| inviato il 12 Novembre 2020 ore 23:36
No Angus, io no, altrimenti giusto per dirne una bisognerebbe sopprimere tutti i 2.8 perché alterano la riproduzione del contesto e promuovere i recenti f/11 |
| inviato il 12 Novembre 2020 ore 23:51
Esatto... Oppure bisognerebbe dire che "across the ravage land" Di nick brandt non è degno.... O che "apuane terre selvagge" di shoubridge contiene foto non degne di essere considerate "naturalistica" |
| inviato il 13 Novembre 2020 ore 0:02
sono andato a vedere le foto di Shoubridge, indubbiamente molto belle dal punto divista estetico. ho guardato quelle delle libellule . tutte rappresentate con uno stile sognante. vi chiedo voler rappresentare in quel modo degli esseri viventi che nella realta sono feroci predatori che passano le giornate a prendersi a mazzate, pattugliare il territorio e tentare di riprodursi spesso in maniera violenta può essere considerata fotografia naturalistica? non si sta raccontando la natura che vorremmo ma che nella realtà non è cosi? leggero domani le risposte altrimenti domani non vado al lavoro |
| inviato il 13 Novembre 2020 ore 0:06
Antonioinoki shoubridge per attitudine, perseveranza, metodo e capacità narrativa è un riferimento in naturalistica... Poi chiaramente i gusti sono insindacabili.... Ma discutere il valore naturalistico dei suoi lavori non è possibile... |
| inviato il 13 Novembre 2020 ore 0:43
“ non si sta raccontando la natura che vorremmo ma che nella realtà non è cosi? ” Sicuramente. Ma ogni fotografia, dalla street alla naturalistica, è una estrapolazione intuitiva e più o meno pianificata di pochi elementi da un ambito osservato, volta a potenziare la percezione di questi elementi per trasmettere con forza un messaggio. Il documentarista di National Geographic vorrà raccontare come vive il lupo artico e ne narrerà il momento della caccia o dell'educazione dei giovani alla caccia e punterà al crudo realismo della scena: www.pinterest.it/pin/806707351987604872/ Il viaggiatore di Juza vorrà raccontare come la volpe artica sopravvive nel suo ambiente e idealizzerà la scena di conseguenza: www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&bk=l-1-s&t=2750219 E magari qualcuno, più di uno, che cerca lo scatto come il cacciatore la preda vorrà mostrare la cattura fotografica del cervo ostentando la cattura con una foto stereotipata, come il cacciatore ne mostra il capo impagliato. La tensione e L'incomprensione nascono quando la foto la pubblica un cacciatore di immagini sensazionali e poi la foto la commenta un documentarista, o viceversa. Cioè tra la incompatibilità di vedute e di sistemi di valori che si usano individualmente per definire concetti come naturalismo, con la pretesa di generalizzare non il concetto, ma la validità del proprio sistema di valori. Tornando dunque alla discussione elementi come le possibilità di post produzione offerti dal digitale magari amplificano, ma non sono il fattore determinante di questo 'problema', a mio parere. |
| inviato il 13 Novembre 2020 ore 9:19
Interessanti esempi Fabrizio “ Il viaggiatore di Juza vorrà raccontare come la volpe artica arriva sopravvive nel suo ambiente e idealizzerà la scena di conseguenza: „ ">www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&bk=l-1-s&t=2750219 „ mi pare che lo faccia molto bene, in questo caso una pp accentuata è palese e in linea con quello che si vuole trasmettere “ Il documentarista di National Geographic vorrà raccontare come vive il lupo artico e ne narrerà il momento della caccia o dell'educazione dei giovani alla caccia e punterà al crudo realismo della scena: www.pinterest.it/pin/806707351987604872/ „ In questo caso per esempio, c'è un realismo nella scena che però non vedo accompagnato da altrettanto realismo nello sviluppo del file Chiaramente è una mia lettura, in base ai miei canoni, ciascuno ne avrà una diversa |
| inviato il 13 Novembre 2020 ore 9:40
Io mi trovo d'accordo con i vostri interventi Effettivamente è difficile “mettere dei paletti” sulla post produzione e forse non è nemmeno giusto farlo. Quello che può non piacere a me ad altri piace (ad esempio i mega ritrattoni con sfondi piallati e luci che arrivano da tutte le parti) ma questi sono gusti personali. Altro esempio; i cervi di villetta barrea. Secondo me fotografarli pretendendo di fare foto “Wild” ha poco senso, un po' perché sono tutte foto uguali, un po' perché praticamente sono cervi domestici. Una buona rappresentazione naturalistica di quegli animali può essere ricercata fotografandoli non nascondendo il loro lato confidente ma “mischiandoli” alla gente che li guarda, fotografarli con lenti grandangolari ecc |
| inviato il 13 Novembre 2020 ore 11:08
Mi par di capire che il vero problema di fondo non riguardi a questo punto tecnologie, strumenti e metodologie di lavoro utilizzati, quanto piuttosto una definizione comunemente accettabile di fotografia "naturalistica" che riesca a mettere insieme l'esigenza documentaristica con gli aspetti interpretativi che, volere o volare, sono sempre presenti in qualunque scatto a qualunque genere fotografico appartenga. Indubbiamente la tecnologia digitale ha improvvisamente ampliato un dibattito che nell'era dela pellicola sembrava inesistente, o era legato per lo più al solo modo di affrontare e preparare la fase pre-scatto, perché quando si fotografava a pellicola il campo di lavorabilità post-scatto era molto più ristretto, se non nullo perché si scattava per lo più in dias. Mi pare anche di capire, dalle posizioni di giudizio talora altalenanti mostrate da enti e testate prestigiose quali NG, che il dibattito sia ancora "caldo" anche a livelli ben più alti di quelli di un forum; siamo in una fase in cui le maggiori potenzialità introdotte dal progresso tecnologico portano a ridiscutere molti parametri o, addirittura, ad introdurne di nuovi da valutare con attenzione. |
| inviato il 13 Novembre 2020 ore 11:25
Prendo dalla Treccani: " Naturalismo Riprodurre il mondo con obiettività Erede del realismo, il naturalismo è una corrente artistica, filosofica e letteraria che sceglie la realtà quotidiana come soggetto privilegiato e la indaga con la stessa obiettività impersonale con cui viene studiata dagli scienziati. Così come gli scrittori naturalisti si accostano agli ambienti e ai personaggi dei romanzi e dei racconti con un atteggiamento di studio distaccato, gli artisti creano paesaggi e scene di vita quotidiana senza interpretazioni o abbellimenti ". Se usiamo un termine che ha quella connotazione ci possiamo fare poco. Cambiate termine e inventatene uno più consono a questo nuovo corso espressivo della fotografia con fauna e flora. Se usiamo delle definizioni atteniamoci a esse oppure andiamo contro e scegliamo dei termini diversi. Per esempio c'è un utente del forum che alla street photography preferisce il termine fotografia sociale e io sono concorde con lui che sia più adeguato al significato che vogliamo dare alla street. |
| inviato il 13 Novembre 2020 ore 11:42
Scheletro, qui nessuno fa arte quindi direi che siamo a posto |
| inviato il 13 Novembre 2020 ore 12:10
Io non farei una distinzione tra artistica e naturalistica, ma tra espressionistica e naturalistica: la prima tenta di esprimere emozioni, sentimenti e umori; la seconda vuole un carattere il più attinente possibile alla realtà, senza fronzoli che abbelliscano o alterino la scena. |
| inviato il 13 Novembre 2020 ore 12:12
Giusto meglio ancora! |
| inviato il 13 Novembre 2020 ore 12:13
@blackdiamond che problema c'è, basta cambiare "artista" con "creatore di contenuti" e il gioco è fatto |
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