“ E' una pratica molto rischiosa e dai risultati incerti: per 1 che ci riesce 100 rovinano il sensore.
Di solito si raschiano via le microlenti con uno stecco di legno tenero tagliato a scalpello: per un lavoro ben fatto ci vogliono circa 10 ore per un aps-c lavorando col microscopio o con oculari dal forte ingrandimento. Occorre stare attenti ai bordi, SE tranci anche uno solo dei mille milioni di microfiletti d'oro perimetrali che collegano i fotodiodi al processore hai finito e puoi buttare tutto, SE sbagli inclinazione dell'attrezzo righi il sensore, SE esageri con la pressione ammazzi i fotodiodi, SE ti dimentichi di togliere qualche cella di bayer la vedi subito in foto, AMMESSO che tutto vada bene, hai rogne per riallineare il sensore, che basta qualche centesimo di millimetro quando lo rimonti per perdere tutto il vantaggio della maggior nitidezza data dalla debayerizzazione.... insomma, e' un'operazione difficile.
Da tenere in considerazione poi che lavori esclusivamente con i raw, sperando che siano dei veri raw e che il software della macchina non li elabori di nascosto prima di passarteli, che con le Nikon non e' affatto scontato.
Eppoi, sinceramente, ho visto dei confronti diretti di chi ce l'ha fatta prima\dopo.... bah, secondo me non ne vale la pena: la nitidezza e' inavvertibile in stampa, ma solo a monitor 100%\200% e i toni di grigio sono identici a quelli ottenuti col bayer; conviene fermarsi alla conversione full spectrum e divertirsi con quella e filtri vari davanti all'obiettivo alla bisogna MrGreen „
Ok, l'avevo fatta immensamente troppo semplice