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Siedo in silenzio. A, B, C mi attendono sparse sulla tastiera, in disordine chiedono di essere collegate logicamente. Una logica che dovrebbe esaltare le mia personalità, i miei pregi? Ma le mani restano ferme, le immagini che scorrono nella mia mente non riescono a produrre pensieri, sono bisbigli silenziosi che non vogliono uscire. Mi passano davanti. A, B, C ma non posso afferrarle, scivolano e ripassano. Chi sono? Difficile dirlo. Probabilmente non lo so nemmeno IO! So solo che che sono qui seduto in silenzio con il dito posizionato sul primo tasto di una storia che potrebbe ma non è, un sogno che vorrebbe prendere forma ma non può farlo? Così ripercorro a ritroso la mia vita: un ditio su un tasto, un bagliore ed un sorriso, il pianto di un bambino, un a manciata di riso nel vento, la vertigine sul precipizio, le lacrime di gioia, un bacio, un treno di latta, sei piccole api. Tutto qui? Si tutto qui! Il resto è rinchiuso gelosamente nei miei ricordi e ne i ricordi di chi, anche lievemente, ho incotrato in questo cammino. E a chi mi chiede cosa è per me la fotografia IO amo rispondere che non è importante cosa sia per me, ma cosa sia IO per la fotografia?