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Lo stesso senso che aveva prima ;-) è semplicemente un fotomontaggio come si può già fare da sempre, ma reso 1000 volte più facile.
La fotografia è un'altra cosa, ovviamente se mezza immagine è ottenuta tramite generative fill è grafica digitale/fotomontaggio, non foto (nulla di male, ma è una categoria distinta, così come può essere la pittura, il disegno o CGI).
Come ho commentato nel video, a me sembra una cosa bellissima. La fotografia è sempre uguale, diciamo che è la base di partenza. Ma se ti serve una mano nel creare cose che non ci sono (es: sfondi) o nel sostituire, rimpiazzare, riempire, perché non usare un programma che ti facilita il lavoro?
@Sonysony Sono anche io un tradizionalista, personalmente evito persino il crop (anche perchè con 12mpx che vuoi croppare). In ogni caso, non c'è mai nulla di buono o cattivo, tutto dipende dall'utilizzo che se ne fa.
In ambito professionale, che c'è di male nell'allargare una foto di matrimonio, in modo che 'funzioni' meglio? Si sta erogando una prestazione professionale e lo si sta facendo al meglio. Come questo, si potrebbero fare mille altri esempi... cataloghi di moda, still life, ecc ecc. Anche nel caso di un fotoamatore, magari un minimo affermato, che fa mostre: la cosa più importante è il messaggio e nient'altro. Dal punto di vista di un osservatore, non importa il mezzo, non importa la tecnica, importa il messaggio, l'emozione.
Qual è il limite? Quando è necessario che una foto riprenda la realtà. Fotogiornalismo, foto di architettura con scopi diversi da quello puramente estetico/artistico, perizie tecniche, foto scientifiche, ecc ecc ecc. Poi, anche qui... quando il fotografo inquadra, sta già includendo ed escludendo alcuni elementi; in sostanza, qualunque fotografia non è mai una rappresentazione imparziale della realtà, neanche nel fotogiornalismo.
Da questo ne deriva che l'etica di un fotografo è ben distinta dagli aspetti tecnico-artistici legati agli strumenti fotografici (macchine, impostazioni di scatto, software, ecc), soprattutto quando si ha a che fare con situazioni in cui si è elementi estranei (fotografia naturalistica, antropologica, reportage/fotogiornalismo, ecc). Se sei etico, lo sei anche usando il Generative Fill di Photoshop.
[EDIT] Per inciso, il pennello correttivo e il timbro clone sono interventi invsivi al pari del Generative Fill a mio modestissimo parere. E' chiaro che la scala è differente, ma rimuovere un elemento che era presente in fase di scatto potrebbe già essere una modifica estremamente significativa (vedi il caso Steve McCurry). [/EDIT]
Sonysony sono d accordo con juza e con te Tanto si faranno vanto... Che tristezza.. no dico: fotoamatori? Nooo . Il piacere della fotografia sta andando a p......e . Già in tanti stravolgono i loro scatti rendendoli praticamente talmente perfetti da sembrare finti e tristi. Il perché? È giusto ritoccare ma stravolgere si va a perdere la bellezza dell' unicità che contraddistingue un essere umano dall' altro. Però contenti loro
A tal proposito, vi invito ad andare a vedere la splendida "Le due vie della vita" di Oscar Gustav Rejlander del 1857, ottenuta da una trentina di negativi diversi 'assemblati' in stampa.
Non è forse fotografia d'autore anche questa? Praticamente, il fotomontaggio è nato prima della fotografia bella e fatta come piace a noi.
Il bello è che con l'AI ci vincono anche i concorsi di fotografia ,non i concorsi di AI ma di fotografia, sono 2 categorie differenti secondo me, poi sbaglierò sarò antico......
E' una discussione che si ripropone ogni volta che la tecnologia consente gradi di manipolazione dell'immagine sempre maggiori (e sempre più facilmente accessibili); in tempi non sospetti (già nel 2014), a questo proposito avevo tradotto lo statuto artistico di Marc Adamus che trovo ancora di un'attualità sorprendente (se vi va leggetelo, e perdonatemi qualche licenza poetica che mi sono concesso nella traduzione).
Cito solo uno degli ultimi trafiletti:
“ Vorrei sottolineare il fatto che il mio business dipende in parte dal fatto che l'oggetto delle mie immagini sia davvero [come l'ho fotografato] . Editori di fama mondiale mi contattano per fare delle mie immagini usi come calendari, libri, poster, stampe, etc. In molti di questi usi, le immagini vengono viste da un pubblico che potrebbe in realtà andare nei luoghi che ho fotografato. Sarebbe una tragedia per me se qualcuno guardasse le mie immagini e poi, arrivando in quel dato posto, vedesse che non c'è davvero un lago, un ruscello, una montagna, etc. Questo è il rapporto unico che la fotografica artistica ha con la realtà stessa, e non posso [permettermi di] comprometterlo. „
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