| inviato il 17 Aprile 2019 ore 18:54
@gert: onestamente non ho mai inserito i miei seriali avendo sempre acquista da shop come Amazon o MediaWorld, non sapevo che il checker non fosse affidabile... @HDB: si però ci sono due situazioni completamente diverse che richiedono trattamenti diversi. Per un prodotto in garanzia europea io capisco benissimo che al di fuori Dell Eu non lo riparino oppure che un prodotto non europeo non lo riparino in Europa (metti che un giappo viene in Italia, gli si rompe la macchina, è assurdo pensare che la sua garanzia asiatica valga anche qua) Ma... Non vedo perché a pagamento non si debba riparare Non trovo un solo unico motivo sensato per non riparare. Prendi sempre l ipotetico giappo di prima che viene in Italia per una vacanza, gli si rompe qualcosa nel bel mezzo della vacanza e vuole poter utilizzare la macchina, va in un negozio e chiede una riparazione a PAGAMENTO. con che faccia hanno il coraggio di dirgli " no mi scusi non lo ripariamo perché non è europeo?" Sarà anche un esempio assurdo, Ma è surreale pure sta situazione secondo me.... |
| inviato il 17 Aprile 2019 ore 19:08
Mi intrometto, senza aver letto tutto (potrei avere capito un tubo). Fuori dal periodo di garanzia uno può rifiutarsi di riparare. Anche la mia azienda lo fa: se non sei un cliente importante ti attacchi. Poi quale convenienza abbiano non lo so, probabilmente economica. |
| inviato il 17 Aprile 2019 ore 19:11
“ @HDB: si però ci sono due situazioni completamente diverse che richiedono trattamenti diversi. Per un prodotto in garanzia europea io capisco benissimo che al di fuori Dell Eu non lo riparino oppure che un prodotto non europeo non lo riparino in Europa (metti che un giappo viene in Italia, gli si rompe la macchina, è assurdo pensare che la sua garanzia asiatica valga anche qua) Ma... Non vedo perché a pagamento non si debba riparare Non trovo un solo unico motivo sensato per non riparare. Prendi sempre l ipotetico giappo di prima che viene in Italia per una vacanza, gli si rompe qualcosa nel bel mezzo della vacanza e vuole poter utilizzare la macchina, va in un negozio e chiede una riparazione a PAGAMENTO. con che faccia hanno il coraggio di dirgli " no mi scusi non lo ripariamo perché non è europeo?" Sarà anche un esempio assurdo, Ma è surreale pure sta situazione secondo me.... „ La ragione della politica di Tamron l'avevo già citata sopra. Il mercato grigio, per tutte le case, è qualcosa di negativo, in quanto causa un danno economico a tutta la rete di vendita ufficiale. Il fatto di non fornire assistenza per prodotti destinati ad altri mercati è un mero mezzo per disincentivare l'acquisto dei prodotti di importazione parallela. Chi ha invece acquistato un prodotto tramite i canali ufficiali, in paesi extra ue, e necessita di una riparazione mentre si trova in Europa, potrebbe trovarsi effettivamente in difficoltà. |
| inviato il 17 Aprile 2019 ore 19:29
Vi è anche un'altra questione, da considerare. Io non ci vedo malafede, ma solo la mancanza di una struttura idonea. Perchè il Canon 17-55 costa ancora quasi il doppio del suo omonimo Tamron, che è uscito anni dopo? Per la qualità ottica? Non credo. Sarà migliore, ma non da costare il doppio. La differenza è nel servizio che l'azienda ti fornisce. Se ti si rompe un Canon mentre sei ovunque nel mondo lo puoi fare riparare, perchè c'è un centro disponibile. Mettere in piedi un servizio di assistenza serio e capillare significa costruire un'azienda dentro l'azienda: formare tecnici, attrezzature, reggere i costi di manutenzione, tasse e stipendi. Con la differenza che se devi produrre il nuovo, uno stabilimento può fornire tutto il mondo; ma se devi riparare devi costruire una rete ancora più grande ed onerosa, presente in tutti gli stati con più di un centro. Aggiungi che poi sei un produttore di terze parti costretto a fare reverse engineering, con il rischio che l'originale ti inventi qualcosa di nuovo per te lontanissimo. Inoltre, il fatto di sfavorire il mercato grigio dal loro punto di vista ha senso. Tu mi hai "fregato" e adesso io mi vendico; tanto sulla riparazione a conti fatti mi rimane poco. Aggiungiamo che l'Europa e soprattutto l'Italia per aziende come Tamron sono uno sputo. Non mi stupirei se si scoprisse che è molto più dispendioso per loro mantenere una struttura attiva al 100% in confronto al prezzo delle riparazioni. Devi gestire ricambi, aggiornamenti, procedure, tecnici, burocrazia, etc. Mica è facile. Si demanda tutto a un centro grosso (Germania) il quale gestisce come gli pare e piace tutta l'Europa. Le aziende, poi, sono fatte da persone con le loro idee e i loro difetti. Non sto dicendo che sia giusto, ma è così e non mi stupisce. Altrimenti non mi spiego il costo dimezzato di certe ottiche e perderebbero di competitività. |
| inviato il 17 Aprile 2019 ore 20:05
“ La ragione della politica di Tamron l'avevo già citata sopra. Il mercato grigio, per tutte le case, è qualcosa di negativo, in quanto causa un danno economico a tutta la rete di vendita ufficiale. Il fatto di non fornire assistenza per prodotti destinati ad altri mercati è un mero mezzo per disincentivare l'acquisto dei prodotti di importazione parallela. Chi ha invece acquistato un prodotto tramite i canali ufficiali, in paesi extra ue, e necessita di una riparazione mentre si trova in Europa, potrebbe trovarsi effettivamente in difficoltà. „ La ragione della politica di Tamron la conosce Tamron, ma tendenzialmente mi sento di poter dire che: 1. A Tamron non interessa nulla del fatto che i clienti paghino dazi e tasse, questi sono fatti altrui. 2. l'interesse di qualsiasi azienda, inclusa Tamron, è di massimizzare i profitti. Tamron può decidere tranquillamente di disincentivare il mercato parallelo, non fornendo alcun tipo di supporto ai clienti che, anche lecitamente e in buona fede, hanno un prodotto che non è entrato in un determinato stato secondo le vie “standard”. Non è obbligatorio farlo, Canon non lo fa, ma lo può fare e son fatti suoi. Se al consumatore tale politica piace, acquista Tamron, se non piace, magari non lo fa. Io, come detto, l'ho fatto ma non credo che lo farò più. |
| inviato il 17 Aprile 2019 ore 20:23
“ Tamron può decidere tranquillamente di disincentivare il mercato parallelo, non fornendo alcun tipo di supporto ai clienti che, anche lecitamente e in buona fede, hanno un prodotto che non è entrato in un determinato stato secondo le vie “standard”. Non è obbligatorio farlo, Canon non lo fa, ma lo può fare e son fatti suoi. „ In realtà lo fanno anche Nikon, Canon, Sigma e Sony. Tutti lo dicono, più o meno esplicitamente, sui loro siti, così come fa Tamron: l'importazione grigia è, come dire, "attenzionata" e viene gestita come molta diffidenza - giusto per usare un eufemismo - dai rivenditori e riparatori ufficiali. Per esempio, Nikon dice esplicitamente: “ Che cosa succederebbe se possedessi già un prodotto Nikon di importazione parallela? I rivenditori autorizzati Nikon non forniranno assistenza tecnica né offriranno servizi di garanzia per tali prodotti. „ Sony e Canon usano invece giri di parole più forbiti, mentre Sigma in USA (in Italia non so), applica un sovrapprezzo di 250 dollari se qualcuno vuol far riparare una lente che arriva dal mercato grigio. Ma se per i primi due marchi, essendo da molto più tempo sul mercato e avendo una base di acquirenti maggiore, è più semplice trovare qualcuno che te le ripari anche fuori dai giri "ufficiali", purtroppo questo per Tamron non avviene, e bisogna passare attraverso l'importatore, con tutte le limitazioni e le difficoltà burocratiche che questo può comportare. IMHO, la questione è molto più complessa di "Tamron è cattiva" e la soluzione "vado da altri" non so quanto possa essere risolutiva. |
| inviato il 17 Aprile 2019 ore 20:38
"Tu mi hai "fregato" e adesso io mi vendico; tanto sulla riparazione a conti fatti mi rimane poco." Non è una questione di guadagni ma di tenersi o no clienti... Di fatto, il post dopo al tuo (scusa da cellulare non ho il quote) dice : " Se al consumatore tale politica piace, acquista Tamron, se non piace, magari non lo fa. Io, come detto, l'ho fatto ma non credo che lo farò più." Giusto o sbagliato lo sapranno loro, se premia a livelli di entrate pure, sicuramente la loro decisione non premia a livello di acquisto / mantenimento clienti. Il passa parola Nell epoca di internet si sa è tremendo... |
| inviato il 17 Aprile 2019 ore 20:47
Il problema non è tenersi il cliente. Per la tipologia di prodotto, la stragrande maggioranza delle persone comprerà al massimo due ottiche nella loro vita. È un rischio che possono correre. Il problema sono i costi/guadagni. |
| inviato il 17 Aprile 2019 ore 20:55
Infatti parlavo anche di acquisto cliente. Pensa a qualcuno che non conosce l azienda, si è appena affacciato al mondo della fotografia, entra nel forum, digita tamron nel motore di ricerca e trova questo topic. Non è molto incoraggiante eh.. |
| inviato il 17 Aprile 2019 ore 21:04
Capirai quanto siamo importanti Zero, altrimenti Canon sarebbe già fallita. Poi vedi che costa la metà e dici "però forse vale la pena correre il rischio". |
| inviato il 17 Aprile 2019 ore 21:34
noi (io e te) niente.... questo topic probabilmente neppure, Juza inteso come forum un pochettino di piu visto l'altro numero di iscritti, e mano mano che la notizia si spande, e credimi può partire anche solo da uno, se prende piede può essere la fine di un'azienda. ti racconto una cosa a cui ho assistito di persona, all'inizio un po' con piacere, perchè i tipi mi stavano davvero sul × (per precedenti con una persona che conoscevo), ma poi ha preso talmente una brutta piega che mi sono sentita davvero a disagio. è una cosa che non c'entra niente con questo, ma per dirti come una mossa sbagliata può decretare il destino di una azienda. c'è un gruppo heavy metal chiamato Arch Enemy, la manager (nonchè ex cantante) è una gran bella testina, che ha rotto le balle ed ha avuto da ridire con un sacco di gente... Insomma, il gruppo fa un concerto, un fotografo professionista fa le foto, le pubblica sul suo instagram e l'attuale cantante le ritwitta. fin qui normale amministrazione. se non che la tipa che aveva cucito i vestiti della cantante e aveva una ditta di sartoria "rock" diciamo, usa la foto aggiungendoci la pubblicità alla sua azienda. come tutti sappiamo, l'uso di una foto con copyright non è permesso, peggio ancora se con fini commerciali. il fotografo quindi contatta la tipa dell'azienda, e gli dice "guarda, solitamente faccio pagare 500 euro per le mie foto, ma ormai è accaduto, facciamo così, dona 100 euro ad una associazione per il cancro e siamo pari e chiudiamo questo infringment così" non vi dico il casino che è successo dopo, la tipa ha contattato la manager, la manager ha minacciato il fotografo di farlo espellere da tutti i locali d'europa, insomma roba veramente spiacevole. Il fotografo - trovatosi con le spalle al muro - ha scritto un articolo in cui raccontava l'accaduto. l'articolo in un giorno ha fatto il giro del mondo, il gruppo è stato MASSACRATO!!! non solo, siccome la manager non ha chiesto scusa per le minacce ma molto intelligentemente ha rincarato la dose, voglio dire sei una manager, dovresti sapere qualcosa di public relationship, non peggiorare una situazione già grave con gente che ti dice che siete finiti, che dopo questo nessuno verrà piu ai vostri concerti e altre carinerie varie che è bene non ripetere ad altra voce (purtroppo la gente è davvero cattiva e sfoga la sua frustrazione così), poi non contenti sono passati a quella della ditta di sartoria, che dopo un paio di giorni di questo assalto mediatico alla fine ha chiuso sito internet, pagina fb e anche il marchio. quindi non sottovalutiamo il potere di internet, nessuno è davvero al riparo. |
| inviato il 17 Aprile 2019 ore 21:40
“ Ma se per i primi due marchi, essendo da molto più tempo sul mercato e avendo una base di acquirenti maggiore, è più semplice trovare qualcuno che te le ripari anche fuori dai giri "ufficiali", purtroppo questo per Tamron non avviene, e bisogna passare attraverso l'importatore, con tutte le limitazioni e le difficoltà burocratiche che questo può comportare. „ Il nodo non è Polyphoto o Fowa che non riparano merce che non passa per le loro mani, ma l'indisponibilità dei pezzi di ricambio che è stata denunciata in questo 3d che impedisce la riparazione da parte di terzi. |
user92023 | inviato il 17 Aprile 2019 ore 22:25
Fowa credo che ripari (cio' che e' passato dalle sue mani); Polyphoto NON ripara un bel razzo di niente!!! Nel caso del materiale da lei stessa importato SI LIMITA, SEMPLICEMENTE, a fare da ufficio spedizioni (cosa questa che -incredibile dictu- potrei fare PERSINO io stesso: chi fa' da se' fa' per tre!). Meditate gente, meditate! G. |
| inviato il 18 Aprile 2019 ore 5:06
“ “ ma tutto questo non c'entra una beata mazza. Secondo te se compro ad HK e pago dazi ed IVA Tamron Europa mi riconosce la garanzia o la riparazione? NO! a ? A parte che come ha scritto Dab è possibile chiedere la garanzia internazionale. Poi non facciamo gli ingenui, come ho scritto prima, la rigida politica sulle riparazioni è dovuta al mercato grigio, non all'occasionale aquisto all'estero. “ Me la riconosce solo se pago il "pizzo" a lei quando compro un Tamron. Il fatto fiscale non c'entra ? Non paghi il "pizzo", a parte che il maggior prezzo è dovuto a IVA e dazi, la parte che rimane tiene su la rete di importazione e assistenza. Se per assurdo domani tutti comprassero lenti Tamron da HK, Polyphoto chiuderebbe battenti, ma Tamron dovrebbe comunque mantenere la sua rete in Europa e immagino rincarerebbe il prezzo delle lenti vendute ad HK (per fare un esempio banale). Non capisco tutto questo astio nei confronti di Tamron. I furbetti siamo noi che compriamo dal mercato grigio e i rivenditori del mercato grigio che guadagnano lavorando ai limiti del legale ed evadendo IVA e dazi. Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. „ Io volevo far capire che un conto è il fatto fiscale e l'altro è l'assistenza che un venditore deve dare, sono due cose assolutamente diverse. Polyfoto come Nital ed altri riparano solo quello che passa attraverso la loro rete. Questi importatori fanno i loro interessi e questo è legittimo, ma questo comportamento ha forti controindicazioni, se leggi l'esempio che ha fatto Morgana (il giapponese che viene in Italia e non ha assistenza) capisci al volo però che queste politiche possono danneggiare non poco i produttori (Nikon Tamron ecc). Comunque c'è un solo modo per risolvere questa diattriba: separare la distribuzione dalla assistenza. - la prima la può fare chiunque, oppure il produttore può affidarsi ad un solo venditore-distributore, - la seconda deve essere gestita o controllata direttamente dal produttore, che provvederà a riparare in garanzia o a pagamento tutti i suoi prodotti, da qualunque parte provengano Tra l'altro il service a pagamento è fonte di guadagno...... |
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