Devachan
Secondo le filosofie orientali, riprese poi dalle correnti di pensiero di impostazione occulta sorte in Europa ed in America tra il XIX e XX secolo, un'anima tra un'incarnazione e l'altra passa attraverso il Devachan. Ma, nello stesso tempo, non va altrove, in un altro luogo.
Semplicemente perché non esistono altri luoghi. Esisterebbero solo dimensioni che tra loro si attraversano e si compenetrano. I vari mondi sarebbero quindi sovrapposti gli uni agli altri, dai più grossolani, partendo quindi da quello fisico, fino a quelli più sottili ed evoluti, di puro spirito.
Forse a noi del Devachan non è dato sapere nulla con certezza, almeno per il momento. Ma nella sua trasposizione in immagini fotografiche, l'autore cerca di creare un messaggio allegorico.
Riportandola nel nostro quotidiano concreto, quella del Devachan può apparire come la rappresentazione di certi periodi particolari della nostra vita; periodi talvolta brevi, talvolta decisamente più lunghi, periodi che generalmente viviamo nella nostra dimensione personale, ma che talvolta ci coinvolgono in maniera collettiva, interessando l'intera società, fino a coinvolgere intere nazioni, com'è accaduto di recente con la pandemia di Covid.
Sono quei momenti in cui la nostra esistenza è come sospesa, tra un prima, che aveva la sua normalità e che non c'è più, e un dopo, che ancora non compare all'orizzonte e del quale non sappiamo con certezza come si presenterà.
Periodi che quando poi finalmente finiscono – continuando l'analogia - ci vedono rinascere nella fase successiva, spesso cambiati.