| inviato il 08 Dicembre 2014 ore 16:36
In genere vado a vedere mostre in cui so cosa aspettarmi. Poi le opere mi possono piacere o meno, ma nel secondo caso non mi sento ingannato dall'autore. A meno che non siano mostre di fotografie di reportage o fotogiornalistiche, e venga poi a scoprire che l'autore ha barato (in questi casi il termine è corretto). |
user46920 | inviato il 08 Dicembre 2014 ore 17:00
Allora è solo un problema mio ... che faccio differenza tra una semplice fotografia ed un disegno al computer La prima volta che ho "toccato" questo tema, in fotomontaggio, quello che ho trovato e che mi ha letteralmente spiazzato (ma ancora oggi ), è stata ed è la "frenetica", "indistruttibile" e quasi "isterica", contrapposizione al discorso di fondo, che separa in maniera "naturale" due differenti "pratiche" dell'Arte Visiva: la fotografia e il disegno al computer !!! Di fondo, perché tecnicamente ed oggettivamente, le cose stanno così, invece oggi è scontato che tutto quello che esce dal PC, è una fotografia e se chiedi: ma è elaborata ??? .. s'inca...ano anche ... è meraviglioso    |
| inviato il 08 Dicembre 2014 ore 17:24
L'argomento si ricollega alla discussione che avevo aperto tempo fa sulla relazione tra fotografia e realtà. Continuo a pensare che sia una questione interessante. Continuo anche ad essere d'accordo con L'occhiodelcigno, per me c'è una differenza sostanziale (nel senso letterale del termine) tra un'immagine creata dalla luce su un sensore e una disegnata successivamente. Il che non è un giudizio di merito, anche se a molti sembra sfuggire. In questo caso però si parla di reportage e quindi, giustamente, di etica. Mi sembra più che sensato che quando lo scopo dichiarato sia quello di documentare non sia accettabile una manomissione del documento. Qualsiasi sia il mezzo e lo scopo. È interessante anche il discorso sul "mettere in posa", perché dimostra, senza tirare in ballo la post produzione e le conseguenti isterie, quello che sostenevo già da un po': cogliere l'attimo o crearlo a tavolino non è la stessa cosa. La "realtà" dello scatto cambia! |
user14286 | inviato il 08 Dicembre 2014 ore 18:24
La fotografia è fondamentalmente finzione. Mediata dall'esperienza e dal background del fotografo. Forse dovremmo prenderla molto meno sul serio... |
user46920 | inviato il 08 Dicembre 2014 ore 18:57
Veleno:“ La fotografia è fondamentalmente finzione. „ ... ma si, ma basta dirlo o ammtterlo ... non ti pare ??? Sul fatto di essere più sereni a riguardo ... la serietà delle informazioni, per me sono fondamentali. Però ognuno è libero di pensarla come vuole. Grazie Stefano, ottimo spunto rivelatore ... come si fa ad essere sereni, quando tutt'attorno è un imbroglio continuo ??? |
user14286 | inviato il 08 Dicembre 2014 ore 19:17
“ ... come si fa ad essere sereni, quando tutt'attorno è un imbroglio continuo ;-) ??? Eeeek!!! „ Essendone consapevoli. L'arte poi, è al 50% presa per il c.ulo, quindi a maggior ragione...e la fotografia non fa eccezione: del resto guarda un ritratto, un nudo, un servizio matrimoniale, e dimmi cosa c'è di vero... |
| inviato il 08 Dicembre 2014 ore 19:25
Se si partisse da sapere perchè facciamo uno scatto, intendo prima di farlo......... se lo scopo fosse di ottenere una foto che rappresenti la realtà per esprimere un messaggio, da sola o con una serie, come nel caso delle letture proposte, forse, taroccare una foto non avrebbe senso. Se invece si vuole fare altro, non c'è limite. Può essere esercizio estetico ma ammettere che si è modificata la realtà, dovrebbe essere il minimo. Sono fatti salvi in cui è palese.. Ribadisco, è un gran lavoro, ma raccogliere il senso sul campo d'azione ha un significato e impreziosisce lo scopo del fotografare. Insomma, mi sto convincendo che uno scatto deve avere, nella sua maturazione, necessariamente una dose di pazienza, di lavoro e anche di un certo coraggio e franchezza. Ci vuole per cestinare una foto non riuscita. Spero in altri interventi |
| inviato il 08 Dicembre 2014 ore 19:28
@Veleno: il riferimento delle letture che ho proposto è il reportage. In un servizio matrimoniale le foto in posa sono scontate, per quanto quelle naturali siano quasi sempre le più belle... |
| inviato il 08 Dicembre 2014 ore 19:35
Il fotogiornalismo e il reportage sono zeppi di soggetti in posa; non è un segreto che uno dei fotografi più famosi paghi e metta in posa i propri soggetti, è un'ingenuità sperare nello scatto puro. Il vero e proprio fotomontaggio, in particolare nei suddetti generi fotografici, è divenuto, purtroppo, pratica comune; ovvio che vengano al pettine gli scatti sotto i riflettori, pubblicati su riviste a maggior tiratura o che partecipano a concorsi prestigiosi. È così da sempre, ora è solo più facile. Ciao Luca |
user14286 | inviato il 08 Dicembre 2014 ore 19:39
Paolo...ha risposto Landerjack anche per me. |
| inviato il 08 Dicembre 2014 ore 19:39
Azz sembra che la foto di Capa possa essere un falso....ecco come cadono i miti.... |
| inviato il 08 Dicembre 2014 ore 19:58
“ Azz sembra che la foto di Capa possa essere un falso....ecco come cadono i miti.... „ Vampy su quella si potrebbe discutere per anni, come già succede ed è successo. Pensa però l'altra famosa di Capa, del soldato appena saltato giù dalla barca in Normandia (Quella mossa per intenderci). Non credo che riesca a cadere comunque un "mito" se cosi si può chiamare, per me un uomo normale che ha saputo dare qualcosa in più rispetto a tanti altri, ma sempre di uomo parliamo. |
| inviato il 08 Dicembre 2014 ore 20:01
Vampy quando dicevo senza polemiche è riferito proprio al fatto che è da un pò di anni che si discute di alcuni scatti storici...prendiamoli per quelli che sono, ormai discutere del sesso degli abngeli serve relativamente. Il dibattito è stato anche acceso e alla fine non ha portato ad una risposta certa...era comunque un esempio valido di ciò che si può nascondere dietro uno scatto..anche ben riuscito o storicamente importante. Stefano |
| inviato il 08 Dicembre 2014 ore 20:03
Guido a questo punto come si può affermare che anche quella dello sbarco sia reale? Per riprodurre la scena non ci vuole nulla. |
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