user99253 | inviato il 21 Settembre 2016 ore 15:58
“ In qualsiasi caso, qualunque correzione via software, introdurrà delle variabili per cui non si avrà più a che fare con una fotografia (= Luce ed Ottica), ma si entrerà in un campo Grafico e/o di Disegno digitale (e questa è un'altra considerazione totalmente oggettiva), luogo di cui abbiamo ormai un facilissimo accesso, già da qualche anno e che sempre più spesso viene confuso, più o meno ignorantemente che sia, col mondo fotografico. „ La post-produzione è molto più vecchia di Photoshop o di un qualsiasi computer. |
user46920 | inviato il 21 Settembre 2016 ore 16:13
“ Sisi, so bene la differenza tra linee cadenti e distorsione e la domanda alla fine si riferiva ad entrambe. Ho infatti anche fatto l'esempio dell'estremizzazione del fish-eye. „ e cosa c'entra il fish-eye con la distorsione ?? “ In un paesaggio naturale comunque può capitare di riprendere per esempio un albero in primo piano sulla parte laterale del fotogramma „ certo “ e il risultato sarà quello di un tronco incurvato e pendente verso l'interno se si usa un grandangolo: „ dipende solo da dove dirigi l'asse ottico, non tanto dal grandangolo in sé (mi segui?) “ in quelle situazioni si hanno sia distorsione che linee cadenti „ Allora, ripeto: le distorsioni non dipendono dalla focale, ma dal progetto ottico, quindi se la lente ne è priva, non avrai nessuna distorsione, che sia un tele un grandangolo o una focale normale (ci sei fino a qui?). Per ciò che riguarda l'albero inclinato, vedi sopra. Ora, l'importante è poter avere le giuste informazioni per riuscire a distinguere chiaramente, la distorsione (che ripeto, non c'entra nulla col tema linee cadenti e io questo termine lo abilirei decisamente da questa discussione), la sproporzione tridimensionale, la curvatura di campo, le linee cadenti o la convergenza delle rette parallele, la proiezione ottico-geometrica, ecc, ecc... e del come ognuna venga prodotta ed influisca con le altre; altrimenti ci si perde nei termini sconosciuti e senza alcuna logica (è chiaro?), o peggio, col solito e facilissimo rischio di dire solo delle baggianate. “ Quindi per oggettività intendevo se a prescindere si debba correggere l'albero o se invece, a seconda dei gusti personali, si può anche lasciare storto e deformato. „ infatti ho provato a rispondere anche a questa domanda, proprio nel modo più oggettivo possibile. “ Ora che col digitale è possibile correggere facilmente, può essere considerato errore lasciare "naturale" lo scatto? „ ma se è soggettivo, il problema (legato quindi a gusti personali), non ha senso nemmeno chiederselo, perché non ci sarà nessun errore, ovunque e comunque (... o sbaglio? ). ... ma son molto curioso di sentire tutte le altre opinioni La mia personale risposta, slegata dall'eventuale oggetività, è quella che ritiene un errore, potendo, lasciare l'albero inclinato. Mentre nel caso che non sia possibile fare altro, forse sarei concorde con Blve in linea generale, proprio per poter dare un risultato d'immagine "più naturale". Ma è appunto una mia opinione personale e soggettiva. |
| inviato il 21 Settembre 2016 ore 17:23
“ Quindi per oggettività intendevo se a prescindere si debba correggere l'albero o se invece, a seconda dei gusti personali, si può anche lasciare storto e deformato. „ Tralasciando le solite elucubrazioni e gli inspiegabili assolutismi io dico che va valutato caso per caso. La correzione di eventuali difetti della lente come la distorsione dipende dai gusti e dall'entità della cosa. In effetti c'entra poco con le linee cadenti, come scritto sopra. La correzione delle linee cadenti mi trova invece in accordo con Blve nel caso dell'albero citato. Nel caso dell'architettura tendo ad applicarla invece un po' più pedissequamente, qualora non comporti una eccessiva alterazione delle proporzioni nelle parti più periferiche dell'immagine. Dipende molto anche dalla focale che ho usato. |
| inviato il 21 Settembre 2016 ore 17:28
Ok, grazie @L'occhiodelcigno Tutto un pochino più chiaro. Per distorsione intendevo quell'effetto in base al quale l'immagine risulta deformata, soprattutto agli angoli. Per questo prendevo come esempio il fish-eye che per far entrare 180 gradi di angolo in un fotogramma costringe l'immagine a forti deformazioni/curvature/ecc... Mi sembrava l'esempio più estremo |
user46920 | inviato il 21 Settembre 2016 ore 22:16
“ Per distorsione intendevo quell'effetto in base al quale l'immagine risulta deformata, soprattutto agli angoli. „ Deformazioni, spiattellamenti e/o anamorfismi, sono sicuramente i termini più adatti per queste caratteristiche. Ed ancora una volta, non c'entra più di tanto la focale grandangolare, ma appunto la tipologia progettuale del obiettivo. |
| inviato il 23 Settembre 2016 ore 10:36
Aster: “ Ciao a tutti! Ultimamente, scattando paesaggi e andando a curiosare foto realizzate con obiettivi TS, mi sto ponendo una domanda: quand'è che è veramente necessario correggere la distorsione di una lente ed eliminare le "linee cadenti"? Leggendo in giro noto che alcuni le correggono maniacalmente e altri preferiscono lasciarle così, andando quindi a gusto. Molti prediligono gli ultra-wide e i fish-eye proprio per la loro resa prospettica. Altri no. Io, personalmente, a seconda dello scatto decido se operare o meno in PP per ridurre la distorsione. Ammetto che in certi casi mi "affascina" e non mi dispiace affatto (però ammetto anche di non utilizzare grandangoli molto spinti). Voi come vi comportate? Cosa è oggettivamente preferibile fare? Eliminare le normali caratteristiche ottiche di un grandangolo è necessario? Quanto? (Ovviamente il discorso è legato soprattutto al genere della paesaggistica, escludendo generi come ritratti, still life, ...ecc. per i quali credo sarebbe da fare tutt'altro discorso). „ MicheleCT: “ L'occhio nudo vede curve, non linee. Quindi qualsiasi obiettivo rettilineare, anche da 42 mm, è un "paciugo". Il cervello raddrizza queste linee perché si basa su idee, esperienze e concetti, come quelli di linea retta, angoli, geometrie. Il fotografo decide di scattare con un obiettivo rettilineare per far somigliare le foto a queste idee. Le linee cadenti di un 42 mm sono cadenti tanto quanto quelle di un 12 o un 200 (seppure con entità visivamente differenti legate al diverso angolo di campo). Cadenti sono e cadenti rimangono. Il nostro cervello sa che una linea verticale è tale, ed è eventualmente ortogonale al terreno nel caso di mobili o edifici assimilabili a forme geometriche che conosce. Rielabora le informazioni (basate su curve e contrasti) ricevute dagli occhi e dalla corteccia visiva di primo livello per creare un qualcosa che non c'è, sulla base delle proprie esperienze anche coordinate con altri sensi (il tatto). Rileva eventuali linee se presenti, le elabora nello spazio. Se una linea è ortogonale al terreno, tale la vede, dopo le sue rielaborazioni. Il fotografo, quindi dopo aver comprato un obiettivo rettilineare, decide anche di raddrizzare le linee verticali, per venire incontro a tali idee della realtà presenti nel nostro cervello. Quindi anche una ripresa con un obiettivo da 42 mm necessiterebbe di correzione prospettica (non per nulla esiste il 45 T-S). Ho usato il condizionale non a caso. Sull'entità e la necessità della correzione si è molto dibattuto anche su questo forum, e consiglio i post di Roberto P. Il succo è che una riproduzione geometricamente corretta (ammesso che uno la desideri) richiederebbe che le linee siano perfettamente verticali. Tale rielaborazione (fatta con obiettivi decentrabili o con paciughi digitali) porta necessariamente a "deformazioni prospettiche", soprattutto sulle focali grandangolari. L'occhio rileva tali "deformazioni" ai bordi degli edifici, e recepisce l'informazione come scorretta, perché presenta proporzioni innaturali (per "deformazioni prospettiche" intendo nicchie eccessivamente profonde, finestre eccessivamente grandi, rapporti di forma alterati). Certi edifici rappresentati con linee perfettamente verticali verranno quindi rielaborati come composti da facce trapezoidali e non più rettangolari, mandando a quel paese tutte le buone intenzioni del fotografo di rappresentare in foto il mondo di idee che c'è dentro il cervello. Probabilmente la via di mezzo è la strada migliore, soprattutto con l'uso di grandangoli piuttosto spinti. Con teleobiettivi la cosa è molto meno sensibile. Non praticare del tutto correzioni è possibile in vari ambiti, ma ha poco a che fare con l'angolo di campo dell'occhio umano. Bisogna anche considerare che il presunto angolo di campo dell'occhio umano paragonabile ad un obiettivo di focale di 42 mm su sensore da 35 mm è una dicitura standard frutto di semplificazioni eccessive, che non tengono conto dell'angolo di campo della fovea, dell'angolo di campo delle porzioni laterali della retina, non usate a fini geometrici, dei movimenti saccadici e successiva fusione istantanea di più immagini da parte della corteccia visiva, ecc ecc. Ma anche su questo si è dibattuto molto su questo forum, direi. „ Grazie per l'apprezzamento e per il fatto che consigli i miei post Michele. Per il resto quoto in toto quello che hai scritto. Qui c'è la mia opinione su questo argomento: www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&show=3&t=2002244#9671613 “ Nel caso dell'architettura tendo ad applicarla invece un po' più pedissequamente, qualora non comporti una eccessiva alterazione delle proporzioni nelle parti più periferiche dell'immagine. Dipende molto anche dalla focale che ho usato. „ Hai toccato un altro punto sensibile: allargando l'angolo di campo (cosa resa possibile dai grandangoli spinti), e raddrizzando le linee cadenti (sia che lo si faccia con i Tilt-Shift che in PP) si accentuano le problematiche della deformazione anamorfica, di cui parlo qui: www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=1933920&show=5 e qui: www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=1960250&show=6 (mi scuso per le numerose ripetizioni tra i miei post, dovute all'uso del copia-incolla) Si veda in proposito anche lo schema postato dal Linux: www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=1590326&show=10 Quindi sono d'accordo sul fatto che vada posta una particolare attenzione, come del resto hai scritto, a questi due fattori, ovvero l'allargamento dell'angolo di campo e il raddrizzamento delle linee cadenti, ponderando attentamente il loro utilizzo. Riguardo all'uso dei grandangolari spinti c'è da mettere in conto anche l'impressione di una dilatazione degli spazi, per cui una stanzetta finisce per assomigliare a un salone e una piazzetta a una piazza d'armi; e questa è una controindicazione se si hanno finalità documentare. A tal scopo è più indicato fare una sequenza di immagini con grandangoli più moderati, rinunciando alla pretesa di far entrare tutto in una sola foto. Al limite si possono fare uno o due scatti con un super-wide, per dare un'idea generale dell'articolazione degli spazi, e poi si passa a focali maggiori per informare delle reali misure e proporzioni. Sempre Adreas Feininger, non ricordo se nell' Occhio del fotografo o in Principi di composizione , consigliava a tal fine di allontanarsi dal soggetto, ovviamente se lo spazio lo consentiva, utilizzando focali che quanto più possibile si avvicinassero al "normale". |
user46920 | inviato il 23 Ottobre 2016 ore 12:35
Linea Cadente:
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