverle in una maniera diversa dagli altri, più genuina, in contatto con quanto sono realmente queste isole, al massimo della loro asprezza, anche dal punto di vista climatico.
Ho scelto quindi di andare in inverno, a Gennaio, perchè le volevo vivere in un momento in cui fossero totalmente autentiche, libere da turisiti, e con le più estreme condizioni climatiche possibili.
Ho quindi prenotato un volo di andata e ritorno e tramite internet ho noleggiato una macchina e prenotato per le 4 notti sulle isole. Ho deciso di fare tutto da casa perchè là volevo pensare esclusivamente alla fotografia e perchè in inverno le poche strutture ricettive sono quasi tutte chiuse o aperte ai soli gruppi. Durata del viaggio: 5 giorni.
PRIMO GIORNO Sono partito da Bologna di lunedì mattina per raggiungere Copenhagen, dove dopo 5 ore di scalo avrei preso il secondo aereo alla volta dell'aeroporto di Vagar, sulle isole Faer Oer con arrivo alle 20:30.
Avendo prenotato la prima notte a
Sørvágur , a soli due chilometri dall'aeroporto avevo pensato di andare a piedi ma appena uscito all'aperto ho capito che forse era meglio prendere un taxi... vento gelido fortissimo (nevicava in orizzontale).
Il taxi mi lascia davanti alla Hugo Guesthouse che però è al buio... il tassista mai saluta con un eloquente "Good Luck..". Perfetto, iniziamo bene.
Resto lì fuori qualche minuto ma non arrivando nessuno e, visto che il mio telefono non andava, decido di bussare alla casa davanti, una delle poche illuminate. Mi aprono una signora ed una bimba in pigiama ma proprio mentre gli spiego che...
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