| inviato il 19 Gennaio 2025 ore 17:36
Sono stato alla mostra di Luigi Ghirri che c'è al LAC di Lugano Ma non sono sicuro di averlo capito Chi me lo spiega in maniera semplice ? Grazie ! |
| inviato il 19 Gennaio 2025 ore 20:31
Io un paio di nomi li avrei..chissà se si palesano (ne sono quasi certo) |
user265792 | inviato il 19 Gennaio 2025 ore 20:35
Sinteticità di espressione cha attanaglia lo sguardo e che annichilisce anche se a volte non lo si capisce. La mia fotografia si è sviluppata ed evoluta dall'ombra di Ghirri che si era introdotta nella mia mente e che tuttora ne è pervasa. Un Grande Fotografo Italiano! |
| inviato il 19 Gennaio 2025 ore 21:04
Mi piacerebbe saper rispondere alla tua domanda ma non credo sia possibile, almeno per me (in particolare se quella mostra a Lugano, che anch'io ho visitato, non ha già toccato in qualche modo la tua sensibilità). E' come se dopo aver sentito un concerto (mettiamo di Beethoven o anche di Bob Dylan) o visto la mostra di un pittore (a caso, mettiamo Picasso o anche Fontana), non avendoli apprezzati qualcuno chiedesse di “spiegarli” in poche parole. Mica facile. Se, però, ti interessa davvero Ghirri e vuoi capire il suo modo di fare fotografie, puoi leggere “Niente di antico sotto il sole”, una raccolta di scritti di Ghirri pubblicata nel 2011 da Quodlibet (che preferisco al forse più noto “Lezioni di fotografia”, un libro postumo che raccoglie le lezioni di Ghirri all'Università di Reggio Emilia, anche questo pubblicato da Quodlibet). Guarda, però, che non è una lettura facile; lo stile usato in scrittura da Ghirri è, almeno per me, non semplice. Oppure puoi leggere “Viaggiatori ai margini del paesaggio”, di Corrado Benigni, pubblicato da La Nave di Teseo e altri ancora Però questo richiede impegno, studio e non so, visto come hai posto la domanda, se facciano al caso tuo. Se invece vuoi sapere perché a me piace Ghirri (questa domanda è diversa dalla tua), posso rinviarti a un sito web dove un po' di tempo fa' ho scritto proprio su questo una cosa semplice (breve, ma non tanto da essere riportata integralmente qui), scritta da un fotoamatore dilettante, quale sono io, e rivolta ad altri fotoamatori dilettanti; ecco il link: olgiateinfoto.altervista.org/luigi-ghirri/?doing_wp_cron=1737316753.82 |
user265792 | inviato il 19 Gennaio 2025 ore 23:05
Belle le parole su Ghirri e belle le tue foto. |
| inviato il 20 Gennaio 2025 ore 5:49
visto che ci abito, non posso aiutarti, quello che mi ha colpito oltre all'essenza concettuale dei soggetti ripresi, é il mood morbido della pellicola colore, ti vien voglia di buttare il digitale nella spazzatura |
| inviato il 23 Gennaio 2025 ore 11:17
Nella mia ignoranza estetica, a me piace che facesse foto che nessuno dotato di senno avrebbe fatto ma che comunque raccontano qualcosa. E che nel loro minimalismo lasciano completare al visitatore la storia. Per dire, alzi la mano (seriamente), anche fra voi professionisti o stimati fotografi chi avrebbe (con gli scatti limitati di un rullino) scattato una foto del genere e poi magari attualizzando il tutto l'avesse pubblicata con soddisfazione sui social e su Juza.
 Eppure racconta molto più di un panorama sulle alpi in hdr o un volto in India. Cosa c'è dietro quella nebbia? Ognuno potrebbe rispondere mille cose diverse, 1 foto per tutti, mentre se avesse mostrato una bella villa quello sarebbe stato, senza averci dato nessuno spunto per immaginare. Michelangelo toglieva materiale per creare arte che era già nel blocco di marmo... probabilmente Ghirri aveva questa capacità di togliere tutto per trovare arte dove noi mortali non la vediamo. Poi il dubbio che ho da sempre è, chi decide che questa è arte e magari quella di altri 100 che hanno fatto foto simili, di cui non siamo a conoscenza no. |
| inviato il 23 Gennaio 2025 ore 11:32
“ Poi il dubbio che ho da sempre è, chi decide che questa è arte e magari quella di altri 100 che hanno fatto foto simili, di cui non siamo a conoscenza no. „ Già.Interessante. |
| inviato il 23 Gennaio 2025 ore 12:02
“ “ Poi il dubbio che ho da sempre è, chi decide che questa è arte e magari quella di altri 100 che hanno fatto foto simili, di cui non siamo a conoscenza no. ? „ é una domanda che mi sono posto spesso guardando certe foto che considero ovvie banali o scontate, in pratica quelle che faccio pure io , credo che si decreti arte primariamente per l'autore, ha al suo attivo dei veri capolavori d'arte, e come osmosi diventano arte anche tutte le altre della sua produzione vale anche per la pittura, se prendi Picasso ha avuto una produzione vastissima con dei veri indiscussi capolavori, io per esempio amo molto il periodo blu e rosa, ma alcuni dei suoi disegni a matita sembrano degli scarabocchi fatti in 5 minuti, eppure valgono migliaia di euro |
| inviato il 23 Gennaio 2025 ore 12:47
Faccio fatica a spiegarlo. Posso dire che ho visto (e rivisto) il docufilm del 2022 Infinito l'universo di Luigi Ghirri e ad un certo punto uno degli intervistati dice che anche lui fa fatica a spiegarsi la fotografia di Ghirri, ma che ogni volta che guarda le sue foto poi per un po' "vede" come Ghirri. Questo capita anche a me. Altro riferimento è un bel libro uscito lo scorso anno, titolo Viaggiatori ai margini del paesaggio di Corrado Benigni, che racconta il background culturale ed artistico che stava dietro a Viaggio in Italia. Per allargare un po' la visuale, aggiungerei di studiare un po' gli autori della cosiddetta New Topographics e gli autori che hanno partecipato al progetto francese Datar, tra cui Basilico che lavorò anche con Ghirri. Da ultimo, aggiungo un autore britannico, John Davies, pure lui secondo me un testimone del paesaggio da conoscere. Da ultimissimo, un mio conterraneo, Vittore Fossati, anche lui collaborò con Ghirri ed anche lui grande interprete del paesaggio. |
| inviato il 23 Gennaio 2025 ore 12:57
Per chi è curioso ho iniziato un bel libro: Fotosofia (copertina rosa) che spiega la filosofia dietro alle fotografie e i motivi che ci hanno portato a considerare la fotografia (o altri medium) un'arte anche in un periodo in cui l'arte era solamente un certo tipo di pittura. books.google.it/books/about/Fotosofia.html?id=LHUVEQAAQBAJ&source=kp_b Approfondendo su Ghirri, che ignorantemente non conoscevo, leggo che ha creato molti progetti. Una prima differenza fra scatti casuali ed arte potrebbe essere intanto questa. Poi leggendo nel libro che ho indicato, una prima differenza è l'"aura", una sorta di alone mistico attorno all'opera unica ed inimitabile, che una riproduzione non ha. Era un discorso sociologico al tempo della nascita della foto e del cinema. Se ne parlava un secolo fa: www.teche.rai.it/2017/07/opera-darte-la-perdita-dellaura-nel-pensiero- Dal mio basso, ormai la foto è certamente sdoganata come arte (anche se in % molto bassa rispetto ai milioni di foto che scattiamo giornalmente) e l'aura si può applicare anche alle foto se queste ci comunicano qualcosa. Probabilmente lui è considerato arte perchè aveva anche dei progetti dietro una serie di foto, un percorso che magari uno che scatta a casaccio non ha. Poi magari ci vuole anche un pò di culo, molti artisti sono stati riconosciuti tali dopo la morte... |
| inviato il 23 Gennaio 2025 ore 13:43
Non e' necessario che una singola opera sia significativa. Conta l'autore ed il significato che questi da' all'opera. Come la inserisce nella sua produzione globale. Un po' come prendere una frase, estrapolata dal discorso diventa incomprensibile. Alcuni autori non possono essere compresi senza una attenta valutazione del percorso globale. Le ultime opere di Pistoletto hanno significato e senso se conosci la storia ed il lavoro dell'autore. Altrimenti sembrano deboli. Ghirri innanzitutto ha documentato un'epoca. In maniera a mio avviso spietata. Ha trascritto con leggerezza ma in modo formale la distruzione di un paese perpretata da una schiera di geometri senza cultura che hanno lottizzato ovunque costruendo tristi fabbricati e poverissime villette squadrate. Lo ha fatto con grazia, ottenendo immagini delicate in cui io ritrovo ferocia compressa. Mi piace Ghirri? NO. Credo sia un fotografo eccezionale? SI. |
| inviato il 23 Gennaio 2025 ore 15:08
@Salt detta così secondo me è un po' riduttivo, intendo la descrizione di distruzione e lottizzazione. Prima ancora di questo, ha cambiato completamente la prospettiva del racconto di paesaggio, che fino a quel momento - in Italia perlomeno - era ancorata agli stereotipi della rappresentazione classica derivante dalle altre arti figurative. E oltre a questo, ha cambiato anche l'idea di luogo come soggetto fotografico. |
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