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Quella mattina mi sono svegliato alle 5, il cielo era già azzurro, avevo poco più di mezz'ora per salire 300 metri di roccia con una pendenza da far paura. Non ci riuscirò, a circa 2/3 della scalata ho deciso di concedermi una colazione anche se questo avrebbe voluto dire non poter vedere l'alba. Feci la scelta giusta, perchè quello che non sapevo è che, dato che intorno erano tutte montagne, il sole avrebbe mostrato la sua faccia ben dopo l'orario al quale normalmente si presenta in pianura, e la sua luce sarebbe già stata poco emozionante. La cosa, però, non mi ha scoraggiato per niente. Infatti avevo ben altro obiettivo quella mattina, e questo mi aspettava a valle.
La sera prima avevo brindato insieme a Tika, e sempre in modi ancora non chiari mi aveva dato appuntamento la mattina dopo dicendomi che mi avrebbe offerto il caffè. Non vedevo l'ora.
Il caffè di Tika non è esattamente quello che un italiano si sarebbe aspettato: ha preso un pentolino d'acqua, lo ha messo a scaldare, e dopo un pò c'ha versato della polvere direttamente dentro. Diciamo che era più una tisana nerastra, ma onestamente non era male.
Quella mattina ho potuto intrufolarmi un pò di più nella sua assurda, incredibile vita: Tika vive vendendo i suoi prodotti quassù, e non lo fa come passatempo... lui e sua moglie passano qui 8 mesi all'anno! Ora, il posto è bellissimo, ma è pur sempre una montagna... reperire qualunque comodità quassù è praticamente un'impresa, persino il bagno è qualcosa di per niente scontato. Loro infatti non lo hanno, vi sono dei bagni chimici per il cui utilizzo anche loro, che vivono veramente qui, devono pagare. Dietro la facciata del negozio vi è questa piccola cucina, mentre ancora più nel retro vi è il loro camper. E questo è il loro mondo per 8 mesi. improvvisamente la solitudine che avevo provato nei giorni precedenti mi è apparsa insignificante. Forse non ero io che stavo fuggendo la solitudine, erano loro.
Quel giorno io e Tika ci salutammo, e con l'aiuto del traduttore sul telefono riuscii finalmente ad assuicurarmi che avesse capito che gli stavo augurando buona fortuna. Non credo che ci rincontreremo mai, e forse lui mi ha dimenticato, forse ero uno dei tanti che hanno bevuto il suo caffè, ma per me quella con Tika rimarrà sempre un'esperienza indimenticabile di accoglienza e comunicazione, incerta ma sempre cordiale, e di comprensione ben oltre le semplici parole. Eravamo soli, ma lo eravamo insieme.
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