| inviato il 19 Agosto 2020 ore 10:01
Saluto tutti volevo sottoporre la domanda a tutti gli interessati. che senso ha il sistema zonale oggi sul digitale ? In passato mi sono cimentato con molta difficoltà acon questa tecnica con buoni risultati , oggi visto la latitudine di posa dei sensori , la gamma dinamica estesa mi chiedo se abbia un senso applicare questa tecnica. |
| inviato il 19 Agosto 2020 ore 10:52
Il sistema zonale portato fuori dal suo paradigma originario della fotografia chimica credo mantenga un certo valore anche se molti dei suoi aspetti procedurali sono superati nella fotografia digitale, basti pensare alle tecniche di bracketing e HDR alla portata di un click. Ma ha ancora valore per la consapevolezza e il metodo di approccio che il fotografo acquisisce in relazione al tema della scena illuminata dalla luce e quindi dell'esposizione. Ragionare "a zone" è un plus per il fotografo, anche digitale. Sul discorso della "enorme" gamma dinamica dei moderni sensori digitali, occorre un po' di prudenza. Tra i valori che si leggono nei test tecnici e la realtà passa una certa differenza. Il range della gamma dinamica realmente utile è spesso molto più ristretto. Se vuoi mantenere qualità nel risultato, ti trovi con una GD non tanto differente da quella di cui disponeva AA. Se leggi qui puoi trovare spunto per qualche test con la tua attrezzatura: www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&show=9&t=3433968#19369282 |
| inviato il 19 Agosto 2020 ore 11:04
Molto interessante grazie Ale Z ! |
user84767 | inviato il 19 Agosto 2020 ore 11:53
L'ho visto applicare in studio per fotografia Glamour per poter sfruttare appieno la pur estesa gamma dinamica della fotocamera. Penso che anche in paesaggio con zone a contrasto elevato possa dare buoni risultati. Ho notato che nelle fotocamere recenti (della marca che uso io) la tendenza è avere un esposimetro che sottoespone leggermente per salvaguardare le alte luci recuperando poi le ombre, quindi per esposizioni in cui non si ha molto tempo per ragionare si cerca di avere un file ben lavorabile al pc |
| inviato il 23 Agosto 2020 ore 13:23
E' vero che Ansel Adams non ha inventato il sistema zonale; infatti negli studi della fotometria (che a tutti gli effetti sono il sistema zonale) è prassi normale usare i calcoli per la massima latitudine. La Sua bravura è stata quella di renderla comprensibile, fruibile in maniera, come mai prima fatto, CHIARA!! a tutti. (vedi "Il Negativo" ed. Zanichelli) Che ora, in digitale, il SZ, non serva, si può accettare, oggi, con gli automatismi (non parlo solo delle fotocamere) ma del programma interno di acquisizione sul sensore, questi calcoli sono fatti istantaneamente. Certo che ad un buon pilota automobilistico, non serve sapere come funzionano gli organi interni della sua auto, basta che funzionino. Resta un fatto di conoscenza, di cultura. Male non farebbe saperlo, infatti; e tutto questo anche in fotografia. amicissimo vostro, franco santi |
| inviato il 23 Agosto 2020 ore 14:25
ciao Franco sono completamente d accordo con t'e per la coltura anche se il negativo di Adams che io possiedo è un bel mattone sono convinto che molti oggi fanno fotografia e non hanno letto nulla infatti questo è il punto molte delle nozioni del passato oggi non vengono prese in coniderazione ma... anche un pilota automatico però non sempre riesce a distinguere la luce ideale x creare la senzazione che tu vuoi dare all'immagine |
| inviato il 23 Agosto 2020 ore 15:14
Tutti possono suonare un pianoforte, facile! basta martellare i tasti. Tutti possono dipingere su di una tela, facile! basta intingere e pennellare. Tutti possono fare una fotografia, facile! basta fare click su di un bottone. Non tutti però sono J.S.Bach. (anche lui martellava i tasti) Non tutti però sono Raffaello. (anche lui intingeva e pennellava) Non tutti però sono H.Newton. (anche lui faceva click su di un bottone) Per cercare di "creare la sensazione..." come giustamente tu dici...bisogna imparare, faticare, rubare con gli occhi, studiare, insomma....conoscere il più possibile. amicissimo franco santi |
| inviato il 23 Agosto 2020 ore 15:24
espongo per le luci e scatto, mi dite cosa potrebbe migliorare lo scatto conoscere il sistema zonale |
| inviato il 23 Agosto 2020 ore 16:59
tutte cose che non mi servono a parte questa “ cosa vogliamo bruciare o poter recuperare „ se hai una scena che ha una GD superiore alla macchina devi necessariamente scendere a compromessi, con un ritratto espongo per il viso e brucio le luci se necessario, in un paesaggio fai HDR e hai risolto |
| inviato il 23 Agosto 2020 ore 17:26
Ho letto recentemente i libri di adams e oltre a reputarlo un maniaco (nel senso positivo del termine) lui ha portato all'apice la tecnica fotografica in ogni suo aspetto. Molti di noi lavorano in digitale e danno per scontato il controllo dell'immagine immediatamente dopo l'esposizione, la post produzione digitale e tante altre procedure che in analogico non erano possibili, o almeno non con la stessa efficienza del digitale. Il sistema zonale non serviva solo ad esporre, ma anche a pianificare lo sviluppo della singola posa (perché lavorando coi banchi ottici non usava pellicole in rullo come per il piccolo o Medio formato ma pellicole piane e singole): misurando i valori di ogni singolo elemento della scena andava a collocarli nelle varie zone del sistema, annotava tutto e agiva suo tempi di sviluppo della pellicola per aumentare o diminuire il contrasto in funzione della scena per bilanciarla correttamente. Come si rapporta il tutto alle tecnologie digitali attuali? Come qualcuno ha detto sopra la consapevolezza in fase di scatto diventa determinante nella realizzazione di una foto o una serie di foto, è diverso pianificare la post produzione di una scena difficile piuttosto che improvvisarla dopo aver preso atto di aver scattato male, un conto è sovra o sottoesporre coscientemente piuttosto che farlo in post alterando la qualità di immagine |
| inviato il 23 Agosto 2020 ore 17:27
Faccio fotografie dal 1965. Ai tempi utilizzavo la tecnica in questione con i banchi ottici. Oggi è un inutile orpello. Siamo nel 2020. E' come dire che serve necessariamente un volante dal grande diametro per girare lo sterzo di una macchina da corsa. Negli anni 30' certamente si! Oggi certamente no, anzi... Oggi hanno inventato da tempo l'idroguida... (o la guida servo assistita elettrica). Oggi il volante è piccolo. Tenete poi conto che la tecnica zonale aveva senso nel percorso di sviluppo e stampa analogico totale (oggi diremmo workflow): dovevi per ogni singolo fotogramma scegliere il modo di esporre in funzione di come poi intendevi sviluppare il negativo e poi stampare il positivo. Ed ovviamente si poteva fare seriamente solo con i banchi ottici o comunque con le fotocamere a pellicola piana. Oggi con il digitale esponi come vuoi e recuperi come vuoi, entro certi limiti ovviamente. Non facciamoci prendere da inutili tormentoni passati degni solo dei sostenitori di ANALOGICA.IT ... |
| inviato il 23 Agosto 2020 ore 17:36
Oggi, probabilmente, non serve più. Però, a volte, si leggono domande su problemi di esposizione che mi fanno pensare che non sarebbe sbagliato, per chi si approccia alla fotografia, conoscerlo. |
user33434 | inviato il 23 Agosto 2020 ore 23:32
Credo che un valore al giorno d'oggi ce l'abbia ancora, non però l'argomento sistema zonale nudo e crudo stralciato dal contesto che, come ricordava bene Franco Santi, è "soltanto" un metodo pratico per applicare i principi di sensitometria. Il suo valore credo che risieda nell'insieme de "il negativo" e "la stampa" per la concezione della fotografia che ne emerge, dove tutto ruota intorno all'intervento creativo nel tradurre una scena in una stampa. Credo sia importante anche quando si usa un sensore sapere come apparirà in stampa una determinata immagine che si vuole rappresentare e in questo, l'approccio didattico dei due libri di Adams credo abbia ancora qualcosa da dire. Tonyrigo per quel che riguarda la sua applicazione con formati minori la cosa non è tanto impossibile basta annotare il numero dello scatto in cui si decide che si cambierà lo sviluppo, fare uno scatto a vuoto e riprendere con la nuova esposizione che ci si è prefissati. Al momento dello sviluppo ricarichi il rullino in macchina e ti riporti all'esposizione vuota, tagli il punto giusto in camera oscura e metti la sezione che ti interessa in tank |
| inviato il 23 Agosto 2020 ore 23:51
Non vorrei dire una scemenza, ma il SZ verte su una serie di azioni partendo dalla previsualizzazione della scena, esposizione conseguente, sviluppo del negativo in base al contrasto desiderato e conseguente stampa. Il tutto è sempre finalizzato alla stampa perché la carta fotografica è l'anello debole della catena"poca latitudine " Generalmente per il BN si usa esporre per le ombre e sviluppare per le luci, con il digitale si fa il contrario, si espone per le luci(per non bruciarle ) e in PP si aprono le ombre. Ho sintetizzato molto, il discorso sarebbe più complesso (anche per il digitale) Se ho detto delle c.... te vi prego di correggermi. |
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