| inviato il 13 Maggio 2023 ore 17:15
Adobe sta testando la versione beta del loro software di generazione di immagini con AI. Si chiama Firefly. A regime sarà integrato nei principali prodotti di Adobe. La cosa che ho trovato interessante è la possibilità di inserire alcuni parametri per indirizzare la creazione dell'immagine, come: formato, tipo di contenuto, stile, tonalità, illuminazione, composizione. Lo avete provato?
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| inviato il 13 Maggio 2023 ore 17:40
c'è anche un'altra discussione, forse più di una. Si è molto interessante e sono iscritto anch'io alla beta. cito me stesso, scusate :) “ E' il primo passo verso un nuovo modello massivo di gestione delle immagini AI che rispetti delle regole di decenza dei soggetti trattabili, di temi compatibili e di uso di immagini dove il grado di presenza del contributo umano verrà sempre pagato agli autori, anche nelle immagini derivate. E' una notizia positiva per molti direi, è una bella mossa anche per Adobe che può sviluppare una webapp che venderà lei stessa nella versione Pro., win win! „ quello che vedi è la risposta massiva alle problematiche sollevate da molti su questa tecnologia in breve, per la pace di molti: - Nessuno ruba a nessuno ma si paga l'utlizzo, (Adobe paga semestralmente gli autori iscritti in AdobeStock) - Monitoraggio contenuti family frendly, per limitare contenuti offensivi o violenti - Watermark identificativo delle immagini AI ( almenio fin tanto che è in beta in adobe ma resterà per i prodotti google, leggi sotto) cosa luccica ma non è oro: - La risoluzione attuale dei file - Il paradossale limite creativo che ha rispetto ad altri perchè attinge solo a contenuti di immagine propri ( ma attinge senza remore alla letteratura, al cinema ed alla musica come gli altri per trasporre immagini) - il costo che avrà per i professionisti per elaborare immagini grandi. - La quantità di CO2 che produrrà per elaborare immagini alla risoluzione fotografica dato che parliamo di macchine che dovranno gestire buffer da decine e decine di GB e che dovranno essere localizzati ovunque per garantire lo standard Cloud di Adobe. Nulla accade per caso, Google tre giorni fa ha annunciato che lo ha incorporato ( versione semplificata con wartermark "AI") nei nuovi servizi AI, così prende tutti lati positivi del servizio in un colpo e ci guadagnano entrambi. |
| inviato il 13 Maggio 2023 ore 22:42
“ Per le composizioni grafiche lo trovo invece impressionate. „ Secondo me è lì che ci sarà veramente la "ciccia". |
| inviato il 13 Maggio 2023 ore 22:47
“ Secondo me è lì che ci sarà veramente la "ciccia". „ @Mc Reeny Caspita se hai ragione, io sono li che aspetto. Purtroppo la beta fa fare solo alcune cose ma guardando ai video, l'idea di poter lavorare su livelli anche vettoriali è fantascienza! Poi l'archivio adobe è pienissimo di grafica per cui non ci saranno problemi di buchi creativi come accade per le immagini. |
| inviato il 14 Maggio 2023 ore 6:19
@Michelangelo L'altra discussione ha raggiunto il limite per cui ti rispondo qui. Grazie anzitutto per il complimento, l'ho molto apprezzato e ricambio dicendoti che raramente è possibile argomentare in modalitá steelman quando prevale principalmente lo strawman argument come stile del forum. Noi abbiamo avuto la possibilitá di farlo ed è nato un piacevole dibattito. Alla fine abbiamo concordato su molti punti ma avremmo anche potuto concludere con un "agree to desagree" e non sarebbe cambiato niente. Tornando al topic, come scrivi giustamente è un win win sia per adobe che per google, il fatto che poi retribuiscano i creators fin dall'inizio significa averli considerati parte integrante del progetto ed è positivo. Condivido anche le preoccupazioni sull'impatto ambientale dovuto alla generazione di contenuti IA e della decentralizzazione del lavoro grezzo di calcolo, che trasforma di fatto la nostra postazione in un terminale legato a doppio filo con l'abbonamento cloud che deve rimanere sempre connesso online. Vorrei invece capire come funziona la privacy sui contenuti creati, firefly puó analizzarli e/o includerli nel proprio dataset oppure prevede una modalitá "privata"? Correggimi se sbaglio ma credo che Google legherá il tutto all'account e non contemplerà minimamente questa possibilitá, dopotutto fa girare "in chiaro" anche le email, drive e il resto, non mi stupirebbe la profilazione incrociata di tutti i contenuti. Per questo preferisco servizi criptati end to end zero k. en.m.wikipedia.org/wiki/Zero-knowledge_service Ne abbiamo giá parlato, se c'è un limite che mi frena nell'uso di queste nuove tecnologiè è probabilmente frutto di backgroud xennials en.m.wikipedia.org/wiki/Xennials dove l'informatica non contemplava abbonamenti, profilazione e connessioni sempre attive e nemmeno oggetti smart che ti profilano ad ogni utilizzo. |
| inviato il 14 Maggio 2023 ore 19:39
@Wazer grazie, probabilmente il mio approccio dipende dalla abitudine che ho a frequentare ambiti anche diversi e quest'anno ho fatto sforzi notevoli per capire la logica di Discord per entrare nelle comunità di sviluppo, compresa quella che gira intorno a FireFly. Sembra tutto un flipper per bambini ma è una macchina molto potente per lo scambio di opinioni e per la condivisione. Praticamente non uso altro a parte twitter e a volte linkedin ma quelli solo per informarmi. Quì le cose hanno un ritmo diverso ma è anche giusto che sia così, Juza è uno dei forum di fotografia più importanti in italia e ha in sé la cultura fotografica di tanti bravi fotografi. Le transizioni tecnologiche sono sempre dolorose, a maggior ragione in questa sede. Prima di tornare al topic posso dirti che penso d'essere un proto Xennials , guardando alla fascia di età e a quello che facevo negli anni 90 posso dirlo, ho iniziato facendo illustrazioni a mano alla fine degli anni 80, per poi usare la fotocopiatrice A3 per i collage, fino ai primi render 3D sotto dos con 3dStudio V1 negli anni 90. Ho sempre mescolato l'analogico al digitale con una allegria forse poco comprensibile per un fotografo purista Tornando al tipic, le due aziende si scambieranno dati anche per la profilazione ma penso che Adobe abbia un rapporto totalmente anonimo con le elaborazioni fatte in google; stiamo parlando di due aziende che in parte si fanno concorrenza ma non possono fare a meno l'una dell'atra e poi è verosimile che l'elaboazione delle immagini per google siano gestire dai server google su motore cripato adobe. Poi sul Zero-knowledge_service hai toccato un tasto grande come una casa ed è una cosa che io cerco di spiegare sempre a chi mi propone di entrare i gruppi di lavoro google o simili ma nel 90% dei casi non ho mai potuto evitarlo. Io ho capito che è meglio pagare i servizi software e hardware per intero ed avere in cambio la privacy necessaria per lavorare. trello, slack ed altri, esistono tanti servizi che funzionano Firefly, usato da professionisti, in teroria dovrebbe farti lavorare in privato ed in ogni caso si riconduce alla gestione attuale del cloud del tuo Adobe ID. Adesso la politica di moti servizi AI è darti la privacy pagando e nel servizio danno uno spazio criptato dove archiviare il lavoro. Questo è il sevizio tra quelli che uso più semplice ed intuitivo e con l'account PRO il lavoro resta anonimo, tra le alte cose il più facie da usare, è quello che ho usato per queste simulazioni |
| inviato il 14 Maggio 2023 ore 23:15
“ in breve, per la pace di molti: - Nessuno ruba a nessuno ma si paga l'utlizzo, (Adobe paga semestralmente gli autori iscritti in AdobeStock) „ Oggi parlavo con un collega (anzi ex collega visto che non svolgo più da tempo quel lavoro), che è bravissimo - molto più di quanto sia mai stato io - e che, incidentalmente, è anche fine fotografo. Abbiamo parlato di AI e, pur senza citarle, di quelle sul tipo di Midjourney. Io - facendo l'avvocato del diavolo - ho buttato là il concetto di opera derivata per i pezzi e bocconi"""rubati""" in lungo e largo sul web; m'ha fatto notare - da giurista di esperienza - che non si può allora definire intelligenza artificiale quell'entità che non rielabora creativamente gli spunti che trova in rete ma si limita a assemblare pezzi presi qua e là; citando l'arte classica, non soltanto statuaria, romana rispetto a quella greca. Ha parlato quindi di Virgilio e via via di tutti gli esempi che ci sono di modelli presi a prestito in campo artistico. Con risultati a volte eccezionali. Infine ha fatto una considerazione oltremodo interessante: che il concetto veramente importante non è il diritto - morale - d'autore, quanto quello di sfruttamento economico dell'opera, che dovrebbe spettare (credo, ma c'è chi ha ovviamente opinioni opposte) a chi sollecità l'AI con il prompt, non all'AI stessa o agli artisti originariamente "presi a prestito". Ci sono spunti per un anno intero, per quanto mi riguarda; faccio solo timidamente notare che le vecchie teorie e classificazioni giuridiche mal si attagliano al nuovo fenomeno delle AI, non solo grafiche. E veniamo a Firefly: con il suo bel watermark, non fa attualmente per me. Vedremo l'editio definitiva. |
| inviato il 14 Maggio 2023 ore 23:38
“ che non si può allora definire intelligenza artificiale quell'entità che non rielabora creativamente gli spunti che trova in rete ma si limita a assemblare pezzi presi qua e là; „ Ed infatti non si limitano ad assemblare pezzi presi qua e là. Basta inserire come prompt un concetto astratto per avere risultati che vanno al di là di un banale cut&paste: stream of consciousness on an empty room
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| inviato il 14 Maggio 2023 ore 23:48
@Michelangelo Comprendo molto bene la preoccupazione di chi deve gestire dati aziendali ed è obbligato ad usare prodotti non zero knowledge o che addirittura tracciano, profilano e aprono task in background di telemetria ma spesso i rischi sono sottovalutati o addirittura ignorati. Investire denaro in ricerca e sviluppo e salvare i propri dati in chiaro su server extra eu o comunque affidarli a chi puó accedervi é davvero rischioso per l'azienda. Grazie per aver linkato i due programmi le nuove alternative sono sempre ben accette e dando una rapida lettura alle privacy policy di trello e slack mi sembra peró che possano accedere ai dati degli utenti e non siano criptate end to end zero k. Ma forse mi sbaglio e con piú calma rileggeró le policy Per fare un esempiodi prodotto privacy proof, Proton garantisce zeroK sui prodotti cloud, email e messaggistica in piú è attivo da poco il calendario. È piú orientata al privato che non alle aziende, ma esistono altre soluzioni come sync.com , spyderoak e altre che permettono l'utilizzo condiviso. Al posto di Whatsapp si usa signal da anni che è più sicuro e rispetta la privacy nonostante anche whastapp abbia integrato lo zerok ma insista sul backup non criptato di google (che annulla ogni forma di riservatezza tua e delle chat dei tuoi contatti). Ti giro l'elenco semi-completo se ti puó essere utile: en.m.wikipedia.org/wiki/Zero-knowledge_service Sono convinto che prima o poi arriveranno servizi di IA orientati alla privacy, magari piú avanti nel tempo e ovviamente premium. “ Ed infatti non si limitano ad assemblare pezzi presi qua e là. Basta inserire come prompt un concetto astratto per avere risultati che vanno al di là di un banale „ Si è vero, gli algoritmi sono molto complessi basati su un dataset enorme arricchito anche da immagini prese sul web senza pagarne l'utilizzo. Ci sono cause in corso e in questo caso penso che il fine non giustifichi i mezzi. |
| inviato il 15 Maggio 2023 ore 0:12
“ stream of consciousness on an empty room „ Apparentemente non si pone nemmeno il problema di "copiare" i prompt...
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| inviato il 15 Maggio 2023 ore 11:09
“ Apparentemente non si pone nemmeno il problema di "copiare" i prompt... „ Sta evolvendo I tuoi risultati sono molto più affascinanti di quelli che avevo ottenuto io qualche tempo fa. Mi sembra comunque una conferma che siano qualcosa di più di un copia&incolla (spesso fatto pure male). “ Si è vero, gli algoritmi sono molto complessi basati su un dataset enorme arricchito anche da immagini prese sul web senza pagarne l'utilizzo. Ci sono cause in corso e in questo caso penso che il fine non giustifichi i mezzi. „ Questo è un po' uno schifo. Adobe aveva detto esplicitamente che usava come base dati tutte le immagini stock nella sua disponibilità ed immagini free o open trovate in rete. Invece gli altri sistemi di IA non li conosco a sufficienza. Una cosa positiva di firefly è che "marchia" digitalmente i file scaricati in modo che sia possibile risalire al fatto che sono immagini generate da una IA e, immagino, risalire al creatore del prompt - che poi in realtà il coinvolgimento nella creazione è maggiore rispetto ad una semplice frase - e ai file originali che sono alla base dell'immagine e quindi dei rispettivi proprietari per un loro giusto compenso. |
| inviato il 15 Maggio 2023 ore 11:40
“ Una cosa positiva di firefly è che "marchia" digitalmente i file scaricati in modo che sia possibile risalire al fatto che sono immagini generate da una IA e, immagino, risalire al creatore del prompt - che poi in realtà il coinvolgimento nella creazione è maggiore rispetto ad una semplice frase - e ai file originali che sono alla base dell'immagine e quindi dei rispettivi proprietari per un loro giusto compenso. „ @Catand adesso lo fa solo perché, essendo una beta deve renderlo chiaro, poi il servizio, destinato ai professionisti, non applicherà alcun watermark dato che è uno strumento di lavoro. invece, la versione semplificata che Adobe "affitta" a Google per i suoi social avrà sempre una indicazione chiara e diventerà uno standard grafico da emulare in tutti gli altri campi così la gente si abitua al volo a capirlo. In quel caso, per risponderee più esaustivamente a quello che hai ipotizzato, non puoi tu risalire all'identità dell'autore ma lui verrà pagato se viene coinvolto dal tuo lavoro e Adobe gli riconoscerà un compenso in tutte le opere derivate dove anche solo una pezzettino del suo lavoro è presente. Poi vai a sapere se questa cosa si estende e quale sia il numero di iterazioni riconosciute, vedremo gli aggiornamenti della licenza di utilizzo. la cosa più importante è che filtreranno i conteuti inappropriati in tempo reale, come del resto fanno sin dall'inizio tutte le comunità di sviluppo opensource con il tag NSFW (contenuti per adulti) che oscura le immagini già mentre le crei. Questo vale se lavori su server online. |
| inviato il 15 Maggio 2023 ore 11:48
“ adesso lo fa solo perché, essendo una beta deve renderlo chiaro, poi il servizio, destinato ai professionisti, non applicherà alcun watermark dato che è uno strumenti di lavoro. „ Non è il watermark, è il sistema di attribuzione dei contenuti in beta in Photoshop. helpx.adobe.com/photoshop/how-to/secure-image-data-enable-content-cred Vengono inseriti i dati digitalmente nell'immagine ed è possibile poi risalire al proprietario e ai vari step di lavorazione dell'immagine caricando il file nel sito dedicato. verify.contentauthenticity.org/ “ la cosa più importante è che filtreranno i conteuti inappropriati in tempo reale, come del resto fanno sin dall'inizio tutte le comunità di sviluppo opensource con il tag NSFW (contenuti per adulti) che oscura le immagini già mentre le crei. Questo vale se lavori su server online. „ Già adesso bloccano prompt che contengono termini che violano i loro "standard". |
| inviato il 15 Maggio 2023 ore 12:33
“ Vengono inseriti i dati digitalmente nell'immagine ed è possibile poi risalire al proprietario e ai vari step di lavorazione dell'immagine caricando il file nel sito dedicato. verify.contentauthenticity.org/ „ Molto interessante questa cosa ma mi sembra riguardi piu' la postproduzione classica "alla photoshop" (es. prendi pezzi di foto diverse e le combini assieme) piuttosto che le immagini generate da AI. O meglio, servirebbe senz'altro a certificare l'autore del testo utilizzato per la generazione del contenuto, Non mi sembra fattibile, invece, risalire/certificare le immagini (e i loro autori) usate come dataset di addestramento. Non conosco i particolari dei modelli deep learning adottati per la generazione dei contenuti che state usando, pero' il trend attuale dell'AI e' verso dataset con centinaia di milioni di esempi... |
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