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| sent on March 18, 2022 (19:11) | This comment has been automatically translated (show/hide original)
www.caffepedrocchi.it/ it.wikipedia.org/wiki/Caff%C3%A8_Pedrocchi padovacultura.padovanet.it/it/musei/stabilimento-pedrocchi artbonus.gov.it/116-7-caff%C3%A8-pedrocchi.html www.pietrocasetta.it/portfolio-proposte/il-caffe-pedrocchi 800anniunipd.it/storia/il-caffe-pedrocchi/ Bibliografia: Augusto Cavallari-Murat, "Jappelli e il suo revival neoclassicista", in AA. VV., "Giuseppe Jappelli e il suo tempo : convegno internazionale di studi, 21-24 set tembre 1977", Padova, Liviana, 1982; a cura di Giuliana Mazzi; pp. 457, 471 (fig. 5), 484. Voce "Jappelli, Giuseppe" in: N. Pevsner, J. Fleming, Honour, "Dizionario di Architettura", Torino, Einaudi, 1981 (op. orig. 1966); pp. 366-367 Roberto Carta Mantiglia, "Giuseppe Jappelli", in «L'architettura - cronache e storia», n. 4, Roma, 1955. Nino Gallimberti, "Giuseppe Jappelli", Padova, Stediv, 1963. Barbara Mazza, "Jappelli e Padova", Padova, Liviana, 1978. Lionello Puppi, "Il caffè Pedrocchi di Padova", Vicenza, Neri Pozza, 1980. Secondo Nino Gallimberti (in cit. pp. 27, 52-59), all'origine di tale opzione per il neo-gotico vi sarebbe stata l'esigenza di mascherare la «disorganica» prospettiva costituita dalle case di via del Sale (che Antonio Pedrocchi aveva precedentemente tentato di acquistare). «Lo stile classico mal si prestava a tale compito, e d'altra parte in quegli anni prendeva piede in Germania e in Inghilterra la tendenza verso lo stile gotico, che doveva essere il primo grado evolutivo del neoclassico verso l'eccletismo [sic.] : quell'eccletismo che giustamente fu definito babelico dal Selvatico, che però non si astenne dall'adottarlo, quando deposta la penna di critico, prese in mano le seste dell'architetto. Giuseppe Jappelli, quando si accinse al progetto della facciata a sud, [...] , era appena reduce dal viaggio in Inghilterra; e capì che l'unica ancora di salvezza era affidarsi al neogotico di moda nel settentrione, che [...] avrebbe ottenuto in forma stilistica quella quinta di mascheramento necessaria allo scopo. L'adozione del neogotico non fu quindi una debole soggezione allo stile di moda, ma un'abile mossa di un progettista pressato da un'esigenza imprescindibile, quella della architettura prospettica del sito. Per fortuna l'architetto ebbe per collaboratore lo scultore Antonio Gradenigo, che trattò le facciate neogotiche con molto tatto e buon gusto riferendosi a un'antologia di motivi ornamentali nostrani dello stile ogivale veneziano. Il palazzotto neogotico prese allora il nome di Pedrocchino, [...] . Tra il palazzotto neogotico e l'edificio neoclassico [...] l'architetto elevò sulla scala a bovolo del casino una torretta poligonale con il cornicione merlato, molto usato in Inghilterra nel trapasso dall'ultimo periodo gotico perpendicolare al tudoriano, preso di mira nel periodo ottocentesco del neogotico inglese. [...] . Nella disposizione planimetrica delle sale del Caffè non c'erano precedenti cui Giuseppe Jappelli potesse ispirarsi. [...] . Nel pianterreno ogni sala dell'infilata o galleria prende il nome dal colore della stoffa che copriva divani e poltrone: bianco, rosso e verde, i colori della unità italiana. [...] . Gli anni non hanno diminuito, ma aumentato l'interesse di questo edificio, la cui conservazione è legata a un testamento che vincola per secoli la testimonianza più viva della Padova dell'ottocento. Il Caffè Pedrocchi fu sempre il ritrovo più frequentato dei cittadini e dei forestieri, il ritrovo senatoriale dei professori universitari, risuonò delle allegre esuberanze delle matricole studentesche, come delle fucilate austriache del quarantotto.» Lionello Puppi (in cit.) sottolinea che la realizzazione segue il viaggio compiouto da Jappelli in Francia e Inghilterra. Prima di allora aveva sempre adottato un linguaggio neoclassico. |
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