user177356 | inviato il 06 Dicembre 2019 ore 0:30
Non credo che l'intento di quella foto fosse altro che la documentazione, se vogliamo anche "fredda", di un fatto. Che il fatto in sé sia eticamente inaccettabile e umanamente incomprensibile (sono stato male due giorni dopo averla vista, a suo tempo) è una questione ben diversa dal valore emotivo della foto, a mio avviso. |
user90373 | inviato il 06 Dicembre 2019 ore 8:20
Ho la vaga, ma netta sensazione, che il "chi, quando e perchè" influenzi la valutazione di uno scatto più di quanto si sia disposti ammettere. |
| inviato il 06 Dicembre 2019 ore 12:36
Quella foto non è certo documentazione fredda ma documentazione che vuol far riflettere. “ Aylan Kurdi giaceva senza vita a faccia in giù, tra la schiuma delle onde, nella sua t-shirt rossa e nei suoi pantaloncini blu scuro, piegati all'altezza della vita. L'unica cosa che potevo fare era fare in modo che il suo grido fosse sentito da tutti . Nilufer Demir è la fotoreporter che ha scattato la foto simbolo della crisi umanitaria legata all'immigrazione: sulla spiaggia di Bodrum, in Turchia, Aylan, tre anni, è morto scappando dalla guerra. Insieme a lui hanno perso la vita altre 11 persone, tra cui il fratello Galip che di anni ne aveva 5. Un'immagine che è rimbalzata sulle prime pagine di alcuni dei principali giornali del mondo e che è diventata il centro del confronto politico internazionale sulla questioni migranti. Tanto che secondo il Guardian il premier David Cameron in Gran Bretagna ha ammorbidito la propria linea proprio dopo aver visto quella foto". 3/9/2015 - Il Fatto Quotidiano „ Senza un testo che accompagni l'immagine potrebbe trattarsi di una qualsiasi disgrazia e il fotogiornalismo come il giornalismo scritto deve far riflettere su un problema anche emozionando. |
| inviato il 06 Dicembre 2019 ore 12:45
“ Sì, tanti la pensano come Bresson però, anche per umiltà, non siamo tutti HCB e senza una con-testualizzazione anche immagini fotogiornalistiche shock come questa... non assumerebbero il valore simbolico/umano che ha avuto. „ Chiedo a Fabrizio la cortesia di voler rimuovere il link del suo post. Per quanto il tema dei "limiti" nel reportage abbia le sue lecite divergenze di vedute, non si può proprio tutto. "Usare" alcune immagini senza una reale necessità credo vada oltre anche l'intento di chi, magari con qualche titubanza, ha accettato di scattarle. Qui non serviva . Non sono un ipersensibile. Lavoro quotidianamente nella criticità di alcune realtà ma, forse per questo, ne ho gran rispetto. Quella piccola vita, chi per lui o chi per altri ha sofferto meritano passetto indietro. Niente di personale. Grazie Piero |
| inviato il 06 Dicembre 2019 ore 12:49
“ Io credo che se una fotografia ha bisogno di essere inserita in un contesto di altre immagini correlate (un progetto, per capirci), sia una fotografia debole. „ Allora sarebbe debole qualsiasi libro fotografico fatto di foto che si sostengono l'un l'altra per un progetto fotografico su un argomento specifico? p.s. Scusate se rispondo solo a TheRealB, ma dato che con lui concordo sul fondamentale del topic, “ Per me la critica costruttiva non può che nascere da un dialogo tra critico e autore. „ volevo solo dialogare su due punti di parziale dissenso (di cui uno ha anche l'avallo di un grande della fotografia come HCB). |
| inviato il 06 Dicembre 2019 ore 12:55
“ Quella piccola vita, chi per lui o chi per altri ha sofferto meritano passetto indietro. Niente di personale. „ Hai ragione Piero! Quella immagine che è servita a scuotere le coscienze, l'ho usata per una discussione da forum. Tolgo il link! |
user177356 | inviato il 06 Dicembre 2019 ore 12:59
Fabrizio, temo di non essermi spiegato. Io distinguo tra il fatto testimoniato dalla foto e la foto stessa. Il fatto è angosciante, terribile, inconcepibile e l'immagine attraverso la quale ne apprendiamo l'esistenza lo è di conseguenza: se l'avessimo fatta io o tu sarebbe stata comunque una testimonianza agghiacciante e importantissima. La foto della "migranti mother" della Lange ha invece una forza intrinseca: se fossi stato posto nella stessa situazione non credo sarei stato in grado di trarre qualcosa di anche solo lontanamente comparabile. Riguardo alle foto che sono parte di un progetto, non ho nulla contro di esse, purché siano in grado di "stare in piedi" anche da sole. Parere personale, ovviamente, non pretendo che sia condiviso. |
| inviato il 06 Dicembre 2019 ore 14:03
“ La foto della "migranti mother" della Lange ha invece una forza intrinseca „ Non c'è dubbio che il messaggio delle foto della Lange arriva forte anche senza troppe notizie sulla crisi del 1929 ma in questo forum, discutendo tra noi del bisogno o meno di didascalie per una “ critica costruttiva ... un dialogo tra critico e autore „ allora il testo può servire: la foto allora è debole? Si dovrebbe dialogare o contribuire a 'crescere' solo quelli che ne han meno bisogno? Circa le foto di un progetto “ in grado di "stare in piedi" anche da sole „ siamo d'accordo, ora è chiaro. |
| inviato il 06 Dicembre 2019 ore 14:05
Grazie Fabrizio :) |
user90373 | inviato il 06 Dicembre 2019 ore 16:36
Questa nuova discussione capita come la cipolla sui fagioli: www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=3403142 al che ho deciso di lasciare a tutti le loro ragioni e di tenermi le mie. |
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