RCE Foto

(i) Per navigare su JuzaPhoto, è consigliato disabilitare gli adblocker (perchè?)






Login LogoutIscriviti a JuzaPhoto!
JuzaPhoto utilizza cookies tecnici e cookies di terze parti per ottimizzare la navigazione e per rendere possibile il funzionamento della maggior parte delle pagine; ad esempio, è necessario l'utilizzo dei cookie per registarsi e fare il login (maggiori informazioni).

Proseguendo nella navigazione confermi di aver letto e accettato i Termini di utilizzo e Privacy e preso visione delle opzioni per la gestione dei cookie.

OK, confermo


Puoi gestire in qualsiasi momento le tue preferenze cookie dalla pagina Preferenze Cookie, raggiugibile da qualsiasi pagina del sito tramite il link a fondo pagina, o direttamente tramite da qui:

Accetta CookiePersonalizzaRifiuta Cookie

Fotografia naturalistica e post produzione parte 2


  1. Forum
  2. »
  3. Viaggi, Natura, Escursioni ed Eventi
  4. » Fotografia naturalistica e post produzione parte 2





avatarsenior
inviato il 13 Novembre 2020 ore 12:14

Proseguiamo questo interessante dibattito
Parte 1: www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=1169641&show=15

avatarjunior
inviato il 13 Novembre 2020 ore 12:21

Ma certo che Munier e Unterthiner fanno naturalistica, e la fanno così bene da farla diventare una forma d'arte.

Secondo me stanno uscendo fuori parecchi "a priori"...
Rispetto ad esempio alle libellule di Shoubridge, è naturalistica. Una cosa è quello che abbiamo in testa, cioè il sapere dei loro comportamenti anche violenti , un altra è trasmettere la sensazione che fanno ai nostri occhi.
Faccio notare che anche definirli feroci predatori è in fondo una nostra valutazione umana, esattamente come lo è definirle belle o sognanti. Loro non sono altro che sè stesse, siamo noi che di volta in volta cogliamo aspetti diversi di quella realtà. E il cogliere un aspetto piuttosto che un altro, cosa determinata dai gusti del fotografo, è parte fondante del processo fotografico, non inficia il valore naturalistico. Tra l'altro spesso l'effetto su noi umani della vista delle libellule con buona luce è di qualcosa di bello, per cui non mi sembra neanche molto strano.

Blackdiamond, sul discorso del belle ma con colori alterati non sono molto d'accordo, almeno al mio occhio le foto postate prima sembrano naturali. In compenso vedo spesso foto con colori eccessivamente sbiaditi o innaturali quando lasciati inalterati nel raw... in genere non corrispondono proprio a quello che i miei occhi vedevano.
Entro certi limiti però siamo in un ambito totalmente soggettivo, mentre sono convinto che quando i colori sono troppo alterati in un senso o nell'altro la cosa diviene molto evidente e anche fastidiosa e non piacevole alla vista

avatarjunior
inviato il 13 Novembre 2020 ore 12:27

Se posso, vorrei sottolineare che il carattere espressivo della fotografia è sempre stato sottovalutato in parte per problemi logistici e in parte per volontà oggettivistica. Chiaramente il cambiamento socio-culturale in atto nella nostra società tende a sbilanciare il gusto della nostra epoca verso un carattere più intimo e personale, mentre la passata generazione più vicina a un carattere sociale e politico vedeva nella fotografia un mezzo prettamente documentaristico/storico.

avatarjunior
inviato il 13 Novembre 2020 ore 12:35

Scheletro, è probabile che uno shift, come in tutte le nostre espressioni culturali, ci sia stato... e anzi che sia continuamente in atto. Non sono così sicuro che nel passato ci sia stato però solo il valore documentaristico, ci sono foto celebri anche degli albori della fotografia che di oggettivo avevano ben poco. E oggi ci sono foto che per accuratezza nella riproduzione della realtà sono nettamente superiori a foto di 50 anni fa (per il lato tecnico) Mi piacerebbe riuscire a mettere a fuoco meglio in cosa consiste questo spostamento di tendenze che comunque concordo anch'io ci sia.

avatarjunior
inviato il 13 Novembre 2020 ore 12:53

@lauc non ho mai detto ci fosse "solo" il carattere documentaristico, ho detto solo che fosse preminente rispetto agli altri. È Henri Cartier Bresson a essere l'occhio del secolo, è Gianni Berengo Gardin a essere il più famoso fotografo italiano, è Salgado "il miglior fotografo vivente" e nessuno di loro scattava con un carattere espressionista. L'ultimo Salgado comincia a mettere nelle sue foto un sentimentalismo esistenziale, quello degli anni ruggenti lo faceva molto meno.
Insomma non possiamo negare che la fotografia novecentesca ha come messaggio "il documento", poi è chiaro che la fotografia non sia mai solo una deriva ma abbia molteplici sfaccettature.

avatarsenior
inviato il 13 Novembre 2020 ore 12:59

Il pensiero espresso da Scheletro nel penultimo post non è da sottovalutare; un sistema maggiormente improntato ad un carattere sociale è anche più incline a porsi delle regole più o meno condivise e ad agire di conseguenza, mentre oggi viviamo in un contesto molto più individualistico, dove si tende a far coincidere la personale visione delle cose con ciò che è (o dovrebbe essere) "naturale". Ne consegue un approccio più individualistico anche a concetti apparentemente oggettivi come quello di "natura".
Credo che in questo incida anche una crescente consapevolezza che quello che fino a ieri sembrava selvaggio ai nostri occhi, non è poi cosi wild come credevamo: vivo a due passi dal Parco Naturale Paneveggio Pale di S. Martino, conosco ormai abbastanza la storia secolare del rapporto tra l'uomo e questi boschi da pensare che persino il ritorno spontaneo del lupo tra Predazzo e la Val Venegia debba fare i conti con una natura che, nonostante le apparenze, è fortemente condizionata e "guidata" dall'uomo da almeno 4-500 anni e non è più come quando il lupo ne venne scacciato; forse sono anche queste considerazioni che spingono a forzare la mano in una rappresentazione di come quegli ambienti dovrebbero essere se fossero ancora naturali, ma ormai ci manca un paragone veramente oggettivo a cui far riferimento: chi saprebbe descrivere la natura di questi luoghi così com'era realmente prima che l'uomo vi mettesse mano?

avatarjunior
inviato il 13 Novembre 2020 ore 13:11

Ecco, allora non sono molto sicuro che fosse preminente rispetto ad altri. Per essere più precisi.
Ad esempio gli autori che citi sono ovviamente dei capisaldi, ma non sono gli unici. Poi ci stiamo allontanando probabilmente dal tema del post, in ogni caso cosa intendi esattamente allora con espressionista?

avatarjunior
inviato il 13 Novembre 2020 ore 13:28

@lauc perdonami, ma chi ti ha detto che sono gli "unici"? Chi ti ha detto che nel passato sia esistita "solo" questa deriva documentaristica?
Nessuno.
Ti sto sottolineando come è un fatto che Bresson venne definito "l'occhio del secolo" e dare un titolo simile implica che se da un lato ha fotografato gli eventi più importanti del Novecento, dall'altro ha incarnato come quel secolo guarda gli accadimenti.
Sottolineo: non è l'unica, è stata la principale. Il fatto stesso che siano capisaldi conosciuti da tutti e stiano più spesso sulla bocca di chi fotografa avrà un senso, sarà una rappresentazione del gusto dell'epoca in cui sono saliti alla ribalta e dimostrerà che il contesto socio-culturale fosse più incline al documento.
Ti aggiungo un aspetto: fai caso a come le masse arriccino il naso quando si parla di togliere bolle, nei e imperfezioni varie, neanche si stesse parlando di aggiungere un braccio e tre occhi alla modella. Se la deriva espressionista fosse stata più forte e socialmente accettata, di uso comune, stai sicuro che nessuno arriccerebbe nulla e che il termine "tarocco" sarebbe utilizzato solo per le carte.

avatarjunior
inviato il 13 Novembre 2020 ore 13:56

Credo che il confine tra documentaristico/naturalistico/artistico non sia una linea netta ma molto sfumato e sfaccettato e ognuno lo colloca dove la sua sensibilità ritiene più opportuno. riguardo le "libellule sognanti" o "volpi/cervi fiabeschi" secondo me non sono fotografia naturalistica ma qualcos'altro, non necessariamente qualcos'altro deve avere un accezione negativa. secondo voi tra 20/30 anni questo tipo di foto verranno viste come un documento sulla natura o come esempi di come la sensibilità del momento riteneva si dovesse rappresentare la natura? sono abbastanza o.t. ma spero si possa continuare.

avatarjunior
inviato il 13 Novembre 2020 ore 14:39

Scheletro non ho scritto "tu dici che sono gli unici". Il senso del mio commento è ben diverso, intendo che nel citarli stai già facendo una scelta, coerente con una tua visione, come giusto che sia, ma che secondo me va tenuta in conto.

Cerco di spiegare la mia posizione: spesso per esempio questi fotografi hanno finalità di denuncia sociale, cosa che evidentemente orienta il loro stile. Fotografano in bianco e nero. Hanno le loro idee.
Forse sostituendo Berengo Gardin con Fontana, e Salgado con Mccurry già si potrebbero fare considerazioni diverse.

Ora essendo io molto ignorante in storia della fotografia e autori, prendo Salgado non perchè lo conosca bene, ma almeno un minimo: Salgado si inserisce in una corrente ben precisa, è un umanista, e mentre sostanzialmente vive immerso in un mondo che ha tra i suoi valori quello dell'individualismo esasperato, dell'edonismo e del benessere di pochi a discapito di molti, attraverso i suoi lavori mette in luce quanto questo modello di mondo/società sia in realtà deleterio. Si oppone in ultima analisi al contesto socio-culturale in cui vive.
Nel farlo però c'è ampio uso della post-produzione nelle sue stampe ai sali d'argento (all'epoca fatta in manuale) e ampio uso di scene preparate prima dello scatto, che non sempre sono quindi "naturali". La maggior parte dei suoi scatti ha una bellezza intrinseca davvero elevata, epica, tanto che negli anni passati è stato oggetto di forti critiche, imputandogli che ricorresse ad una spettacolarizzazione della sofferenza umana anzichè essere "oggettivo", in pratica che non era sufficientemente documentaristico.
Io penso che mentre il messaggio in questi autori sia molto importante, in altri manca questo approccio per così dire "intellettuale", perchè hanno altre finalità. Ma anche al giorno d'oggi ci sono fotografi di guerra che vincono premi o per riportare il discorso sulla naturalistica diventano iconiche le foto di animali in un mondo deturpato dalla plastica.

Ma ripeto, anch'io penso sia innegabile che ci sia uno spostamento delle tendenze in fotografia, anche se non mi è del tutto chiaro.

avatarsenior
inviato il 13 Novembre 2020 ore 15:18

Intervengo in questo post solo perchè sono stato chiamato direttamente in causa anche son scrivo o posto da mesi.

Lungi da me fare un pippone sulla post produzione, chi la usa, chi ne abusa ecc...
Io la uso moderatamente e compatibilmente con le mie scarsissime capacità di farlo. Se la foto fa schifo è inutile andare a cercare il tecnicismo

Detto questo, nei concorsi seri è richiesto il raw. E se c'è manipolazione, aggiunta o rimozione di particolari, vengono scartate.

Come vedete, per mia fortuna la foto era già così con i suoi tantissimi problemi di postproduzione dovuta alla neve sulla lente e alle mie scarsissime capacità di postproduzione.

Questo lo screenshot del raw con i suoi pochi e maldestri miei interventi




avatarjunior
inviato il 13 Novembre 2020 ore 15:54

Grande Lufranco, questa è una foto stupenda e si capiva che era già venuta bene alla nascita, anzi oserei dire fin dal concepimento MrGreen

avatarjunior
inviato il 13 Novembre 2020 ore 17:19

@Lauc ma secondo te un secolo si giudica in base alle nicchie culturali o in base alla cultura di massa?
Sta in questo il discorso: Bresson, Capa, Gardin e potremmo continuare hanno fatto la storia della fotografia soprattutto perché chiunque fosse minimamente dentro alla "fotografia" li conosceva anche non volendo. Persino i fotoamatori più ignoranti quelli che scattavo alla buona tentavano di imitare lo stile documentaristico che portavano avanti questi grandi della fotografia, senza neanche conoscerli.
Veniamo ora a Salgado.
Tu scrivi:
"[...] c'è ampio uso della post-produzione nelle sue stampe ai sali d'argento (all'epoca fatta in manuale) e ampio uso di scene preparate prima dello scatto, che non sempre sono quindi "naturali". La maggior parte dei suoi scatti ha una bellezza intrinseca davvero elevata, epica, tanto che negli anni passati è stato oggetto di forti critiche, imputandogli che ricorresse ad una spettacolarizzazione della sofferenza umana anzichè essere "oggettivo", in pratica che non era sufficientemente documentaristico".
Secondo le tue stesse parole la critica che gli viene rivolta è quella di non essere "sufficientemente documentaristico", che come ti dicevo sopra non gli verrebbe mossa se una cultura espressionistica fosse stata più forte e radicata. se quello che conta è il messaggio anche quello è documentario, se invece conta l'attenzione alla non contaminazione della scena allora non lo è. Il fatto che simili critiche gli siano state mosse indica che la cultura del documento oggettivo è molto più radicata di quello che pensi. In fondo il "tarocco" era l'utilizzo della camera oscura e della messa in posa dei soggetti. Se i Fontana o i Mccurry fossero stati la maggioranza, la norma, una critica simile non gli sarebbe stata mossa assolutamente, anzi...
Talmente è radicata l'immagine di una fotografia come mezzo "documentaristico" che, nonostante siamo nel 2020, non si può usare il termine "ritocco" con i non addetti ai lavori. Percepiscono la questione al pari di una frode e se leggi i commenti della vecchia guardia anche in loro ti capita di sentire un disgusto parlando di foto messe in posa o di postoproduzioni spinte (come se il bianco e nero non fosse una pp spinta di partenza).
Aggiungo che mccurry è divenuto famoso alle masse con la ragazza afghana che preannuncia quel cambio di paradigma di cui ti parlavo e fontana non è mai divenuto quello standard tale da essere un riferimento per le masse.

avatarsenior
inviato il 13 Novembre 2020 ore 18:19

Però è anche vero che la massa critica il "tarocco" quando gliene parli, ma in genere non lo sa riconoscere se non quando è fatto da cani, mentre è pronta a decretare lodi a quello eseguito bene. Significa che mentre a livello ideale si è ancora radicati a un sistema di valori tradizionale, nella pratica dell'osservazione quotidiana si sta verificando una discrepanza proprio con quei valori.

avatarsenior
inviato il 13 Novembre 2020 ore 18:26

Infatti certi tipi di foto spopolano sui social

Che cosa ne pensi di questo argomento?


Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!

Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 242000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista.




RCE Foto

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info)


 ^

JuzaPhoto contiene link affiliati Amazon ed Ebay e riceve una commissione in caso di acquisto attraverso link affiliati.

Versione per smartphone - juza.ea@gmail.com - Termini di utilizzo e Privacy - Preferenze Cookie - P. IVA 01501900334 - REA 167997- PEC juzaphoto@pec.it

www.juzaphoto.com - www.autoelettrica101.it

Possa la Bellezza Essere Ovunque Attorno a Me