user39791 | inviato il 18 Marzo 2019 ore 11:28
Apro la parte 5 |
user90373 | inviato il 18 Marzo 2019 ore 11:41
“ Più precisamente dice che l'emozione è il fotografo. È la capacità di emozionarsi del fotografo che trasmette emozioni alla fotografia. „ Inizio da qua: l'emozione è "del fotografo" non "il fotografo". |
user39791 | inviato il 18 Marzo 2019 ore 11:58
Allora potrei porre una domanda. È la foto che emoziona o è la foto che rappresenta una emozione? Nel caso degli artisti che ho proposto la mia risposta è la seconda. In quelle foto sono impresse delle emozioni, non a caso ci sono elementi fortemente concettuali e introspettivi. |
user90373 | inviato il 18 Marzo 2019 ore 13:46
@ Filiberto “ Allora potrei porre una domanda. È la foto che emoziona o è la foto che rappresenta una emozione? Nel caso degli artisti che ho proposto la mia risposta è la seconda. In quelle foto sono impresse delle emozioni, non a caso ci sono elementi fortemente concettuali e introspettivi. „ La mia risposta, per adesso, si limita al fatto che una foto può emozionare raccontando/rappresentando l'impressione provata dal fotografo nel rivelarsi di una condizione. Un qualcosa, quindi, che proveniente da "fuori" chiede di poter divenir "reale" attraverso un "interprete". |
| inviato il 18 Marzo 2019 ore 14:05
Per quel che mi riguarda la foto rappresenta un concetto o un'atmosfera, che condiziona chi la osserva. |
user39791 | inviato il 18 Marzo 2019 ore 14:36
La Sontag scrive che la fotografia è l'unica tra le arti maggiori in cui la formazione professionale e gli anni di esperienza non garantisco un vantaggio incolmabile su chi è impreparato o inesperto. Le ragioni sono molte, dal grande ruolo giocato dal caso o dalla fortuna nello scattare una foto, alla predilezione per ciò che è spontaneo, rozzo o imperfetto. Ma, che la si consideri un prodotto ingenuo o l'opera di un esperto artefice, una fotografia assume significati e determina reazioni che dipendono dal modo, corretto o meno, in cui viene identificata. |
user90373 | inviato il 18 Marzo 2019 ore 14:45
@ Filiberto “ ....... una fotografia assume significati e determina reazioni che dipendono dal modo, corretto o meno , in cui viene identificata. „ Quel “ modo, corretto o meno „ mi preoccupa. Cosa sta a significare? Da parte di chi? Del popolo o dell'elite? O di chi altri? |
user39791 | inviato il 18 Marzo 2019 ore 15:08
Ti rispondo sempre con le sue parole, il testo è Davanti al dolore degli altri. In genere se c'è una certa distanza dal soggetto ripresentato, ciò che una fotografia dice può essere letto in vari modi. E alla fine si legge quello che la fotografia dovrebbe dire. |
user90373 | inviato il 18 Marzo 2019 ore 15:30
“ La Sontag scrive che la fotografia è l'unica tra le arti maggiori ......... „ Caspita! Cenerentola ne ha fatta di strada, dopo essersi concessa al Principe. |
| inviato il 18 Marzo 2019 ore 15:42
“ è l'unica tra le arti maggiori in cui la formazione professionale e gli anni di esperienza non garantisco un vantaggio incolmabile su chi è impreparato o inesperto. „ vero, ma tra il creare un lavoro con un senso e una foto dovuta alla fortuna e/o sensibilità, vi è differenza. È una sensibilità che può avere qualcuno che comunque l'ha coltivata, con un background che potrà non essere fotografico ma che ha allenato l'occhio. E per creare un corpus fotografico che funzioni, per fare cioè quello che viene anche dopo lo scatto e avere il materiale, serve cultura. Che può essere anche aver visto un sacco di libri fotografici, cosa che io trovo di importanza totale. “ una fotografia assume significati e determina reazioni che dipendono dal modo, corretto o meno, in cui viene identificata. „ ognuno può reagire diversamente a un'opera ma se è solida, avrà sempre una "narrativa" alle spalle tale immagine, per cui il lavoro ha una sua sinossi ben precisa. Poi, che ognuno reagisca differentemente a questo, ci sta. Ripeto, se è un'opera che ha una struttura, e per struttura intendo un libro ad esempio. |
| inviato il 18 Marzo 2019 ore 15:51
Concordo con Matteo Fiorelli. |
user39791 | inviato il 18 Marzo 2019 ore 16:00
Scianna un fotografo/intellettuale che amo moltissimo dice che le foto non si inventano ma si trovano. Credo che almeno per molti generi fotografici sia vero, ma per capire che si è trovata quella foto "giusta" ci deve essere dietro una base culturale. Aggiungo anche un progetto chiaro in mente. |
| inviato il 18 Marzo 2019 ore 20:00
"Scianna un fotografo/intellettuale che amo moltissimo dice che le foto non si inventano ma si trovano."... dipende da cosa è per te la fotografia. Sicuramente se associamo i pensieri di più maestri escono fuori cose discordanti. |
| inviato il 18 Marzo 2019 ore 20:10
“ Allora potrei porre una domanda. È la foto che emoziona o è la foto che rappresenta una emozione? „ La foto è il risultato di un'emozione (ma non necessariamente, ad es. può essere stata scattata come frutto di un rapidissimo colpo d'occhio, o un'intuizione, per un accostamento di cromie, o senza un coinvolgimento strettamente emotivo) del suo autore, che poi viene trasferita e provata a sua volta dallo spettatore. “ Scianna un fotografo/intellettuale che amo moltissimo dice che le foto non si inventano ma si trovano „ Verissimo, moltissime sono il frutto di un preciso ricercare. Vanno viste, vanno trovate. Bisogna però fare un distinguo, dal momento che non riguarda tutti gli ambiti (e Scianna ritengo sottintenda il proprio, nei riguardi di questa massima). Ad es. generalmente le foto in studio, lo still life, o foto posate, messe in scena varie, allora in questi casi le foto si possono pure ritenere inventate e non trovate. |
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