| inviato il 09 Dicembre 2015 ore 19:08
Ciao a tutti, ho bisogno di chiarirmi un attimo le idee, nel passaggio teoria-pratica qualcosa mi sfugge La situazione in realtà, dopo aver letto centinaia di post a riguardo, dovrebbe essere abbastanza semplice ma siccome sono ignorante in materia di stampe (nonostante il buon Raamiel mi abbia già introdotto nel mondo del colore) chiedo lumi a voi. Ho diverse foto dell'America che vorrei provare a stampare e dal sito della Whitewall mi sono scaricato un paio di profili ICC. Il monitor su cui lavoro è un HP Wide Gamut profilato con Spider3, forse non sarà perfetto ma qualcosa ne ho tirato fuori e la visualizzazione sia in PS (rispetto a Foto) che in Firefox (rispetto a Edge) mi danno conferma di ciò, le foto sono state salvate in Tiff, Prophoto 16bit. Ora, se installo i profili ICC, e utilizzo lo strumento Soft Proof di PS, seguendo le istruzioni del sito da cui li ho scaricati, ottengo i seguenti risultati: - ICC UV fineart per stampa di prova economica: la foto risulta slavata, perde dettaglio in maniera abbastanza vistosa - ICC Hahnemuehle FineArt Pearl: la foto rimane quasi identica, con leggera modifica di alcune tonalità e forse un pò di perdita di dettaglio Al di là della difficoltà di recuperare la foto nel caso del profilo economico, in parte ci sta, la cosa che non mi è chiara è che come descritto sul sito di stampa utilizzando la funzione "Avvertimento gamma" (Shift+Control+Y), che permette di individuare ciò che non potrà essere riprodotto sulla carta stampata, in entrambe i casi grosse porzioni della foto risultano non stampabili correttamente. Con il profilo Hahnemuele quasi tutta la porzione di cielo blu intenso, mentre l'azzurro risulta coperto, con la UV economica quasi tutto il cielo e buona parte del terreno (panoramica sulla Monument Valley terra rossa e arancione). Ora mi chiedo, se dettaglio e vividezza o tonalità posso provare a recuperarli, come faccio a rendere la foto stampabile nella sua interezza. Sempre su Whitewall suggeriscono in questi casi di "ottimizzare gli spazi colore più ampi del gamut della periferica specificata". Scusa l'ignoranza, come faccio? Dipende dal prophoto che per la UV è "TROPPO"? Non vorrei dover ripartire da zero a elaborare le foto per qualche stampa economica di prova. E allo stesso tempo non vorrei dover spendere 150€ per stampare su supporti pregiati senza aver mai fatto qualche prova prima. Ci sta anche che PS esageri un pò, mi accontenterei di un buon risultato, accettabile, per fare qualche prova su carta economica, perfezionare gli automatismi e passare in seguito a stampe di qualità superiore. Grazie a chiunque vorrà aiutarmi, e scusate se ho scritto qualche castroneria, sono tutt'orecchi |
| inviato il 09 Dicembre 2015 ore 20:56
Intanto ripasso, grazie. Visto che mi capitato un problema reale forse stavolta riesco a "concretizzare" meglio la teoria. |
| inviato il 09 Dicembre 2015 ore 22:32
Posto anche qui parte del mio ultimo intervento sull'altro topic : La questione soft proof è complessa... Intanto monitor e stampanti appartengono a classi completamente diverse; il monitor è una periferica emissiva con sintesi additiva, la carta stampata è a sintesi sottrattiva ed è di natura riflessiva.
 La soft proof tenta, e sottolineo tenta, di simulare a monitor il cromatismo della stampa. Il risultato però dipende molto da due fattori: 1) precisione dei profili .icc che descrivono monitor e stampante/carta da simulare 2) gamut del monitor che deve essere abbastanza ampio da contenere il più possibile il gamut da simulare La conversione colorimetrica di una soft proof è: File -> PCS -> stampante/carta -> PCS -> monitor L'intento di rendering da file a stampante/carta è quello che prevediamo di usare per la stampa effettiva. L'intento di rendering da stampante/carta a monitor è assoluto se si vuole simulare il punto di bianco della carta e il nero dell'inchiostro, altrimenti il relativo per simulare solo il nero, e in ultimo il relativo cpn se non si vuole simulare il bianco e il nero. E' importante notare che il profilo della stampante/carta durante la soft proof è percorso in backward e poi in forward. Normalmente i profili di stampanti/carte sono di destinazione e vengono percorsi solo in backward, cioè da PCS a RGB (o CMYK se il profilo è di questa natura); spesso le tabelle in forward sono a bassa precisione, per risparmiare spazio. Quindi attenzione.... se non avete fatto voi il profilo potreste avere spiacevoli sorprese. |
| inviato il 10 Dicembre 2015 ore 11:09
Ok, rileggendo il tuo post sul gamut mapping sono riuscito a capire di cosa si sta parlando, e già è una cosa. Però mi domando, a lato pratico, non credo che sia la procedura seguita da tutti coloro che vogliono stampare una foto. Possibile che non ci sia un "percorso facilitato" a disposizione per avere almeno una discreta coerenza tra ciò che vedo a monitor e ciò che verrà stampato? Oppure la maggior parte di coloro che stampano on-line vanno a caso? Sperano che il risultato sia buono? Buttano soldi in più stampe di prova per ogni singola foto per poi averne una finale decente? Non voglio sminuire il tuo prezioso lavoro, capire come funziona è senza alcun dubbio indispensabile, ma come detto sopra mi sembra una procedura piuttosto complessa per essere applicata a ogni singola foto che ogni singolo utente stampa on-line. Credo anche di aver dedotto che stampare in casa permette, a costo di qualche prova, di avere un maggior controllo e una maggiore semplificazione della procedura. Ma per i formati panoramici è davvero un salasso. |
| inviato il 10 Dicembre 2015 ore 11:33
"1)......Ora, se installo i profili ICC, e utilizzo lo strumento Soft Proof di PS, seguendo le istruzioni del sito da cui li ho scaricati, ottengo i seguenti risultati: - ICC UV fineart per stampa di prova economica: la foto risulta slavata, perde dettaglio in maniera abbastanza vistosa - ICC Hahnemuehle FineArt Pearl: la foto rimane quasi identica, con leggera modifica di alcune tonalità e forse un pò di perdita di dettaglio 2)..........utilizzando la funzione "Avvertimento gamma" (Shift+Control+Y), che permette di individuare ciò che non potrà essere riprodotto sulla carta stampata, in entrambe i casi grosse porzioni della foto risultano non stampabili correttamente. " Passando da Prophoto ad un gamut di stampa, accde praticamente sempre così, è normale vedere le foto slavate, spesso scure e con colori poco saturi, idem per i fuori gamma cromatici, spesso ne schizzano fuori a balle, se uno fa il fotoritocco senza tenerli sotto controlo con continuità. 1) la ripresa della vivacità dell'immagine NON è affatto un lavoro facile, e più lo spazio colore di lavoro in PP è grande, più difficile è fare la ripresa dell'immagine. Stampando in casa, uno impara a conoscere veramente a fondo la propria stampante, e con molta pratica ed esperienza, uno aggiunge passi di fotoritocco in softproofing per riavere, in gamut di stampa, una immagine brillante. Facendo stampare ad un laboratorio, anche se ti danno il profilo ICC, il gamut della loro stampante con quella specifica carta, tu non hai conoscenza approfondita ed esperienza di come stampa quel trabiccolo che usano loro, e dunque la ripresa di vivacità dell'immagine comporta comunuqe un bel rischio di fare delle patacche o delle fotografie smorte. Normalmente, a fotografia già finita ed inserita in softproofing, per riportarla ad una vivactà abbastanza vicina a quello che si vede a monitor, si prova prima a cambiare intento di rendering e poi si aggiungono livelli di Luminosità /Contrasto o Curve o Tonalità e Saturazione, quasi sempre settorializzati, per avvicinarsi il più possibile, in gamut di stampa, a quanto si vede a monitor. Meglio aprire due immagini uguali sulla stessa finestra, uno in spazio colore originale di lavoro e l'altra nel gamut di stampa, affiancate, e poi lavori su quella in gamut per rifarla il più possibile vicina ( uguale NON la fai) a quella che vedi a monitor. 2) Se in fotoritocco non hai fatto delle patacche, delle foto con cromatismo estremamente saturo, tipica roba da patacca, come fanno molti, moltissimi, anche qui nelle Gallerie, e se non devi fare foto tecniche, i fuorigamma raramente presentano seri problemi, dato che il driver della stampante te li recupera bene, cambia un po' il colore, ma non te ne accorgi. Comunque, stampando coi laboratori, a parer mio, MAI usare Prophoto RGB, mai, dato che i laboratori poi NON ti fanno loro la ripresa di stampa in softproofing, te la devi fare da te, e tu che cosa combina la stampante loro non lo sai ( soglia del nero?, limite del bianco bruciato? gamma di contrasto reale della stampante?) cioè non conosci i delta di quei valori con quelli del tuo monitor, e dunque fai un salto che non è al buio ( il profilo ICC loro ce lo hai) ma di sicuro è un salto in acque torbe, e qualche musata sul fondo la tiri di sicuro. Se il fotoritocco non è lungo da rifare per tutte le foto da stampare, io rifarei tutte le fotografie in sRGB, per stare al sicuro, e dopo rifai il softproofing e la ripresa. |
| inviato il 10 Dicembre 2015 ore 13:32
Grazie Alessandro, farò un paio di prove come consigli tu, e qualcuna con Argyil. Nel frattempo ogni approfondimento è ben accetto. Anche esperienze e workflow personali possono essere utili, credo, anche ad altri utenti ? |
| inviato il 10 Dicembre 2015 ore 14:42
Il percorso facilitato c'è; consiste nel convertire nello spazio colore di destinazione con i profili che ti danno e limitarsi a scegliere l'intento, se possibile. Non è il massimo della vita, ma è semplice e in genere da risultati degni. In casi più difficili potresti essere costretto a interventi manuali selettivi, aiutandoti con la sooft proof e il gamut warning; in tal caso è vitale che il tuo monitor sia di qualità e che i profili che descrivono le periferiche della catena siano di ottima fattura. Puoi anche impostare la tua PP fin da subito su di una certa stampante/carta, una sorta di sviluppo ad hoc per quella periferica; strada in genere sconsigliabile, a meno che non si sia interessati che a quello. Poi c'è una via sicuramente più facile, universale e numericamente conforme; e sarebbe la procedura che ho descritto per il gamut mapping fatto su misura. Per ottenere il massimo io consiglierei di sviluppare la foto in RaamielRGB L* e procedere poi a un gamut mapping personalizzato per la stampa. Il RaamielRGB è uno spazio teorico wide gamut ottimizzato per essere il più piccolo possibile e al tempo stesso includere i gamut di monitor e stampanti/carta. Compatibile anche con indirizzamento 8bit, non ha errori di quantizzazione interna e non presenta alterazioni sul PCS. Maggiori dettagli qui: www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=1328046 In ogni caso l'uso di sRGB è deprecabile; troppo piccolo, gamma bislacca ed errori su PCS. Se sviluppi in sRGB ti precludi un bella fetta di cromie che potresti stampare. |
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