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Gerry888800
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Dandora Dumpsite - Nairobi 2024

La discarica di Dandora non è solo un ammasso di rifiuti; è il riflesso distorto della nostra società, un luogo dove la modernità lascia dietro di sé le sue cicatrici più profonde. Tra le montagne di plastica e metallo, persone, macchine e animali convivono in un ecosistema innaturale, ognuno impegnato in una lotta silenziosa per la sopravvivenza. Qui, l'essere umano è ridotto a cercare valore tra gli scarti, mentre l'animale si adatta, nutrendosi di plastica come se fosse cibo. Dandora rappresenta il prezzo del progresso, un inferno terreno che si alimenta dei rifiuti di chi non si ferma mai a guardare dietro di sé. I lavoratori si arrampicano sulle montagne di rifiuti, lottando contro la gravità e contro una realtà che sembra volerli schiacciare. Le macchine, immense e impassibili, scavano in questo paesaggio alieno, contribuendo a plasmare un ciclo infinito di consumo e abbandono. Ogni sacco riempito è un frammento di speranza, una vita che cerca dignità in un mondo di scarti. E ogni animale, ogni marabù, ogni mucca che vaga nella discarica è il simbolo della natura smarrita, che si piega e si contorce per adattarsi alla nostra impronta tossica. Dandora è il confine estremo tra ciò che siamo disposti a consumare e ciò che, una volta gettato via, continua a esistere, lento e corrosivo. Questo è un luogo che parla di resistenza, ma anche di resa. È un monito silenzioso, una domanda che ci interpella: a che prezzo costruiamo il nostro benessere, e chi paga realmente per i nostri sprechi? Dandora ci ricorda che, finché ignoriamo il nostro impatto, i rifiuti continueranno a raccontare la storia che abbiamo scelto di non ascoltare.