| inviato il 28 Dicembre 2016 ore 10:17
Ciao Roberto, lo so che potrebbe e dovrebbe essere interessante però, e temo che andrà a finire così, la discussione finisce di avere un carattere oggettivo e diventa prettamente soggettiva, non so se mi sono spiegato. Comunque, tutto è nato quando ho iniziato a guardare certe foto su questo sito e altrove, foto stupende, perfette e che in un primo momento imputavo al soggetto, all'attrezzatura, alla bravura del fotografo ecc. Quindi, ho cominciato a ricercare soggetti e pdr particolari, a correre dietro ad un'attrezzatura un pò migliore e così via, ma i risultati...sempre mediocri. Poi, un certo giorno é arrivato un giovane, mio figlio, che mi ha detto: ora ti faccio vedere come si fa, scarico un programma e...Dopo un pò mi mostra una foto non stupenda, non perfetta ma sicuramente migliore, ma di tanto, rispetto a quella che era prima, facendomi i complimenti per la bella foto che avrei fatto, ma non mi sono illuso di essere diventato all'improvviso bravo ma, in quel momento, mi è nato l'interrogativo che è oggetto di questa discussione che volevo, pacatamente, fare con voi. Tutto qui, e, mi era venuta una curiosità: vorrei vedere la foto così come è stata scattate accanto a quella post-prodotta, per capire se la foto che sto ammirando l'ha fatto il fotografo X o l'ingegnere P.S. Auguri a tutti, Giampiero. |
| inviato il 28 Dicembre 2016 ore 10:42
Ciao Giampiero, mi sono iscritto a Juza a metà settembre, e girando per le gallerie vedevo foto fantastiche, che però mi facevano sorgere un sacco di domande. Allora come te ho aperto un 3D. www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=2015408 Ora mi sono fatto un po' l'occhio, e appena ho il sospetto che la PP sia stata pesante... passo oltre: non mi interessa. Mi interessano le cose vere, anche se non perfette, ma vere. Mi piace la grafica, ma è un'altra cosa. La mia passione è la fotografia, non la grafica. Quindi apprezzo le buone fotografie. La PP estrema la lascio ai pubblicitari o ai fotografi che DEVONO salvare una foto. E' un tema bollente, e se lo si affronta bisogna essere pronti a tutto Saluti e buone feste! Roberto |
| inviato il 28 Dicembre 2016 ore 13:52
Se seguite questo metodo allora dovreste guardare solo le foto amatoriali, perché una qualsiasi foto di eccellenza, da sempre, ha dietro un processo di sviluppo e stampa che il fotoamatore non può in alcun modo eguagliare. Dietro allo sviluppo e stampa ai tempi della pellicola c'erano alchimisti specializzati, maestri della prestidigitazione e numerose e costose prove di stampa inpensabili per l'amatore. E comunque il passaggio e modifica al pc anche per le pellicole c'era da sempre, Photoshop non è nato certo ieri. Proprio perché ho iniziato anch'io con la pellicola ho potuto rendermene conto da solo. Le mie foto scattate al naturale con la stessa pellicola e stessa attrezzatura dei professionisti non somigliavano affatto alle immagini viste nei libri degli anni ottanta e novanta. Ho ottenuto la stessa resa solo dopo il trasferimento su pc e successiva elaborazione. Tra l'altro per me molto più soddisfacente. Tutti i processi standard alla portata del fotoamatore erano pensati per le foto ricordo che la massa produceva e non rendevano bene con i colori intensi. Non era possibile personalizzare nulla, se non per pochi. Dunque è molto più onesta e personale la foto fatta ed elaborata al pc, grazie all'equiparazione dei mezzi, che non quanto si faceva a pellicola. Semmai c'è da dire che il digitale è ancora giovane, c'è da migliorare e imparare ancora molto. |
| inviato il 28 Dicembre 2016 ore 14:29
Ciao Windof, condivido quanto dici. È una questione di capacità e misura. Poi ognuno mette i propri paletti. I miei sono forse più stretti della media, ma tant'è. E poi dipende molto anche dall'attrezzatura usata e dalla qualità della foto stessa: se la camera non è il massimo, e le foto sono problematiche, allora la PP è necessaria. Ma se lavori con un sensore FF da 36Mp e le foto sono a fuoco ed esposte correttamente, cosa mai devi fare ancora? Chiaro che se hai contrasti esagerati o delle dominanti e hai bisogno di equilibrare la situazione, allora qualcosa devi fare. Anch'io ogni tanto qualche regolazione finale la faccio, ci mancherebbe altro! Ma mai mi metterei a sfocare uno sfondo troppo netto, o arrossire un tramonto troppo moscio, ecc. Si vedono di quelle pacchianate qui su Juza! Sembrano gli sfondi delle animazioni della Disney. I miei paletti sono molto semplici: la PP non deve vedersi e non deve falsare la foto originale. La deve solo ottimizzare. Tutto qui. Saluti, Roberto |
| inviato il 28 Dicembre 2016 ore 18:32
Grazie a tutti, è stato molto interessante leggere le vostre opinioni, che condivido e che mi hanno chiarito i molti perché, anche banali, che mi sono fatto. La conclusione, la riassumo secondo il mio punto di vista, é: -gli strumenti di PP sono utili ma vanno utilizzati con molta ponderazione, a meno che non sia necessario "creare" una foto per fini professionali. Tant'è che per queste si utilizzano anche luci e ambientazioni artificiali; -una buona strumentazione è quella necessaria, ma non sufficiente, a concretizzare ciò che "l'occhio" del fotografo vede; -la tecnica è il linguaggio per colloquiare con la strumentazione, affinché possa capire ciò che si vorrebbe realizzare. E' proprio vero, siamo uomini e per questo non riusciamo a creare niente se non con l'utilizzo di strumenti e artifizi più o meno complessi. Di nuovo grazie e buon 2017 a tutti, Giampiero. P.S.: mi scuso con quelli per i quali questi dubbi erano già stati risolti. |
| inviato il 30 Dicembre 2016 ore 17:16
Ciao Giampiero, contraccambio gli auguri per un buon 2017! e li estendo a tutti. Non devi scusarti. Ho notato che si tratta di un tema parecchio dibattuto, e il dibattito non ha mai fine. C'è sempre qualcuno che riapre la discussione e molti altri che partecipano con molta passione. Tu dici “ la discussione finisce di avere un carattere oggettivo e diventa prettamente soggettiva „ . Ed è proprio questo il punto: come e in che misura considerare la PP è una questione molto personale e soggettiva. I pareri sono molto diversi e a volte discordanti, ma comunque tutti naturalmente legittimi, visto che si parte dal presupposto che ognuno è libero di fare ciò che vuole. Saluti, Roberto |
| inviato il 30 Dicembre 2016 ore 17:37
Camera oscura STA a rullino fotografico COME camera chiara STA a sensore digitale. Stesso principio, stessa relazione, ma trasposti in avanti nel tempo e allineati alle tecnologie moderne. Se si vuole rinunciare alla camera chiara (Phs, Lr ecc.), lo si può fare demandando alla fotocamera la funzione di PP on camera. È il senso della misura a distinguere una foto semplicemente sviluppata, da una artefatta, oggi, come in passato. |
| inviato il 30 Dicembre 2016 ore 19:48
@Caneca: “ È il senso della misura a distinguere una foto semplicemente sviluppata, da una artefatta, oggi, come in passato „ Esattamente: il senso della misura che spesso e volentieri viene oltrepassato per ottenere risultati veramente discutibili, anche se a prima vista spettacolosi. Tu Caneca parli bene perchè ci sai fare con la PP: la tua non si vede per nulla. Ed è questo il senso della PP, come è sempre stato anche in passato. Non travisare una foto per farla apparire quello che non è. Saluti, Roberto |
| inviato il 30 Dicembre 2016 ore 23:03
Ah, mi fai gli indovinelli! Ora sono sul telefonino. Ci guardo domani al PC. Buona serata, Roberto |
| inviato il 02 Gennaio 2017 ore 10:49
“ scatto in un'ora 97 foto, nessuna delle quali, mi sembra, sia proprio bella se non dopo 15/20 minuti di PP con dei programmi che non riuscirò mai a capire e/o ad imparare ad usare. Guardo foto straordinarie che non riesco mai, e mai ci riuscirò, ad imitare. Le mie sono sempre "normalissime" quando va bene. A volte mi deprimo e mi scoraggio, altre volte, per fortuna, mi dò coraggio per un "mi piace" di un amico misericordioso ed è allora che ripeto, come allora, orgoglioso: questa foto l'ho fatta io. „ Ma chi fa sviluppo digitale (la postproduzione inquietante), credi che possa dire anche lui/lei "questa foto l'ho fatta io"? |
| inviato il 02 Gennaio 2017 ore 11:22
Indubbiamente oggi tutti hanno la possibilità di seguire l'intero processo di produzione di una foto, dallo scatto alla stampa. Un tempo, quando si lavorava di Camera Oscura, prodotti chimici ecc., questa possibilità era appannaggio di pochi; tutti gli altri si dovevano accontentare di fermarsi allo scatto e sorbirsi sviluppo e stampa "standardizzate", fatte dal laboratorio sotto casa che non aveva certo il tempo e la voglia di tararle in base alle condizioni del singolo scatto o alla visione di chi l'aveva realizzato. Sta di fatto che anche tra quei "pochi eletti", la maggioranza non aveva sufficienti conoscenze e capacità tecniche per andare oltre gli aggiustamenti minimali (chi conosceva e praticava una tecnica, comunque semplice e antica, come la pre-esposizione o la sbianca alzi la mano). Se però capitava di trovarsi di fronte ad alcune varianti di stampa realizzate da qualche maestro (tra le quali avrebbe poi scelto quella "definitiva" da presentare al pubblico), allora ci si trovava di fronte ad un ventaglio di possibilità interpretative paragonabile a quello fornito da Photoshop, con l'unica differenza che all'epoca i risultati erano SEMPRE migliori solo per il fatto che quei pochi che ci provavano erano Maestri anche nella postproduzione ... pardon ... all'ecoca si parlava di sviluppo e stampa. Al proposito rimangono proverbiali le foto che ritraggono Ansel Adams che mostra due diverse (ma parecchio diverse) possibilità interpretative del medesimo scatto; ma anche rimanendo in casa nostra, negli anni '70 ho avuto il piacere di conoscere "Bepi" Bruno, e anche lui non lavorava tanto diversamente (eticamente parlando) da Adams. Non è che i Maestri non si spingessero oltre certi livelli di interpretazione, erano capaci di farlo in modo che non si percepisse; stava qui la loro maestria! |
| inviato il 02 Gennaio 2017 ore 11:52
Giusto per chiarire meglio il concetto: un tempo, la maggior parte di quanti lavoravano in camera oscura non ne conosceva che una percentuale assolutamente minima delle reali potenzialità. Gli strumenti e le tecniche per raggiungere certi risultati non stavano scritte sull'ingranditore o sulla confezione della carta per la stampa, le dovevi conoscere "a priori", per una questione di cultura fotografica personale. Oggi invece, Photoshop elenca tutte queste possibilità già sulla barra degli strumenti, mettendole immediatamente alla portata di tutti, acculturati o meno che siano; aggiungiamo pure che Internet è una fonte inesauribile di spunti tecnici e il gioco è fatto: anche la massa degli inesperti è messa nelle condizioni di provare a fare quello che cinquant'anni fa nemmeno sapeva che si potesse fare (ma già si poteva). Questa è la grande differenza: sapere che si può fare e provarci "a prescindere", nonostante la propria incapacità. Se oggi si vedono "mostruosità" fotografiche la colpa non è della postproduzione, ma del fatto che TUTTI sanno che si può fare e hanno la possibilità di provarci. |
| inviato il 02 Gennaio 2017 ore 11:56
Un mezzo tecnico non è mai responsabile dell'uso che se ne fa. |
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