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Il più potente strumento di post-produzione...è il ritaglio!


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avatarsenior
inviato il 03 Ottobre 2020 ore 14:27

Sono ancorato al formato di stampa purtroppo, retaggio dell'analogico.
A volte ripiego su 4:3 e su 1:1.

avatarsenior
inviato il 03 Ottobre 2020 ore 14:53

Biga, effettivamente nel video il taglio è...inapplicabile. Però c'è più margine di errore dell'inquadratura. Nel video hai il movimento che, insieme all'inquadratura, ti aiuta a guidare l'occhio dello spettatore. Nell'immagine ferma, ogni granello di sabbia non al posto giusto diventa un macigno nell'aspetto generale.

user86925
avatar
inviato il 03 Ottobre 2020 ore 15:01

Mi piacerebbe sentire il vostro parere in merito e magari vedere qualche esempio interessante.

non fa per me, il ritaglio lo considero una rara rara eccezione, accetto a fatica una riflilatura che mi capita di utilizzare qualche volta ma un ritaglio come quello proposto in questa foto all'acquario non mi sarei mai sognato di farlo, è proprio un altra foto...bravo comunque chi riesce a rimandare in post la realizzazione di una foto, io cerco di previsualizzare e realizzare al momento dello scatto, se non viene bene la butto...

avatarsenior
inviato il 03 Ottobre 2020 ore 15:25

Il ritaglio è secondo me fondamentale ed è per questo che ho scelto una bigmegapixel...

Ni, abitua a sparare nel mucchio per dare un senso al tutto dopo. E comunque una foto scattata da vicino con una focale diversa non sarà uguale ad una scattata da lontano, con focale lunga e croppata. Insomma le gambe e le scelte del fotografo contano ancora.

Una cosa è rifilare, tagliando via qualche elemento indesiderato, aggiustare un pò la composizione, ma se diviene "fondamentale" per me è NO.

avatarsenior
inviato il 03 Ottobre 2020 ore 15:36

Condivido Nove e Ilcentaurorosso, piccolissimi aggiustamenti o raddrizzamenti sì, re-inquadrature no, in quel caso vuol dire che ho sbagliato e quindi butto e mi mordo le mani.
Questo metodo, che cerco di applicare, ritengo mi faccia imparare qualcosa dai miei errori. Ritagliare di abitudine invece mi farebbe gradualmente peggiorare nella capacità di vedere e previsualizzare.
È uno dei motivi per cui sto lontano dalle bigmpx.

*Unica deroga è il fatto che i panorami li ritaglio spesso a 3:2, ma quasi sempre lo so dalla fase di scatto.

avatarsenior
inviato il 03 Ottobre 2020 ore 15:57

Concordo sul fatto che se quando scatto penso "prendo tutto tanto poi a casa decido cosa tagliare" è deleterio. A lungo andare ci si disinteressa completamente della composizione e si approssima, e non si farà più una foto buona.

Penso però sia un estremo. Chiunque ami fotografare cercherà sempre la composizione migliore in fase di scatto per poi finalizzarla in post.

Io provo un certo piacere quando riscopro vecchi scatti che avevo completamente etichettato come da buttare, e che con nuovi occhi e un taglio diverso rivivono. E' davvero soddisfacente :D

avatarsupporter
inviato il 03 Ottobre 2020 ore 16:19

Quello che dirò ora NON mi qualifica certo come un gran fotografo; ma del resto NON ho fatto richiesta per essere accettato nell'Agenzia Magnum, quindi la cosa NON mi danneggia.


Mi capita a volte di rivedere una mia vecchia foto e di accorgermi che, con un taglio differente, potrebbe essere migliore.

In questa, ad esempio, otto mesi dopo averla scattata e postata nella galleria nello stesso formato uscito dal sensore, mi sono accorto del difetto che ho descritto nella didascalia:

www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1261800

Quindi, tagliando la parte inferiore e impaginando in 4:3, ho ottenuto questa:

www.juzaphoto.com/galleria.php?t=1575886&l=it


Certo, uno più bravo di me avrebbe tagliato subito la foto nel formato "giusto"... ma io non mi sento tenuto a fingermi un fotografo migliore di quel che sono...

avatarsupporter
inviato il 03 Ottobre 2020 ore 16:33

Supponiamo che un coraggioso produttore di fotocamere, ne produca una (la "Freedom1"MrGreen) in cui il percorso ottico sia senza tagli: nessun diaframma che sagomi l'uscita della luce. Tutte le fotocamere attuali hanno diaframmi di contrasto tondi e/o sagomanti come il sensore (specie in fondo all'obiettivo) che servono per aumentare il contrasto riducendo i raggi spuri. Li mettono perchè nessuno se ne accorge visto che comunque il sensore è tutto coperto.
La Freedom1, invece, cattura il massimo possibile della luce: immagine tonda .
Sensore tondo.
Mirino tondo.
A questo punto, come inquadrate?
Si potrebbe inquadrare pensando di sfruttare l'1:1 (quadrato che racchiude o è racchiuso del cerchi d'immagine). Però è un peccato sacrificare i pezzetti laterali che verrebbero invece inclusi con un taglio rettangolare.
Allora, si potrebbe inquadrare previsualizzando una forma "rettangolare", ma il dilemma diventa: orizzontale o verticale? Per la freedom1 è indifferente. La si può mettere anche a 45°.
Tutto questo per dire che il framing in fase di scatto è solo un vincolo, non un vantaggio, specie quando poi la foto affronta la pubblicazione.
I matrimonialisti, ad esempio, che sanno di dover fare l'album e sanno che alcune foto posso essere collocate in frame stretti e lunghi, inquadrano sapendo che taglieranno grandi porzioni di immagine.
Questo vale per i fotografi che sono interessati alle foto, cioè al risultato.

Non vale invece per i tanti fotografi che sono interessati al fotografare, cioè all'esperienza di fare le foto.
Magari non pubblicano neanche una foto perché non è il loro scopo.
Vogliono godersi il tempo facendo qualcosa che li soddisfa. Ciò include tutti i pensieri e le valutazioni sull'inquadratura migliore mentre sono nell'azione del fotografare.
Potrebbero non avere neanche la scheda dentro la fotocamera che si divertirebbero lo stesso.
Gli uni stanno agli altri come i cacciatori col fucile stanno ai cacciatori fotografici: il primo è contento se torna con la preda, il secondo è contento della scampagnata e la foto gli serve solo per provare che non è andato a bere una birra con gli amici.

Non c'è un giudizio etico. Sono entrambi fotografi ed entrambi cacciatori, ma sono ovvie le differenze negli scopi e nei conseguenti processi operativi.

Quello che accade nei video non può essere preso a riferimento. I vincoli nella fruizione dei video sono tali da imporre la scelta in fase di ripresa. Sono costretti a decidere subito.
I fotografi no.

avatarsupporter
inviato il 03 Ottobre 2020 ore 16:41

Con le foto di architettura, per tenere le verticali a piombo, come è la norma nel caso che la linea dell'orizzonte entri nell'inquadratura*, lavorare di taglio è spesso un passaggio obbligato (in mancanza di un obiettivo decentrabile).

Posto che il decentrabile resta lo strumento principe per le foto di architettura e paesaggio urbano, quello che PER ME è il metodo migliore lo descrivo qui nelle didascalie e nella discussione sottostante (soprattutto perché permette, già guardando nel mirino, una agevole pre-visualizzazione di come verrà la foto dopo il taglio):

www.juzaphoto.com/galleria.php?t=2164901&l=it
conversione in bianco e nero:
www.juzaphoto.com/galleria.php?t=2164902&l=it

www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=3484302



* www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&show=3&t=2002244#9671613

avatarsenior
inviato il 03 Ottobre 2020 ore 16:45

Avendo una macchina superpixellata si ha un margine dı ritaglio molto interessante. Anche io lo vedo come l'ultima chance prima del cestino e lo interpreto anche come una sorta di fallimento nel capire la scena che mi si è presentata. A volte però può essere una decisione consapevole perché la scena l'hai vista ma per diverse ragioni, non potevi scattare diversamente. Per quanto riguarda la foto proposta, mi piace il ritaglio effettuato ma avrei provato anche ad includere i personaggi a sx per dare una versione più movimentata.

avatarsupporter
inviato il 03 Ottobre 2020 ore 17:35

Supponiamo che un coraggioso produttore di fotocamere, ne produca una (la "Freedom1"MrGreen) in cui il percorso ottico sia senza tagli: nessun diaframma che sagomi l'uscita della luce. Tutte le fotocamere attuali hanno diaframmi di contrasto tondi e/o sagomanti come il sensore (specie in fondo all'obiettivo) che servono per aumentare il contrasto riducendo i raggi spuri. Li mettono perchè nessuno se ne accorge visto che comunque il sensore è tutto coperto.
La Freedom1, invece, cattura il massimo possibile della luce: immagine tonda .
Sensore tondo.
Mirino tondo.
A questo punto, come inquadrate?
Si potrebbe inquadrare pensando di sfruttare l'1:1 (quadrato che racchiude o è racchiuso del cerchi d'immagine). Però è un peccato sacrificare i pezzetti laterali che verrebbero invece inclusi con un taglio rettangolare.
Allora, si potrebbe inquadrare previsualizzando una forma "rettangolare", ma il dilemma diventa: orizzontale o verticale? Per la freedom1 è indifferente. La si può mettere anche a 45°.
Tutto questo per dire che il framing in fase di scatto è solo un vincolo, non un vantaggio, specie quando poi la foto affronta la pubblicazione.
I matrimonialisti, ad esempio, che sanno di dover fare l'album e sanno che alcune foto posso essere collocate in frame stretti e lunghi, inquadrano sapendo che taglieranno grandi porzioni di immagine.
Questo vale per i fotografi che sono interessati alle foto, cioè al risultato.

Non vale invece per i tanti fotografi che sono interessati al fotografare, cioè all'esperienza di fare le foto.
Magari non pubblicano neanche una foto perché non è il loro scopo.
Vogliono godersi il tempo facendo qualcosa che li soddisfa. Ciò include tutti i pensieri e le valutazioni sull'inquadratura migliore mentre sono nell'azione del fotografare.
Potrebbero non avere neanche la scheda dentro la fotocamera che si divertirebbero lo stesso.
Gli uni stanno agli altri come i cacciatori col fucile stanno ai cacciatori fotografici: il primo è contento se torna con la preda, il secondo è contento della scampagnata e la foto gli serve solo per provare che non è andato a bere una birra con gli amici.

Non c'è un giudizio etico. Sono entrambi fotografi ed entrambi cacciatori, ma sono ovvie le differenze negli scopi e nei conseguenti processi operativi.

Quello che accade nei video non può essere preso a riferimento. I vincoli nella fruizione dei video sono tali da imporre la scelta in fase di ripresa. Sono costretti a decidere subito.
I fotografi no.



Concordo al 100%.

Però aggiungerei un'altra categoria di fotografi.
Quelli che hanno un particolare feeling con un certo formato, che finisce per costituire un elemento caratterizzante delle loro fotografie.

Qui, nel post di apertura di Vafudhr, c'è un elenco dei maestri del formato quadrato:

www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=3709403

Tra di loro diversi lavorano tutt'ora in analogico con delle Hasselblad o altri apparecchi che generano immagini quadrate; compongono con estrema accuratezza evitando di tagliare in stampa.


Un altro esempio che mi viene in mente è il formato circolare sistematicamente utilizzato da Franco Zampetti:

www.francozampetti.it/it/

utilizando questa tecnica:

www.francozampetti.it/it/about


Sempre riguardo ai tagli nelle foto di architettura o paesaggio, io faccio spesso ricorso ad essi; ma dirò che, se riesco a tenere la composizione tale quale è stata generata dal sensore, la cosa mi dà una particolare soddisfazione (probabilmente è un imprinting dei tempi in cui facevo diapositive).

Ad esempio qui, per avere le verticali a piombo (trovandosi la linea dell'orizzonte nell'inquadratura), ho dovuto raddrizzarle in PP e poi fare un taglio (tanto che dei 24 Mpx generati dall'A6000 me ne sono rimasti 15.6):

www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=3719165

In quest'altra dello stesso edificio, avendo la linea dell'orizzonte coincidente col bordo inferiore, ho tenuto il files generato dalla macchina senza tagli né raddrizzamenti (infatti è a 24 Mpx). Le sole correzioni fatte con Camera Raw sono quelle (con l'apposito profilo) della distorsione a botte generata dal Sony 10-18 a 10mm; e quelle con i parametri di "Saturazione" (per avere il bianco e nero), "Luci", "Ombre", "Contrasto" e "Vividezza":

www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=3725007

avatarsenior
inviato il 03 Ottobre 2020 ore 18:01

Anche secondo me il ritaglio è lo strumento n 1 nella PP.
In genere è la prima operazione che faccio, a meno che non devo correggere fortemente parametri fondamentali come esposizione, bilanciamento del bianco o altro.
L'esempio della immagine all'acquario ne è una lampante dimostrazione.

Io sono assolutamente per il ritaglio libero, non ha senso fare 1:1 3:4 9:12 o altro.... bisogna vedere dove è il centro di interesse della mia foto, le linee di fuga, le parti inutili da eliminare.... come si fa a determinare a priori il rapporto ideale tra i due lati?

Ovvio che già in fase di ripresa bisogna agire per ridurre al massimo il ritaglio, altrimenti si va a casaccio, il ritaglio è comunque un "costo" (anche se si ha una megapixellata), fa perdere qualità e dettaglio perchè si va ad ingrandire maggiormente.

avatarsenior
inviato il 03 Ottobre 2020 ore 18:35

Croppo principalmente per ottenere formati diversi da 3:2

avatarsenior
inviato il 03 Ottobre 2020 ore 18:37

il ritaglio è comunque un "costo" (anche se si ha una megapixellata), fa perdere qualità e dettaglio perchè si va ad ingrandire maggiormente.

dipende... se hai la megapixellata magari non hai bisogno di ridimensionare perchè magari col crop rimani nelle misure accettabili (presumendo che si voglia stampare).

avatarsenior
inviato il 03 Ottobre 2020 ore 18:43

dipende... se hai la megapixellata magari non hai bisogno di ridimensionare perchè magari col crop rimani nelle misure accettabili (presumendo che si voglia stampare).


dipende da quanto devi ingrandire ovviamente, se si fanno stampe piccole è esuberante anche un cellulare, però il confronto è tra:
- una immagine senza ritaglio con N informazioni
- una immagine ritagliata con N - R informazioni, dove R è la quantità ritagliata quindi persa

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