| inviato il 25 Agosto 2021 ore 0:04
Voi come vi comportate quando fotografate persone in strada con volti riconoscibili? Ammesso che le foto non vengano usate per scopi commerciali, voi le pubblicate nel vostro portfolio senza liberatoria? Io ho vissuto quasi sempre fuori Italia e in molti paesi è più semplice la questione. |
| inviato il 25 Agosto 2021 ore 7:34
Non me ne preoccupo. Se fai street non puoi incartarti con la storia della privacy. Cerco di far prevalere il buon senso |
| inviato il 25 Agosto 2021 ore 9:13
Grazie per le prime risposte. Il mio quesito comunque è ancora più specifico relativo alla street photography soltanto. |
| inviato il 26 Agosto 2021 ore 11:08
“ In ogni caso, in Italia, vuoi perché oramai tutti hanno in bocca la parola privacy anche quando non c'entra nulla. Vuoi forse per questo clima negativo dovuto alla pandemia, la gente in giro a me sembra tutta incazzata. Subito e sempre in allarme. Quindi anche come dice Thecatio, per ora mi limito alla silhouette „ La pandemia non c'entra nulla. In Italia riguardo alla privacy, rispetto a tanti altri paesi, la gente ha un livello d'ipocrisia abnorme. Rompono gli zebedei se fai loro una foto dove a malapena s'intravede il profilo del volto, ma poi passano la vita a pubblicare un milione di selfie al giorno dalla zona cucina-cesso geolocalizzando puntualmente l'immagine. Personalmente, ma mi rendo conto che non sia una pratica da copiare, me ne sono sempre fregato delle questioni di privacy ( eccetto per i minori ). Pubblico anche i volti. Se poi qualcuno mi chiede di cancellare la foto, lo faccio senza problemi. |
| inviato il 26 Agosto 2021 ore 11:46
“ personalmente, da amatore, evito i volti o evito di esporli correttamente (solo silhouette). „ come una legge del cavolo riesce a stravolgere il significato della street privandola il più delle volte di contenuti |
| inviato il 26 Agosto 2021 ore 12:52
Una domanda: ma come fanno allora gli autori di libri sulla street photography? Io ne ho molti di quei libri e ci sono centinaia di foto di visi di persone. |
| inviato il 26 Agosto 2021 ore 12:58
“ Una domanda: ma come fanno allora gli autori di libri sulla street photography? Io ne ho molti di quei libri e ci sono centinaia di foto di visi di persone. „ La legislazione in merito alla privacy varia da paese a paese. In Italia è una delle più stringenti. Gli Stati Uniti in confronto sono il paese dei ballochi. |
| inviato il 26 Agosto 2021 ore 13:26
Se vedi nella mie gallerie, ci sono decine di ritratti. Non ho mai chiesto una liberatoria: do per scontato che chi accetti di farsi fotografare, non abbia nulla in contrario alla pubblicazione senza fini di lucro. Tutte persone incontrate casualmente. Che magari mai più incontrerò. Anzi, talvolta, lascio il link, cosicché possano vedere le foto ("Dove posso rivederle?" mi chiedono). Poi ci sono anche persone che non sanno di essere state fotografate, ma se l'immagine, a mio giudizio, non è "offensiva", la pubblico ugualmente. Mai avuto problemi. E nessun problema a cancellare se mi venisse chiesto. Secondo me, tutto si può affrontare con un po' di buon senso da entrambe le parti. Però è anche giusto che ci sia una legge che tuteli la privacy: se un altro ti fotografa, mica è detto che ti possa sempre far piacere! Quindi (quando siamo noi a scattare) dobbiamo comprendere sempre anche "l'altro"! |
| inviato il 26 Agosto 2021 ore 13:27
Pratico la street come genere esclusivo in fotografia, personalmente penso che il talebanesimo della privacy stia privando le future generazioni di testimonianze preziosissime, siano anche delle pessime fotografie ma che dire dinanzi a foto del passato ritraenti luoghi o persone che furono, per quanto banali gli stessi scatti possano essere. Francamente ho anche abbattuto, con grande mia liberazione, il tabu' di non ritrarre i minori, paranoia inconcepibile in riferimento alla futura testimonianza. Non cedo che male ci sia, basti solo pensare alle immense pagine di poesia negli scatti, anche irriverenti, sui "bambini" fatti in passato, si pensi a Diane Arbus o Elliot Erwitt solo per citarne qualcuno |
| inviato il 26 Agosto 2021 ore 13:29
“ come fanno allora gli autori di libri sulla street photography? „ non credo che vadano a cercare le liberatorie. Purtroppo però si vedono sempre meno le facce e si sta riducendo il genere a un gioco graifco con le ombre e le luci in città (e i manifesti diventano i veri protagonisti) |
| inviato il 26 Agosto 2021 ore 14:13
Sinceramente io come altri streeters non abbiamo mai avuto notizie di fotografi incriminati per violazione della privacy, per lo meno in Italia, nonostante la legge molto restrittiva come già detto in post precedenti. Piuttosto, come ho già accennato, ma anche altri streeters me lo hanno confermato, c'e in giro sempre più gente suscettibile, diffidente, con la quale magari puoi avere diverbi per fotografie fatte dive queste persone sono riprese. Normalmente in questi casi tutto si risolve spiegandogli cosa stai facendo e, nel caso il diverbio continui, con la cancellazione della fotografia |
| inviato il 26 Agosto 2021 ore 14:27
Feci 4 chiacchiere con un giudice proprio prima dell'estate lamentando il grave pregiudizio alla street derivante dall'attuale normativa. Fummo d'accordo ma senza trovare soluzione |
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