RCE Foto

(i) Per navigare su JuzaPhoto, è consigliato disabilitare gli adblocker (perchè?)






Login LogoutIscriviti a JuzaPhoto!
JuzaPhoto utilizza cookies tecnici e cookies di terze parti per ottimizzare la navigazione e per rendere possibile il funzionamento della maggior parte delle pagine; ad esempio, è necessario l'utilizzo dei cookie per registarsi e fare il login (maggiori informazioni).

Proseguendo nella navigazione confermi di aver letto e accettato i Termini di utilizzo e Privacy e preso visione delle opzioni per la gestione dei cookie.

OK, confermo


Puoi gestire in qualsiasi momento le tue preferenze cookie dalla pagina Preferenze Cookie, raggiugibile da qualsiasi pagina del sito tramite il link a fondo pagina, o direttamente tramite da qui:

Accetta CookiePersonalizzaRifiuta Cookie

Il senso di Gerry per la composizione







avatarsenior
inviato il 29 Dicembre 2019 ore 7:21

Il formato quadrato se gestito bene è fantastico

avatarsenior
inviato il 29 Dicembre 2019 ore 9:23

Personalmente per tanto tempo non l'ho sopportato. Poi ad un certo momento ho iniziato a preferirlo per molti soggetti, fra cui scene come quelle fotografate da GJ.

avatarsupporter
inviato il 29 Dicembre 2019 ore 10:36

Ad essere pignoli, il formato usato da Johansson è quasi quadrato.
Da quell'articolo sul Manifesto a cui ha fatto menzione nel mio primo post:

Il formato (quasi) quadrato è sempre lo stesso. Sedici centimetri di lunghezza per sedici centimetri virgola cinque di altezza. Quei 5 mm fanno la differenza, enfatizzando un quasi impercettibile slancio verticale. Un formato che ricorda la stampa a contatto delle lastre del banco ottico che Gerry Johansson (Örebro 1945, vive e lavora a Höganäs, Svezia) usava all'inizio della sua professione di fotografo, per passare alla più maneggevole Rolleiflex con l'ausilio, talvolta, del monopiede. Quanto alla stampa, per Johansson fa parte del meticoloso processo manuale che lo vede attore nella camera oscura costruita nella sua abitazione Bauhaus, dove ci sono anche studio e archivio. Costruisce personalmente anche le cornici che dipinge nelle gradazioni bianco/grigio.

«È una giusta dimensione», – spiega il fotografo svedese [...] «Il pubblico deve avvicinarsi alle fotografie per poterle guardare. Non mi aspetto che le persone si soffermino con attenzione su ogni immagine. Danno uno sguardo e procedono verso quella successiva. Che, poi, è quello che faccio anch'io quando fotografo. Scatto, poi mi guardo intorno alla ricerca di qualcosa di diverso e vado avanti».

avatarsupporter
inviato il 29 Dicembre 2019 ore 10:42

Il formato quadrato è usato sistematicamente da altri paesaggisti quali, Bruce Percy
www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=3387844

e Charlie Waite
www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&show=3&t=3387844#19034845

avatarsenior
inviato il 29 Dicembre 2019 ore 10:46

Il formato della Rolleiflex è un quasi quadrato ma non un quadrato perfetto anche se praticamente è indistinguibile da un quadrato

avatarsupporter
inviato il 29 Dicembre 2019 ore 10:58

Deduco che Johansson stampa il negativo prodotto dalla sua Rolleiflex tale-quale.

Mentre, mi pare di capire, la Rolleiflex sarebbe 6 X 6 e qualcosina (anche se viene generalmente definita 6X6); Charlie Waite usa un Hasselblad (che penso sia 6 X 6 e nient'altro), quindi stampa quadrati perfetti:

www.charliewaite.com/gallery

(anche se talora taglia e ne ricava dei formati rettangolari)


avatarsupporter
inviato il 29 Dicembre 2019 ore 11:30

Trovo interessante, nell'articolo che ho sopra citato, questo passaggio:

"Quanto alla stampa, per Johansson fa parte del meticoloso processo manuale che lo vede attore nella camera oscura costruita nella sua abitazione Bauhaus, dove ci sono anche studio e archivio."

Anche nella scelta della sua casa fa riferimento all'estetica "Neue Sachlichkeit", notoriamente fondamentale anche per la Bauhaus.


avatarsenior
inviato il 29 Dicembre 2019 ore 12:45

Il formato, il bianco e nero, l'adozione d'un apparecchio piuttosto che d'un altro e cosí via costituiscono, per quanto preziosi, una fragile coerenza rispetto ad una essenzialitá tematica ove i caratteri della documentarietá appaiono ibridarsi, ove l'epica d'un determinato paesaggismo degli anni 60/70 sembra aver esaurito il proprio afflato.

Ora abbiamo una linea d'indirizzo e di azione di taglio quasi forense, indotta dall'emergenza dello "spettro" del "New Realism" indicato da Maurizio Ferraris, e che si nutre indubbiamente dei "non-lieux" di Marc Augé ed ancor piú delle pregevoli "riconsiderazioni" del " Terzo Paesaggio " di Gilles Clément.

In particolare tanto utile sará all'educazione dello sguardo d'un fotografo elaborare una sintesi fra codesto " Terzo Paesaggio " e lo "Junkspace" di Rem Koolhas.

E' sostanzialmente una cruciale riscrittura storica, surmoderna e diacronica : per il fotografo puro un realismo privo di qualsiasi matrice ideologica, un realismo operante e scientifico, il cui carattere investigativo, forense, (piuttosto speculativo, "speculum") per quanto non assoluto assurge a differente e preziosa valenza Estetica.

Nell'alveo di codesta particolar Pragmatica della fotografia aggiungo ai giá citati, qui ed altrove, l'opera di Sergio Camplone al quale Vi rimando invitandoVi in particolar modo alla lettura del Suo lavoro " Appunti sulla chimica italiana ".

Camplone, traendo ispirazione da Bill Sullivan (Hudson River School) costruisce una pregevole narrazione diacronica di Bussi in Abruzzo :

www.sergiocamplone.it/works/appunti-sulla-chimica-italiana/



Cosí pure l'opera di Luca Quagliato giá segnalata in altro thread da Matteo Groppi:

www.domusweb.it/it/notizie/gallery/2019/11/21/viaggio-nella-terra-di-s



Ringrazio infinitamente il signor Andrea Taiana per l'apertura di questo thread la cui pregevole ed attuale rilevanza per le figure segnalate, il tema e gli argomenti trattati non puó, per la sua alta emergenza culturale, non toccare la nostra anima, per le potenzialitá e le particolari opportunitá espressive non infervorare l'estro d'ognuno.


Un gentile saluto ed un sincero augurio a Voi tutti d'un felice anno nuovo.

Ben-G

avatarsenior
inviato il 29 Dicembre 2019 ore 13:35

Sono io che ringrazio Ben-G per l'analisi intelligente, gli spunti di riflessione ed i suggerimenti. Ringrazio anche tutti gli altri intervenuti e formulo i migliori auguri per un felice anno nuovo di buona luce.

avatarsenior
inviato il 29 Dicembre 2019 ore 17:36

Grazie per i link che avete postato: mi pare che però sia Percy che, soprattutto White, abbiano un approccio visivo molto più tradizionale, per me meno interessante.
La ricerca di Sergio Campione secondo me si inserisce in quel filone a cavallo tra foto di paesaggio, foto documentaristica (che sono due generi ben diversi) e foto intima; la trovo molto riuscita. Interessantissime anche le foto di Luca Quagliato, riuscissi a farle io così!

avatarsenior
inviato il 29 Dicembre 2019 ore 18:34

Grazie ER questi ulteriori link a serie di immagini molto interessanti e per me stimolanti.

avatarsenior
inviato il 24 Novembre 2020 ore 6:13

A distanza di un anno dal mio ultimo intervento ho potuto ammirare, prima delle restrizioni, le stampe di Johansson in una bella mostra tenutasi a Roma, ad Officine fotografiche. Stampe curatissime, come lo sono tutte le inquadrature del fotografo svedese. Uno sguardo limpido, che a partire dall'evidente assonanza con i nuovi fotografi paesaggisti americani, rivelano il piacevole formalismo delle immagini di Johansson.

avatarsenior
inviato il 24 Novembre 2020 ore 9:44

se non erro la stessa mostra c'è stata a fine lockdown a bologna e son riuscito a perderla. In compenso mi son acquistato il libro Meloni Meloni
www.micamera.com/prodotto/meloni-meloni-gerry-johansson/

avatarsenior
inviato il 24 Novembre 2020 ore 18:11

E pensare che dal titolo pensavo che si alludesse a Gery Scotti e con Meloni Meloni invece in politichese, alla spesso esagitata sorella d'Italia. MrGreen

Beh, comunque a proposito dell'ultimo link... Certo che in fatto di scelta grafica sembrerebbe che siano stati alquanto morigerati, se non spilorci, con tanto bianco nelle pagine a cornice e foto in formato maxi francobollo...

... Manco avessero paura di spendere troppo negli inchiostri.

Quanto spazio utilizzabile sprecato, ingrandimenti mancati, insomma l'apoteosi della tirchieria editoriale e tipografica. MrGreen

avatarsenior
inviato il 24 Novembre 2020 ore 21:27

Opinioni Remember, per me la tirchieria la dimostra chi stampa sulla pagina al vivo o con la foto che arriva a pochi millimetri dal bordo, cioè piazza lì una foto stampata senza un minimo di aria intorno per non spendere una lira di più sulla carta. Io credo che una foto abbia bisogno di respiro, pretenda un bel passpartout bianco attorno all'immagine proporzionato alla dimensione di stampa. I libri di Johansson (ne ho diversi) sono tutti stampati nello stesso formato e nella stessa dimensione e con la stessa rilegatura e copertina, foto quadrata di 9 cm di lato su pagine 17x24cm.
In un mondo dove la gigantografia impera lui ha scelto una dimensione poco maggiore di un provino a contatto.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!

Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 242000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista.




RCE Foto

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info)


 ^

JuzaPhoto contiene link affiliati Amazon ed Ebay e riceve una commissione in caso di acquisto attraverso link affiliati.

Versione per smartphone - juza.ea@gmail.com - Termini di utilizzo e Privacy - Preferenze Cookie - P. IVA 01501900334 - REA 167997- PEC juzaphoto@pec.it

www.juzaphoto.com - www.autoelettrica101.it

Possa la Bellezza Essere Ovunque Attorno a Me