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@Enrico se uno accetta l'MTF Velvia 50 pubblicato dalla casa madre Fuji e tratta i suoi numeri come se fosse un sensore [ossia dà per buono MTF(totale)=MTF(ottica)*MTF(Velvia)] la conclusione è evidente.
Non ci sono sensori non solo a MTF100 ma anche sopra (MTF>100) dove conta veramente, cioè a lp/mm moderate, la Velvia scende sotto MTF100 a 20 lp/mm. Semplicemente pazzesco. Col digitale si ottiene qualcosa di confrontabile con esteso sharpening in PP. Si fa più alla svelta a riconoscere che il contrasto Velvia è irripetibile da un sensore.
Le MTF50 dell'85 mm riportate sono Imatest, non ci impazzerei sulla accuratezza di quei dati anche se la precisione probabilmente è sufficiente. Oggi le MTF bisogna consultarle su Lensrentals perché escono da un banco ottico. In Italia ha mollato anche "Tutti Fotografi" e delega ai francesi di "Chasseurs d'Images".
A meno di arrampicarsi sui vetri, una pellicola non soffre di aliasing, posto qualcosa qui www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=3520212 più tardi perché l'aliasing è deleterio per la "nitidezza" e non l'ha fatto notare nessuno.
Non ci avevo mai pensato ma la Velvia (sensore) va nettamente sotto MTF64, MTF minimo di qualsiasi sensore al Si con geometrie quadrate classiche alla frequenza di Nyquist. Se un sensore è a MTF35 come la Velvia a 60 lp/mm significherebbe essere in regime di aliasing. Si sa che l'aliasing è imprevedibile. In una mira a barre l'aliasing ti fa girare le bianche in nere e viceversa. In un Bayer c'è il Moiré colorato abbastanza noioso (nel Foveon il Moiré è solo BN!).
Innamorato della Velvia è il folle Ken Rockwell. McCurry invece ha sempre ricorso a Kodakchrome, fino alla pagliacciata del'ultimo rullino prodotto!
Ecco, per gli amanti del banco ottico, delle lastre 8x10 e dei viaggi in america, Timothy O'Sullivan con la sua camera oscura "portatile", Sand Dunes - Carson Desert, Nevada. Photo shows the wagon O'Sullivan used to carry photographic equipment. Geological exploration of the fortieth parallel Clarence King. Photograph by T.H. O'Sullivan - 1867 credo, come ho scritto sopra, che all'epoca usasse lastre in vetro al collodio umido, mi son letto tutta la storia sul Beaumont Newhall Storia della fotografia ma sono passati 3 anni e non ricordo tutto con precisione, comunque se in questi giorni avete tempo libero le 452 pagine del Newhall vi fanno passare il tempo. www.einaudi.it/catalogo-libri/arte-e-musica/arte/storia-della-fotograf
qua altro che 8x10. bellissimo su polaroid ... e a colori .... forse poco trasportabile
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