| inviato il 31 Ottobre 2019 ore 5:46
“ un bel posto puoi anche godertelo e non per forza fotografarlo. „ Sostituendo bel posto con la parola tramonto, casualmente è l'identico concetto recentemente espresso dal Benedusi, e sul quale vari sono poi insorti. “ Ma non è che in paesaggistica puoi inventarti chissà cosa... non è che tu abbia tantissimo spazio di manovra. „ Tendenzialmente discordo. Infatti è ben risaputo che se d'innanzi ad un qualsivoglia soggetto (naturale, cittadino, umano, inanimato..) sul quale si dovessero cimentare una ventina di scattanti fotografici, si otterrebbero venti tipologie di risultati pressochè differenti. Conoscere la tecnica e padroneggiare il mezzo, è ovviamente cosa importante, la base dal quale si parte per costruire le fondamenta, ovvero i "plinti" dell'espressione fotografica. Da lì il seguito, che consiste nella successiva costruzione dei vari piani, solai, e poi fino al tetto dell'ipotetico e metaforico edificio, non è più cosa che riguarda l'attrezzatura ed il suo grado di conoscenza. “ I lucchetti a Ponte Milvio come li fai sono sempre quelli. E hanno stancato. „ Hanno stancato perchè li hai visti ritratti più o meno sempre nella stessa maniera. E non ne puoi giustamente più. Se si cimentasse nel fotografarli un abile autore, vedresti la differenza e quella "freschezza" verrebbe subito colta all'osservazione. E la noia sarebbe sostituita dall'apprezzamento, fino all'ammirazione. Il problema generale è che si è inflazionati da fotografie che sono sempre troppo uguali. L'emulazione, l'omologazione, il conformismo ed il troppo visto sono aspetti ridondanti a dismisura, una vera epidemia esponenziale e tipico aspetto del mondo fotografico. Infine vorrei sottolineare un'ultima cosa che riscontro ormai costantemente in ogni occasione. Troppi sono ossessionati dal "messaggio" che vogliono vedere insito nelle fotografie o ne vanno a ricerca nei suoi autori. Continuamente si leggono richiami in tal senso, ma puntualmente a sproposito e questo nella schiacciante maggioranza dei casi. Inutile cercarne, a stare bassi il 98% delle foto qua visibili, non ne hanno e non serve che ne abbiano di presunti e fantomatici messaggi. Se ne potrebbe parlare ma in fotografie di ben altri autori e di altri contesti. Il prossimo che scriverà del messaggio insito magari in un EP, per il bene suo e dell'intera comunità, dovrebbe essere condannato almeno alla fustigazione. E dopo trenta nerbate nella schiena, per concludere... un gavettone a base di aceto, sale e succo di limone. Per gli imperterriti fissati dei "messaggi", consiglierei di lasciar perdere le fotografie e di ricercarli invece nelle bottiglie, in spiagge e battigie di laghi e mari. Avrebbero sicuramente miglior fortuna... nel trovarne. |
| inviato il 31 Ottobre 2019 ore 8:16
Mi sembra che anche qui si stia passando dall'argomento del topic allo sfogo Benedusiano (off topic: che differenza di messaggio c'è tra cascate setose e modelle svestite lo capisce solo lui). Lasciamo da parte la mancanza di messaggio nelle foto di gattini, di lucchetti, di cascate e di tramonti (già le albe qualcosa di ragionato hanno). Penso che ognuno debba percorrere una lunga strada per arrivare al punto della propria fotografia, e, se per alcuni (magari molti) questo percorso si fa impervio e cerca la scorciatoia del cambio dell'attrezzatura, ben venga. Banalmente, come faccio a sapere che la visione che ho in mente ha bisogno di una specifica lente se non la cerco? E se non lo so, comprerò di tutto fino a che non la trovo. Magari penso che sia il corpo che non è in grado di darmi quello che cerco. Non tutti abbiamo menti analitiche unite a spiccato senso estetico e sensibilità per la comunicazione (mi ci metto in mezzo pure io). Chi arriva a comprendere che l'attrezzatura non migliora le proprie foto, come fa osservare qualche pagina indietro Alessandro, cresce e magari o ritorna sui suoi passi, o si rende conto che deve cercare qualcosa dentro di se. Che, attenzione, non vuol automaticamente dire smettere di fare le foto ai gattini, ma cercare di fare le stesse foto mettendo la propria visione dei gattini. Aggiungo, a scopo squisitamente provocatorio pure io, che anche chi è all'ossessiva ricerca del messaggio in una fotografia diventa facilmente preda della propria ricerca. Alla fine è come in politica: se ti spingi sempre più a destra, alla fine incontri chi si spinge sempre più a sinistra: si sviluppano le stesse idee, ma per il solo fatto di essere "dall'altra parte", ci si odia cordialmente. Potremmo scrivere pagine e pagine chiedendoci quale sia il messaggio di una foto sfocata in bianco e nero, di un passante in cappotto scuro davanti ad un negozio illuminato nella prime ombre della sera, ma credo che molti siano intimamente convinti che quella foto, per il solo fatto di non ritrarre un paesaggio,cerchi di trasmettere un messaggio e che quindi abbia più dignità. |
user19933 | inviato il 31 Ottobre 2019 ore 8:31
Diciamo che, per come l'ho inteso io almeno, il senso originario della discussione era quello di "arrendersi" troppo presto, con troppa superficialità/disinvoltura forse, ai limiti dell'attrezzatura (in favore di altra, più moderna, diversamente performante) anziché indagarla più a fondo (curva di apprendimento) per scoprire che l'eventuale limite è insito soprattutto nel fotografo (e non nella fotocamera). Il tutto senza portare agli estremi tale concetti, perché estremizzando si finisce sempre nell'ideologia e invece la fotografia è un qualcosa di molto concreto. Se percepisco che per certi scatti/lavori mi serve una lente molto più luminosa di quelle che ho a corredo vuol dire che mi serve, è inutile che mi arrovello intorno al "messaggio"; e viceversa. |
user1856 | inviato il 31 Ottobre 2019 ore 9:21
“ Il mezzo che devi padroneggiare è il cervello...ed il cuore. Il resto viene da sé... „ ...e dopo 50 anni magari se non si è ancora capito come padroneggiare la luce cosa importa... |
user177356 | inviato il 31 Ottobre 2019 ore 11:52
Leopizzo, dissento su tutto. Innanzitutto, una scorciatoia (come tu definisci il cambio di attrezzatura) è tale se ti porta comunque al punto di arrivo prefissato, altrimenti è una deviazione. E visto che nella maggior parte dei casi chi cambia fotocamera non fa foto migliori (spesso per sua stessa ammissione), non è stata una scorciatoia ma un perdersi ulteriormente. Chiunque è libero di fare quello che vuole, purché non si definisca fotografo, così come chi gioca a calcetto una volta a settimana con gli amici non può definirsi calciatore, o chi corre ogni tanto la domenica non può definirsi un atleta. Poi è ovvio che tutti noi sbagliamo, e i migliori di noi imparano dagli errori. Che però vanno riconosciuti come tali, per poter imparare: se mi prendo una A7iv e scopro di fare le stesse foto di prima, devo riconoscere di aver fatto una caxxata, o quanto meno di aver fatto un acquisto al momento inutile. Infine, a me rimane chiarissima la distinzione tra destra e sinistra (oggi parlerei più di approccio "chiuso" e "aperto"), anche agli estremi dello spettro politico. Però fermiamoci qui perché altrimenti il capo ci redarguisce. |
user68000 | inviato il 31 Ottobre 2019 ore 12:02
piccolo OT il fotografo mutandato: il nulla travestito da messaggio fine OT |
user68000 | inviato il 31 Ottobre 2019 ore 19:38
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| inviato il 31 Ottobre 2019 ore 20:31
Se non sai qual è il punto di arrivo, come fai a capire che strada prendere? Una volta che ci arrivi, lo scopri. Non parliamo, per favore, di progettualità e di scelta consapevole: sono due eoggetti mitologici per chi non ha già raggiunto il proprio obbiettivo. E anche lì se ne potrebbe parlare... Un po' sempre, nel nostro paese a maggior ragione, si tende a eterodirigere la colpa del proprio insuccesso: in fotografia è l'attrezzatura che viene bene in questo ruolo, per cui è facile cambiare . È vero che c'è chi in questo vagare si perde, ma c'è anche chi con questo andamento ondivago arriva da qualche parte. PS: Comunque il mudandero mette d'accordo un po' tutti... |
user177356 | inviato il 31 Ottobre 2019 ore 20:48
Leopizzo, io i post ai quali rispondo li leggo con attenzione, esattamente come ascolto con attenzione i miei interlocutori. Tu scrivi: “ Penso che ognuno debba percorrere una lunga strada per arrivare al punto della propria fotografia, e, se per alcuni (magari molti) questo percorso si fa impervio e cerca la scorciatoia del cambio dell'attrezzatura, ben venga. „ Se parti dal presupposto che il punto di arrivo sia ignoto (il che è plausibile), allora il cambio di attrezzatura è una sperimentazione, non una scorciatoia. Si tratta di una sperimentazione che, alla prova dei fatti, è quasi sempre inutile e costosa. Poi ciascuno è libero di sprecare il suo tempo e i suoi soldi come preferisce, ovvio. |
| inviato il 31 Ottobre 2019 ore 21:25
La faccenda della scorciatoia (eventuali e specificamente attraverso l'attrezzatura) a me pare in realtà semplicissima... L'idea è che cambio l'attrezzatura e così, dopo, farò meglio. Per cui, molto banalmente: - nella misura in cui questo è evidentemente vero e si realizza (la faccenda cioè migliora seriamente) non sarà stata una scorciatoia, ma un adeguato sviluppo. - se non sarà vero, allora sarà stato effettivamente un maldestro tentativo di scorciatoia, basato sul danè piuttosto che sul lavoro. E non mi sembra che il secondo caso sia di rara eccezionalità... Piccola annotazione: prima che qualcuno se ne esca strillando di volpi e uve, suggerisco di partire dal presupposto del ragionamnto e della fattispecie, ovvero: "far meglio". Se uno viceversa si gratifica per il piacere di possedere un bell'oggetto... fatti legittimi suoi ovviamente |
| inviato il 01 Novembre 2019 ore 8:53
Grazie Francesco, hai chiarito perfettamente il mio pensiero: probabilmente non traspariva chiaramente dalle mie parole. Credo che prima o poi tutti i "newbies" passino per la fase del "cambio macchina e faro' meglio". Mi ricordo un bellissimo video che prendeva in giro proprio questo mood: un fotografo nella savana, a caccia di un leopardo, scena epica. Scena successiva, la realta': lo stesso fotografo sulla panchinetta del parco dietro un cestino del rusco che cerca di fare una foto ad un piccione con il suo tele nuovo fiammante. Ecco, a volte, per un momento, il cambiare attrezzatura fa sentire le persone nella savana anche se sono ai giardinetti. E' una fase "adolescente" della fotografia e, come nella realta', c'e' chi dall'adolescenza non esce mai. Aggiungo, da esperienze personali (essendo ancora e sempre un "nuibbo"), che il confrontarsi quotidianamente con immagini "perfette" nel mainstream fotografico, ti abbatte la creativita', facendoti pensare, se non hai spalle grosse, che la perfezione del pixel sia la soluzione. Vedi immagini gia' super-post-prodotte, senza un briciolo di rumore, con cambi tonali perfetti e, fino a che non capisci com'e' realmente immagine di partenza, ti senti veramente una schiappa: ma non puoi essere tu la schiappa, quindi e' il corredo, da cui inizia la spirale. Poi c'e' nell'animo umano la spinta al collezionismo e al feticismo, da non sottovalutare... |
| inviato il 01 Novembre 2019 ore 9:37
Concordo pienamente con gli ultimi due interventi. Mi sembra che sintetizzino in modo esauriente l'argomento del post. |
| inviato il 01 Novembre 2019 ore 11:05
che poi, immagini perfette e senza rumore… Chi ha detto che sia lo standard della perfezione?... Chi e' perche' lo ha stabilito? Intendiamoci.. la nostra cultura ci porta a valutare la performance tecnica. La Aston Martin fa 360 kmh ed ha 760 Hp la Bugatti fa 365 ed ha 50 hp in piu'… la Bugatti e' meglio? tecnicamente si.. il record e' suo. Ma nell'uso pratico?... Insomma la perfezione molto probabilmente sta altrove. La famosa pulizia delle immagini, tanto ricercata, a cosa serve? Tecnicamente e' chiaro. Ma da un punto di vista fotografico, dove sta il valore aggiunto?. |
| inviato il 01 Novembre 2019 ore 11:32
Riguardo all'argomento in questione, metto il link a questo mio post, scritto due anni e mezzo fa, e che ribisce concetti già espressi più volte in questo 3d: www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&show=3&t=2195980#10836869 Qui si trattava del passaggio da Canon a Nikon, ma può esssere applicato più in generale. |
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