Associazione fotografica. Ha senso? in Tema Libero il 07 Gennaio 2024, 16:50 Buongiorno a tutti,
la faccio breve: ho fondato con altri membri un'associazione fotografica nel 2014 con lo scopo di creare un situazione "popolare" con la sola mission di accogliere appassionati. Non essendo la sola nella città, si è cercato di non entrare in quel circolo vizioso dei finti puritani della fotografia o comunque di dare spazio a tutte quella persone che non si sentivano di partecipare ad associazioni storiche e di valore affermato.
All'inizio, con la raccolta di 100 iscritti, abbiamo avuto una frequentazione settimanale di 40 frequentanti abituali.
Il mio impegno è sempre stato quello di creare spunti di confronto, ospitare professionisti e organizzare uscite o workshop con specialisti di settore.
Durante le classiche serate portfolio, la parola d'ordine era smorzare le critiche non costruttive, inutilmente pignole, e spingere il relatore a condividere anche la sua esperienza umana che lo hanno portato allo scatto e alla sua scelta.
Grandi attività, gratificanti riscontri tanto da ricevere richieste di serate anche da marchi del settore per la presentazione di prodotti.
Poi arrivò il covid e tutto cambiò: 8 persone partecipanti e nessun nuova richiesta di adesione. Come noi anche le altre associazioni vivono la stessa crisi esistenziale...
Mi sono fatto delle idee in merito, dal cambio di esigenze al fatto che abbiamo imparato (forse proprio durante il lockdown) a diventare autonomi nell'utilizzo di social e tutorial hanno fatto sì che tutto il paradigma cambiasse.
Avete avuto esperienze simili?
Dato che non vorrei chiudere un'associazione che fatica a trovare una sua collocazione, voi oggi cosa vi aspettereste da un luogo di incontro per appassionati (perché di quello si parla)?
Grazie a voi, ogni riscontro sarà utile per me e per altri nella mia stessa situazione e sarà di ispirazione per trovare la nuova giusta strada.
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Sono una voce e mi presento in Blog il 03 Giugno 2020, 21:04 Ho un nome e un cognome e l'espormi con esse opprime i miei pensieri e i miei pareri.
Non sono × per cui non posso dire che presentarmi con trasparenza renderebbe tutto più bello e semplice. C'ho provato ma non è così. Mi metto una maschera, che in sto periodo se ne trovano anche di belle e modaiole, e intervengo ove davvero sento l'esigenza di di farlo.
Non sono un professionista, grazie al cielo, mi spiacerebbe inquinare la mia passione con le esigenze di mercato e le rincorse che ne conseguono. Rispetto il professionista ma solo quello che rispetta l'appassionato con la consapevolezza che il suo mestiere ha subito l'evoluzione come qualsiasi lavoro nel mondo e non lo incolpa per la sua crisi di settore.
D'altronde oggi si vive di immagine, nulla si è se alle spalle non si ha un immagine.
Dalla pop star passando per il giornalista TV, dalla bella copertina del più importante magazine all'annuncio su Ebay, nulla risalta se non c'è un'immagine. Ergo, siamo bombardati del tutto e fare la differenza è dura. Come disse un buon amico,amante del cinema e della sua fotografia, del bello e del preciso “…il mondo non ha bisogno delle vostre fotografie, ha bisogno di storie ben raccontate. Di scatti emozionanti, di un pensiero che da forma allo scatto. Perché in quel piccolo click può esserci tutto, o niente. Sta a voi…” fare del mezzo il risultato.
Perché non c' è nulla da fare. Non credo a chi dice “io fotografo per me stesso” perché questo vuol dire soffrire di un bipolarismo artistico. Qualsiasi azione tu faccia è subordinata ad una conseguenza, ad una volontà, e al momento in cui si parla di arte, la tua volontà è quella di esprimere. Dato che suppongo che l'espressione necessiti di un interlocutore, la stessa è fatta per chi osserva nel nostro magico mondo di luce, o di chi ascolta nel complesso mondo dei suoni.
Avrò piacere ad esprimere emozioni quando vedrò uno scatto stupefacente, e altrettanto disprezzo quando vedrò riempire di complimenti un fotografo di poppe e chiappe fotografate solo perché c'è un pulsantino su una macchinette che gli permette di farlo. E' giusto dire che certe foto fanno ca**re, nel rispetto e difesa di chi fa lo stesso genere con passione e buon gusto. Chi ha effettuato la foto dall'effetto lassativo è giusto e rispettoso che comprenda il margine di miglioramento che potrebbe valutare di affrontare.
Ti ringrazio per aver dato voce ai miei pensieri, certo che incontrano anche i tuoi se sei arrivato sin qui.
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