| inviato il 19 Aprile 2016 ore 12:02
“ Io, a un novizio, la spiegherei così: a parità di distanza, di lente e di apertura , una APS-C e una Full Frame hanno la stessa PDC e lo stesso sfocato. Però, a parità di distanza, si verifica che la APS-C inquadra solo una porzione di quello che inquadra la Full Frame. „ Poi però se il novizio usa un qualsiasi calcolatore di profondità di campo (per esempio il già citato www.dofmaster.com/dofjs.html ) trova invece che a parità di distanza, di lente e di apertura una APS-C ha meno profondità di campo di una FF... |
| inviato il 19 Aprile 2016 ore 12:21
...toccherà far digerire al novizio il fatto che "a parità di distanza, di lente e di apertura" , una APS-C e una Full Frame NON hanno la stessa PDC. Pur avendo una parte di immagine perfettamente sovrapponibile sui due sensori; ma non sulla stampa. |
| inviato il 19 Aprile 2016 ore 13:24
Ti cambia l'angolo di campo essendo un crop. Ma ti cambia anche la pdc che devi sempre moltiplicare x1.6, ma con il vantaggio che rimane comunque la luminosità dell'ottica. Io ho imparato questa cosa con il m4/3 che con le sue ottiche 2.8 si ha il quantitativo di luce di un 2.8 ma essendo il sensore 2 volte più piccolo la moltiplicazione si deve fare anche con l'apertura, quindi 2.8x2=5.6 ottimo vantaggio per foto di gruppo dove anche con poca luce si può stare a 2.8 e rimanere con iso molto bassi :) |
| inviato il 19 Aprile 2016 ore 13:30
“ Invece ci deve essere un quarto fattore, probabilmente mistico e/o sovrannaturale... Che sia il famigerato circolo di confusione? „ Di mistico o sovrannaturale non ha molto, ma è proprio lui. Per maggiori informazioni, vedere per esempio l'articolo indicato prima: toothwalker.org/optics/dof.html . |
| inviato il 19 Aprile 2016 ore 13:45
Il sensore più piccolo è un crop di quello grande. Con la stessa focale, lo stesso diaframma e la stessa distanza con il soggetto la pdc è la stessa a parità di circolo di confusione. Ipotizzando il circolo di confusione grande come il singolo fotodiodo esso dipende dalla grandezza dello stesso, per esempio una 1ds mark 3 ha più o meno la stessa dimensione dei fotoricettori di una 30d. Ovviamente per effettuare la stessa inquadratura con il sensore piccolo è necessario aumentare la distanza con il soggetto e quindi per questo i sensori piccoli, a parità di inquadratura, offrono maggiore procondità di campo. Immaginate una leva, con il fulcro posto al centro dell'ottic, con gli estremi posti sul sensore e sul soggetto. Si possono fare dei semplici calcoli per confermare questa tesi. |
| inviato il 19 Aprile 2016 ore 14:22
“ Con la stessa focale, lo stesso diaframma e la stessa distanza con il soggetto la pdc è la stessa a parità di circolo di confusione. Ipotizzando il circolo di confusione grande come il singolo fotodiodo esso dipende dalla grandezza dello stesso, per esempio una 1ds mark 3 ha più o meno la stessa dimensione dei fotoricettori di una 30d. „ Occorre evidenziare, a beneficio di chi avesse le idee un po' confuse, che il criterio che descrivi è altra cosa rispetto a quello normalmente utilizzato nei soliti calcolatori o nelle scale della profondità di campo presenti sugli obiettivi. L'importante, trattandosi fondamentalmente di scelte arbitrarie, è avere ben presente cosa si sta considerando. Certo non sarà felice chi, convinto che la domanda iniziale fosse semplicissima e la risposta dovesse esserlo altrettanto, si è lamentato delle paginate di "minchiate". |
| inviato il 19 Aprile 2016 ore 14:41
Semplicemente direi una cosa, variando solo il formato da full frame ad apsc la profondità di campo varia in ragione di quanto devo indietreggiare per ottenere la stessa composizione del formato pieno. Esemplifico con un esempio: Questo esempio non esemplifica un granché guardate quello di sotto Raffaele |
| inviato il 19 Aprile 2016 ore 14:55
“ Semplicemente direi una cosa, variando solo il formato da full frame ad apsc la profondità di campo varia in ragione di quanto devo indietreggiare per ottenere la stessa composizione del formato pieno. Esemplifico con un esempio: Full frame: distanza soggetto 3m, soggetto largo 1m che occupa tutti i 36mm del sensore. F=104mm, f/2.8 pdc=0.14m Dx:distanza soggetto 5.88m, soggetto largo 1m che occupa tutti i 18mm del sensore. F=104mm, f/2.8 pdc=0.35m „ Nell'esempio c'è qualche numero che non torna, ma a parte questo c'è ancora da considerare che se si adotta il criterio standard e il confronto è tra due stampe di uguali dimensioni, osservate dalla stessa distanza e da un osservatore con la stessa acuità visiva, deve cambiare anche il circolo di confusione utilizzato nei calcoli. Inoltre c'è sempre da notare che si tratta di un confronto tra due immagini diverse, quindi probabilmente poco utile in pratica. |
| inviato il 19 Aprile 2016 ore 15:00
“ Nell'esempio c'è qualche numero che non torna „ Le dof le ho calcolate online a quest'indirizzo: www.dofmaster.com/dofjs.html “ ma a parte questo c'è ancora da considerare che se si adotta il criterio standard „ Adopero le formule matematiche, non conosco aimè altri criteri. In realtà per pigrizia ho usato il sito e non ho fatto manualmente i calcoli della pdc. Tu a cosa ti riferivi? |
| inviato il 19 Aprile 2016 ore 15:17
“ Tu a cosa ti riferivi? „ Mi riferivo alle dimensioni del sensore: il lato lungo di quello APS-C non è 18mm, e non mi torna la distanza di ripresa (comunque un'approssimazione, perché in pratica può dipendere in una certa misura dallo specifico obiettivo). Per il resto, intendevo dire che non c'è di mezzo solo la diversa distanza di ripresa, ma appunto anche il circolo di confusione. Se hai selezionato due macchine con sensore di diverse dimensioni, dofmaster ha cambiato corrispondentemente anche il diametro del circolo di confusione utilizzato nei calcoli per determinare la profondità di campo. |
| inviato il 19 Aprile 2016 ore 15:19
@Iron: ho usato il formato dx nikon sul calcolatore di dof, ora rivedo i calcoli delle distanze coi dati esatti. Eccoli: FX 36x24mm: distanza soggetto 3m, soggetto largo 1m che occupa tutti i 36mm del sensore. F=104mm, f/2.8 pdc=0.14m Dx 23.6x15.7:distanza soggetto 4.510m, soggetto largo 1m che occupa tutti i 23.6mm del sensore. F=104mm, f/2.8 pdc=0.21m |
| inviato il 19 Aprile 2016 ore 16:24
di cose se ne possono dire moltissime a seconda che si vedano da un certo punto di vista. proviamo però a partire dal fatto oggettivo che l'angolo di campo cambia usando uno stesso obiettivo, se si ha un sensore apsc o ff. Allora direi che fare passi avanti o indietro non ha molto senso, se tu vuoi inquadrare con QUELLA prospettiva, poichè la prospettiva è data solo dalla distanza. Allora ne deriva un concetto che deve essere chiaro: se voglio la stessa inquadratura dalla stessa distanza (pdr), se in ff uso un 135, in apsc devo usare un 85mm. (135:1,6=84,375) Non posso però usare uguale diaframma a 135 ff, e 85 apsc, per ottenere la stessa pdc. occorrerà dividere il diaframma per circa 1,7 www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=1796298 quindi se voglio uguale, prospettiva (uguale pdr), uguale inquadratura, uguale pdc, dovrò considerare queste cose. ecco una equivalenza per ottenere lo stesso risultato: FF - 135 f4 apsc - 85 f2,4 (4:1,7=2,35) |
| inviato il 19 Aprile 2016 ore 16:37
“ @Iron: ho usato il formato dx nikon sul calcolatore di dof, ora rivedo un secondo i calcoli delle distanze coi dati esatti. „ Adesso tornano. Come si diceva prima, non sono cambiati solo il formato e la distanza: per il calcolo della profondità di campo su FX è stato usato c = 0.03 mm, mentre per DX è stato usato c = 0.02 mm. È questo il punto che apparentemente sconcerta qualcuno ogni volta che si parla di profondità di campo. |
| inviato il 19 Aprile 2016 ore 16:42
“ per il calcolo della profondità di campo su FX è stato usato c = 0.03 mm, mentre per DX è stato usato c = 0.02 mm „ Se così non fosse i risultati di pdc sarebbero identici indipendentemente dal formato del sensore. |
|

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |