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| sent on September 02, 2018 (23:38) | This comment has been automatically translated (show/hide original)
Ciao Baldassarre, grazie per la tua descrizione precisa, articolata e costruttiva. Nonché apprezzata. La luce di sinistra (se non erro, ma guardando gli occhi mi pare sia così) era un softbox 120x30 con griglia montata (potrei anche qui sbagliarmi, ma da quando ho piazzato al verticale la rete a quadri, per evitare smontaggi e rimontaggi non l'ho più tolta), quindi credo che il problema che hai ben descritto sia stato dato dalla potenza, regolata erroneamente forte o a livello sostanzialmente uguale al softbox, grande - 150 cm - ed esagonale, della luce principale. Non ho ancora grande esperienza e non ho precise indicazioni personali, in più, per forma mentis, non mi pongo regole fisse: in poche parole mi sento ancora nella fase sperimentale. Lo sfondo, che quasi sempre tendo a tenerlo scuro e ininfluente sull'insieme, credo - a occhio - di avergli enfatizzato la luce aumentando in LR la curva delle ombre, creando quell'alone evanescente luminoso attorno al soggetto. Lavoro poco il colore in post (al 90% vado di B&N), pertanto non ho la 'mano'... confermo, però, che è proprio questo effetto che sto cercando di imparare in LR e/o in PS. Un effetto morbido e uniforme del colore, quasi un velo unico per tutta la foto (non so se mi sono spiegato bene e se ho usato termini corretti, al limite chiedi ancora chiarimenti, così approfondiamo che mi interessa), anche se vedo anch'io che qui, in questo caso, ci sono alcuni parametri che non vanno ancora come vorrei. Il terzo flash, comunque preso, non mi è mai piaciuto negli scatti e l'ho così accantonato, preferendo la strada delle due luci o, ancora meglio per i miei bianco e neri contrastati e scuri, quella di una luce solamente. Il mio problema credo che sia anche quello di scattare troppo poco e con troppo tempo morto tra uno shooting e l'altro, così da non 'capirci' a fondo più di tanto e senza fare una vera esperienza costruttiva per la mia mente e il mio occhio. Oltretutto, facendo tutto in casa, ogni volta devo montare e smontare l'attrezzatura (un giorno o l'altro tiro giù tutto dal terrazzo ), con conseguente fatica enorme (il softbox grande lo porto a piedi su e giù per cinque piani, ma almeno ora lo tengo sempre montato). Apprezzo il tuo punto di vista - tutto stimola alla crescita -, anche se di principio a me piace, come detto, non seguire le classiche regole. Probabilmente non ho solo ancora ben capito qual è la mia strada nel colore, o, meglio per stare nel campo della tua critica, nella luce da adottare per il migliore risultato. Aspetto tue. Saluti Giò |
| sent on September 03, 2018 (19:50) | This comment has been automatically translated (show/hide original)
Ciao Giovanni, ho dato uno sguardo ai tuoi scatti in BW dai quali traspare tutta la tua passione per questa tecnica. Sicuramente tornerò a visionarli con più calma perché molti mi sono piaciuti proprio in funzione della drasticità della luce utilizzata. Ho capito quanto mi hai accennato "sull'alone evanescente attorno al soggetto" Si potrebbe dire che sei alla ricerca di un mood fotografico personale. Tuttavia il risultato mi ha tratto in inganno, non avendo compreso a fondo l'intervento di postproduzione. Effettivamente l'intensità della luce di sinistra è stata eccessiva al punto da non far percepire la presenza di una griglia direzionale. Per quanto riguarda il terzo punto luce come giustamente hai detto non è che serva sempre, ma magari in funzione del mood che cerchi poteva esserti utile in questo caso, per esempio, posto in basso dietro al soggetto puntato verso lo sfondo, magari coperto con una gelatina colorata soft ed inclinato verso l'alto in modo da dare allo sfondo una sfumatura graduale similcircolare, creando un alone tutto attorno al soggetto. L'intensità della sua potenza è tutta da giocarsela in funzione di ciò che si vuole ottenere e su questo hai infinite possibilità. Avrei comunque tenuto il soggetto non troppo vicino allo sfondo in modo da evitare luci parassite. Un saluto Baldassarre |
| sent on September 03, 2018 (21:06) | This comment has been automatically translated (show/hide original)
Grazie Baldassarre A sinistra, addirittura ci sono striature 'strane', credo enfatizzate dalla post, che erano da evitare. Griglia che ora ho fissa, ma non ricordo se alla data dello scatto fosse già lì presente. Altra cosa che ho imparato è quella di tenere il softbox molto direzionato sul soggetto, cercando di renderlo il meno influente possibile sullo sfondo (sfondo che è necessariamente - in casa - a non più di 3 metri dal soggetto fotografato). Eureka... ho proprio preso da poco le gelatine, anche se ancora non le ho provate. Al prossimo shoot. Certo che trovare l'equilibrio tra i tre flash non sarà cosa facile e veloce. Altro aspetto è che lavoro nella luce del giorno in quanto non oscuro il salone (con potenze dei flash tali da rendere ininfluente la luce esterna). Secondo te potrebbe essere d'aiuto l'oscuramento della stanza, con conseguenti potenze più tenui dei flash? Ho gli Elinchrom BRX500, ai quali, però, ho abbinato dei softbox della Valimex, molto più economici degli originali... credi che possa influire in modo sostanziale la qualità dei softbox? Li avevo voluti sostituire in quanto quelli Elinchrom del kit sono 'solo' 66X66, mentre ho preferito andare sul verticale 30X120 e sull'ottagonale da 150 cm. di diametro. Ho finito le domande, non ti rompo più grazie!! Un saluto Giò |
| sent on September 03, 2018 (21:57) | This comment has been automatically translated (show/hide original)
Ciao Giovanni, E' un piacevole scambio di idee, mai una rottura Ti rispondo per quello che è la mia opinione personale. Non credo che la qualità dei softbox possa influenzare in modo sostanziale sul risultato ottenuto. Credo invece che la migliore qualità dei componenti permetta una durata maggiore negli originali ed alla fine questo si traduca in una migliore comodità d'uso ma ha un costo non indifferente. Nel caso di disomogeneità del softbox è sempre possibile interporre un ulteriore piano diffusore tra softbox parlo di quello da 150 cm. ed il soggetto, in modo da ottenere un'uniformità di illuminazione maggiore ed una luce ancora più avvolgente a scapito di una perdita di potenza di uno o due stop a secondo del materiale utilizzato. Sulla seconda domanda, come giustamente asserisci i brevissimi tempi del lampeggiatore rendono abbastanza ininfluente la presenza della luce ambiente. Con oggetti fermi puoi giocare con tempi di esposizione lunghi, anche molto lunghi ed in questo caso la luce ambiente "gioca" un suo ruolo importante nell'insieme dell'esposizione. Bilanciare le due luci diventa fondamentale per ottenere risultati "credibili". Spesso si utilizzano tempi lunghi per sperimentare effetti particolari anche con soggetti in movimento. Ciò non esclude che avere un ambiente oscurato apre la porta a migliori ed altrettanto infinite prospettive fotografiche. Anche io ho il Valimex ma il 30 x 180 in realtà ne ho due, ho un deep ottagonale da 120 ed un softbox ottagonale come il tuo da 150 e vari altri modificatori tra cui un beauty dish con griglia a nido d'ape. Per me è fondamentale che si blocchi la luce parassita sia verso la fotocamera che verso lo sfondo, su quest'ultimo la veloce caduta di luce che risponde alla Legge dell'Inverso del Quadrato della Distanza rende abbastanza facile il controllo allontanando il soggetto dallo sfondo. Mentre per evitare la luce che finisce nella fotocamera bisogna inventarsi delle quinte che facciano da paratie, oltre naturalmente all'uso del paraluce, di solito si utilizzano grandi pannelli leggeri verniciati su un lato di nero se lo scopo è quello descritto sopra, altrimenti tornano utili sul lato bianco utilizzarli come pannelli riflettenti. Un saluto Baldassarre |
| sent on September 04, 2018 (7:03) | This comment has been automatically translated (show/hide original)
Eccomi Baldassarre, ciao, questo - della fotografia - è un mondo ampio e tortuoso, con troppe variabili!! E poi ci sono le scimmie, sempre presenti, che fanno spalluccia e complicano ulteriormente tutto quanto: il medio formato con Fujifilm GFX50S e Hasselblad X1D, le ottiche 85 e 135 L Canon, i cambi di campo con la Nikon D810 (ne sono innamorato), e così via... Oltretutto possiedo una Rolleiflex 6X6 e mi stuzzica l'idea di riportarla in uso (dopo trent'anni che è lì ferma, se non per qualche scatto che le faccio fare a vuoto, tanto per tenere l'otturatore attivo e vegeto), anche se mi frena il fatto di dover poi sviluppare (una volta lo facevo io, ma adesso non ne avrei più voglia) e scannerizzare chissà dove e da chi, con tutti i dubbi del risultato; pur essendo stato per anni restio al passaggio del digitale, ho ora compreso che mai potrei tornare indietro, rinunciando di fatto alla grandissima comodità del sensore e del PC con la sua post. Todo cambia en este mundo. E noi con lui. L'avevo già pensato di interporre un ulteriore piano diffusore, tipo un lenzuolo bianco a metà strada, ma, come detto, in casa non è del tutto comodo e agevole tale operazione, per mancanza di spazio necessario. Vero è che i softbox hanno già due veli, ma sono d'accordo con te che un velo grande sia bella e 'ammorbidente' idea (ricordo i 'vecchi' soft di un amico fotografo, tipo 3 mt X 4 e magari con 2 o 3 flash dentro, eccetera, eccetera). La perdita degli stop non mi preoccupa, nel senso che con tre flash da 500 ho da illuminare a sufficienza; è proprio solo la fatica di stravolgere l'arredamento ogni volta che mi capita di fare due scatti, oltretutto solo per amato hobby. E' quella fatica che sfinisce e innervosisce e che alla fine ti porta inevitabilmente a 'odiare' tutto quanto, con il rischio, come già accennato, di scaraventare tutta l'attrezzatura dal balcone di casa. Ogni tanto penso a come sarebbe stato bello e agevole avessi preferito la passeggiata nel parco o al fiume (peraltro gli ultimi scatti li ho fatti in esterna, e mi è piaciuto!!), anziché intestardirmi nella strada della luce artificiale. Boh, chissà... ne vedremo delle belle!! Preferisco evitare le due luci, a meno che dia io priorità alla luce naturale e usi un flash solo di schiarita, allora sì che mi piace. Tutti gli altri casi li evito per tenermi lontano da ulteriori esperimenti... un passo, o due, per volta. Senza parlare delle gelatine, idea stuzzicante, dei modificatori, dei tubi spot, delle griglie e via dicendo... tutta roba che ho preso per la mia smania di avere tutto prima ancora di iniziare... un po' come ogni buon 'pazzo' di questo magico campo della luce. Non mi sono fatto mancare manco il beauty dish da 70, ma alla fine non è mai scattato il feeling tra noi due, in quanto non mi piace assolutamente il cerchietto riflesso negli occhi!! Addirittura, parlando di riflessi, pensa che non avrei preso neanche il soft a ottagono - amando nel mio cervello il classico soft quadrato -, ma grande ho trovato solo quello ottagonale. L'ambiente oscurato voglio provare a usarlo, soprattutto quando mi troverò un soggetto 'impalato' con la paura dell'obiettivo... credo che aiuti la modella il non vedermi con il 'fucile' puntato. Intanto capirò anche se è preferibile oscurare l'ambiente per le stesse foto. Guardando il mio Valimex verticale, ho visto che è il 25X150 (credo di aver tenuto fermo il 150 per analogia con il 150 del soft grande). A 'lui' lascio la griglia, così è sempre pronto per i tagli di luce che piacciono a me. Sulla luce parassita ho pensato di tenere fisso il paraluce all'obiettivo (spero che sia sufficiente), tenendo anche i flash in modo che non arrivino in macchina... ho solo paura che le pareti di casa, se pur scure, non abbiano il sufficiente spazio per fugare il rischio di rimbalzi importanti di ritorno di luce... ma non farmici pensare, che già ho i miei grattacapi!! Proverò ad aumentare la distanza del fondale: ho pensato di spostarmi io al di là del tavolo, mettendo il soggetto al di qua del divano dove io prima scattavo. Prossima prova, assecondando così, come dici tu, l'integerrima Legge del Quadrato della distanza con la sua caduta della luce. Bene. Molto bene. I pannelli li lascio per ultima prova, in quanto mi è già difficile gestire lo spazio tra l'arredamento di stativi flash, cavi, fondale e quant'altro necessario. Ripeto: per quanto faccio io (90% ritratto abbastanza stretto) e per il mio stile fotografico, credo che la mia strada possa essere il solo flash con un softbox Elinchrom Litemotiv da 120, più sviluppato in profondità e con griglia tassativa. Probabilmente anche con un pannello bianco per eventuali schiarite leggere delle ombre. Che comodità!! Tornando di fatto alla prima fotografia che facevo che poi ho lasciato per 'inseguire' uno stile alla Lindbergh con contesti 'strani' e in penombra, eccetera, eccetera, complicandomi la vita non avendo io i contesti e gli spazi adeguati (basta vedere i filmati di Lindbergh su You Tube, e si capisce tutto!!) per tali risultati. Grazie, un saluto Giò |
| sent on September 05, 2018 (6:59) | This comment has been automatically translated (show/hide original)
My friend Baldassarre and I passed to the MP :-) ;-) Dear Greetings to all Io e l'amico Baldassarre siamo passati agli MP cari saluti a tutti |
| sent on December 24, 2018 (16:42) | This comment has been automatically translated (show/hide original)
One word... spectacular!!! una sola parola...spettacolare!!! |
| sent on August 08, 2020 (21:04) | This comment has been automatically translated (show/hide original)
The photo is beautiful, the cut is intriguing and leaves a lot of room for imagination, much sexier than many nudes, I like it crazy! La foto è bellissima, il taglio è intrigante e lascia molto spazio all'immaginazione, molto più sexy di tanti nudi, a me piace da matti! |
| sent on August 08, 2020 (21:14) | This comment has been automatically translated (show/hide original)
I fully agree with ING> in the above post. I haven't read the previous posts, but you see the great work behind it for the proper dosing of the lights, which are perfect. The model's expression to "and let's see what you can do", give the photo multiple meanings. Intriguing, Massimo. Concordo in pieno con ING> nel post di cui sopra. Non ho letto i precedenti post, ma si vede il gran lavoro che c'è dietro per il corretto dosaggio delle luci, che risultano perfette. L'espressione della modella alla "e mo' vediamo che sai fare", da alla foto molteplici significati. Intrigante, Massimo. |
| sent on August 09, 2020 (15:32) | This comment has been automatically translated (show/hide original)
Thanks Ingmaggiore and ancora cheers Giò Grazie Ingmaggiore e ancora ciao Giò |
| sent on August 09, 2020 (15:33) | This comment has been automatically translated (show/hide original)
Thank you Massimo :-) "and let's see what you can do"... I like it!! Grazie Massimo "e mo' vediamo che sai fare"... mi piace!! |
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