RCE Foto

(i) On JuzaPhoto, please disable adblockers (let's see why!)






Login LogoutJoin JuzaPhoto!
JuzaPhoto uses technical cookies and third-part cookies to provide the service and to make possible login, choice of background color and other settings (click here for more info).

By continuing to browse the site you confirm that you have read your options regarding cookies and that you have read and accepted the Terms of service and Privacy.


OK, I confirm


You can change in every moment your cookies preferences from the page Cookie Preferences, that can be reached from every page of the website with the link that you find at the bottom of the page; you can also set your preferences directly here

Accept CookiesCustomizeRefuse Cookies


  1. Galleries
  2. »
  3. Macro and Flora
  4. » Waiting for spring

 
Waiting for spring...

Acherontia atropos

View gallery (5 photos)

Waiting for spring sent on October 26, 2023 (19:07) by MarcoCoppola. 28 comments, 735 views. [retina]

, 4 sec f/16.0, ISO 100, tripod. Specie: Acherontia atropos

L'Acherontia atropos, conosciuta anche come sfinge testa di morto, è un lepidottero appartenente alla famiglia Sphingidae, troppe volte vittima di superstizioni a causa delle sue caratteristiche. Secondo numerose fonti, dal periodo dei romani fino a tempi più recenti si riteneva fosse portatrice di sfortuna, morte, guerra e pestilenza. In fondo il suo nome scientifico che prende spunto dalla mitologia greca non ispira molta fiducia, deriva da Acheronte, il fiume dell'inferno che che bisognava attraversare per arrivare al regno dei morti; e da Atropo, una divinità che aveva il compito di spezzare il filo della vita. Tuttavia invece di temere con superstizione la natura, dovremo limitarci solo ad osservarla meravigliandoci delle sue particolarità, frutto di tanto adattamento alla sopravvivenza. Questa specie compie due generazioni all'anno che si susseguono dalla primavera all'autunno, se il clima è mite può verificarsi anche una terza generazione. Le farfalle hanno abitudini crepuscolari e notturne quindi possono essere chiamate falene, il loro ciclo vitale inizia in primavera quando, dopo aver trascorso il lungo inverno nella crisalide, nascono e iniziano una nuova vita alla ricerca dei loro simili per accoppiarsi. Anche gli accoppiamenti avvengono di notte e dopo 24 ore le femmine depongono fino a 200 uova una ad una sulle foglie o sugli steli delle numerose piante di cui i bruchi si nutrono: patata e altre Solanaceae, ulivo, vite, pero, melo, pruno, buddleja, sambuco, settembrini e altre piante appartenenti alla famiglia Asteraceae. Questa è una fase molto faticosa per le femmine, che muoiono poco tempo dopo. Le uova hanno una forma ovale e misurano circa 2 mm, sono ricoperte da una sostanza appiccicosa e rimangono attaccate alle foglie; inizialmente sono gialle ma con il passare dei giorni diventano prima verdi e poi, poche ore prima della schiusa, completamente trasparenti lasciando intravedere il colore del bruco. Dopo circa 15 giorni avviene la schiusa, i piccoli bruchi sono giallo chiaro e misurano 8 mm; come tutte le specie della famiglia Sphingidae, fin dalla nascita hanno nella parte posteriore del corpo una sottile coda che ha lo scopo di spaventare o disorientare i predatori. Ai lati della testa ci sono 5 piccoli occhi che permettono di percepire i colori della vegetazione, il cambiamento del tempo e l'alternarsi del giorno e della notte. Possiedono 3 paia di piccole zampe vicino al torace e 5 paia di false zampe lungo l'addome, esse sono formate da tante piccole unghie che permettono ai bruchi di arrampicarsi meglio sulle piante. Ai lati del corpo si possono osservare gli spiracoli tracheali, degli organi dalla forma ovale collegati alle trachee, indispensabili per la respirazione. Questi organi sono particolarmente riconoscibili perchè dopo la terza muta diventano neri. Trascorrono tutta la loro vita sulle piante nutrici mangiando abbondantemente, crescono in circa un mese ed effettuano 5 mute, durante le quali con delle forti contrazioni si liberano dello strato superficiale della pelle, chiamato cuticola. Il giorno prima di ogni muta, i bruchi smettono di mangiare e rimangono nascosti tra la vegetazione, è una fase molto lunga e faticosa per loro, che subito dopo mangiano la cuticola, contenente vitamine e sostanze nutritive indispensabili per la crescita. Pochi giorni dopo la nascita avviene la prima muta, la colorazione presenta tonalità verde chiaro e le dimensioni iniziano lentamente ad aumentare; anche la coda è leggermente più lunga, ricoperta da corte spine. Con la seconda muta compaiono su tutto il corpo tante piccole protuberanze bianche e ai lati, delle striature verde chiaro. La coda, oltre ad essere ancora più lunga e robusta, abbandona il colore nero e diventa verde come il bruco. Dopo la terza muta al colore verde si aggiungono tonalità gialle, anche le strisce ai lati del corpo cambiano colore diventando gialle, blu e bianche; la coda inizia ad irrigidirsi e ad incurvarsi. A questo punto della loro vita è possibile osservare il loro particolare comportamento: i bruchi se infastiditi sollevano la testa e il torace restando aggrappati alla pianta solo con le ultime tre o quattro coppie di false zampe. È proprio questa particolare posizione, che ricorda quella di una sfinge, a dare il nome a questa famiglia di lepidotteri. Con la quarta muta le protuberanze sul dorso scompaiono, la coda diventa ancora più curva e oltre alla colorazione verde con tonalità più o meno gialle, compare anche una variante marrone chiaro molto diversa. Questa colorazione sembra sviluppata appositamente per consentire ai bruchi di mimetizzarsi meglio tra la vegetazione secca, non ci sono striature colorate ma solo una linea più scura sul dorso, inoltre i tre segmenti del torace sono bianchi. I bruchi Iniziano a muoversi di più e a mangiare molto fino a superare i 12 cm di lunghezza. Quando sono cresciuti abbandonano la pianta nutrice e camminano nel terreno alla ricerca di un luogo adatto dove compiere la metamorfosi, percorrendo anche diverse centinaia di metri. Scavano un cunicolo nel terreno fino a 15 cm di profondità, dove costruiscono intorno a loro uno spesso rivestimento di terra dalla forma ovale in cui, dopo 2 giorni, compiono l'ultima muta e si trasformano in crisalide. La cuticola rimane all'interno del rivestimento di terra vicino alla crisalide, che ha una colorazione marrone e misura circa 8 cm. Come per tutti i lepidotteri il tempo della metamorfosi varia a seconda delle temperature, i bruchi che diventano adulti in estate compiono la metamorfosi in circa tre settimane, gli esemplari che diventano adulti in autunno restano tutto l'inverno nella crisalide, pronti ad iniziare un nuovo ciclo in primavera. Purtroppo sopportano con difficoltà il freddo, quindi nei mesi invernali se le temperature sono molto basse non riescono a sopravvivere. Le falene hanno il corpo molto robusto ricoperto da folti peli, con una colorazione unica composta da tante tonalità di colori. La testa e la parte superiore delle ali anteriori sono nere con striature marroni, gialle e bianche; la parte superiore delle ali posteriori è gialla con delle particolari striature nere. L'addome e la parte inferiore delle ali sono gialli, ai lati del dorso ci sono delle macchie gialle con strisce nere. Sulla testa ci sono due antenne che le consentono di orientarsi, e due grandi occhi composti formati da centinaia di piccole celle chiamate ommatidi, che catturano porzioni di immagini creando poi una visione unica. Possiedono 3 paia di zampe, ognuna delle quali ha all'estremità due piccoli uncini per aggrapparsi meglio alle piante. Una loro particolare caratteristica è la presenza sul dorso di una macchia gialla con due puntini neri simile alla forma di un teschio, per questo viene chiamata anche sfinge testa di morto. La bellissima colorazione dorsale è visibile solo di notte quando la falena è in volo ad ali aperte, nelle ore diurne resta nascosta sui rami alti degli alberi, chiudendo le ali lungo il corpo per mimetizzarsi con il tronco. Con la sua apertura alare che può raggiungere i 12 cm, è una delle specie più grandi in Italia e può volare con molta agilità emettendo un particolare rumore causato dal loro sfregamento. Le ali dei lepidotteri sono formate da piccolissime scaglie appiattite, che sono attaccate una vicino all'altra in appositi incavi nel tegumento. Ogni scaglia contiene i pigmenti che formano tante tonalità di colori, nelle falene non sempre sono visibili perché hanno il corpo completamente ricoperto di peli. Altra interessante particolarità sono le vene, che dividono l'ala in tante zone, chiamate cellule. Queste venature hanno l'importantissimo compito di far scorrere l'emolinfa e grazie ad essa, la farfalla appena nata può distendere le ali. Per questi motivi le ali sono molto delicate e non vanno mai toccate per non danneggiarle e causare la morte dell'esemplare, purtroppo possono rovinarsi anche durante il volo, oppure a causa del vento e della pioggia. Come per altre falene il dimorfismo sessuale è molto evidente. Le femmine sono più grandi dei maschi con un'apertura alare che raggiunge i 12 cm, l'addome è gonfio e arrotondato per poter contenere le uova in attesa di essere fecondate. I maschi sono più piccoli con un'apertura alare che non supera i 10 cm, l'addome è più piccolo e allungato. Questa specie è l'unico lepidottero al mondo capace di produrre un verso con la faringe per spaventare i predatori: sia i bruchi che le falene, quando si sentono in pericolo, emettono un suono abbastanza forte chiamato stridio, simile allo squittio di un topo. Le falene spingono fuori l'aria con la spirotromba intensificando il verso. A differenza delle altre specie di lepidotteri, queste falene hanno la spirotromba molto corta e robusta, non adatta a raccogliere il nettare dei fiori; si sono quindi adattate con un'altra fonte di nutrimento. Volano silenziosamente nei cunicoli degli alveari, nell'oscurità riescono ad ingannare le api emanando nell'aria il loro stesso odore, prodotto con delle apposite ghiandole nel tegumento; e le tranquillizzano con il loro stridio, simile a quello dell'ape regina. A volte vengono attaccate dalle api di guardia all'entrata del nido, ma i folti peli, la pelle spessa e l'abitudine al veleno le proteggono dalle punture. In pochi minuti rompono le cellette con la spirotromba e succhiano il miele, sono così golose che a volte ne mangiano troppo, circa 10 grammi, diventando gonfie, incapaci di volare e di emettere lo stridio. Impossibilitate a scappare e non potendo difendersi, vengono attaccate da un gran numero di api che le circondano fino a soffocarle; gli alveari di notte subiscono numerose incursioni e non è raro trovare al loro interno le carcasse di questi lepidotteri. Le api, non riuscendo a spostare dal nido le grosse falene, iniziano subito un procedimento di mummificazione per evitare che la decomposizione causi infezioni. Staccano i peli e le scaglie, rimuovono gli organi e ricoprono il resto del corpo con il propoli. Oltre al pericolo di essere uccise negli alveari, questa specie come tutti i lepidotteri deve proteggersi da tanti predatori e la sua unica strategia è il mimetismo. Gli uccelli insettivori riescono a catturare facilmente i bruchi per mangiarli o per nutrire i piccoli nel nido; le mantidi, i ragni e alcune specie di cavallette appartenenti alla famiglia Tettigoniidae, si nascondono tra la vegetazione e tendono agguati ai bruchi. Ma i predatori più pericolosi sono alcune specie di imenotteri, in particolare la famiglia Ichneumonidae. Le femmine, grazie al loro ovopositore, depongono alcune uova nei bruchi quando sono ancora giovani; da queste uova nascono delle piccolissime larve che iniziano a divorarli lentamente, lasciando gli organi vitali per ultimi in modo da non farli morire subito. Dopo aver divorato il bruco escono all'esterno bucando la pelle alla ricerca di altre prede. Quando le larve sono cresciute fanno in modo che i bruchi abbiano energia a sufficienza per riuscire a compiere l'ultima muta, poi dopo averli mangiati completamente, compiono la metamorfosi all'interno della loro crisalide. Le falene vivono circa un mese e devono scappare da altri temibili predatori, i pipistrelli e i rapaci notturni. La mortalità per cause naturali nelle diverse fasi della crescita è elevata, inoltre non bisogna dimenticare l'uomo, il nemico peggiore, che sta avvelenando sempre di più l'ambiente con l'inquinamento e i pesticidi causando la scomparsa di questa specie in vaste zone d'Europa. Come faccio sempre per concludere le didascalie, voglio raccontarvi il mio impegno per preservare questi animali e il loro habitat. Sono cresciuto a contatto con la natura e ho deciso di impegnarmi ancora di più per preservarla, essendo solo non ho potuto fare molto ma ho creato nel mio giardino un'oasi che ospita quasi tutti gli animali presenti dalle mie parti. Ci sono tante specie di piante e gli animali possono vivere al sicuro, hanno cibo, acqua e tanti posti in cui nascondersi e preparare la tana. Ogni anno allevo e curo da 1000 a 2000 animali, soprattutto varie specie di insetti. Allevare i lepidotteri richiede molta esperienza, per prima cosa è necessario conoscere l'ecosistema del posto e le tutte le specie che lo abitano, le loro abitudini e le piante di cui si nutrono, chiamate piante nutrici. Durante le mie quotidiane esplorazioni, dalla primavera fino all'autunno, osservo tutte le piante in cerca di uova e bruchi. Serve molto spazio per allevarli, io utilizzo i fauna box e ho modificato anche altri contenitori della giusta dimensione. Se trovare i bruchi può sembrare difficile, osservare le uova lo è ancora di più. Misurano 1 o 2 mm e devo stare molto attento, ogni specie preferisce deporle in modo diverso e in punti diversi delle piante, ad esempio sotto le foglie o sugli steli. Alcune specie le depongono a gruppi, anche centinaia su una sola foglia, altre invece una alla volta e altre ancora le lasciano cadere direttamente nel terreno, dove si mimetizzano grazie alla loro colorazione marrone. Dopo averle trovate le posiziono in piccoli contenitori che ho appositamente costruito, i fauna box hanno i fori per l'aria troppo grandi e i bruchi appena nati possono scappare. I bruchi più grandi invece sono al sicuro nei fauna box, con cibo fresco ogni giorno e qualche rametto come posatoio per la metamorfosi. Anche nel mio allevamento purtroppo qualcuno muore per cause naturali, ma con le giuste cure questo succede molto raramente. È importante allevare gli animali sempre all'esterno anche in inverno, se tenuti in casa le temperature più alte velocizzano il loro naturale ciclo di vita, nascono troppo presto e non possono resistere alle basse temperature, inoltre le farfalle hanno difficoltà a trovare il nettare perché tante piante non sono ancora fiorite. Proprio durante queste esplorazioni ho cominciato a sentire la necessità di documentare le scene di vita degli animali che incontravo, semplicemente per avere un loro ricordo da riguardare in momenti futuri, è nata così la mia passione per la fotografia. Da subito ho compreso che se volvevo osservare tutte le particolarità della natura, non dovevo esplorarla solo di giorno, ma soprattutto di notte. Nei mesi estivi è molto difficile osservare gli animali nelle ore diurne perché soffrono per il caldo e sono molto agitati, alcune specie restano nascoste tra la vegetazione in attesa dell'oscurità. Inoltre ci sono tante specie attive solo di notte, che di giorno riposano tra la vegetazione, sugli alberi o nel terreno. Ho a disposizione circa 7 mesi all'anno, dalla primavera all'autunno, con l'arrivo dell'inverno molte specie concludono il loro ciclo vitale ed altre vanno in letargo. In questi mesi, appena arriva il buio iniziano le mie avventure, percorro ogni notte dai 20 ai 30 km, con il vento o con la pioggia; ogni momento se ben sfruttato, con la dedizione e l'esperienza riserva incontri ravvicinati unici e indimenticabili. É un impegno continuo, poche notti al mese non sarebbero assolutamente sufficienti per osservare e fotografare le infinite bellezze della natura. Ora non faccio questo solo per avere un ricordo personale, sento che con le mie fotografie posso contribuire a far conoscere gli abitanti di questo mondo nascosto che purtroppo tanti ignorano o si impegnano a distruggere. A settembre dello scorso anno durante una delle mie solite esplorazioni notturne ho incontrato un bruco di questa specie nascosto tra i rametti dei settembrini, è stata una bellissima sorpresa, erano anni che non trovavo più i bruchi e non vedevo nemmeno le falene volare. Aveva da poco completato la seconda muta e delicatamente l'ho posizionato all'interno di un contenitore per allevarlo. Ogni giorno rimanevo stupito ad osservarlo, in poco tempo mangiava velocemente le foglie lasciando solo i rametti più spessi e difficili da masticare. Sono riuscito a fotografarlo alcune volte al tramonto e di notte per documentare le fasi della sua crescita, questa foto è stata scattata in piena notte dopo la terza muta, quando misurava circa 8 cm. Potete osservare la bellissima colorazione, gli spiracoli tracheali neri e la coda leggermente incurvata. Dopo tre settimane ha completato la quarta muta e ha cambiato colore, oltre al giallo erano visibili tonalità arancioni. In un pomeriggio di fine settembre ha scavato un cunicolo nel terreno e in pochi minuti è sceso in profondità lasciando sulla superfice solo un mucchietto di terra. L'ora della metamorfosi era arrivata, in questa fase i bruchi non vanno mai disturbati per almeno una settimana per non sconvolgere il loro delicato ciclo di vita. Solo un mese dopo ho scavato nel terreno alla ricerca della crisalide, stando attento a non usare troppa forza per non schiacciarla. Era a circa 10 cm di profondità, ben protetta da uno spesso rivestimento di terra dalla forma ovale simile ad un uovo, sono riuscito ad aprirlo a metà senza romperlo, così da mostrarlo anche in foto. Ho fotografato con la luce del tramonto che filtrava tra gli alberi, usando un ombrellino bianco e la mia stessa ombra per diffondere la luce il più possibile. Di solito utilizzo sempre i flash ma in questo caso potevano creare dei riflessi sul rivestimento lucido e rugoso della crisalide. A destra potete osservare anche la sua ultima muta, che si è conservata bene all'interno del rivestimento, è ancora visibile il muso e la testa, con una striscia nera. La crisalide, al contrario di come si potrebbe pensare, non resta ferma tutto il tempo, spesso si muove roteando la parte finale appuntita e girando anche su se stessa, consentendomi di fotografarla da tutte le angolazioni.



View High Resolution 24.0 MP  



PAGE: ALL PAGES | NEXT PAGE »


What do you think about this photo?


Do you have questions or curiosities about this image? Do you want to ask something to the author, give him suggestions for improvement, or congratulate for a photo that you really like?


You can do it by joining JuzaPhoto, it is easy and free!

There is more: by registering you can create your personal page, publish photos, receive comments and you can use all the features of JuzaPhoto. With more than 251000 members, there is space for everyone, from the beginner to the professional.




avatarsupporter
sent on October 26, 2023 (20:01) | This comment has been automatically translated (show/hide original)

Culturally you are strong and photographically as well, beautiful macro!
Hello

avatarsupporter
sent on October 26, 2023 (20:33)

Very specimen, beautiful picture ''composition'' and shot my friend..congrats..bye Jean..Cool

avatarsenior
sent on October 26, 2023 (20:51) | This comment has been automatically translated (show/hide original)

Thank you so much Bepi and Jean Sorriso

avatarsenior
sent on October 26, 2023 (21:09) | This comment has been automatically translated (show/hide original)

Culturally you are strong and photographically as well, beautiful macro!

I fully agree ;-)

avatarsenior
sent on October 26, 2023 (21:15) | This comment has been automatically translated (show/hide original)

Thanks Luigi Sorriso

avatarsenior
sent on October 26, 2023 (22:18) | This comment has been automatically translated (show/hide original)

Hi Marco, the photo is amazing both for the positioning of the chrysalis and for that earthen sarcophagus let's call it so that it is very difficult to shoot in this kind of shots, a very worthy click, to be applauded. ( I work in a factory, at home I work the land I own and for this reason I tell you that recovering a sarcophagus so well is a challenge because hoeing, digging, or ploughing the sarcophagus breaks and you can only see the chrysalis that I have never found on my land of large dimensions, only a length of about three to four centimeters. Thanks to you for all the interesting information, you already know that I am passionate and at home I always have my hands on the ground).. Well done to you, bye.

avatarsenior
sent on October 26, 2023 (22:34) | This comment has been automatically translated (show/hide original)

Thank you John, I always appreciate your comments.
It happens to me too when hoeing to find chrysalises or eggs, this summer I also found lizard eggs. For this reason I am against the use of modern agricultural tools, those grind everything...
There are also crickets, locusts and grasshoppers that lay their eggs a few centimeters deep. I
raised this caterpillar in a case about 25cm long full of earth, if I left it in the open ground it is also capable of walking a certain distance underground, so then I wouldn't know where to dig. In fact, in the case I found him on the opposite side from where he had slipped in. The chrysalises that you see, being small, are of some other species, there are many that spend the winter in the ground.
Hello

avatarsupporter
sent on October 27, 2023 (9:23) | This comment has been automatically translated (show/hide original)

Hi Marco, excellent macro for this chrysalis and very interesting all the ears of the entire life cycle of this sphinx up to the chrysalis, your passion is truly praiseworthy. Congratulations and have a nice weekend, hello Fabrizio.

avatarsenior
sent on October 27, 2023 (12:26) | This comment has been automatically translated (show/hide original)

Thank you very much Fabrizio, I really appreciate your comments.
Hello, have a nice weekend.

avatarsupporter
sent on October 27, 2023 (20:09) | This comment has been automatically translated (show/hide original)

TOP

avatarsupporter
sent on October 27, 2023 (20:24) | This comment has been translated

Nice!

avatarsenior
sent on October 27, 2023 (20:25) | This comment has been automatically translated (show/hide original)

Very nice realization.
Have a nice weekend

avatarsenior
sent on October 27, 2023 (20:27) | This comment has been automatically translated (show/hide original)

Thank you so much Werner, Corrado and Daniele!
cheers

avatarsupporter
sent on October 27, 2023 (23:16) | This comment has been automatically translated (show/hide original)

Amazing photo and caption!! Bravo Marco, many congratulations!
Hello, Mary

avatarsenior
sent on October 28, 2023 (17:02) | This comment has been automatically translated (show/hide original)

A very interesting document accompanied by a particularly exhaustive caption. Definitely a shot that can only be achieved thanks to the commitment and dedication in the breeding of this moth. Years ago I remember that I found two caterpillars of this species quite close together with a different state of growth.

avatarsenior
sent on October 28, 2023 (23:04) | This comment has been automatically translated (show/hide original)

Thank you so much Mary and Nicola, I really appreciate your comments.
Nicola, you were lucky to find two of them together.
Hello

avatarsenior
sent on October 28, 2023 (23:22) | This comment has been automatically translated (show/hide original)

beautiful and excellent description
congratulations

avatarsupporter
sent on October 29, 2023 (19:09) | This comment has been automatically translated (show/hide original)

Dear Marco, you have some truly remarkable knowledge about this fascinating micro-world, as well as demonstrating commendable commitment and passion. Thank you very much and many congratulations also for the extraordinary documentary photos. :-o :-o :-o :-o :-o

avatarsenior
sent on October 29, 2023 (21:50) | This comment has been automatically translated (show/hide original)

Always very kind Nadia :-)

avatarsenior
sent on October 29, 2023 (21:50) | This comment has been automatically translated (show/hide original)

Thank you so much Ale for the appreciation




Publish your advertisement on JuzaPhoto (info)
PAGE: ALL PAGES | NEXT PAGE »



Some comments may have been automatically translated with Microsoft Translator.  Microsoft Translator



 ^

JuzaPhoto contains affiliate links from Amazon and Ebay and JuzaPhoto earn a commission in case of purchase through affiliate links.

Mobile Version - juza.ea@gmail.com - Terms of use and Privacy - Cookie Preferences - P. IVA 01501900334 - REA 167997- PEC juzaphoto@pec.it

May Beauty Be Everywhere Around Me