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Per capire la vera fotografia: Consiglio Analogica


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avatarsenior
inviato il 24 Gennaio 2020 ore 6:52

www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=3456590

user120016
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inviato il 24 Gennaio 2020 ore 7:16

Interessante spunto di riflessione, Valerio ;-)

avatarsenior
inviato il 24 Gennaio 2020 ore 7:16

"E vorrei aggiungere un'altra riflessione.
Se pretendiamo di scattare con pellicole dozzinali, usando vetracci da quattro soldi (le ottiche scarse sono sempre esistite...), far sviluppare i nostri negativi o diapositive a Photosì o robe simili, e magari scansionare il tutto con scanner presi in offerta da Mediaworld a pochi euro, poi non ci lamentiamo delle cocenti delusioni. I paragoni con il digitale, ammesso che abbiano un senso ( e per me non lo hanno) vanno fatti a parità di condizioni.
Prendiamo una Velvia o una Portra, con un leitz o uno Zeiss davanti, sviluppata come si deve in camera oscura e poi stampata chimicamente su carta idonea in formato idoneo (o acquisita con scanner serio) e poi magari ne riparliamo…"

Straquoto. Ecco appunto il vero succo di tutta la discussione al quale io mi sono ispirato nelle mie risposte, da vecchio fotografo di camera oscura sin da primi anni 60. Ma questo -talvolta- sembrerebbe un ragionamento ostico a comprendersi.

avatarsenior
inviato il 24 Gennaio 2020 ore 7:20

Domenico io sono d'accordo con te ma su una cosa stai sbagliando (in amicizia).

Quando affermi:


Magari c'è chi come te preferisce studiare la PP per simulare e sistemare DOPO perché nella fase di scatto ci pensa la macchina, e chi preferisce magari studiare su come ottenere degli scatti buoni PRIMA, (perché la macchina non ti assiste in nulla e ci devi mettere del tuo sul campo) e che poi necessitano di pochi interventi in camera oscura.



Perdonami ma io da paesaggista punto a fare tutto ciò che hai descritto sopra con il digitale, facendo ovviamente largo uso di filtri NDG/ND e pola. Singolo scatto, singolo negativo digitale, pochissima post (sono pigro..).

Se devo fare un ritratto idem. Ho usato di tutto, dalle luci continue alle torce studio a pannelli di ogni genere fino si collant della fidanzata davanti alla lente.

Lo scopo è sempre lo stesso: ottenere subito lo scatto buono così come lo avevo pre-visualizzato.

Quello che voglio dire è che l'approccio allo scatto è una mera questione di forma mentis, che sia in analogico l digitale cambia poco.

avatarsenior
inviato il 24 Gennaio 2020 ore 7:25

"...ho l'enorme curiosità di capire come si scattava una volta.."

Non esiste una differenza di modalità operativa di scatto tra digitale ed analogico, si fanno esattamente le stesse identiche operazioni, con la differenza che la Messa a Fuoco oggi la puoi fare, oltre che in manuale, anche in automatico, ma il resto è tutto uguale.

Solo che un tempo praticamente tutti sapevano scattare bene, semplicemente perché se non scattavano bene la foto non la facevano, mentre oggi la fotocamera corregge gli errori dei micci ed una foto, magari di merda, ma anche al miccio gliele tira fuori sempre.

Fatti un corso di Fotografia, e da uno bravo, non da un cocomeraio che si ricicla a far corsi di fotografia, invece che buttar via dei soldi in trabiccoli vecchi e morti.

avatarsenior
inviato il 24 Gennaio 2020 ore 7:26

Le foto brutte si facevano anche prima ragazzi... semplicemente, uno se le teneva nel proprio angolino senza condividerle ai quattro venti come si fa oggi

user120016
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inviato il 24 Gennaio 2020 ore 7:31

Palgiam, tu hai ragione. chi vuole ottenere super risultati con la pellicola deve spendere. Denaro e tempo. Ma questo vale non solo per la pellicola.
Però l'aspetto qualitativo e di risultato potrebbe non essere il fine ultimo per chi si accosta all'analogico. O almeno non l'unico. Mi riferisco al piacere d'uso ed all'esperienza completamente diversa che si vive.
Certo è un qualcosa di intimo e personale che difficilmente si può condividere su Instagram e non fa guadagnare likes. Né si può sbandierare nel forum. Se si accetta che fotografare a pellicola è anche il viaggio e non solo la destinazione, allora si potranno comprendere certe scelte. Anche molto diverse dalle nostre.

user120016
avatar
inviato il 24 Gennaio 2020 ore 7:34

Maurizio, infatti non penso che uno scatto buono dipenda dal supporto, ma appunto come scrivi tu, dalla forma mentis. Chi pensa che basti scattare come viene tanto poi ci pensa la PP, per me sbaglia... Tutto qui. Ed il digitale facilita questo procedimento, viste le possibilità di recupero enorme... ;-)

avatarsenior
inviato il 24 Gennaio 2020 ore 7:44

"..Se si accetta che fotografare a pellicola è anche il viaggio e non solo la destinazione,.."

No, a livello concettuale non è cambiato nulla ad oggi da quando è stata inventata la Fotografia, 200 anni fa.

Io ho fotografato 38 anni a pellicola, prima in 6 x 6 poi in 35 mm e col 35 mm stampavo con IFF Auregon, Componon 50 F 4 per tutto e Rodagon 50 F 2,8 per i fotomontaggi, ed ho sempre stampato in formato minimo 30 x 40 cm.

Dal 2008 sono in digitale, sempre con 35 mm, non uso Dx, e con Epson 3880 e stampo sempre in formato minimo 30 x40 cm (oggi, A3) ma in digitale faccio molte più stampe più grandi del 30 x 40 rispetto a quelle che facevo a pellicola, e stampo anche in A2.

Col digitale si fanno Fotografie stampate estremamente migliori che a pellicola, non migliori, ma estremamente migliori, sia in B&N che a colori, ma questo è solo l'aspetto tecnico.

A livello di approccio allo scatto, a livello concettuale, in digitale ci si gode lo scatto esattamente come a pellicola, pari pari come a pellicola, non è cambiato assolutamente nulla, basta comprare attrezzatura buona e non dei troiai, troiai che oggi imperversano, mentre a pellicola erano rari.

E' il Fotografo che decide che cosa fare con i trabiccoli che usa, non il viceversa, e se non li sa usare bene, o compra del pattume per fare le Fotografie, non è un Fotografo ma è solo un incompetente.

avatarsenior
inviato il 24 Gennaio 2020 ore 7:53

@Alessandroprof
il tempo di esposizione è sempre un compromesso, che sia su pellicola, carta o digitale. Personalmente da quando sono passato in digitale non ritorno indietro (anche se ogni tanto la voglia ritorna).

come ha già fatto notare Domenico Mancuso, è evidente che mi riferivo al compromesso dell'unica esposizione per tutti gli scatti.
I provini li usavo per i matrimoni, per escludere dalla stampa quelle in cui il soggetto era venuto male, con la matita vetrografica facevo una croce su quelle da scartare e segnavo l'inquadratura orizzontale o verticale per il laboratorio.
Per il b&n che trattavo sempre interamente da me, archiviavo i negativi insieme ad un provino, per avere dei riferimenti.
Stampare a contatto il 6x6 è assurdo, troppo piccolo il formato per apprezzare le stampe ... tanto vale guardare le foto sullo schermo del telefono Cool
Può avere minimamente senso dal 4x5" in su, ma parliamo di altro tipo di fotografia e di macchine fotografiche.

avatarsenior
inviato il 24 Gennaio 2020 ore 8:12

Riguardo alle pellicole per il medio formato:
120 - 12 fotogrammi sul 6x6 (di meno o di più per 6x7 6x9 e 4,5x6), carta posteriore su tutta la lunghezza della pellicola, utilizzabile sia con macchine a caricamento automatico, sia con apparecchi a caricamento manuale con la finestrella sul dorso.
220 - 24 fotogrammi sul 6x6 (e numeri doppi rispetto al 120 per gli altri formati), carta posteriore solo ad inizio e fine rullo, per impedire che prenda luce la pellicola, utilizzabile solo con apparecchi automatici. Le macchine senza magazzino intercambiabile che ne permettevano l'uso avevano dei settaggi da effettuare, tipo ruotare il pressa pellicola per compensare la mancanza dello spessore della carta, diversi punti di riferimento per l'inizio, selettori ecc ... I magazzini intercambiabili erano spesso dedicati all'uno o all'altro formato.
620 - poco diffuso, era praticamente un rullo 120 avvolto in un rocchetto metallico più sottile. ad un certo punto. quando finì fuori produzione, chi aveva macchine con quel formato, comprava i rulli 120 e li ribobinava, al buio sul rocchetto 620.
127 -12 fotogrammi sul formato 4x4 (e di conseguenza più o meno sul 4x6 e 4x3), usato per macchine semplici, come le Comet Bencini, ma ne fu fatta addirittura una versione della Rollei Biottica.
In passato sono esistiti formati di pellicola in rullo più grandi, mi ricordo che una volta ebbi tra le mani una folding con dentro un rocchetto di legno decisamente più grande del 120, almeno 8 cm, forse di più.
Ricordo che il caricamento automatico dei rulli, effettuato senza avanzare a occhio guardando nella finestrella: manina ... pallini e infine il numero, è molto critico, perché non essendo la pellicola perforata, il meccanismo utilizza una camma che deve calcolare il numero di giri necessari al rocchetto, a seconda se è pieno o vuoto, da qui il trascinamento irregolare di macchine come la Pentacon Six e ... disastroso nel caso della Kiev.

avatarsenior
inviato il 24 Gennaio 2020 ore 8:19

Domenico Mancuso,é vero, e ci sarebbe da dilungarsi fino alla noia in ragionamenti sull'argomento.
Però, in tutta franchezza,, ciò che personalmente non condivido (sarà probabilmente un mio limite) è l'approccio “parziale” alle cose.
A mio modesto parere non si può valutare, o meglio apprezzarne i risultati se, ad esempio della fotografia, non si percorre tutto il tragitto: dallo studio del soggetto al trasferimento su un valido supporto di quello scatto, in modo che possano essermi restituiti pregi e difetti della foto (che personalmente identifico in una stampa, ma questo non conta).
Non voglio neppure pensarci ma va di per sé che –se fosse solo per il gusto della prova- senza neppure comprare la fotocamera basterebbe chiedere al negoziante o all'amico il favore di un prestito per fare quattro scatti, limitandosi al solo acquisto del rullino.
Giampaolo

avatarsenior
inviato il 24 Gennaio 2020 ore 8:30

Il 220 lo puoi ottenere ribobinando il 120 sul rocchetto originale 220.

Neanche un po'.
Il 220 aveva carta iniziale e finale e solo pellicola nel mezzo, lunga il doppio di quella 120.
Dato che le bobine 120 non sono nemmeno in vendita bisognerebbe appiccicare due rulli: una follia e inutilità totale.

avatarsenior
inviato il 24 Gennaio 2020 ore 8:59

Peccato... la prima Rolleiflex del 1929 usava pellicole 220.

avatarsenior
inviato il 24 Gennaio 2020 ore 9:06

Peccato... la prima Rolleiflex del 1929 usava pellicole 220.
Nel 1968 acquistai una fiammante rolleiflex 3,5 planar (125.000 lire) aveva un selettore per l'uso di rulli 120 e 220. I 220 non venivano usati molto e costavano leggermente più di due rulli 120. Li ho usati si e no 3/4 volte

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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