| inviato il 07 Ottobre 2024 ore 11:15
Prendo spunto da questo articolo dove si evidenzia la crescita nel numero di fotografi asiatici che hanno partecipato al concorso in essere: fotocult.it/epson-international-pano-awards-2024-vincitori-concorso-fo Nella fotografia "autoriale"/"artistica" corea, giappone e cina in particolare sfornano sempre più autori e progetti interessanti mostrando una grandissima vitalità. Sono capitato per caso sul link sopracitato e mi viene da pensare che effettivamente c'è sempre più un grosso fermento in asia e che molti autori davvero interessanti provengano da li e che il continente asiatico stia crescendo come polo anche per la fotografia, già con l'arte tra Seul, Singapore ecc.. stanno sempre più arrivando ad avere un ruolo di primaria importanza |
| inviato il 07 Ottobre 2024 ore 22:21
non lo so sai?! credo che il discorso sia un po' da interpretare. ho avuto l'onore di avere 2 mie foto fra le prime 50 del concorso EPSON 2 anni fa, poi non ho più partecipato perchè... non mi faceva curriculum. A parte eventualmente vincere ma è un po' un terno al lotto. considera anche che fan pagare ogni foto che mandi, tipo all' ILPOTY, altro concorso che ora evito visto l'apertura esagerata alla PP più selvaggia (leggi che è ammesso incollare cielo preso altrove ecc...) vinto anni fa dal bravo Kevin Yuen. insomma... magari fotografi meno conosciuti han più voglia di spendere e sbattersi per aver un riconoscimento, poi va detto che sono in tanti e anche se una piccola percentuale ha i mezzi a disposizione è una piccola percentuale di tantissimi. insomma non so, non ci vedo nulla di sensazionalistico se ci si riflette con equilibrio. btw, io sono un improvvisato che nella vita fa altro quindi fai te |
| inviato il 08 Ottobre 2024 ore 8:12
Al di la del concorso in se che non conoscevo nemmeno invece io credo sia proprio così. Mi è capitato di andare a Seoul, la "corrono", io vedo davvero una sorta di "torpore" occidentale come se siamo seduti sul passato pensando ancora di essere sempre al centro, ma trovo molta più vitalità fra autori asiatici. Non tutte, l'India per esempio per quanto molto popolosa a livello artistico/ fotografico non si avvicina a nazioni come corea, giappone o cina dove si da sempre più importanza alla cultura contemporanea. In Italia (e non solo) si punta solo su nomi noti per le mostre, sono le uniche che attirano e non c'è spazio per altri e infatti sempre più spesso ci sono monografiche senza un'idea curatoriale forte alle spalle. Le gallerie più piccole spesso mostrano stili visti e rivisti che richiamano Ghirri o comunque un certo movimento e si vedono ben pochi altri stili o ricerca tra quello che viene presentato. Sei stato ultimamente al Mia Fair a Milano? alcune gallerie avevano un livello basso e a parte i nomi noti c'era pochissimo di interessante o che mostrasse davvero una ricerca Quindi si io vedo che a livello arte contemporanea e fotografia il fermento si sta spostando a est, l'occidente sta attraversando un momento di crisi dei suoi valori non solo economici |
| inviato il 08 Ottobre 2024 ore 8:50
Sicuramente là c'è più apertura e situazione più frizzante. L'immobilismo quasi reazionario dell'occidente è su tutti i campi e la fotografia non ne è esclusa ovviamente. Non ci sono stato al Mia di recente. Poche mostre mi intrigano attualmente |
| inviato il 15 Ottobre 2024 ore 16:04
“ Quindi si io vedo che a livello arte contemporanea e fotografia il fermento si sta spostando a est, l'occidente sta attraversando un momento di crisi dei suoi valori non solo economici „ Crisi assoluta visibile a chiunque abbia un minimo di visione critica. Io, da profano curioso e semplice visitatore di mostre, noto che l'Occidente ha deciso di arruolare in servizio permanente arte e cultura a scopo politico per cui dà spazio a chiunque, anche mediocre, porti avanti certe tematiche. Non ho idea se nel continente asiatico sia diverso ma basterebbe svincolarsi da questa morsa per liberare la creatività e dargli spazio. ps: non ho guardato nel forum ma è stato postato qualcosa su Fan Ho? |
| inviato il 17 Ottobre 2024 ore 17:13
Sicuramente è stato nominato numerose volte, comuqnue parlando di fotografi storici io ho condiviso Eikoh Hosoe www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=4898626 Però mi riferivo più ai contemporanei |
| inviato il 17 Ottobre 2024 ore 17:20
Dei contemporanei ne so pochino e non conoscevo neanche Hosoe (ma avevo letto il post quando sono arrivato sul thread). Leggo volentieri quello che posterete, non potendo al momento dare contributi attivi. |
| inviato il 18 Ottobre 2024 ore 15:03
anche la mia impressione, per quanto poco possa valere, è quella di una maggior vitalità guardando ai paesi orientali, non solo in ambito fotografico ma in tutte le arti visive, nel cinema in particolare stanno recuperando una gap culturale notevole sia in termini di impatto visivo che di sceneggiatura, corea, cina, hong kong, giappone hanno produzioni che non faticano più ad arrivare a premiazioni o classifiche occidentali, specie nei cortometraggi... la fotografia dei paesi orientali probabilmente viene a galla più facilmente per il nostro sguardo perchè ha una sensibilità diversa però devo ammettere che dopo il "wow" iniziale spesso tendo a dimenticare più facilmente l' autore ed il suo lavoro e relego l' opera nei cassetti della memoria con la catalogazione di qualcosa di originale o interessante ma con poca sostanza in termini di impatto visivo, fatico quindi a trovare delle vere e proprie icone che potrei reputare indelebili, probabilmente per mio limite culturale....e comunque ci sarà più fermento nei paesi asiatici ma non mi sento proprio di confermare immobilismo fotografico nel nostro continente. |
| inviato il 18 Ottobre 2024 ore 15:08
Parliamo di autori europei contemporanei, chi reputi come indelebile? |
| inviato il 18 Ottobre 2024 ore 15:44
boh non saprei, mi viene in mente Alec Soth, Davide Monteleone, Todd Hido, Klavdij Sluban, Trent Parke (considero l' autore come occidentale anche se geograficamente l' australia sarebbe un po ad est), Jacob Aue Sobol, Mark Steinmetz, D'Agata... |
| inviato il 18 Ottobre 2024 ore 15:55
Alec Soth, Todd Hido , D'Agata che consoco bene li considero autori già affermati da anni, certo sono contemporanei e ancora al lavoro ma io parlo di giovani leve Alla fine parliamo sempre degli stessi soliti autori o comunque autori con un po' di primavere alle spalle |
| inviato il 18 Ottobre 2024 ore 16:59
ok, se penso a giovani leve, sbriciando tra la wishlist dei libri che vorrei sfogliare direi: Alisa Resnik, Bryan Schutmaat, Matthew Genitempo, Irina Ruppert, Henrik Malmström, Viviane Sassen, Francesco Merlini, Matteo Di Giovanni, Lucas Foglia, Benedetta Casagrande, Giulia Vanelli, Sebastiàn Bruno, Agnieszka Sosnowska, Joakim Eskildsen, Alex Llovet, Mike Brodie, Gregory Halpern....ma ce ne sarebbero molti altri, non avverto un periodo di stagnazione. ovvio che ci sarebbero anche tanti autori asiatici che in qualche modo mi hanno lasciato il segno profondo, in primis Rinko Kawauchi, Jungjin Lee, Yasuhiro Ogawa, il mitico Feng Li.....però, sotto sotto, avverto il fermento asiatico ma, a parte pochi, resto più attirato dalla produzione occidentale. |
| inviato il 23 Ottobre 2024 ore 8:05
Si può fare una statistica usando un sito selettivo e moderato come 1x. Alla pagina 1x.com/members/country sono elencati i membri pro per nazionalità. Basta fare un click sulla bandiera d'interesse e poi usare la funzione di ricerca del browser sul carattere "#" per contare quanti autori ci sono. Tanto per fare un esempio: in Germania sono 200, mentre in Cina, Russia e India, una ventina a testa. Non sono giovani leve e il risultato puà essere distorto dai curatori che sono occidentali o dalla storia del sito stesso, però è una indicazione oggettiva. Peccato non si possa valutare vedere la tendenza (crescita o decrescita). Personalmente sono convinto anche io che ci sia uno spostamento, anche senza arrivare all'estremo oriente. Mi riferisco ai paesi dell'est europa, Russia inclusa, ma hanno una produzione molto ragionata e libera da clichè. Quello che ci sta lentamente fregando nel lato occidentale nel mondo, è il rapporto con il tempo: siamo sempre di fretta. La fotografia ha bisogno di tempo e in alcuni paesi il tempo scorre più lentamente, ...sempre secondo me. |
| inviato il 23 Ottobre 2024 ore 8:13
è del 2018 sono passati un po' di anni é un bel sito che da spazio a tanti nomi interessanti, ma va visto in globale il movimento Fino al 2010 pochi consideravano la fotografia asiatica come qualcosa da collezionare, le cose sono cambiate molto tra Seoul che ha fatto importanti investimenti in cinema, arte e fotografia, Singapore, Tokyo e in Cina. Ci sono molti più collezionisti che danno spazio anche alla fotografia e hanno aperto diverse nuove gallerie. Le cose cambiano molto rapide e ogni anno le fette di mercato asiatiche sono più consistenti. Non è solo una questione di denaro, nei paesi arabi sono state aperte gallerie e invitati autori famosi, ma li tutto è molto più indietro. I fotografi occidentali continuano a dominare molte delle scene internazionali più consolidate, ma è perchè diamo più spazio agli occidentali, per esempio se vedi le quotazioni di fotografi come Fan Ho capisci che sono in crescita ma lontani da autori arcinoti occidentali, perchè le cose stan cambiano piano piano da noi, ma molto velocemente altrove. Ti faccio alcuni nomi: Nguan è un fotografo di Singapore che è diventato famoso sui social, ma ha saputo ritagliarsi il suo spazio avendo ampio consenso sia tra critici d'arte che pubblico internazionale www.instagram.com/_nguan_/ Sim Chi Yin è sempre di Singapore è la prima fotografa asiatica membro dell'agenzia Magnum Photos è con i suoi lavori sta avendo un grande consenso Zhang Kechun è considerato uno degli autori più interessanti del panorama contemporaneo e è esposto in tante gallerie occidentali in particolare grazie a The Yellow River Pixy Liao diventata famosa con Experimental Relationship, ma che continua a essere ospite in festival e gallerie occidentali Rinko Kawauchi con lavori come Illuminance e Ametsuchi sta ricevendo sempre più riconoscimenti. Ma al di la dei nomi è un dato di fatto che la fotografia sta sempre più venendo influenzata dalla visione Asiatica che è tendenzialmente diversa da quella occidentale. Aggiungici che manifestazioni come Seoul Photo Festival o il Jimei x Arles International Photo Festival stanno attirando molti curatori e collezionisti e ogni anno le cose sembrano crescere per qualità e quantità delle proposte Non siamo ancora alla svolta, ma io vedo un po' una stagnazione di idee in occidente |
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