| inviato il 21 Marzo 2023 ore 9:46
parte 3 si riprende da qui vecchia discussione www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=4407621 Sintesi delle due precedenti: ho iniziato la prima discussione chiedendo informazioni per iniziare a sviluppare qualche rullo in casa ho iniziato qualche primo sviluppo poi ho continuato con il rodinal a sviluppare facendo prove tirando pellicole foma100 a 800 iso si è discusso sviluppi e pellicole nella seconda parte ho presentato un pò di risultati dei miei esperimenti ho ricevuto tanti preziosi consigli. ringrazio ancora infine stavo inziando a chidere qualche info su come funziona la stampa analogica in CO e si stava discutendo di stampe analogiche vs stampe inkjet |
| inviato il 21 Marzo 2023 ore 10:10
Ci sono. |
| inviato il 21 Marzo 2023 ore 10:18
Grazie Enrico |
| inviato il 21 Marzo 2023 ore 10:25
Piccolo contributo ripreso dalla precedente discussione, circa il cosiddetto "processo ibrido". Ho provato a fotografare i negativi (BN) per digitalizzarli. Risultato superiore allo scanner. Ad occhio, files stampabili anche in formato diciamo "medio". |
| inviato il 21 Marzo 2023 ore 10:31
continuando la seconda parte: per quanto riguarda i costi delle pellicole è inutile discutere. questo è il mercato o lo si accetta o si è tagliati fuori tornando alle stampe in co, purtroppo richiedono un sacco di materiale dedicato, tempo e spazio. mi piacerebbe vederne qualcuna a colori fatta bene, fianco a fianco con la stessa cosa stampata inkjet. ma dubito che avrò mai questa occasione e poi a me spesso piace stampare anche libri e quelli sono fatti con tecniche completamente diverse ma se fatti bene li trovo molto godibili per continuare vorrei qualche parere sulle "risoluzioni" delle scansioni/digitalizzazioni sono rimasto impressionato dal livello di dettaglio, che alla già citata mostra di Werner Bischof, avevano le stampe dei 24x36 a colori degli anni 50 domanda ai più esperti: ma negli anni '50 esistevano già pellicole positive a colori? quando sono state introdotte? che differenza di risoluzione c'è tra una velvia 100 e una kodak porta 100? non so nulla di pellicole positive (sempre che si chiamino così) |
| inviato il 21 Marzo 2023 ore 10:47
“ Piccolo contributo ripreso dalla precedente discussione, circa il cosiddetto "processo ibrido". Ho provato a fotografare i negativi (BN) per digitalizzarli. Risultato superiore allo scanner. Ad occhio, files stampabili anche in formato diciamo "medio". „ ci sono tantissime discussioni in merito a questo e tantissime opinioni apertamente contrastanti, anche di persone esperte io ho letto un pò dappertutto e guardato parecchi esempi e sono giunto alla semplice conclusione, che per quello che devo fare io, con budget limitato è meglio prendere o tubi di prolunga o meglio ancora obbiettivi macro e digitalizzare con una fotocamera rispetto ad usare uno scanner dedicato. i vantaggi sono che 1) la lente macro o i tubi li usi anche per altre cose 2)la risoluzione è in ogni caso ottima e sufficiente per stampe anche a3 3) quando cambierai corpo macchina per aggiornarlo ci saranno nuovi e più performanti sensori e avrai scansioni ancora migliori 4) la spesa è limitata a 50 euro per i tubi prolunga e 300-400 euro per un buon macro 5) non occupa nessuno spazio in quanto è la stessa roba che usi per fotografare 6) il processo è molto veloce e consente di trattare un sacco di pellicole in pochissimo tempo 7) il sensore delle fotocamere moderne è in grado di leggere anche sfumature molto lievi nella pellicola e quindi restituisce buona parte di quanto impresso sulla pellicola. alcuni dicevano anche di più di quanto è possibile estrarre con stampa in CO, cosa di cui appunto si stava discutendo |
| inviato il 21 Marzo 2023 ore 10:54
Non lo credevo, ma il risultato a monitor è nettamente migliore, molto più dettaglio. Macchina con sensore full frame da "soltanto" 16 megapizze e lente macro anni '70. Non posso postare perché la foto contiene persone, ma appena posso provo con altre immagini. |
| inviato il 21 Marzo 2023 ore 11:26
le stampe a colori fatte bene sono abbastanza incredibili, ma purtroppo è ormai prodotta una sola carta (o due?), che non è bella grossa e troppo soddisfacente. Il processo è noiosissimo se non si ha una sviluppatrice daylight, conosco gente che lo fa con la tank ma io piuttosto che quell'enorme sbattimento guardo la vernice che asciuga sul muro. |
| inviato il 21 Marzo 2023 ore 11:39
le positive a colori (positive è corretto, oppure "invertibili", bruttino, più spesso "diapositive") esistevano da inizio 900 (f.lli lumiere) en.wikipedia.org/wiki/Reversal_film . Kodachrome è del 1935, quindi direi che negli anni 50 c'era già roba molto ma molto buona. Negli anni ci sono stati vari cambi di processo (come per le negative colore), kodachrome usava k-14, quelle che sopravvivono oggi usano e-6, prima c'era e-3 e e-4. Credo che altre marche avessero il proprio processo. Sulla risoluzione non saprei, bisognerebbe leggere i mtf ma me ne guardo bene. |
| inviato il 21 Marzo 2023 ore 11:45
tornando alle stampe in co, purtroppo richiedono un sacco di materiale dedicato, tempo e spazio. Oltre a TANTI SOLDI Carlo, e ad altrettanta perizia! |
| inviato il 21 Marzo 2023 ore 11:50
“ Non lo credevo, ma il risultato a monitor è nettamente migliore, molto più dettaglio. Macchina con sensore full frame da "soltanto" 16 megapizze e lente macro anni '70. Non posso postare perché la foto contiene persone, ma appena posso provo con altre immagini. „ dipende a quale scanner lo paragoni ma SPANNOMETRICAMENTE se stai su scanner sotto i 500 euro credo che fai meglio/uguale/paragonabile con il macro e una buona macchina fotografica poi ci sono leggende sugli scanner da mille mila euro professionali, ma l'uso di questi è anche molto costoso, tipo decina di euro per scansione di singolo fotogramma |
| inviato il 21 Marzo 2023 ore 11:54
“ le positive a colori (positive è corretto, oppure "invertibili", bruttino, più spesso "diapositive") esistevano da inizio 900 (f.lli lumiere) en.wikipedia.org/wiki/Reversal_film . Kodachrome è del 1935, quindi direi che negli anni 50 c'era già roba molto ma molto buona. Negli anni ci sono stati vari cambi di processo (come per le negative colore), kodachrome usava k-14, quelle che sopravvivono oggi usano e-6, prima c'era e-3 e e-4. Credo che altre marche avessero il proprio processo. Sulla risoluzione non saprei, bisognerebbe leggere i mtf ma me ne guardo bene. „ scusa Tykos, intendi positive a colori ad inizio 900? credevo (per mia ingoranza) che la fotografia a colori fosse roba del dopoguerra con a colori intendo su un solo negativo, non le cose a 3 negativi e con relativi filtri/luci RGB, tipo quelle che usava all'inizio il già citato werner bischof negli anni 50 |
| inviato il 21 Marzo 2023 ore 12:00
“ tornando alle stampe in co, purtroppo richiedono un sacco di materiale dedicato, tempo e spazio. Oltre a TANTI SOLDI Carlo, e ad altrettanta perizia! „ soldi, dipende: un ingranditore 35mm vien via a meno di quanto in questo forum si consiglia come grado minimo per un polarizzatore, vaschette e pinze mettiamoci un 50-100 da nuove, un marginatore 100-200 ma anche meno se ci si arrangia con quelli fissi o autocostruito, varie ed eventuali. Per me con un 3-400 si inizia il 35mm. Però serve una stanza, o la voglia di montare e smontare tutto ogni volta. La chimica costa come quella delle pellicole (cioè poco), la carta costicchia (ultimo pacco di ilford baritata 9,5x12 pollici 2 euro a foglio, ma una onesta politenata 8x10 siamo sull'euro o poco più) e non bisogna aver paura di buttarne via tanta. (sotto 8x10 di solito non vale la pena stampare per vari motivi) la perizia ci vuole, ma per fare delle stampe senza troppi grilli per la testa basta avere un negativo fatto bene e con tre prove hai la stampa finita. poi se si vuole fare maschere, bruciature a contrasto variabile, sbianche varie, robe strane allora il mondo è infinito, ma per avere una stampa in mano basta davvero stare attenti al negativo. |
| inviato il 21 Marzo 2023 ore 12:07
domanda ai più esperti: ma negli anni '50 esistevano già pellicole positive a colori? quando sono state introdotte? che differenza di risoluzione c'è tra una velvia 100 e una kodak porta 100? non so nulla di pellicole positive (sempre che si chiamino così) Le pellicole positive sono state introdotte da Kodak intorno alla metà degli anni '30, 1935 se non ricordo male, con le mitiche Kodachrome, che però all'epoca avevano una sensibilità intorno alle 12 ASA. La Velvia 100 in effetti è una diapositiva, che non ti consiglio per via della esagerata dominante rossa, mentre la Kodak Portra 160 è un negativo colore, particolarmente adatto peraltro a lavori di ritratto, moda e beauty. La prima ha una risoluzione di 80 e/o 160 lp/mm - misurata rispettivamente sulle mire a contrasto 1,6:1: e 1000:1 - mentre la seconda dovrebbe attestarsi intorno a 60 e 120 lp/mm. La Velvia 100 vanta un RMS 8, una grana quindi inferiore alla Velvia 50 (RMS 9), per la Portra 160 però non so indicarti l'Indice di Granularità Diffusa. |
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